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Autore: Layla    30/05/2014    1 recensioni
Lui sta per sedersi a un tavolo quando la porta si apre violentemente e due rapinatori entrano nel locale puntando la pistola su di noi.
“Consegnaci l’incasso!”
Mi urlano, io corro al ricevitore di cassa, prelevo i soldi e schiaccio l’allarme, poi consegno tutto ai banditi che iniziano a far passare i clienti.
Arrivati a Tom lui si rifiuta di collaborare e tenta di disarmare uno di loro.
È questioni di attimi, il rapinatore – troppo teso ed eccitato, forse un eroinomane – perde il controllo e gli spara. L’altro impreca e lo trascina via, lasciando Tom steso a terra.
Dovrei aspettare l’ambulanza, ma i miei piedi si muovono da soli e con un unico movimento mi inginocchio accanto a lui e gli premo la mano dove è stato colpito.
Mi concentro e una leggera luce scaturisce dalla mia mano, fortunatamente nessuno lo nota e io continuo fino a quando non sento tutti i tessuti e gli organi tornare normali e la pallottola svanire completamente.
Genere: Generale, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
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20)Guerra!

 

La settimana seguente la neve sparisce lentamente lasciando solo uno spesso strato di ghiaccio, quest’anno avremo un inverno freddo ed è una cosa insolita per la California.
Tutti i giorni dopo la scuola andiamo nella casa del deserto e ci alleniamo, ormai padroneggio abbastanza bene i soldati e la falce, Johnny è molto bravo con la sua spada e Anne e Tom hanno fatto progressi incredibili con i loro poteri. Anne sembra essere anche in grado di guarire, il che ci verrà utile, vista la missione che ci attende.
Mark e mia sorella parteciperanno anche loro, in veste di pali, devono stare il più lontano possibile dal campo di battaglia, nessun umano è in grado di fare qualcosa contro i guardiani di quel posto.
A volte dubito che nemmeno noi ce la potremmo fare, ma in fondo disponiamo di milleottanta soldati e questo mi rassicura.
La sera prima della nostra sortita a San Francisco sono nervosa e durante la notte non faccio altro che girarmi e rigirarmi nel letto, visto che la mia testa proietta i peggiori scenari ossia che mia sorella venga uccisa o che qualcuno venga fatto prigioniero.
Keisha ha sempre mostrato un ottimismo incrollabile, suo fratello si rifiuta di aprire bocca sulla faccenda, forse è ancora seccato che una stupida come me abbia trovato un vero rifugio o forse il suo è un silenzio rabbioso perché ha abbandonato la nostra fazione.
Alle nove ci troviamo tutti al bar del paese, facciamo colazione e poi partiamo, siamo in tre macchine: la mia (su cui ci sono anche mia sorella, Johnny e Tom), quella di Keisha e Joel e quella di Mark e Anne.
È un giorno tranquillo e – a causa della neve – nessuno ha molto voglia di muoversi così passiamo Los Angeles molto rapidamente, ci stiamo avvicinando sempre a san Francisco.
La macchina dei due fratelli alieni è quella in testa e a un certo punto esce molto prima di San Francisco per immettersi nella vecchia strada costiera, quella che percorrevamo io e Tom il giorno in cui abbiamo scoperto il rifugio.
Da lì in avanti è la mia macchina a passare in testa al corteo,dopo quasi due ore di strada troviamo la piazzola in cui ci siamo fermati io e Tom.
Quando siamo tutti fuori dalle macchine il clima è teso, nessuno parla molto e le facce di tutti sono tirate al massimo.
“Isabel.”
“Sì, Keisha?”
“Tu rimani qui e cerca di allontanare tutte le macchine che eventualmente vorranno fermarsi qui. Dubito che ce ne siano molte, dato che le nostre occupano quasi tutta la piazzola e questa strada è meno pulita rispetto all’autostrada, ma tu devi rimanere qui, hai capito?
Non devi muoverti.”
Mia sorella sta per replicare, ma alla fine rinuncia, per fortuna. Ho dovuto passare il viaggio a convincerla che non la escludiamo per ripicca, ma perché le creature che dormono nella foresta e i loro guardiani sono creature davvero pericolose.
Affidata l’incombenza a Izzie ci mettiamo tutti in marcia, con Tom in testa. È lui che ha trovato la radura e poi il rifugio e tocca a lui guidarci, per somma rabbia di Joel.
Camminiamo per un po’, poi Tom si ferma.
“La radura è questa.”
Keisha annuisce.
“Mark, tu stai qui e cerca di impedire a qualcuno di venire nella nostra direzione, l’ultima cosa che ci serve è una comitiva che capiti per caso in un campo di battaglia.”
Lui annuisce e si accende una sigaretta.
“Va bene, ma dubito fortemente che qualcuno voglia passeggiare nei boschi con un tempo del genere.”
Risponde rabbrividendo.
A San Francisco ha nevicato anche più che a San Diego o a Poway.
“Lo so, ma i pazzi ci sono sempre, buona fortuna.”
“Buona fortuna a voi, ne avrete bisogno.”
Sì, e non sa ancora quanto.
“Tom!”
Il mio ragazzo si volta.
“Tieni d’occhio Anne, ok?”
“Ok.”
Detto questo ce ne andiamo tutti verso il rifugio, dall’espressione guardinga di Keisha capisco che anche lei sente quelle vibrazioni.
“Non ti sbagliavi, è un loro rifugio e anche bello grande. Percepisco tanti bozzoli e cinque guardiani, sarà difficile farli fuori.”
“In qualche modo faremo o credi che non avremo speranze?”
“No, possiamo farcela, ma dobbiamo impegnarci a fondo.”
“E sia, ci metteremo tutti il cento per cento del nostro impegno, giusto?”
I tre ragazzi e Anne annuiscono, il patto è siglato, che la guerra abbia inizio.
Marciamo per un po’, abbassando al minimo la nostra aura, non devono sentirci.
“State attenti a dove pestate ci sono dei fili di potere che fanno scattare degli allarmi.”
La voce di Joel è fredda e inutile.
“Non serve che tu ce lo dica, sono già scattati, sanno già che siamo qui.”
-È stato Joel a farli scattare.-
Mi informa uno dei miei soldati e la cosa non ha il potere di stupirmi, il sospetto che sia una spia si sta trasformando in una certezza.
In ogni caso cinque guardiani si stanno avvicinando.
“Uno per uno, uno per me, uno per Jo, uno per Keisha, uno per Joel e uno per Anne e Tom.”
Annuiscono tutti di nuovo con uno sguardo serio, io invoco la mia falce.
Il mio guardiano è un ragazzino dai capelli bianchi, molto magro.
“Ci si rivede, principessa.
Sarà un piacere ucciderla di nuovo.”
“Non ci contare.”
Mi ricordo di lui, è stato lui a farmi fuori lassù, ma ora so come combatterlo.
Immediatamente lui aumenta la sua dimensione fino a diventare un gigante, questa volta reagisco preparata e invoco i miei soldati.
-Tenetelo occupato, io devo  fare in modo di arrivare in cima alla sua testa.-
Là c’è una sorta di occhio, rimosso quello tornerà il ragazzino di prima, anche se sono certa che non sarà meno letale.
Lascio i miei soldati a fare il loro lavoro e comincio a salire su un albero, saltando da un ramo all’altro, è il più alto della zona dovrei farcela.
Sono quasi in cima quando un segnale di allarme attraversa il mio cervello: Tom e Anne.
Sono in serio pericolo, il guardiano rischia di ucciderli, forse gli abbiamo chiesto troppo venendo qui. Immediatamente chiamo cinque dei miei soldati e ordino loro di aiutare il mio ragazzo e la mia amica, loro dovrebbero essere abbastanza.
-Merda! Spero che basti! Non posso mandare di più!-
Riprendo la mia scalata e arrivo in cima, da lì ho una piena visuale della testa del nemico e lui non mi sente perché ho abbassato al minimo la  mia aura.
-Non posso atterrare sulla sua testa e colpirlo con la falce, la sua pelle è tossica per me.
Devo trasformare la seconda falce in un arco e ho bisogno di concentrarmi al massimo.-
Cerco di svuotare la mia testa e di fondermi con il paesaggio.
Io sono l’albero su cui sono salita.
Sono l’aria che mi sferza il viso, il cielo volubile sopra di me, le foglie che cadono gentilmente, il canto lontano degli uccelli. Ora che sono così in comunione con l’ambiente intorno a me cerco di mettermi sulla stessa lunghezza d’onda del materiale di cui è fatta la seconda lama della mia falce.
Con molta difficoltà la stacco dall’altra falce e la trasformo in un arco e in una freccia, sempre mantenendo la concentrazione, tendo l’arco – in questo stato il materiale letale di cui è fatto non può farmi male –  e prendo la mira. Non posso sbagliare.
La freccia parte e colpisce l’occhio, nemmeno un secondo dopo una sorta di esplosione di energia  si espande per il bosco, accecandomi.
Credo che parte dell’energia del ragazzino sia stata buttata fuori quando ho eliminato quell’occhio sulla testa del gigante.
Il ragazzino è tornato della sua dimensione e io scendo dall’albero, ha le mani appoggiate alle ginocchia e uno sguardo letale.
“Pagherai.”
Lancia contro di me dell’energia che schivo, adesso è questa la sua tattica, se venissi colpita da una di quelle sfere morirei.
Devo schivarle e avvicinarmi, un colpo con la seconda falce dovrebbe ucciderlo e così faccio.
Destra, sinistra, destra, sinistra, sinistra.
Mi avvicino sempre di più a lui che mi guarda con occhi pieni di disprezzo.
Adesso o mai più!
Alzo la mia falce e lo colpisco con la parte fatta di materia,  immediatamente un mio soldato si mette tra lui e il suo sangue che è tossico per me.
Il ragazzino urla, sanguina, bestemmia e poi esplode, di lui non rimane altro che un mucchietto di cenere. L’ho sconfitto, quando loro muoiono non rimane nulla.
Mi accascio a terra, mi sento stanca, ma so che non è ancora arrivata la fine e poi sento che Anne e Tom sono ancora in difficoltà.
Per quanto riguarda gli altri se la stanno cavando bene, tra poco anche gli altri guardiano saranno fuori gioco.
Corro  e noto che il guardiano è sul punto di colpire Tom e Anne, non posso permettere che accada!
Mi metto in mezzo e paro il colpo con la falce, mandandolo a schiantarsi contro un albero che cade con uno schianto.
“Principessa, vedo che siete ancora viva purtroppo.”
“Sono ancora viva ed è una vera sfortuna per te.”
Lui ride e mi lancia un altro colpo, io urlo ad Anne e Tom di andarsene che qui ci penso io.
Schivo il colpo con un salto e poi mi lancio verso di lui, schivandoli tutti, con mio grande piacere scopro di riuscire ad aprire dei portali in cui faccio finire le sfere e le dirotto altrove.
Quando gli sono davanti sorrido.
“Bang, bang, sei morto!”
Con un colpo della falce normale lo taglio in due e poi mi metto in una posizione raccolta – con davanti uno dei miei soldati – per evitare sangue ed energia.
Ce l’ho fatta. Due sono andati.
Qualche minuto dopo altre tre esplosioni squarciano il silenzio del bosco, ora sono stati eliminati tutti.
Sorrido sollevata, adesso possiamo distruggere i bozzoli e una parte della missione sarà finita.
“Finalmente è finita.”
“No, non è ancora finita. Ci sono i bozzoli da eliminare.”
Mi risponde Keisha.
“Ma quelli sono innocui o non avrebbero messo questi guardiani.”
“Dipende da quanto sono sviluppati i nemici all’interno.”
Entriamo nella grande struttura di cristallo, che è rimasta miracolosamente in piedi, nonostante le varie esplosioni.
Dentro c’è una sorta di computer centrale e centinaia di bozzoli bianchi, Keisha si dirige immediatamente verso il computer e io la seguo.
Le sue dita volano sui tasti e presto la grande struttura si spegne e i bozzoli credo rimangano senza nutrimento o quello che serve loro per rimanere in vita.
“Cosa facciamo?”
Chiedo all’aliena.
“Distruggiamoli tutti, lascia fare ai tuoi soldati. Per loro non è pericoloso, per noi sì.”
“Va bene.”
Li evoco tutti e ordino loro di fare  piazza pulita, non sono ancora uscita quando sento un terribile urlo femminile.
Io e Keisha ci guardiamo, poi una scintilla di comprensione passa tra di noi: è Anne.
“Cosa diavolo sarà successo?”
Mi chiedo, mentre corro fuori insieme a Keisha.
Seguiamo la direzione dell’urlo e troviamo Anne china su un corpo che piange.
“Anne! Chi è?”
“È Mark!”
Singhiozza.
Mark?
Cosa ci fa Mark qui?
Ma in fondo non importa, quello che conta è che è ferito e devo aiutarlo, sperando di avere l’ancora l’energia per farlo. Mi chino su di lui e noto che ha brutta ferita all’addome, deve essere stato colpito da una delle sfere che il guardiano lanciava verso di me.
Stendo subito una mano sulla ferita e mi concentro al massimo per guarirlo, le energie purtroppo scarseggiano e non appena sento che è guarito crollo su di lui e ignoro cosa succeda dopo.
 

Mi sveglio in una delle macchine, da molto lontano sento la voce di Tom e quella di Anne che suona lacrimosa. Che io non ce l’abbia fatta?
Che Mark sia morto?
“’Om?”
Chiamo con voce impastata.
“Chia!”
“Mark. Come sta, Mark?”
“Un po’ scosso, ma sta bene. Grazie per avermelo salvato.”
“Figurati. Sta bene sul serio?”
Cerco di rimettermi in piedi, ma non ce la faccio, così rimangio sdraiata sul sedile.
“Sì, sta bene.
Sono solo un po’ scossa, grazie per averlo salvato.”
“Cosa ci faceva lì?”
“Dice che aveva avuto l’impressione che qualcuno lo chiamasse.”
Io guardo Tom e nei suoi occhi leggo il mio stesso dubbio: che quella voce sia di Joel.
“Molto strano, nessuno di noi l’avrebbe chiamato. Troppo pericoloso.”
“Magari si è sbagliato.”
Il tono di Anne è incerto, ma io credo che Mark non si sia affatto sbagliato, ma che qualcuno voglia eliminare tutti gli umani che ci girano attorno e che l’ultima a essere rimasta in pericolo sia mia sorella.
“Il resto della truppa come è messo?”
“Stiamo tutti bene, Johnny ha guarito le ferite superficiali e non di tutti, non siamo sporchi di sangue né di nulla di particolarmente compromettente.
I tuoi soldati si sono sempre parati davanti a noi quando quelli schizzavano sangue.”
“Il loro sangue è tossico per noi.”
Rispondo io.
“Non so se anche per voi sia così tossico, ma ho dato questi ordini giusto per essere sicura.”
“Ce l’abbiamo fatta!”
Esclama Tom tutto contento.
“Non esultare troppo, è solo la prima tappa, anche se era un rifugio con tantissimi bozzoli. Troppi.”
“Cosa vorresti dire?”
“Che stando a quello che ha detto Joel avrebbero dovuto essere molto meno, altrimenti perché frazionarli così tanto sul territorio nazionale?
C’è qualcosa che mi sfugge.”
“Forse hanno cambiato i piani dopo che Joel se n’è andato.”
Mi risponde Tom, più per rassicurare Anne che altro.
“Può darsi.”
In realtà penso che Joel ci stia facendo deliberatamente perdere tempo e che se io e Tom non avessimo trovato per caso questo accampamento avremmo ucciso per errore i nostri.
-Fai morire mia sorella, Joel e giuro che ti apro in due e userò il tuo cranio come coppa.-
Arriviamo a Poway affamati da morire, quindi – prima di andare a casa – ci fermiamo da Sombrero e mangiamo una dose generosa di cibo messicano.
Io studio – non notata – Joel, sul suo volto c’è un sorriso, ma è stonato, quasi falso, il sorriso posticcio di chi si augurava un fallimento e si trova a fare i conti con una vittoria.
Oh, Joel! Farai un passo falso prima o poi e io ti sputtanerò come meriti!
Mi dico feroce, pensando a come abbia tentato di far fuori i due fratelli Hoppus solo perché umani e a conoscenza del nostro segreto.
Penso che il suo piano comprendesse che io e Johnny non lo avremmo detto a nessuno e – una volta ultimata la missione – ucciderci con Keisha. Così saremmo spariti come dei fantasmi, con mia sorella e gli altri di mezzo non può farci sparire, perché i sospetti di tutti punterebbero su di lui.
-Un piano ingegnoso, ma ti è andata male.-
Finito di mangiare ce ne andiamo ognuno a casa nostra, io guardo sconsolata la pila di compiti e – anche se sono stanca morta – la attacco di malavoglia e lavoro duro fino all’ora di cena.
È surreale come io passi dall’uccidere alieni cattivi al fare i compiti, come una normale teenager!
Dovrei piangere, ma tutto quello che mi esce è una risatina isterica che mi fa sembrare un po’ esaurita. È dura la vita dei supereroi, ragazzi!
Non c’è mai riposo sufficiente!
Ok, basta. Devo smetterla, sto diventando fuori di testa, anche se ammetto che possa essere lo shock della prima battaglia che esce in ritardo.
Non avrei mai pensato che la mia vita potesse prendere questa piega e ora sono un po’ a disagio, non so bene come comportarmi, curiosamente sento che la mia personalità si sdoppia.
Quando sono a scuola sono Chia, quando ci sono di mezzo le faccende aliene sono Ava, la principessa.
Mi massaggio le tempie.
Basta con questi pensieri! Ho bisogno di riposare!
La pila si è esaurita, mi faccio una breve doccia e sto per mettermi a letto quando sento il rumore familiare dei sassolini contro la finestra: Tom.
Mi affaccio e vedo la sua faccia sorridente, io ricambio con un cenno di saluto.
Lo vedo arrampicarsi sull’albero che è vicino alla mia finestra e poi, con un piccolo aiuto da parte mia, è dentro la mia camera.
“Ehi, come mai qui?”
“Non so te, ma io ho avuto qualche difficoltà ad addormentarmi visto quello che è successo.”
Io sospiro.
“Io non ci ho ancora provato, ho dovuto finire i compiti prima. Sogno un giorno in cui potrò solo dormire, senza compiti o alieni tra le scatole.”
Lui ride.
“Posso rimanere qui a dormire?”
“Sì, basta che non ti fai sgamare dai miei.”
Ci mettiamo a letto, lui mi attira subito a sé in modo possessivo.
“Oggi ho visto un lato di te abbastanza inedito, facevi paura mentre combattevi con quella falce.”
“Io invece ho preso due infarti: il primo è stato quando ho visto tu e Anne in difficoltà, il secondo quando ho visto Anne china su suo fratello.”
“Parlando di Mark, tu cosa ne pensi?”
Io rimango in silenzio.
“Mark mi sembra una persona assennata, giusto?”
“Giusto.”
“Quindi dubito che si sia mosso dal suo posto dopo che tutti gli avevamo detto di non farlo solo per una bravata.”
“Legittimo.”
“Quindi si deve essere mosso per un’altra ragione.”
Rimango un attimo in silenzio.
“Lui ha detto che qualcuno di noi l’ha chiamato. Io non sono stata e anche gli altri negano.”
“Non tutti, Joel è rimasto in silenzio.”
“Ed è la seconda volta in cui si trova coinvolto in qualcosa di strano e in cui qualcuno di noi rischia la morte.”
“Una strana coincidenza.”
Io prendo fiato.
“Io penso che non lo sia.
Penso che Joel sia venuto qui con un piano preciso, trovare me e Johnny, convinto che nessuno sapesse del segreto, coinvolgerci nella missione. Farci distruggere deliberatamente le basi dei nostri con l’inganno e infine farci fuori tutti in  modo che nessuno potesse accusarlo.
Dopodiché i nostri nemici avrebbero avuto campo libero.”
“Tu pensi che sia un traditore?”
“Ne ho quasi la certezza..”
Sbadiglio.
“Ma adesso è arrivato il momento di dormire Tom.”
“Giusto.
Ci addormentiamo insieme, mentre fuori ha iniziato a nevicare di nuovo.
È bello essere al caldo mentre fuori nevica.
È bello essere al caldo con Tom.
Spero che i miei non si accorgano di nulla.

Angolo di Layla

Ringrazio Graceansmile per la recensione. Non smetterò di pubblicarla fino a che una sola persona la commenterà. Penso che la sezione blink non sia molto frequentata perché ora non hanno nessun nuovo lavoro in circolazione. La cosa più triste è che c'è anche un seguito a questa storia e non so nemmeno se pubblicarlo... 

   
 
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