20)Guerra!
La
settimana seguente la neve sparisce lentamente lasciando solo uno
spesso strato
di ghiaccio, quest’anno avremo un inverno freddo ed
è una cosa insolita per la
California.
Tutti
i giorni dopo la scuola andiamo nella casa del deserto e ci alleniamo,
ormai
padroneggio abbastanza bene i soldati e la falce, Johnny è
molto bravo con la
sua spada e Anne e Tom hanno fatto progressi incredibili con i loro
poteri.
Anne sembra essere anche in grado di guarire, il che ci
verrà utile, vista la
missione che ci attende.
Mark
e mia sorella parteciperanno anche loro, in veste di pali, devono stare
il più
lontano possibile dal campo di battaglia, nessun umano è in
grado di fare
qualcosa contro i guardiani di quel posto.
A
volte dubito che nemmeno noi ce la potremmo fare, ma in fondo
disponiamo di
milleottanta soldati e questo mi rassicura.
La
sera prima della nostra sortita a San Francisco sono nervosa e durante
la notte
non faccio altro che girarmi e rigirarmi nel letto, visto che la mia
testa
proietta i peggiori scenari ossia che mia sorella venga uccisa o che
qualcuno
venga fatto prigioniero.
Keisha
ha sempre mostrato un ottimismo incrollabile, suo fratello si rifiuta
di aprire
bocca sulla faccenda, forse è ancora seccato che una stupida
come me abbia
trovato un vero rifugio o forse il suo è un silenzio
rabbioso perché ha
abbandonato la nostra fazione.
Alle
nove ci troviamo tutti al bar del paese, facciamo colazione e poi
partiamo,
siamo in tre macchine: la mia (su cui ci sono anche mia sorella, Johnny
e Tom),
quella di Keisha e Joel e quella di Mark e Anne.
È
un giorno tranquillo e – a causa della neve –
nessuno ha molto voglia di
muoversi così passiamo Los Angeles molto rapidamente, ci
stiamo avvicinando
sempre a san Francisco.
La
macchina dei due fratelli alieni è quella in testa e a un
certo punto esce
molto prima di San Francisco per immettersi nella vecchia strada
costiera,
quella che percorrevamo io e Tom il giorno in cui abbiamo scoperto il
rifugio.
Da
lì in avanti è la mia macchina a passare in testa
al corteo,dopo quasi due ore
di strada troviamo la piazzola in cui ci siamo fermati io e Tom.
Quando
siamo tutti fuori dalle macchine il clima è teso, nessuno
parla molto e le
facce di tutti sono tirate al massimo.
“Isabel.”
“Sì,
Keisha?”
“Tu
rimani qui e cerca di allontanare tutte le macchine che eventualmente
vorranno
fermarsi qui. Dubito che ce ne siano molte, dato che le nostre occupano
quasi
tutta la piazzola e questa strada è meno pulita rispetto
all’autostrada, ma tu
devi rimanere qui, hai capito?
Non
devi muoverti.”
Mia
sorella sta per replicare, ma alla fine rinuncia, per fortuna. Ho
dovuto
passare il viaggio a convincerla che non la escludiamo per ripicca, ma
perché
le creature che dormono nella foresta e i loro guardiani sono creature
davvero
pericolose.
Affidata
l’incombenza a Izzie ci mettiamo tutti in marcia, con Tom in
testa. È lui che
ha trovato la radura e poi il rifugio e tocca a lui guidarci, per somma
rabbia
di Joel.
Camminiamo
per un po’, poi Tom si ferma.
“La
radura è questa.”
Keisha
annuisce.
“Mark,
tu stai qui e cerca di impedire a qualcuno di venire nella nostra
direzione,
l’ultima cosa che ci serve è una comitiva che
capiti per caso in un campo di
battaglia.”
Lui
annuisce e si accende una sigaretta.
“Va
bene, ma dubito fortemente che qualcuno voglia passeggiare nei boschi
con un
tempo del genere.”
Risponde
rabbrividendo.
A
San Francisco ha nevicato anche più che a San Diego o a
Poway.
“Lo
so, ma i pazzi ci sono sempre, buona fortuna.”
“Buona
fortuna a voi, ne avrete bisogno.”
Sì,
e non sa ancora quanto.
“Tom!”
Il
mio ragazzo si volta.
“Tieni
d’occhio Anne, ok?”
“Ok.”
Detto
questo ce ne andiamo tutti verso il rifugio, dall’espressione
guardinga di
Keisha capisco che anche lei sente quelle
vibrazioni.
“Non
ti sbagliavi, è un loro rifugio e anche bello grande.
Percepisco tanti bozzoli
e cinque guardiani, sarà difficile farli fuori.”
“In
qualche modo faremo o credi che non avremo speranze?”
“No,
possiamo farcela, ma dobbiamo impegnarci a fondo.”
“E
sia, ci metteremo tutti il cento per cento del nostro impegno,
giusto?”
I
tre ragazzi e Anne annuiscono, il patto è siglato, che la
guerra abbia inizio.
Marciamo
per un po’, abbassando al minimo la nostra aura, non devono
sentirci.
“State
attenti a dove pestate ci sono dei fili di potere che fanno scattare
degli
allarmi.”
La
voce di Joel è fredda e inutile.
“Non
serve che tu ce lo dica, sono già scattati, sanno
già che siamo qui.”
-È
stato Joel a farli scattare.-
Mi
informa uno dei miei soldati e la cosa non ha il potere di stupirmi, il
sospetto che sia una spia si sta trasformando in una certezza.
In
ogni caso cinque guardiani si stanno avvicinando.
“Uno
per uno, uno per me, uno per Jo, uno per Keisha, uno per Joel e uno per
Anne e
Tom.”
Annuiscono
tutti di nuovo con uno sguardo serio, io invoco la mia falce.
Il
mio guardiano è un ragazzino dai capelli bianchi, molto
magro.
“Ci
si rivede, principessa.
Sarà
un piacere ucciderla di nuovo.”
“Non
ci contare.”
Mi
ricordo di lui, è stato lui a farmi fuori lassù,
ma ora so come combatterlo.
Immediatamente
lui aumenta la sua dimensione fino a diventare un gigante, questa volta
reagisco
preparata e invoco i miei soldati.
-Tenetelo
occupato, io devo fare in modo di
arrivare in cima alla sua testa.-
Là
c’è una sorta di occhio, rimosso quello
tornerà il ragazzino di prima, anche se
sono certa che non sarà meno letale.
Lascio
i miei soldati a fare il loro lavoro e comincio a salire su un albero,
saltando
da un ramo all’altro, è il più alto
della zona dovrei farcela.
Sono
quasi in cima quando un segnale di allarme attraversa il mio cervello:
Tom e
Anne.
Sono
in serio pericolo, il guardiano rischia di ucciderli, forse gli abbiamo
chiesto
troppo venendo qui. Immediatamente chiamo cinque dei miei soldati e
ordino loro
di aiutare il mio ragazzo e la mia amica, loro dovrebbero essere
abbastanza.
-Merda!
Spero che basti! Non posso mandare di più!-
Riprendo
la mia scalata e arrivo in cima, da lì ho una piena visuale
della testa del
nemico e lui non mi sente perché ho abbassato al minimo la mia aura.
-Non
posso atterrare sulla sua testa e colpirlo con la falce, la sua pelle
è tossica
per me.
Devo
trasformare la seconda falce in un arco e ho bisogno di concentrarmi al
massimo.-
Cerco
di svuotare la mia testa e di fondermi con il paesaggio.
Io
sono l’albero su cui sono salita.
Sono
l’aria che mi sferza il viso, il cielo volubile sopra di me,
le foglie che
cadono gentilmente, il canto lontano degli uccelli. Ora che sono
così in comunione
con l’ambiente intorno a me cerco di mettermi sulla stessa
lunghezza d’onda del
materiale di cui è fatta la seconda lama della mia falce.
Con
molta difficoltà la stacco dall’altra falce e la
trasformo in un arco e in una
freccia, sempre mantenendo la concentrazione, tendo l’arco
– in questo stato il
materiale letale di cui è fatto non può farmi
male – e
prendo la mira. Non posso sbagliare.
La
freccia parte e colpisce l’occhio, nemmeno un secondo dopo
una sorta di
esplosione di energia si
espande per il
bosco, accecandomi.
Credo
che parte dell’energia del ragazzino sia stata buttata fuori
quando ho
eliminato quell’occhio sulla testa del gigante.
Il
ragazzino è tornato della sua dimensione e io scendo
dall’albero, ha le mani
appoggiate alle ginocchia e uno sguardo letale.
“Pagherai.”
Lancia
contro di me dell’energia che schivo, adesso è
questa la sua tattica, se
venissi colpita da una di quelle sfere morirei.
Devo
schivarle e avvicinarmi, un colpo con la seconda falce dovrebbe
ucciderlo e
così faccio.
Destra,
sinistra, destra, sinistra, sinistra.
Mi
avvicino sempre di più a lui che mi guarda con occhi pieni
di disprezzo.
Adesso
o mai più!
Alzo
la mia falce e lo colpisco con la parte fatta di materia, immediatamente un mio
soldato si mette tra
lui e il suo sangue che è tossico per me.
Il
ragazzino urla, sanguina, bestemmia e poi esplode, di lui non rimane
altro che
un mucchietto di cenere. L’ho sconfitto, quando loro muoiono
non rimane nulla.
Mi
accascio a terra, mi sento stanca, ma so che non è ancora
arrivata la fine e
poi sento che Anne e Tom sono ancora in difficoltà.
Per
quanto riguarda gli altri se la stanno cavando bene, tra poco anche gli
altri
guardiano saranno fuori gioco.
Corro e noto che il
guardiano è sul punto di
colpire Tom e Anne, non posso permettere che accada!
Mi
metto in mezzo e paro il colpo con la falce, mandandolo a schiantarsi
contro un
albero che cade con uno schianto.
“Principessa,
vedo che siete ancora viva purtroppo.”
“Sono
ancora viva ed è una vera sfortuna per te.”
Lui
ride e mi lancia un altro colpo, io urlo ad Anne e Tom di andarsene che
qui ci
penso io.
Schivo
il colpo con un salto e poi mi lancio verso di lui, schivandoli tutti,
con mio
grande piacere scopro di riuscire ad aprire dei portali in cui faccio
finire le
sfere e le dirotto altrove.
Quando
gli sono davanti sorrido.
“Bang,
bang, sei morto!”
Con
un colpo della falce normale lo taglio in due e poi mi metto in una
posizione
raccolta – con davanti uno dei miei soldati – per
evitare sangue ed energia.
Ce
l’ho fatta. Due sono andati.
Qualche
minuto dopo altre tre esplosioni squarciano il silenzio del bosco, ora
sono
stati eliminati tutti.
Sorrido
sollevata, adesso possiamo distruggere i bozzoli e una parte della
missione
sarà finita.
“Finalmente
è finita.”
“No,
non è ancora finita. Ci sono i bozzoli da
eliminare.”
Mi
risponde Keisha.
“Ma
quelli sono innocui o non avrebbero messo questi guardiani.”
“Dipende
da quanto sono sviluppati i nemici all’interno.”
Entriamo
nella grande struttura di cristallo, che è rimasta
miracolosamente in piedi,
nonostante le varie esplosioni.
Dentro
c’è una sorta di computer centrale e centinaia di
bozzoli bianchi, Keisha si
dirige immediatamente verso il computer e io la seguo.
Le
sue dita volano sui tasti e presto la grande struttura si spegne e i
bozzoli
credo rimangano senza nutrimento o quello che serve loro per rimanere
in vita.
“Cosa
facciamo?”
Chiedo
all’aliena.
“Distruggiamoli
tutti, lascia fare ai tuoi soldati. Per loro non è
pericoloso, per noi sì.”
“Va
bene.”
Li
evoco tutti e ordino loro di fare
piazza
pulita, non sono ancora uscita quando sento un terribile urlo femminile.
Io
e Keisha ci guardiamo, poi una scintilla di comprensione passa tra di
noi: è
Anne.
“Cosa
diavolo sarà successo?”
Mi
chiedo, mentre corro fuori insieme a Keisha.
Seguiamo
la direzione dell’urlo e troviamo Anne china su un corpo che
piange.
“Anne!
Chi è?”
“È
Mark!”
Singhiozza.
Mark?
Cosa
ci fa Mark qui?
Ma
in fondo non importa, quello che conta è che è
ferito e devo aiutarlo, sperando
di avere l’ancora l’energia per farlo. Mi chino su
di lui e noto che ha brutta
ferita all’addome, deve essere stato colpito da una delle
sfere che il
guardiano lanciava verso di me.
Stendo
subito una mano sulla ferita e mi concentro al massimo per guarirlo, le
energie
purtroppo scarseggiano e non appena sento che è guarito
crollo su di lui e
ignoro cosa succeda dopo.
Mi
sveglio in una delle macchine, da molto lontano sento la voce di Tom e
quella
di Anne che suona lacrimosa. Che io non ce l’abbia fatta?
Che
Mark sia morto?
“’Om?”
Chiamo
con voce impastata.
“Chia!”
“Mark.
Come sta, Mark?”
“Un
po’ scosso, ma sta bene. Grazie per avermelo
salvato.”
“Figurati.
Sta bene sul serio?”
Cerco
di rimettermi in piedi, ma non ce la faccio, così rimangio
sdraiata sul sedile.
“Sì,
sta bene.
Sono
solo un po’ scossa, grazie per averlo salvato.”
“Cosa
ci faceva lì?”
“Dice
che aveva avuto l’impressione che qualcuno lo
chiamasse.”
Io
guardo Tom e nei suoi occhi leggo il mio stesso dubbio: che quella voce
sia di
Joel.
“Molto
strano, nessuno di noi l’avrebbe chiamato. Troppo
pericoloso.”
“Magari
si è sbagliato.”
Il
tono di Anne è incerto, ma io credo che Mark non si sia
affatto sbagliato, ma
che qualcuno voglia eliminare tutti gli umani che ci girano attorno e
che
l’ultima a essere rimasta in pericolo sia mia sorella.
“Il
resto della truppa come è messo?”
“Stiamo
tutti bene, Johnny ha guarito le ferite superficiali e non di tutti,
non siamo
sporchi di sangue né di nulla di particolarmente
compromettente.
I
tuoi soldati si sono sempre parati davanti a noi quando quelli
schizzavano
sangue.”
“Il
loro sangue è tossico per noi.”
Rispondo
io.
“Non
so se anche per voi sia così tossico, ma ho dato questi
ordini giusto per
essere sicura.”
“Ce
l’abbiamo fatta!”
Esclama
Tom tutto contento.
“Non
esultare troppo, è solo la prima tappa, anche se era un
rifugio con tantissimi
bozzoli. Troppi.”
“Cosa
vorresti dire?”
“Che
stando a quello che ha detto Joel avrebbero dovuto essere molto meno,
altrimenti perché frazionarli così tanto sul
territorio nazionale?
C’è
qualcosa che mi sfugge.”
“Forse
hanno cambiato i piani dopo che Joel se n’è
andato.”
Mi
risponde Tom, più per rassicurare Anne che altro.
“Può
darsi.”
In
realtà penso che Joel ci stia facendo deliberatamente
perdere tempo e che se io
e Tom non avessimo trovato per caso questo accampamento avremmo ucciso
per
errore i nostri.
-Fai
morire mia sorella, Joel e giuro che ti apro in due e userò
il tuo cranio come
coppa.-
Arriviamo
a Poway affamati da morire, quindi – prima di andare a casa
– ci fermiamo da
Sombrero e mangiamo una dose generosa di cibo messicano.
Io
studio – non notata – Joel, sul suo volto
c’è un sorriso, ma è stonato, quasi
falso, il sorriso posticcio di chi si augurava un fallimento e si trova
a fare
i conti con una vittoria.
Oh,
Joel! Farai un passo falso prima o poi e io ti sputtanerò
come meriti!
Mi
dico feroce, pensando a come abbia tentato di far fuori i due fratelli
Hoppus
solo perché umani e a conoscenza del nostro segreto.
Penso
che il suo piano comprendesse che io e Johnny non lo avremmo detto a
nessuno e
– una volta ultimata la missione – ucciderci con
Keisha. Così saremmo spariti
come dei fantasmi, con mia sorella e gli altri di mezzo non
può farci sparire,
perché i sospetti di tutti punterebbero su di lui.
-Un
piano ingegnoso, ma ti è andata male.-
Finito
di mangiare ce ne andiamo ognuno a casa nostra, io guardo sconsolata la
pila di
compiti e – anche se sono stanca morta – la attacco
di malavoglia e lavoro duro
fino all’ora di cena.
È
surreale come io passi dall’uccidere alieni cattivi al fare i
compiti, come una
normale teenager!
Dovrei
piangere, ma tutto quello che mi esce è una risatina
isterica che mi fa
sembrare un po’ esaurita. È dura la vita dei
supereroi, ragazzi!
Non
c’è mai riposo sufficiente!
Ok,
basta. Devo smetterla, sto diventando fuori di testa, anche se ammetto
che
possa essere lo shock della prima battaglia che esce in ritardo.
Non
avrei mai pensato che la mia vita potesse prendere questa piega e ora
sono un
po’ a disagio, non so bene come comportarmi, curiosamente
sento che la mia
personalità si sdoppia.
Quando
sono a scuola sono Chia, quando ci sono di mezzo le faccende aliene
sono Ava,
la principessa.
Mi
massaggio le tempie.
Basta
con questi pensieri! Ho bisogno di riposare!
La
pila si è esaurita, mi faccio una breve doccia e sto per
mettermi a letto
quando sento il rumore familiare dei sassolini contro la finestra: Tom.
Mi
affaccio e vedo la sua faccia sorridente, io ricambio con un cenno di
saluto.
Lo
vedo arrampicarsi sull’albero che è vicino alla
mia finestra e poi, con un
piccolo aiuto da parte mia, è dentro la mia camera.
“Ehi,
come mai qui?”
“Non
so te, ma io ho avuto qualche difficoltà ad addormentarmi
visto quello che è
successo.”
Io
sospiro.
“Io
non ci ho ancora provato, ho dovuto finire i compiti prima. Sogno un
giorno in
cui potrò solo dormire, senza compiti o alieni tra le
scatole.”
Lui
ride.
“Posso
rimanere qui a dormire?”
“Sì,
basta che non ti fai sgamare dai miei.”
Ci
mettiamo a letto, lui mi attira subito a sé in modo
possessivo.
“Oggi
ho visto un lato di te abbastanza inedito, facevi paura mentre
combattevi con
quella falce.”
“Io
invece ho preso due infarti: il primo è stato quando ho
visto tu e Anne in
difficoltà, il secondo quando ho visto Anne china su suo
fratello.”
“Parlando
di Mark, tu cosa ne pensi?”
Io
rimango in silenzio.
“Mark
mi sembra una persona assennata, giusto?”
“Giusto.”
“Quindi
dubito che si sia mosso dal suo posto dopo che tutti gli avevamo detto
di non
farlo solo per una bravata.”
“Legittimo.”
“Quindi
si deve essere mosso per un’altra ragione.”
Rimango
un attimo in silenzio.
“Lui
ha detto che qualcuno di noi l’ha chiamato. Io non sono stata
e anche gli altri
negano.”
“Non
tutti, Joel è rimasto in silenzio.”
“Ed
è la seconda volta in cui si trova coinvolto in qualcosa di
strano e in cui
qualcuno di noi rischia la morte.”
“Una
strana coincidenza.”
Io
prendo fiato.
“Io
penso che non lo sia.
Penso
che Joel sia venuto qui con un piano preciso, trovare me e Johnny,
convinto che
nessuno sapesse del segreto, coinvolgerci nella missione. Farci
distruggere
deliberatamente le basi dei nostri con l’inganno e infine
farci fuori tutti
in modo che nessuno
potesse accusarlo.
Dopodiché
i nostri nemici avrebbero avuto campo libero.”
“Tu
pensi che sia un traditore?”
“Ne
ho quasi la certezza..”
Sbadiglio.
“Ma
adesso è arrivato il momento di dormire Tom.”
“Giusto.
Ci
addormentiamo insieme, mentre fuori ha iniziato a nevicare di nuovo.
È
bello essere al caldo mentre fuori nevica.
È
bello essere al caldo con Tom.
Spero
che i miei non si accorgano di nulla.