Ciao
a tutte! È tutto il pomeriggio
che litigo cn il PC. Mi sta facendo dannare. Speriamo in bene. Ed
inoltre poco prima di postare, ho ricevuto una notizia tremenda che mi
ha messo KO il cervello ...
Eccomi qui cn un altro
capitolo … Allora, vi devo avvisare: Io non
racconterò niente di BD, ma
sappiate che, se
Un'altra cosa, visto che in
molte me lo hanno chiesto, vi lascio il mio contatto MSN …
per chi volesse
contattarmi. L’unica cosa, se lo fate, scrivetemi il nome che
usate su EFP,se
no non vi riconosco e non so se accettare o
no. Ok? Ecco: CassandraLeben@hotmail.it
(che fantasia
…)
Per prima cosa:
DEDICO
QUESTO CAPITOLO A PenPen!
Spero ti faccia piacere!Un bacio grande grande, Erika.
E
poi, i ringraziamenti!!!
Hanairoh
Sono
felice che tu stessi proprio
rileggendo la ficcy … Sincronia perfetta!!! Ah, credo che
tutte(io per prima
XD) vogliano un Edward personale!!
4everWITCH
Adesso
vedrai! E sn contenta che ti piaccia così tanto
la mia ficcy! Mi sento onorata!
PenPen
Si,
per ora funziona, ma ha gia ricominciato a ridarmi
problemi … speriamo di no!
Inuyasha__girl92
E io
ti dico solo che per continuare questa storia, mi
porterò il PC in montangna!!! Letti letti… mamma
mia … Cioè, dicono? Ma è
possibile?? Ciao e a presto!!! Ah, sì! È questo
PC che si chiama Edward Elric!
Che tenera che te lo ricordi!
yumisan
Ehm
… ho perso TUTTO!!!! *Erika si sta strappando i
capelli* Sn contenta ti sia piaciuto il cap!!!
AngelOfLove
OME
(o my Edward) che bel commy! Se vuoi, ti mando
quello che ho su BD … Ah, e oggi faccio le foto!
Così te le mando XD
momob
Ma
non preoccuparti! Adesso scoprirai il seccatore!
MoonlessNight
Sì!!!
Sn tornata! E spero di poter
continuare a postare! Fra poco arriva una parte che è molto
che aspetto di
poterla scrivere! Spero ti piacerà!
Fin
Fish
Ciao!!!
Sai, mi devi spiegare il perché di questo
nickname. Sn giorni che me lo chiedo XD!
tinellona
Speriamo
che vada avanti così!!! Sai, fra poco
c’è una
parte che amo molto, e vorrei renderla bene!
Rakiy
Ufficiale:
siamo in due ad essere pervertite!!! E
anche io voglio Edward che mi faccia le fusa. Chissenefrega del mio
gatto!!!
(non è vero, io lo amo, sia il gatto che Edward XD Ok, s
andata … ) Anche voi
mi siete mancate!!!
hachicat
Sorella!!!
TCT alla seconda!!! Ma senti, ehm, nn ho
capito il cartone. Chiedo venia! Come va a New York? Li in America come
avete
vissuto l’uscita di Breaking Dawn?
Wind
Vedrò
di farli recuperare alla grande, ma poverini,
non avranno molto tempo … prima che … XD
alice
brendon cullen
Dai,era
così hot? *si
seppellisce sotto la sabbia di
Alassio …
* PS: sei stata un’angelo!
memi16
Grazie!!!
Sei sempre così carina cn questi commenti!
Helen
Cullen
Visto
che nn ti ho
fatta aspettare molto? Sono davvero lieta che non ti sia parso troppo
spinto cm
cap. è il mio terrore. Non vorrei finire come dice mia
sorella XD
novilunio
Mi
raccomando! Sono curiosa di sapere come te la passi
laggiù!
BloodyKamelot
Speriamo
di mantenere il ritmo! Un bacio!
lilly95lilly
Anche
io sn super incasinata!!! Ma spero di poter
continuare a postare a questo ritmo!!! Ciao e a prestissimo!
Deimos
Grazie
per entrambe le rec! Per BD …
insomma, non so se hai letto … mamma mia XD!!!
BellaSwan95
Ciao
Sara! Peccato che nn riusciamo più a beccarci!
Sigh … spero ti piacciano anche gli altri cap!
Girasole94
Non
preoccuparti, sn già al lavoro per recuperare.
Scrivo a ritmo serrato!
rayaka
TUO???
O tesoro, sappi che la fila è
lungaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!! XD
Giulls
Chissà
con chi starò mai chattando? Nome? Mmm.. per
quella cosa sto ancora pensandoci. Vi farò morire tutte Eh
Eh Eh!
elisaterra
Grazie!!!
Sono contenta di tutto questo entusiasmo,
tuo e delle altre!!! GRAZIE!!! Mi fate sentire così felice!
Gx_Gse
Ho
fatto più presto che ho potuto! Non preoccuparti,
appena posso leggo anche la tua ficcy! Scusa, ma in questo momento
è davvero un
inferno! Per me è un onore sapere che ti farebbe
così piacere! XD
ECILY
Oddio,
mi hai lasciata senza parole!
Sono davvero colpita dal tuo entusiasmo! Grazie! Ah, sai una cosa?
Quella frase
è anche la mia preferita!!! Un bacio enorme e sono molto
felice che tu abbia
letto la mia storia (in un pome!!!) ciao e a presto!
emily
ffGrazie!!!
Sono corsa subito a correggere!!!! Grazie!!!
inoooo
Grazie
per la rec! La tua prima! Spero nn sarà
l’utima!!!
Krisma
Ho visto un
attimo prima di postare la tua rec … grazie!!! Spero ti sia
divertita al
mare!!! Per fortuna che ho ricontrollato prima di postare!
Un bacio a tutte e poi, un
ringraziamento speciale anche a tutte voi che leggete solamente!
Cassandra
Bella's POV
Edward
mi abbracciò per rassicurarmi, avendo chiaramente
intuito la mia ansia.
Mi
fece sdraiare e scoprì parti del mio corpo spostando
peccaminosamente l’asciugamano, lasciando in questo modo scie
bollenti sulla
mia pelle ancora umida. Ogni volta che le sue dita esploravano un lembo
appena
scoperto, dalle sue labbra usciva un gemito di approvazione.
<
come si fa a resisterti? > mi chiese scuotendo la
testa e fingendo sconsolatezza. Risi del suo sguardo.
Feci
finta di tirargli un cuscino e poi mi avvinghiai al suo
corpo.
Mi diede un bacetto sulla fronte, mi porse un abito azzurro, uno dei
suoi
preferiti, e poi uscii.
Mi infilai quel vestito premaman, che Esme mi aveva comprato a Gibson,
e mi
osservai allo specchio.
Sapevo perché a Edward piacesse così tanto.
Faceva risaltare la pancia. Era proprio
incorreggibile.
Mentre
andavo in cucina, ripensai al mio povero guardaroba.
Tutti i miei vestiti, che Alice mi aveva portato dalla nostra casa di
Forks,
ormai non mi andavano più e sebbene lei sapesse benissimo
che non volevo
regali, mi aveva riempita di doni a natale.
< Bella, non fare la difficile. Ti servono dei vestiti nuovi.
Già non ci
stai più in questi! > mi aveva rimproverato quando
avevo cominciato a
sbuffare, la mattina di natale, quando,dopo aver visto la montagna
enorme di
pacchi e pacchetti ai piedi del mio letto, avevo cominciato a scartarli
e mi
ero ritrovata tra le mani una miriade di abiti …
Sì, sia lei che tutti gli altri Cullen mi avevano riempito
di doni ed inoltre,
mi erano arrivati anche quelli del compleanno. Mi avevano persino
organizzato
una festa in ritardo. Jasper e Alice tornavano spesso a Forks, si
assicuravano
che tutto fosse a posto. Avevano incontrato più volte i miei
genitori. E
naturalmente, mi avevano fatto pervenire i regali di Charlie e
Reneè. E persino
quello di Jake.
Quando
me lo avevano consegnato, mi era venuto un magone
tremendo.
Chissà
come stava, realmente. Jasper aveva cercato di
rassicurarmi ma io sentivo sempre un vuoto, al suo pensiero. Tenevo il
suo
bracciale sempre al polso, insieme al gioiello di mio marito. Era stata
la
prima cosa che Alice mi aveva restituito, dopo il mio ritorno. Dopo
avermi
assicurato che Jake stava bene. Il suo regalo di compleanno e natale si
trovava
nel mio cassetto, insieme ai miei ricordi.
Era una foto, di noi due. Non sapevo quando fosse stata scattata. Nel
mio
periodo buio, questo era certo. Noi due nel mio salotto, intenti a fare
i
compiti. Sembrava una scena normalissima ma ormai apparteneva ad un
mondo a me
lontanissimo.
Quando la vedevo mi veniva nostalgia. La sua dedica era semplice e
dolce.
Carica di sollievo per il mio ritorno.
Alzai
lo sguardo e mi accorsi di come Edward mi stesse
fissando.
< La smetteresti di tormentare le mie povere frittelle? Non ti
piacciono? >
< Sono buone … ma non ho molta fame. > risposi
abbassando gli occhi sulle
frittelle ridotte a un puré dall’aspetto poco
invitante. Con la forchetta mi
ero limitata a rigirarle fino a distruggerle. La marmellata mi sembrava
sangue
… mi venne la nausea.
< Beh, che tu non abbia fame non mi importa. Devi mangiare per
la bambina.
Lei la fame ce l’avrà di sicuro. Non fare i
capricci … > non fece a tempo a
finire la frase.
In
uno scatto d’ira gli lanciai il piatto e gli riempii di
marmellata la camicia bianca.
Mi
alzai facendo cadere la sedia all’indietro e corsi in
camera, dove mi chiusi a chiave. Edward batteva contro la porta, ma il
tono
della sua voce non era adirato come avrebbe dovuto. Sembrava quasi
preoccupato,
il che mi irritò anche di più..
Io, dal canto mio, non sapevo cosa mi fosse preso.
Quella mattina mi ero alzata con la luna storta e il mal di pancia. Ero
stata
svegliata dalle voci di Emmett e degli altri. Avrei voluto dormire di
più. E
poi, Alice con quel suo atteggiamento sospetto mi aveva agitata
… ero nervosa
per via della visita del pomeriggio.
Mi dava fastidio ammetterlo ma, da quando ero tornata a casa qualsiasi
cosa
imprevista mi dava i nervi. Mi faceva paura. Carlisle era convinto che
fosse
una reazione al rapimento, che non avessi ancora smaltito lo stress
…
Quando Edward aprì la porta con le chiavi di riserva, io ero
sdraiata sul letto
con il volto nascosto dai cuscini.
Sentii la sua mano fredda accarezzarmi la schiena e mi allontanai.
<
Bella? Tutto bene? >
<
Edward! > gli gridai da sotto il cuscino < La vuoi
smettere di essere così protettivo? Sto bene cazzo! E starei
anche meglio se tu
la smettessi di comportarti in questo modo, come se fossi una bambina!
Se non
ho fame non mangio! E non tirare fuori Elizabeth. Non morirà
anche se salto la
colazione! > e poi, senza neanche sapere perché,
scoppiai a piangere. Edward
mi liberò dalle coperte e mi strinse al suo petto nudo. Si
era levato la
camicia macchiata.
Possibile che fosse sempre così … così
… dolce? Non si arrabbiava mai con me.
Con la voce spezzata dai singhiozzi gli chiesi scusa, cercai di
spiegargli che
non sapevo neanche io cosa mi fosse preso.
< Non preoccuparti. Non è successo niente.
È normale avere degli sbalzi
d’umore … gli ormoni non puoi mica controllarli!
> e mi sorrise complice,
asciugandomi le lacrime con un lembo del lenzuolo. Con le labbra si
soffermò su
un segno rosso che mi aveva lasciato sul collo. Si spostò di
qualche centimetro
e, succhiando piano la mia pelle, me ne lasciò un altro, se
possibile anche più
vistoso. Nonostante il suo respiro mi invadesse le narici, non riuscivo
a
ritrovare la calma.
Mi sentivo arrabbiata con lui, sempre così pacato
… non si adirava mai con me.
E io, forse, volevo che invece qualche volta lo facesse. In quei
giorni,
durante la gravidanza, si comportava come se fossi stata fatta di
vetro. Volevo
che si arrabbiasse. Che reagisse. Non so … io in fondo
desideravo solo che mi
trattasse come una persona normale. Ero così confusa
…
<
Ci vorrebbe Jasper … > sussurrai. Lo sentii annuire e
poi dirmi:
< Dovrebbe tornare tra poco … >
Sospirai e gli sfiorai le occhiaie, ustioni violacee sotto i suoi occhi
meravigliosi.
< Anche tu dovresti andare a caccia. Non voglio vederti soffrire
per la
sete. >
Mi osservò per un attimo e poi disse in modo fin troppo
affrettato:
< Sì … a caccia. Io ed Emmett volevamo
andare domani. Ma non preoccuparti. È
gestibilissima per me questa situazione ... > e, dopo aver
portato il mio
polso al volto ed inspirato l’odore del mio sangue, lo
baciò con amore.
Mi
strinsi di più a lui.
< Grazie, per tutti questi tuoi sacrifici. >
Sbuffò e lo sentii sussurrare: < Io faccio sacrifici?
Lei invece no? >
Scossi la testa e pensai a quanto la situazione fosse difficile per
tutti.
Tutti i Cullen, negli ultimi mesi, andavano a caccia in gruppi di due,
per non
lasciare la casa, o meglio me, senza abbastanza protezione. Edward
voleva
sapermi al sicuro, voleva rimanere con me il più possibile,
per stare con me e
per proteggermi. E voleva che anche la sua famiglia mi stesse vicino.
Fosse
stato per lui, avrebbero dovuto restare tutti a casa a fare la guardia,
e
avrebbero dovuto andare a caccia da soli. Alla fine però
tutti avevano
convenuto che era troppo pericolosa una cosa simile. Andare a caccia in
coppia
era risultata la soluzione migliore. Lui e Carlisle inoltre non si
allontanavano mai troppo e non cacciavano mai insieme. Dicevano che era
meglio
che ci fosse sempre un medico a portata di mano. La mettevano sul
ridere ma
erano più che seri. Carlisle, in tutte le numerosissime
visite a cui mi aveva
sottoposta, anche su pressione di Edward, aveva riscontrato alcuni
problemi.
Diceva che ero molto agitata (bhe, vorrei vedere loro in una situazione
simile),e che la bambina era bella grande, il che significava che
dovevo
rimanermene buona e tranquilla per evitare problemi. Avrei dovuto fare
molta
attenzione soprattutto con l’avanzare della gravidanza,che
avrebbe dovuto
essere all’insegna del riposo totale. E naturalmente Edward
si preoccupava
sempre di più. Capisco che fosse angosciato per la mia
salute, ma dopo un po’ …
Certo, dato che stavo per avere un figlio da un vampiro ed era la prima
volta
che questa cosa accadeva, era chiaro che fossero tutti abbastanza
agitati. Non
sapevamo bene quali complicazioni avrebbero potuto esserci. Alice era
sempre
all’erta. E jasper le stava sempre accanto. Già,
Jasper …
<
Jasper è solo? > domandai quando mi resi conto che
tutti gli altri erano a casa.
Sentii Edward irrigidirsi e poi sussurrare:
< Non è andato a caccia. È andato a
prendere il nostro ospite … >
Per un attimo mi si bloccò il respiro.
< Bella, sarà una bella sorpresa. Ma voglio che resti
una sorpresa. Non devi
preoccuparti. Quindi ora vedi di calmarti. >
Chiusi
gli occhi e mi appoggiai alla sua spalla.
Sbadigliai. Ero stanchissima. Rise e mi carezzò scherzoso la
testa scompigliandomi
i capelli.
< Bella … se ti riduci in questo stato dopo aver
passato la notte con me,
temo che dovremo rimandare le nostre serate in coppia a dopo la nascita
di
Elizabeth. Sei pallidissima, ti vengono le crisi isteriche e delle
occhiaie da
far invidia alle mie … forse faresti meglio a dormire ancora
un po’ … mi
dispiace per Alice, che si preoccupa tanto della nostra vita privata,
ma credo
che in futuro non avrà molto da spiare. > gli rivolsi
un’occhiataccia e poi,
dopo essere scesa dal letto, andai in cucina, tutta imbronciata. Se lo
poteva
scordare. Io volevo altre notti come quella appena trascorsa. E lui
aveva
promesso che ci sarebbero state. Paradossalmente, potevo chiamare Alice
a
testimoniare!
La cucina era in perfetto ordine. Pulita e ordinata. Come se non fosse
successo
nulla.
Mi sedetti a tavola e mi presi il capo tra le mani. Sentivo lacrime di
vergogna
scendere dai miei occhi. Da quando ero incinta non c’era
stato verso. Non
riuscivo a controllare le mie emozioni.
Mi sentivo in colpa per aver tirato dietro la colazione ad Edward
… Era stato
un atteggiamento stupido ed infantile.Ed inoltre, mi era venuta pure
fame
adesso.
<
Bella? >
La
sua voce mi colse all’improvviso facendomi sobbalzare. Mi
portai una mano al cuore dallo spavento.
< Mi dispiace tanto Edward … scusami …non
volevo davvero … > mi appoggiò
un dito sulle labbra e scosse piano la testa.
< Non è successo niente. Hai fame adesso? >
Annuii.
< Vuoi che ti prepari qualcosa in particolare? Ci sono delle
altre
frittelle, sono ancora calde. Se no, ti posso preparare anche
qualcos’altro. Un
the? >
Abbracciandolo sussurrai: < Voglio le frittelle …
>
Rise e in meno di un minuto mi ritrovai un piatto stracolmo davanti
agli occhi.
Non ci misi molto a ripulirlo.
Mentre mangiavo, Edward parlava del più e del meno e io mi
persi nei suoi
occhi. Se ne accorse e cominciò a prendermi in giro. Ci misi
un po’ a
rendermene conto e quando lo feci, lui cercò di trattenersi
dal ridere. Diceva
che avevo fatto una faccia …
Sospirai
esasperata e poi guardai fuori dalla finestra.
Era gennaio, ma miracolosamente c’era un bel sole che faceva
risplendere la
neve.
< Edward, dopo che ne dici di andare in giardino? > gli
domandai d’un
tratto.
< Sì … adesso è bellissimo
fuori, tutto coperto di bianco … però che ne dici
di aspettare un po’? Adesso è freddissimo fuori.
>
< Sì … forse è meglio aspettare
un po’ … > confermai convinta prima di
bermi il bicchiere di latte magicamente comparso alla mia sinistra.
Verso
le 11 uscimmo in giardino e io sembravo un eschimese,
talmente ero imbacuccata. Con il pancione poi, sembravo un enorme palla
di
vestiti intenta a rotolare. Il freddo pungente mi pizzicava la pelle e
mi aveva
fatto diventare il naso e le guance rosse.
Fu
divertente finché ero io a tirare palle di neve ad Edward
…
Quando
però arrivò Emmett e cominciò a
prendermi di mira,
battei in una rovinosa ritirata dietro la schiena di mio marito. Senza
neanche
accorgermene il tempo volò.
Mentre Edward ed Emmett, che sembravano dei modelli di un qualche
prodotto di
bellezza, continuavano nella loro guerra a suon di neve io andai a
sedermi
sotto il portico. Camminavo lentamente tenendomi il pancione con
entrambe le
mani, non era ancora diventato pesante, ma un po’ mi dava
comunque fastidio. Mi
ero stancata moltissimo.
Appena Edward se ne accorse, mi raggiunse ad una velocità
paurosa e mi aiutò a
sedermi, tenendomi per il gomito. Le sue mani sulla pelle accaldata
delle mie
guance erano gelate e bagnate di neve sciolta.
< Tutto a posto? > mi chiese Emmett tranquillo. Edward
invece pareva un
po’ agitato.
< Sto bene … mi fanno solo un po’ male le
gambe. Era da un po’ che non
sforzavo i muscoli … e dopo ieri sera … >
Emmett scoppiò a ridere mentre mio
marito mi guardò esasperato.
Si sedette al mio fianco e mi cinse la vita con il braccio. Rimanemmo
alcuni
minuti in quella posizione. Potevo sentire il suo respiro,
più freddo
dell’aria, accarezzarmi le guance.
Alla
fine, dopo non so quanti baci, lo convinsi ad andare di
nuovo a giocare, ora che si erano unite ad Emmett anche Alice ed Esme.
Rosalie
se ne era restata in casa. In quel periodo era sempre
molto triste. Mi evitava se poteva, se no se ne stava sulle sue, quando
gli
altri glielo permettevano. Era gentile con me ma sembrava davvero
tormenta. Io
non sapevo cosa dirle e quindi di solito con lei me ne restavo zitta. I
nostri
atteggiamenti non erano certo molto adatti a far sbocciare
un’amicizia …
Quando mio marito si voltava verso di me io, appoggiata alla colonna,
gli
sorridevo e lo salutavo con la mano.
Non lo avvisai quando Emmett lo sorprese da dietro e praticamente lo
bombardò
sommergendolo di neve.
< Edward! Piantala di avere i pensieri sconci con quella faccia
da
santarellino! Noi tanto lo sappiamo benissimo come le passate le vostre
serate.
Dovremo chiamare gli assistenti sociali per la bambina! > Edward
praticamente lo soffocò a furia di lanciargli neve in faccia.
Ridemmo ma io ero arrossita. Rimasi a guardarli a lungo. Sembravano
proprio una
famiglia felice.
Senza
accorgermene mi addormentai.
Sentii delle braccia forti e fredde sollevarmi e poi portarmi in casa.
Intravidi Esme togliermi la giacca. Ero talmente stanca che non
protestai.
Assecondavo
i suoi movimenti lasciando che mi sfilasse i
vestiti. Mi infilai un pigiama e alla fine mi andai a
rifugire sotto le
coperte del mio letto. Esme mi salutò con un bacio in
fronte. Io ormai ero già
nel mondo dei sogni.
Mi rilassai nel calore delle coperte e mi girai dall’altra
parte. Non so quanto
tempo passò quando ancora venni distolta dal mio bel sogno (
Io ed Edward a
fare i giochi sconci … ) ma di sicuro non fu poco.
Improvvisamente, sentii
delle voci provenire dalla sala ed ero davvero irritata. Possibile che
non
potessero essere un po’ più silenziosi? Sapevano
che avevo dei problemi a
dormire. Una volta tanto che non facevo incubi …
< Posso vederla? > Sentii la voce, familiare, provenire
da oltre la porta
di legno. Era sorpresa, sollevata.
Inizialmente non la riconobbi. Mi seppellii sotto i cuscini. Non avevo
voglia
di alzarmi
Mi faceva male la pancia.Più che altro, era come un
fastidio. Da alcuni giorni
mi sembrava di avere come delle bollicine. Naturalmente non ne avevo
parlato
con Edward. Non volevo che mi obbligasse a stare a letto. Sapevo che
gli
serviva solo un pretesto per costringermi a suon di baci e di carezze a
restare
ferma a letto. Carlisle era d’accordo riguardo al non dirlo
ad Edward. Mi
diceva di aspettare un po’, di vedere se fosse solo un
malessere passeggero. E
se me lo diceva Carlisle, con il sorriso sulle labbra, significava che
potevo
stare tranquilla.
<
Solo per qualche minuto … non voglio disturbarla.
>Ancora quella voce familiare.
<
Certo … adesso dorme ma vieni, prego. Da questa parte.
Adesso sarei andata a svegliarla comunque. È pomeriggio. Non
voglio che salti i
pasti in questo modo. Le ho preparato qualcosa da mangiare, per
merenda. Spero
ti voglia unire a lei. > Questa era Esme. Sempre
così premurosa. Degna
madre adottiva del mio sposo.
Bussarono e la mia risposta fu un grugnito soffocato dai cuscini.
Bussarono ancora e fui costretta a dare una risposta più
coerente … qualcosa
che suonò come un: < Sì??? >
E poi Esme entrò e si sedette al mio fianco. Carezzandomi la
schiena, mi
sussurrò: < Bella? Bella, tesoro …
è arrivato l’ospite. >
A quella frase, tutto si ricompose davanti ai miei occhi.
L’ospite … l’attesa …
come diavolo avevo fatto ad addormentarmi?
Mi
alzai di scatto tenendomi la pancia e quasi non presi una
testata contro il suo corpo di pietra.
<
Oddio! > gridai portandomi la mano alla testa. Cattiva
scelta alzarsi così di colpo … mi girava la
testa.
< Bella? > a quella voce, mi voltai verso il proprietario.
Per poco non svenni dall’emozione e ci mancò poco
che cadessi dal letto.
<
Jake! > Gridai con le mani alla bocca spalancata e poi
gli gettai le braccia al collo.
Mi
accolse tra le sue, grandi e protettive, calde.
< Bells … come ti senti piccola? > mi chiese
accarezzandomi i capelli.
Non so come, mi ritrovai a piangere contro il suo petto. Ero
felicissima!
Davvero felicissima, eppure … non so. mi sentivo triste.
< Ehi, perché fai così? > sembrava
davvero felice mentre cercava di
consolarmi. Forse sarebbe meglio dire sollevato.
Mi stringeva tra le sue braccia e mi cullava.
< Mah … è qualche settimana che piange
invece che ridere … > fece Edward
ridacchiando. Voltai il capo e lo vidi appoggiato alla scrivania. Mi
sorrideva
gentile. Esme intanto aveva aperto le tende …
Jacob
si scostò da me e si soffermò alcuni istanti ad
osservarmi. Le sue mani corsero lungo il mio collo mentre con il
pollice
percorreva i tratti del mio volto. Si chinò per baciarmi la
guancia.
Ad un tratto, sentii la sua mano calda sul ventre. Sussultai. Erano
mesi che il
mio corpo non entrava a contatto con il calore umano. Era una
sensazione molto
piacevole.
< Aspetti un bambino. > non era una domanda,
bensì un’affermazione. La
sua voce tremò.
< È una femminuccia. Si chiama Elizabeth
… > pigolai io, rossa in
volto. Lui, con gesti lenti e circolari mi massaggiava il
ventre.
Sembrava sconvolto.
Quando
ebbi elaborato la notizia della sua presenza, riuscii a
domandargli:
< Jake, ma com’è possibile? Come fai ad
essere qui? > Lui mi osservò per
alcuni istanti, scrutando il mio volto. Mi strinse le mani,
trasmettendomi
calore.
< Non sei contenta di vedermi? >
Scossi il capo con troppa veemenza, tanto che mi tornò la
nausea. Feci finta di
niente e dissi:
< Oh, Jake! Ma come puoi pensarlo! Sono così felice
che tu sia qui! Ero così
preoccupata per te! > e sentii altre lacrime scorrermi sul viso.
Lui me le
asciugò con il palmo della mano e si chinò di
nuovo. Un altro bacio sulla
fronte … i suoi capelli lunghi mi accarezzavano la pelle e
mi facevano il
solletico.
< Tu, tu eri preoccupata? > mi scompigliava gentile i
capelli,
prendendomi in giro. Ma nei suoi occhi scorsi un profondo dolore, una
grande
paura … per la mia sorte.
< Ho vissuto nell’angoscia. E poi, i tuoi genitori
… avresti dovuto vederli
… è stato … terribile. >
< Jacob. > Edward gli poggiò una mano sulla
spalla, per farlo smettere.
Inconsciamente, avevo chinato il capo e mi ero portata entrambe la mani
al
ventre. Quei pensieri mi facevano male all'animo. Sapevo quanto dolore
avessi
causato a tutti.
Edward
si sedette al mio fianco e mi cinse la vita con le
braccia. Mi prese la mano e ne baciò il palmo.
L’altra sua mano andò a
stringersi su quella che tenevo in grembo. Mi appoggiai alla sua spalla
fredda
e dura. Inspirai il suo profumo e chiusi gli occhi. Sospirai.
< Jacob ha incontrato la scia di Alice e le ha chiesto dove
fossimo finiti.
Lei ha visto quanto fosse preoccupato ma non gli ha detto niente. Ne ha
parlato
con noi e abbiamo deciso che a Jake e al branco potevamo dirlo. E
così è
tornata a cercarlo. Gli ha raccontato che eri tornata a casa, ma che
eravamo
dovuti fuggire, per tenerti al sicuro … >
< Ma ero terrorizzato che ti potesse succedere qualcosa. Avevo
paura che ti
rapissero di nuovo. > continuò Jake < E temevo
che ti avessero
trasformata. La chiromante non voleva dirmi niente. Solo che non potevo
incontrarti.E che cosa potevo pensare? Solo che ti avessero
trasformata!
Era l’unica risposta a cui riuscivo a pensare. Alla fine li
ho convinti a farmi
venire qui. > sembrava stesse per esplodere di gioia.
Stupitagli domandai: < Sei venuto fin qui? … da lupo?
> rise e a lui si
unì Edward.
< Jasper è andato a prenderlo poco oltre il confine
con gli USA … poi da lì
ha viaggiato in auto. >
< Sì, con gli occhi bendati. 10 ore
d’inferno. > sospirò Jake, ma non era
assolutamente infastidito.
< Cane, lo abbiamo fatto per proteggere sia te che lei. Dovesse
succedere
qualcosa, dobbiamo poter farla fuggire senza lasciare traccia. E lo
stesso vale
con te. Meno sai, più sei al sicuro. > Si scambiarono
un’occhiata densa di
sottointesi e io mi sentii mancare.
Edward mi strinse a se e poi mi sussurrò baciandomi il lobo
dell’orecchio: <
Solo per precauzione. Non corri alcun rischio. E neanche lui. >
e poi spostò
la sua bocca sulla mia mandibola.
Jacob intanto si era alzato e stava parlando con Esme, vicino alla
finestra.
Improvvisamente,
m’irrigidii.
Edward
se ne accorse e di riflesso, si immobilizzò.
< Bella? > le sue dita ansiose mi accarezzarono il volto
mentre piccole
gocce di sudore mi facevano appiccicare i capelli alla fronte.
Mi si era asciugata la bocca. Le mie mani erano sul mio grembo. Edward
cercava
di scostarle con gentilezza.
Alzai lo sguardo ed incontrai il suo. Era preoccupato.
Intanto sia Jake che Esme si erano avvicinati. Mia suocera osservava
me. Jake Edward.
Con la voce che tremava, bisbigliai: < Edward …
>
Lui mi accarezzò: < Bella, dove hai dolore?
>
"Dolore?" Pensai ... quale dolore?
Lo guardai stralunata e poi sorrisi.
<
Edward … si è mossa. SI E’ MOSSA! Mi ha
tirato un
calcetto! >
E poi
mi aggrappai al suo collo. Stavo piangendo come una
cretina mentre lui,ancora rigido, mi cullava. Era ...
sorpreso.
Finalmente si rilassò, baciandomi la pelle, le
labbra.
Poi
Esme disse: < Sai, mi chiedevo quando avresti sentito i
primi movimenti. In fondo di solito cominciano proprio in questo
periodo …
verso la ventesima settimana.Anche se, all'inizio, non si riconoscono
come tali
... > mi voltai per guardarla ma vidi il suo volto e capii che
non era me
che stava fissando. Il suo sguardo si perdeva nel passato, a quasi
novant'anni
di distanza. Ora guardava fuori dalla finestra Mentre le mani di Edward
erano
sul mio grembo, quelle di Esme erano poggiate sul suo ventre, destinato
a
restare vuoto per sempre. Poi di colpo, fu come se si fosse risvegliata
da un
sogno. Scosse leggera il capo e mi rivolse un limpido sorriso.
<
Tesoro, sono così contenta … > e si
chinò ad abbracciarmi sebbene Edward non
avesse ancora sciolto il suo abbraccio.
Sospirai
triste per poi dire: < Grazie Esme. > Lei poi
uscì, in silenzio mentre Edward mi strinse più
forte a sé. Chiusi gli occhi e
lo sentii respirare il mio profumo.
Jacob,
immobile, ci osservava. Scorsi in lui qualcosa di
nuovo, nel modo in cui ci guardava.
Sembrava come se si fosse appena accorto di qualcosa di molto
importante, che
gli era sempre sfuggito.
Edward sorrise fra i miei capelli e bisbigliò:
<
Sì cane, anche noi succhiasangue abbiamo dei sentimenti,
come puoi vedere … > Rispose ai pensieri di Jake ...
Mi
appoggiai alla spalla di mio marito e sospirai, mentre le
sue labbra sfiorarono le mie palpebre.