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Autore: directionerdivergent    30/05/2014    1 recensioni
Allungò la mano e tocco per la prima volta quel muso ruvido e possente. Le sue narici si dilatavano in modo regolare e le sue squame brillavano sotto il sole. Shaza non aveva mai visto niente di così bello. Corse un grande rischio e lo guardò negli occhi, ma non accadde nulla. Almeno così pensava.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
Era una calda giornata nella piana di Hestle. La primavera stava finendo e i fili d'erba si muovevano sincronizzati, al tempo del vento leggero. Dietro le colline s'intravedeva il villaggio in cui era nata Shaza, Yecan. Dopo una giornata di estenuante lavoro ai campi insieme alla sorella maggiore, faceva ritorno a casa.
-Non pensi che qui sia tutto troppo normale monotono? Voglio dire, vorrei poter andare oltre le montagne, viaggiare, vedere cosa c'è dopo tutto questo.- Dissi.
-Shaza, questa è la nostra vita e a me  piace così. Ne abbiamo già parlato altre volte, e sai benissimo che anche se nostro padre ci desse il permesso, non potremmo andare lontano. Se fossimo nate maschi sarebbe stato diverso. Ma siamo due ragazze, e viaggi, imprese, caccia o cose del genere non ci si addicono lo sai.- Disse Helena spostandosi con la mano un ciuffo di capelli che le ricadeva sulla fronte.
Sollevai il vestito di canapa, per togliermi le scarpe e camminare a piedi nudi per sentire il contatto con l'erba, una cosa che mi è sempre piaciuta fare, perchè mi faceva sentire un pò libera. Non sono mai stata una ragazza uguale alle altre, perchè a loro bastava guardare un ragazzo carino e farsi mille pensieri su di lui, mentre io volevo scoprire nuovi posti, vedere cosa nascondeva il mare. No, non volevo limitarmi ad essere Shaza, una delle tante ragazze di Yecan.

Tornammo a casa e presi un paio di uova dal pollaio per cucinare qualcosa. Da quando la mamma è morta, tocca a noi due fare tutto. Mio padre è un fabbro, e ogni giorno forgia qualche arma, armatura, sempre più bella. Ogni tanto vedo passare qualche guardia del Re, per chiedergli di forgiare qualche nuova arma e allora lui, quando è necessario, chiama uno Stregone che applichi sulla spada qualche magia, come quella della resistenza, della forza,... Quando le uova furono pronte chiamai la mia piccola famiglia e mangiammo.
-Papà, ho un grande desiderio...- Iniziai speranzosa
-Dimmi Shaza, piccola mia-Rispose
-Tra pochi giorni compirò 16 anni... Mi potresti forgiare una spada per il mio compleanno?-
-Shaza non dire sciocchezze, non sai nemmeno tenere in mano una spada e...-
Lo lasciai parlare. Ma in questo si sbagliava. Io la spada la sapevo tenere. Eccome se la sapevo tenere. Tutte le notti entravo nella stanza delle armi e prendevo la sua spada, quella che non usava da molti anni, e ogni notte uscivo dalla finestra e mi allenavo nel cortile, a sferrare qualche colpo nell'aria.
-Allora facciamo così -dissi- questo pomeriggio ci sfidiamo. Se vinci tu, non ti chiederò più una cosa del genere, ma se vinco io allora dovrai farmi una spada.-
-Shaza ne sei sicura? Guarda che i...- Iniziò lui, ma non lo lasciai finire
-Allora, ci stai? Si o no?- Lo guardai con aria di sfida e gli porsi la mano.
-Accetto la sfida, e stai tranquilla che anche se sei mia figlia non ti lascerò vincere tanto facilmente.- Strinse la mia mano.
Nel frattempo Helena ci guardava alzando gli occhi al cielo. 

 

Prima che il sole tramontasse uscimmo fuori e lui mi porse una spada. Perfetto! Era la sua, conoscevo il suo peso e i suoi difetti, e anche se l'impugnatura non era adatta alla mia mano era comunque meglio che ricevere una spada a me sconosciuta. Dovevo dare il massimo per questa importante occasione.
-Allora Shaza, sei pronta?-
-Si, iniziamo-
Ci guardammo e ci mettemmo in posizione d'attacco. Studiai subito i suoi movimenti e le sue capacità. Lui era forte,alto, è vero, ma io ero molto più agile e svelta di lui. Iniziò per primo e parai subito il suo attacco, capendo subito che puntava alla velocità e ai colpi di sorpresa senza valutare le capacità dell'altro. Forse sbaglia a sottovalutarmi, Mi sposto a destra convinta che lui mi segua. E così fa. Il sole lo colpisce negli occhi nel punto esatto in cui avevo calcolato, creandogli un attimo di distrazione e con la velocità di una lucertola, lo disarmo per poi puntare l'arma dritta nel pomo di Adamo, nella gola. 
Mi guardava stupito, come se fossi stata un'altra per quei pochi minuti di combattimento e capì che aveva perso. Mi diede una pacca sulla spalla e si congratulò con me, per la mia bravura e mi disse che era fiero di me, che avrebbe forgiato la mia prima spada. Me ne andai fiera, e notai che molti ragazzi, grandi e piccoli erano giunti per godersi lo spettacolo, probabilmente, ora sconvolti quanto mio padre. No, non sono fatta per fare la brava donnina di casa. Ora è giunto il mio momento.


Ciao a tutti ragazzi che ve ne pare? Per favore recensite perchè voglio avere qualche parere!Questo è solo l'inizio di una lunga avventura e viaggio verso terre ignote! Spero che l'inizio vi piaccia... ;)

 
 
   
 
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