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Autore: De33y    31/05/2014    3 recensioni
Steve era inquieto da quando il governatore gli aveva affidato il caso. Per tutto il giorno aveva cercato di nasconderlo, ma quando poco dopo il tramonto era rimasto solo nel suo ufficio, l'ansia lo aveva raggiunto di nuovo. [...] Muovendosi silenzioso tra le stanze, lanciò un'ultima occhiata in giro, come un bambino che si aspetti di veder comparire l'uomo nero da qualche angolo, e poi varcò la doppia porta a vetri con l'intenzione di tornare a casa.
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: No, non ho ancora acquisito i diritti di Hawaii Five-0, purtroppo, questa storia è scritta senza alcun scopo di lucro e se i legittimi proprietari decidessero che non possiamo più divertirci in questo modo, se ne tornerà in un angolino del mio computer dove troverà degna conclusione entro qualche decina d'anni.

A.N.: Vorrei ringraziare nuovamente tutti per l'attenzione che continuate a dare a questa storia, spero di continuare ad essere all'altezza.

Lasciare Janet tutta la notte in cella non era servito a farle abbassare le difese.

Steve entrò nella stanza per primo, Danny era subito dietro di lui.

«Oh finalmente, abbiamo finito di perdere tempo con questa buffonata? Toglietemi le manette e spiegatemi cosa sta succedendo.» disse Janet con una vena autoritaria fissando i due per niente intimorita.

Entrambe ressero il confronto.

«Le manette restano dove sono. Chi sei?» chiese il SEAL.

«Sapete bene chi sono, abbiamo già fatto le presentazioni. O forse state solo cercando di dare del tempo a Montoya per scappare? Non sarebbe la prima volta che fate fuggire un criminale, o sbaglio?»

«A me non risulta niente del genere.» ribatté Danny pronto a quell'attacco. «Anch'io ho preferirei essere da un'altra parte, quindi cerchiamo di venirci incontro e perdere meno tempo possibile. Per come la vedo io, noi abbiamo molte domande e tu hai molte risposte. Il modo più veloce di procedere a questo punto è quello di dirci quello che vogliamo senza tergiversare.»

«Wow detective, sono impressionata, prende mai fiato quando parla?»

«Fai la finita e rispondi.» si intromise secco Steve.

«Guardalo, il figlio di una spia di dubbia fedeltà, che difende il fratello di un contabile della droga. Fate proprio una bella coppia.»

L'interrogatorio era andato avanti così per quasi due ore, poco cambiava ciò che Danny e Steve dicevano loro. Aveva continuato dichiarandosi vittima innocente, quando credendo a ciò che dicevano su Brandon e mostrandosi disgustata, quando rifiutando qualsiasi parola a favore della teoria che fosse tutta una messinscena dei Five-0. Li accusava di ritenersi superiori alla legge, Matt, Doris erano stati l'inizio e la fine di ogni attacco, ma non si fermò lì. Rimise in discussione tutte le loro azioni passate, sembrava fosse informata su ogni singola volta che la squadra aveva aggirato la legge...quando avevano negoziato con i criminali per salvare uno dei loro, quando avevano picchiato i testimoni per farli confessare. Janet aveva usato tutto quello che poteva contro di loro e per quanto fossero preparati i due agenti a una mossa del genere, le parole di Janet davano i loro frutti e più di una volta sia Danny che Steve avevano perso la pazienza, perché dopotutto non c'è niente di più tagliente e più efficace della verità. Tutti quei gesti che non facevano altro che sottolineare che loro erano i primi a violare ciò che difendevano ed era difficile, se non impossibile, tra le parole della ragazza tenere a mente il nobile scopo che li aveva spinti a questo o quel gesto disperato. Ciononostante, la goccia che fece traboccare il vaso, non aveva niente a che vedere con tutto ciò.

«Vedo che qua non si va da nessuna parte. Invece Montoya magari starà già prendendo il largo. Scommetto che non avete neanche controllato il sito della Rondine.»

Steve rimase senza parole a quella informazione, sapeva che c'era qualcosa che la sua squadra non gli aveva detto, ma non sapeva se potesse essere quello o se stava solo bluffando.

Danny accanto a lui era altrettanto incerto su come reagire. A Janet non sfuggirono i due comportamenti.

«Cosa c'è Steve non sapevi della Rondine? A quanto pare comandante McGarrett, la tua squadra ti sta nascondendo qualcosa. Cos'altro non sai? Ti hanno detto che ho parlato con Delano? Ti hanno detto che ci ha dato un modo di contattare la Rondine?»

Steve fissò il detective che annuì lievemente.

«Magari hanno pure controllato tu ancora non ne sapevi nulla.»

Non aveva bisogno di controllare di nuovo il collega per sapere quella risposta, non aveva dubbi che la sua squadra avesse controllato e se non gliene avevano parlato c'era qualche informazione importante che veniva da lì.

«Cosa succede comandante? La sua squadra non si fida di te, per tenerti all'oscuro di informazioni così importanti sul caso?... E tu invece ti fidi di loro? Se questo non fosse l'unico argomento su cui ti stanno tenendo all'oscuro?» Aveva detto la federale con il suo solito tono suadente. Steve aveva dato un calcio alla sedia e l'aveva fatta ribaltare all'indietro e poi se ne era andato sbattendosi la porta alle spalle. Danny aveva tirato su la sedia prima di seguire il collega fuori dalla stanza. Janet non emise neanche un suono in tutto questo, ma mantenne il suo sorriso beffardo, certa di aver colto nel segno.

«Di che cosa diavolo stava parlando?» gridò Steve, mentre continuava a passeggiare in direzione dell'ascensore, giusto per avere qualcosa da fare.

«Calmati, sapevi che c'erano cose che non ti avevamo detto. Ti sei fidato, per una volta nella tua vita ti sei fidato e non c'è niente di male. Conosci il pericolo che stiamo correndo tutti, sei stato compromesso. Odio usare questa parola, ma è così. Abbiamo controllato?Sì. Abbiamo ottenuto informazioni importanti?Sì. »

Steve si voltò di scatto per guardare il collega.

«Avete trovato il posto dove avverrà lo scambio tra Montoya e questa Rondine?» domandò Steve.

«Vuoi davvero saperlo?»

Steve annuì con convinzione.

«Il merito è di Kono. I potenziali clienti contattano pubblicamente la Rondine su un forum attraverso messaggi in codice. Delano ci ha dato pure la chiave di lettura dei vari codici che sono utilizzati. Lei è riuscita a identificare quello di Montoya e a capire il luogo dove avverrà il contatto, ma non c'è una data o un'ora.»

Le domande di Steve si succedettero a raffica: dove, avete già controllato, cosa avete trovato... e Danny si affannò a tenere il passo per rispondere. Quando la conversazione fu finita, sembrava che finalmente fosse crollato il muro che si era alzato attorno a Steve da quando l'avevano rapito la sera che aveva preso in incarico il caso. Non ci fu bisogno di parole o gesti plateali, alla fine di quella conversazione era palese che quel pomeriggio sarebbe andato anche il comandante al museo.

 

Il piano terra del grattacielo era più affollato del giorno precedente, ma Danny non ebbe problemi ad orientarsi e riuscirono a trovare facilmente Esteban, circondato dalle sue guardie del corpo. Cercando di non farsi notare, il ragazzo gironzolava in circolo per il piano. Dopo una quarantina di minuti Esteban Montoya si trovò immerso in un gruppo di turisti europei, che ignorando la loro guida si disperdeva per la stanza. Danny e Steve faticarono a tenerlo d'occhio, per alcuni attimi sembrava essere addirittura sparito, finché non lo videro vicino a alla porta, in compagnia di una donna. Altezza media, capelli rossi, poteva essere una dei turisti, oppure essere entrata poco dopo di loro ed essersi mescolata alla folla. Danny e Steve riuscivano a pensare una sola cosa: potrebbe essere lei.

La folla li fece sparire di nuovo per un po', poi Steve li scorse mentre si dirigevano verso l'uscita.

«Sono loro!»

Danny seguì la direzione indicata dal collega, ancora incapace di vederli; non per la prima volta in vita sua desiderò essere dieci centimetri più alto. Poco dopo Danny aveva di nuovo contatto visivo, ma Montoya e la donna erano già sulle scale di servizio, completamente deserte se non si consideravano i due e le guardie di Esteban:

«Non posso avvicinarmi o li fermiamo, o le guardie del corpo mi vedono e mandiamo tutto a monte.»

«Cerca di tenerli d'occhio a distanza.» Danny seguì l'ordine, riferendo i loro movimenti al compagno, fino a che Esteban e la Rondine non salirono su un SUV nero. Subito dopo che la macchina partì, la camarro accostò davanti al l'ingresso del museo.

 

  
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