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Autore: _Eleuthera_    04/08/2008    13 recensioni
"C’era qualcuno? Forse. Però il buio lo trascinava via con una dolcezza impagabile. Gli sembrava che una mano invisibile gli strappasse via gli occhi ogni istante che passava, ma era tutto buio. Non poteva vedere, e nessuno lo avrebbe visto."
Itachi ha ottenuto gli occhi di Sasuke.
Sasuke ha ucciso Itachi.
Ma il suo sguardo vede solo il buio, niente e nessuno.
Neanche Sakura.
Forse.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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OCCHI, GUARDATELA PER L’ULTIMA VOLTA.




4 or the last one

Entrò nella stanza.

Nell’oscurità avvolgente poteva sentire il rumore dei macchinari, percepire un respiro flebile e ininterrotto.

Mosse alcuni passi, mentre la mano scivolava via dal muro, perdendo l’ultima percezione tattile che poteva avere dell’ambiente.

C’era uno strano odore, come di medicinali. Odore di ospedale, gli era già noto.

Il tempo che seguì sembrò lunghissimo.

Forse non ne passò neanche, di tempo.

Tutto accadde all’improvviso.

Percepì un movimento, come un agitarsi, lì dove doveva esserci il letto in cui era sdraiata Sakura.

Si voltò istintivamente, e si accorse che il respiro era cambiato.


Possibile? Colse la voce un istante prima che formulasse qualcosa.

«Sasuke?»

La voce di Sakura. E il suo nome.

Senza ragionare, si avvicinò al letto, sbattendo contro il metallo con una gamba, ripercorrendo il materasso, avvicinandosi a lei.

Non riuscì a dire una parola. Sentiva qualcosa di strano percorrergli la gola, un rivolo bagnato.

«Sakura...»

In quello stesso istante la sentì tossire. Conosceva quel suono, e non ci mise molto a capire che non era una tosse normale.

La scena prese vita nella sua mente non appena afferrò la mano fredda di Sakura. Stava tossendo sangue.

«Vado a chiamare qualcuno.» disse subito, agitato come non lo era da tanto tempo.

Sakura lo trattenne, afferrando più saldamente la sua mano. Non era abbastanza per fermare Sasuke, ma lui s’arrestò lo stesso.

«No, Sas’ke... sto morendo.»

Lui sentì il panico corrodergli la voce.

«Sakura-»

«Non andare via.»

L’abbracciò, allora, perché non lo credeva vero, e sapeva che era vero.

Voleva tenerla stretta, stretta, assorbirne il respiro, l’odore, il colore, anche.

Lei scoteva convulsamente la testa sulla sua spalla e si mordeva le labbra, stringendo gli occhi, convinta che non avrebbe pianto.

Alla fine l’abbraccio si dissolse, quando lei sciolse la stretta.

E improvvisamente Sasuke ritornò a galleggiare nel suo mare di oscurità.

Questa volta, per sempre.

--

Il corpo sussultò nel risveglio, un grido muto gli morì sulle labbra.

Sasuke intravide la notte dietro alla sua perenne oscurità, e si tirò su a sedere, tremando.

Faceva spesso quel sogno. E iniziava a capire anche perché.

Temeva quella realtà.

Ma poterla stringere ancora una volta, almeno una...

La sua dannata dipendenza da lei, ora, [da sempre], aveva un nome.

Amore, e lui lo sapeva.



Prese la decisione improvvisamente, impulsivamente, dopo aver pensato a trecento motivi per non farlo.

Si alzò dal futon, cercò rapidamente i suoi vestiti e l’indossò.

Non aveva idea di quanto fosse inoltrata la notte, ma sentì l’aria fresca delle ore più buie spazzare la sua pelle e bagnare il suo viso.

Sotto la benda spiegazzata che copriva gli occhi, il suo volto aveva un’espressione determinata e impassibile.

Buio nel buio, quella era la sua notte.

Uscì di casa ripercorrendo con la memoria le vie e le strade. Non abbastanza per vedere quei luoghi nella mente – solo Sakura poteva, avrebbe potuto – ma sufficiente per permettergli di uscire dal quartiere.

L’ospedale. Sì, ricordava la strada.

Una mano accanto al muro, percorreva la via con rabbia controllata, la rabbia della frustrazione e dell’impotenza.

Erano cinque mesi che Sakura non si svegliava. Cinque mesi che faceva quel sogno. Cinque mesi che non andava all’ospedale perché vederla in quel modo, non vederla, sentirla appena, era...

[Dolore, Paura, Angoscia, Rabbia...
Frustrazione, Sentimento, Non parlare, Lontano...]



Non sarebbe stato in grado di dare una definizione, né gli interessava darne una.

Arrivò all’ospedale quasi di corsa, inciampando nei sassi e negli ostacoli che non intuiva.

La camera era al primo piano. E lui era un ninja, per quanto cieco.

Tastò il muro con difficile pazienza, poi iniziò ad arrampicarsi.

Il cuore batteva, forte, nel petto, e quando le sue dita incontrarono finalmente le persiane fu avvolto dal sollievo.

Neanche aprire la finestra fu difficile, per uno shinobi come [era stato] lui.

E fu dentro.

--

Rimase immobile per minuti, ascoltando il suo respiro. Sembrava così maledettamente normale. Un respiro normalissimo. Un po’ flebile, un po’ lento, ma respirava, dannazione! Era viva.

Chissà per quanto ancora, ma Sakura era viva.

Soltanto viva...

Sasuke fece per avvicinarsi, ma si fermò a metà strada.
Qualcosa che non capiva lo tratteneva.

Aveva come l’impressione che, se fosse andato ancora avanti, il suo cuore sarebbe scoppiato nel petto, invadendogli il sangue di piccoli frammenti aguzzi, e tutto sarebbe finito così.

Barcollò, appoggiandosi ad un muro.

Sakura era così vicina a lui, e lui non riusciva a muovere un passo.

Gli venne in mente quella volta in cui si trovava solo in casa, e il temporale lo aveva sorpreso, e mentre lui in principio lo aveva accolto lasciando che passasse sopra di lui, che lo cancellasse, che annullasse quell’anima che stava lentamente scomparendo, dopo qualche minuto era prevalso l’istinto di sopravvivenza. Aveva sfidato il vento e l’oscurità, cercando di raggiungere la finestra e di chiuderla.

Fece un altro passo, e un altro ancora.

Poi si chiese perché le cose fossero finite in quel modo, e la rabbia esplose.

Kami-sama! Perché?

Aveva creduto di essere morto quando non aveva più visto nulla.

Poi era arrivata Sakura. E lui aveva veramente aperto gli occhi.

Adesso gli sembrava che il percorso che aveva imboccato con fiducia e stupore terminasse in un vicolo cieco.

Nessuna via d’uscita.

Perché?

Scaraventò il proprio pugno sul muro che aveva sfiorato fino a quel momento.

--

Immersa in quell’inchiostro vischioso, buio impenetrabile, una volta che la coscienza era riemersa appena dall’oblio, si era chiesta se era quella la fine.

Era un torpore morbido e appiccicoso, eppure a volte riusciva a intuire la notte e il giorno, la paura e l’angoscia, l’amore e il panico.

Non riusciva ad aprire gli occhi, non sentiva niente, né la voce né passi di alcun genere.

Si sarebbe lasciata morire, se non fosse stata una kunoichi.

Lottare. Lei avrebbe sempre lottato.

Per la vita, per continuare a vivere.

Sakura non voleva morire.

Voleva fare ancora un sacco di cose. Quelle chiacchierate lunghissime con Naruto. Le risate con Ino, proprio come una volta. I baci di Sasuke, finalmente.

Sakura non poteva morire, doveva vivere.

Cercava di afferrare l’oscurità, di nuotare nella tenebra, di farsi largo nell’ombra.

Sentiva solo il vento, qualche volta, che le accarezzava il viso. Ma non sapeva se fosse veramente il vento o solo la sua immaginazione.

Forse, in quel momento, se qualcuno l’avesse chiamata, avrebbe potuto svegliarsi.

Ma il buio scendeva nella gola e lei annegava.


--

Il respiro di Sakura, flebile e incessante, lo riempiva ancora, creando brevi intervalli di luce nella sua tenebra.

Sasuke aprì gli occhi, sotto la benda, e raggiunse il letto.

Con esasperante lentezza, allungò una mano, finché non incontrò la pelle di Sakura.

--

E lo sentì.

Il primo segnale di vita dopo quell’interminabile sonno. Qualcosa si ruppe in Sakura. La coscienza si scosse di dosso la tenebra.

Qualcosa l’aveva sfiorata, e non era il vento.

La membrana sottile dell’oblio si era increspata.

Sakura sentì di conoscere quel tocco.

Erano le dita di Sasuke, il suo calore, il suo tepore.

Immersa nell’incoscienza, gridò che doveva vivere, ma nessuno la sentì.

--

La sentì così fredda, e ritrasse le dita.

Non si sveglierà più.

All’improvviso, capì che avrebbe anche rinunciato alla vista che Sakura sapeva dargli, purché potesse risentire calda quella pelle sotto le sue mani.

All’improvviso, Sasuke pianse.

Si allontanò dal letto, raggiunse la finestra.

L’aria della notte diventava lentamente fresca e non più gelida, il sapore del giorno già l’invadeva.

La disperazione.

Forse era l’alba. Forse il sole stava spuntando all’orizzonte.

La rabbia.

Sasuke si disse, e ne era così maledettamente certo, che né lui ne Sakura avrebbero mai più rivisto quel sole.

La stanchezza.

Forse quell’oscurità li avrebbe legati assieme più di qualunque altra cosa.












«Sas’ke...»
Fu in quel momento che Sakura si svegliò.




Fine.
(...inizio.)













.................corner A
Finito.
Avevate pensato che Sakura non si sarebbe mai più risvegliata, eh?
E che Sasuke, disperato, si sarebbe lasciato morire, o peggio, avrebbe cercato di proposito la morte?
E INVECE NO!
Ci vuole speranza, ecco quello che vorrei dire con questa fan fiction.
Quando Sasuke pensava che ormai fosse inutile sperare, che ormai Sakura non si sarebbe mai più svegliata e che nessuno dei due avrebbe mai più rivisto la luce... ecco. Sakura si sveglia.
Perché molto spesso le cose vanno così.
Perché sarebbe bello se le cose andassero così.

Ringrazio tutti coloro che hanno commentato: celiane4ever, deliaiason88, Hika_chan, Angel23, YumiBabyPunk, Reikauchiha, muccina89, grazie per il vostro preziosissimo sostegno morale!, e grazie anche a chi ha inserito questa storia tra i preferiti (per altro la maggior parte non ha mai lasciato neanche un commento!), ovvero: akane_val, Angel23, deliaiason88, Jana, kya chan, LaProZ, muccina89, Reikauchiha, RuKiA, Rukia_Chan, SaphiraLearqueen,silgree89, Targul, YumiBabyPunk, Yunie the Black Angel, _misty_, _Sakura. Naturalmente mi farebbe davvero molto piacere se poteste lasciare un commento almeno a quest'ultimo capitolo. Inizio a essere stanca di chi inserisce la storia tra i preferiti e poi non scrive mai neanche una riga, insomma, sono molto felice che qualcuno inserisca le mie fan fiction tra i propri racconti preferiti, ma avvisare è un segno di rispetto, accidenti.

Credo che ora sparirò per un po': non ho altre pubblicazioni in programma, se non qualcosina a cui sto lavorando, qualche idea per la testa. Per leggere qualcosa di nuovo, dovrete aspettare non poco.
Intanto, spero davvero che "Occhi, guardatela per l'ultima volta" vi sia piaciuta. Mi sono divertita molto a scriverla, ad approfondire i caratteri di Sasuke e Sakura in situazioni un po' particolare. Spero di essere riuscita a trasmettervi ciò che ho provato scrivendo, e ciò che provano i personaggi di questa fan fiction.

Grazie ancora a tutti i miei lettori!

Con la speranza di tornare il prima possibile,
Sayonara,
Ele.
   
 
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