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Autore: kamy    01/06/2014    1 recensioni
Howard è tornato dal passato solo per far perdere Steve in una rete di bugie e di ricordi. Riuscirà Ironman a farlo uscire da questo labirinto?
[Stony. Post-Capitan America The winter soldier].
"Partecipante a "Superhusbands: Music Challenge" indetto dalla pagina Our Curious, Furious, Fantasist Code:. ". https://www.facebook.com/OurFuriousCuriousFantasistCode?fref=photo
Genere: Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ringrazio anche solo chi legge.
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PACCHETTO A:
The Futurist - Robert Downey jr




Cap. 3 Tony porta Steve alla torre

Tony sbuffò tirando fuori il cellulare dalla tasca.
“Non capisco perché devo partecipare a questa pagliacciata” borbottò. Pepper sorrise stringendo la cartellina, gli camminò a fianco con Happy dall'altro lato, i giornalisti lo seguivano scattando continuamente foto. La donna scosse il capo.
“Da quando ha fatto quella battuta sulla privatizzazione della pace nel mondo, ci sono tutti addosso con l'accusa di voler monopolizzare il commercio”. Tony roteò gli occhi, accese il cellulare e allargò le braccia scuotendo il capo.
“Sto cercando di salvarlo, il loro stupido mondo” si lamentò. Happy sporse la testa, indicò con il mento il cellulare. “Ha una chiamata, capo” disse. Tony si fermò, guardò il cellulare e sgranò gli occhi. Si voltò, baciò Pepper sulle labbra.
“Io ho fatto il mio lavoro, tu firma tutte le carte tranne quelle che potrebbero farci finire in galera, hai la mia solita delega. Devo scappare”. Pepper batté le palpebre, lo osservò correre via e sospirò. Tony uscì dal palazzo di giustizia, fece lo slalom tra i giornalisti e si portò il cellulare all'orecchio.
“Jarvis? Localizza il cellulare di Cap, riscalda i motori della Mark 74 e preparati ad un'invasione di video con me in tribunale, perché sono appena uscito”.
“Subito signore. Le ordinò anche da mangiare?”.
“Magari poi. Cap non è qui fuori e non vedo Rhodey, datti una mossa o farò da solo”.
“Ricerca al 79%, trasmissione dati in arrivo”. Andò in strada, vide l'armatura venirgli incontro e salì sul tettuccio della propria macchina. Sentiva le urla delle persone e il proprio nome ripetuto, saltò e l'armatura dorata dalle rifiniture rosse gli aderì al corpo. Spiccò il volo, attivò i sensori e vide un puntino rosso luminescente.
“Sembra che il Capitano si trovi all'interno di un complesso militare” disse Jarvis.
“Protocollo festino in casa, J. Manda tutte le altre trentuno Mark sul posto. Possono anche far fuoco a tutto, ma tirino Cap e Rhodey fuori incolumi” ordinò. Accelerò la velocità di volo, socchiuse gli occhi tenendosi fissi sul puntino rosso e digrignò i denti.
“Vuole anche la Mark 75, signore?”. Tony scosse il capo, le tempie gli pulsavano e tese maggiormente le braccia.
“No. Lascia la signora per i grandi eventi”.
“È sconsigliabile che lei faccia da solo, signore”. Tony roteò gli occhi sbuffando, virò verso sinistra.
“Non si deve pensare due volte, Jarvis. Ormai è andata. E non mi serve la cavalleria per distruggere una base militare. Le Mark bastano e avanzano”.
“Le ricordo che voleva dedicare le Mark alla protezione globale, in assenza dello SHIELD”. Tony vide il puntino ingrandirsi, osservò lo schermo vedendo delle esplosioni in lontananza e assottigliò le labbra.
“Ah sì? Beh, mandami dalla tre alla quarantuno, se il globo ne ha proprio bisogno”.
“La prima, l'Iron Patriot e la 42 preferisce tenerle per qualche altra grande occasione?” chiese l'A.I. Tony rise, vide alcune delle sue armature gettarsi in picchiata e attivò i laser osservandoli colpire il tetto.
“Pensavo più ad un museo”. Evitò dei missili, vide tre Mark andare contro l'aereo alle sue spalle mentre altre cinque sparavano alla sua sinistra, passò dietro un carro armato.
“Il capitano Rogers è stato localizzato” annunciò l'A.I. Tony si morse il labbro, sfondò la parete con una spallata e volò nel corridoio.
< Come con il Mandarino e Pepper ... > pensò. Sentì delle fitte, la testa gli girò e degli spari lo colpirono. Cadde in terra, una sua armatura lo superò con un balzo andando addosso ai soldati, altre due lo sollevarono. Tony deglutì, annuì e riprese il volo.
“Occupatevi per prima cosa degli aerei, stabilite un perimetro, non fate entrare o uscire niente che non siano Mark. La struttura sta cedendo, tenetela su finché non esco. Qualcuno ha localizzato Rhodey?”.
“Il Colonnello Rhods è alla Torre, signore. Le difese aeree sono state abbattute e il perimetro è al sicuro. Faccio disporre i sostegni fino a nuovo ordine” rispose Jarvis. Tony proseguì nel corridoio, sparò ad una porta ed entrò.
“Cap!” urlò.
“Signore, la Mark 61 è stata disattivata dal Capitano” disse Jarvis. Tony sgranò gli occhi, si morse il labbro.
“Ok. Blocca le uscite, tutte quante. Manda la 45, la 70 e la 67 da Cap. Devono spingerlo verso il corridoio di Sud-Ovest, chiaro?”.
“Immediatamente, signore”. Tony annuì, si abbassò l'elmo e guardò la stanza, fotografò gli schermi e scannerizzò alcuni fogli. Riprese il volo, sfondò la parete uscendo nel corridoio di sud-ovest e osservò i puntini sullo schermo.
“Oh, e manda la 43 a rimettere la testa alla 61, si rialzerà da sola”. Aggiunse, volando in tondo sul posto. Tony vide il capitano girare l'angolo, lo osservò compiere il movimento di tirare qualcosa e si morse il labbro.
“Rogers!” urlò. Avanzò, sentì degli stridii metallici e osservò una delle Mark puntare i laser contro il soldato. Gli volò davanti atterrando in mezzo, l'armatura ritirò i laser e Tony espirò. Alzò lo sguardo, alzò le mani.
“Stai bene?”. Steve afferrò al volo il suo scudo e si voltò verso Tony puntandogli addosso una pistola con l'altra mano.
“Non so chi lei sia, ma la invitò a fermare questo attacco” ordinò. Tony tenne le mani sollevate, annuì lentamente.
“Certo. Ma tu abbassa quella, o sarai identificato come minaccia” disse. Fece alzare la visiera, aggrottò le sopracciglia.
“Jarvis, fai tornare tutti a casa. Lascia solo chi sostiene la struttura e cinque armature per il perimetro”.
“Signore, i parametri del Capitano non sono nella norma”.
“Tranquillo. Obbedisci” ordinò. L'armatura alle sue spalle fissò Steve con le iridi azzurre fosforescenti, si voltò e volò via. Steve incassò il capo tra le spalle tenendo la schiena curva.
“Identificati, uomo futuristico” ordinò. Tony roteò gli occhi sospirando.
< Cerca di non sparare a zero, Stark. Non terrorizzarlo ulteriormente > si disse. Ruotò le mani in aria tenendole sollevate. “Mi chiamo Tony. Faccio parte di un'unità speciale dell'esercito”. Spostò il peso da un piede all'altro, si leccò le labbra.
“Lei è il Capitano Rogers?”. Steve guardò le vene sul collo di Tony ingrossate, il gesto di leccarli le labbra e corrugò la fronte.
< Prova disagio ... imbarazzo. Perché? > si domandò.
“Non insulti la mia intelligenza. Si vede che mi conosce” sibilò. Si voltò e guardò Howard avanzare verso di loro.
“Mr. Stark, l'aggressore è qui!” gridò. Una serie di soldati armati di fucili uscirono da delle botole sotterranee, tenendo le armature sotto tiro. Tony osservò il padre avanzare, sgranò gli occhi e aprì la bocca. La richiuse, rilassò le spalle e chiuse gli occhi.
< Devo tenere almeno due armature per sostenere una struttura di questo peso e di questa dimensione e ne servono tre se voglio impedire l'arrivo di supporto aereo dall'esterno. Posso utilizzare al massimo dodici armature, la mia compresa. Le loro armi non sono in grado di ferire me o superare lo scudo di Cap, però potrebbero colpirlo. L'unica soluzione è prenderlo e portarlo via, utilizzando le armature come scudi per lui ed infine far crollare l'edificio appena fuori > ragionò. Howard lo guardò, sorrise accentuando le rughe ai lati degli occhi incavati.
“So cosa stai pensando. Ciò che mi ha riportato qui mi ha dato il potere di vedere oltre ogni cosa” sussurrò con voce rauca. Poggiò una mano sulla spalla di Steve, abbassò il capo.
“Non è un nemico, Steve. Ha solo bisogno del nostro aiuto” rassicurò. Steven annuì e abbassò la pistola.
“Grazie a Dio non mi hanno resuscitato da solo e ci sei anche tu” bisbigliò a Howard. Tony lanciò uno sguardo a destra e sinistra, inspirò.
“È vero, ho un problema” ammise, con voce rauca. Fece due passi avanti barcollando, deglutì e alzò il capo con gli occhi liquidi.
“Mi dispiace. Non sa quanto, Capitano” bisbigliò, roco. Abbassò le mani, caricò i reattori e le rialzò. Sparò, i soldati presero a colpirlo a ripetizione. Tony afferrò Steve, gli agganciò attorno dei ganci metallici e volò nel corridoio con quello attaccato. Tre armature gli si affiancarono, Tony ne vide cadere.
“Mandate degli impulsi elettromagnetici!” urlò la voce di Howard. Tony accelerò, si morse il labbro.
“Fa crollare la struttura, J!” ordinò. Steve si divincolò, fece leva con le braccia cercando di rompere i ganci e sentì le ossa scricchiolare.
“Howard!” gridò. La struttura iniziò a crollare dietro di loro, una delle armature venne alla schiena da un pezzo di soffitto e Tony sfondò la parete con la spalla uscendo all'aperto. Strinse Steve, volò verso l'alto e piegò il capo ricoprendosi il volto.
“Quello è pazzo, Capitano! Qualsiasi cosa ti abbia detto, era un'assurda bugia!” strillò. "Mettimi giù! Sta franando tutto lì, rischia di ammazzarsi!" ululò Steve. Cercò di tirare una testata ad Iron Man. Tony accentuò la stretta ritirando il capo, grugnì.
“Ci sono delle botole sotterranee, non avranno difficoltà a scappare, purtroppo!” esclamò di rimando. Accelerò la velocità di volo, ticchettò sull'auricolare.
“Jarvis, prepara l'ala medica della Tower. Avvisa tutti di non rientrare. Soggetto pericoloso, livello sette” ordinò.
“In nome del Creatore, dimmi chi diavolo sei o giuro che ti ammazzerò a costo di morderti a sangue” sibilò Steve. Tentò di spaccare i ganci intorno alle gambe facendo leva con esse. Tony rallentò la velocità di volo.
“Ho detto la verità. Mi chiamo Tony e faccio parte di una squadra speciale dell'esercito americano. Cerco il Capitano Steven Rogers, devo riportarlo alla base anche a costo di trascinarcelo con la forza. Sono gli ordini” disse. Si morse il labbro, guardò la sagoma della torre avvicinarsi e strinse la presa.
< Beh, sì. Gli ordini di me stesso > pensò. Steven si mise a urlare, sentendo i muscoli dolere in tensione. Tony sgranò gli occhi, allentò la presa e deglutì. Atterrò passando attraverso una porta-finestra aperta, sganciò le cinghie di metallo e afferrò Steve in braccio. Lo poggiò sul lettino, le ante di vetro si chiusero alle sue spalle e Tony sollevò l'elmo scoprendo il volto e il collo.
“So che abbiamo iniziato con il piede sbagliato, ma devi fidarti di me” disse, con tono caldo. Steve gli tirò un calcio facendo risuonare l'armatura. Osservò il sudore scendere dall'attaccatura dei capelli dell'altro.
< Preoccupazione? Con quel modo di parlare sereno? > si domandò. Si rizzò in piedi sul lettino e tastò, toccò la fondina vuota e ringhiò. Guardò l'altro agitare le mani.
< Ansia? No, direttamente panico. Assurdo questo tizio > rifletté. Gli lanciò contro lo scudo. Tony sobbalzò, si abbassò di scatto e lo scudo frantumò il vetro, cadendo verso il basso. Tony sospirò, si voltò e schioccò la lingua. Un'armatura sbucò da oltre il vetro rotto, posò in terra lo scudo e uscì, sparì oltre la visuale di Steve e comparve nuovamente con del metallo, che posizionò nel foro. Tony si passò la mano tra i capelli, spostò il peso da un piede all'altro.
“Smettila di tentare di uccidermi. Alle mie futuristiche armi non piace granché” si lamentò. Steve deglutì a vuoto e strinse i pugni.
“Questa non è una base militare. È una casa!” strillò. Si voltò e guardò delle macchie viola su una delle pareti di metallo che le armature stavano montando intorno a loro.
< Decisamente strana, ma sempre una casa > si disse. Tony scosse un dito in aria, sogghignò camminando in tondo.
“Errore. È assolutamente una base. La base del gruppo speciale di cui faccio parte e per il quale devo tenerti qui”. Guardò una serie di strumenti, espirò e premette alcuni pulsanti; il pavimento si illuminò si blu e la parete davanti a Tony venne ricoperta di schermi olografici. L'uomo si voltò, sorrise piegando il capo di lato.
“Vuoi un drink? Non voglio torturarti, analizzarti, seviziarti o altro” rassicurò. Steve scattò verso l'unica parete di vetro rimasta con un balzo e la mandò in frantumi. Tre armature lo bloccarono facendolo tornare indietro e una quarta inserì un'ultima parete di metallo. Tony ridacchiò osservando le armature riportarlo dentro.
“Non ti hanno insegnato che è maleducazione approfittare delle esitazioni altrui per scappare dalla finestra?” domandò sarcastico.
“Se è successo qualcosa a Howard a causa tua, te ne faccio pentire” sibilò Steven.
< È un miracolo che i nostri corpi e le nostre anime siano tornate insieme, non mi farò dividere da Howard per opera di un ragazzotto futuristico in preda al panico > pensò.




  
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