Serie TV > The 100
Segui la storia  |       
Autore: tins_    02/06/2014    0 recensioni
"Who we are and who we need to be to survive are two different things"
Come immagino la storia dopo la puntata 1x11
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bellamy
Prima spariscono Clarke e Finn, poi anche Monty non risponde più alla radio.
Se i grounders hanno voglia di giocare, hanno scelto la persona e la serata sbagliata.
-Tornate al campo e portate con voi il ragazzo. Da qui proseguo da solo-
Nessuno protesta, sanno che è pericoloso essere in tanti in questi boschi soprattutto quando stai cercando di passare inosservato.
-Bellamy non puoi-. Quella che parla è mia sorella, Octavia. Mi guarda seria, gli occhi blu fissi su di me, consapevole di quello  che sta per dire. –Abbiamo già perso Clarke, non possiamo permetterci il lusso di perdere anche te. Chi resterà al comando?-.
So che ha ragione ma so anche di non poter lasciare gli altri, la mia famiglia, fuori a combattere da soli. Nemmeno Finn, anche se non mi va completamente a genio, perlomeno devo farlo per Raven. L’ha già perso una volta, malgrado tutto ciò che è successo fra loro questa cosa la spiazzerebbe ed è una risorsa troppo preziosa per perderla.
-Octavia finché non torno sarai tu a prendere il mio posto. Non contraddirmi, sono l’unico in grado di trovarli-.
Lei mi guarda preoccupata, le sorrido. Anche ora penso solo a proteggerla, a fare in modo che torni all’accampamento il prima possibile, prima che si faccia del male.
-Andrò io con lui- a parlare è Raven. Sapevo che si sarebbe proposta. Doveva trovare Finn.
Dopo un ultimo abbraccio Octavia si decise a tornare indietro e a seguirla Jasper, sempre sull’attenti.
Raven mi guarda preoccupata. Mi prendo due minuti per capire da che parte cominciare.
-Tieni sempre a portata di mano la radio, nel caso Monty riprenda il contatto. Continuiamo per questa strada, vedo delle impronte-.
Mi incammino e il viaggio prosegue silenzioso.
 
Clarke
Appesa quassù mi sento una cretina.
Clarke sei ufficialmente la persona più stupida su questo pianeta. Riesci a scappare dal covo dei grounders e ti ritrovi appesa ad una delle loro trappole. Un genio insomma.
-Pensa- mi dico sottovoce. Tutto che riesco a formulare sono immagini di Finn. Appeso, torturato, ucciso. Tutto per colpa mia. Non riesco a ricacciare indietro le lacrime. Quindi rimango lì, a dondolare sopra la foresta buia.
Ed è nel momento in cui non mi rimangono più lacrime che vedo una luce. In lontananza, ma c’è.
-Pensa Clarke… in fretta-.
Ma la luce che arriva non è quella di una torcia, è una luce artificiale, azzurrina e tenue. Sento anche il riverbero di una radio.
Cerco di farmi notare senza urlare, non voglio che persone indesiderate notino la mia presenza. Slaccio la borraccia dalla cintura e la riesco a lanciare a qualche passo di distanza dalla fonte luminosa.
Il ragazzo mi punta la torcia in faccia e con un sospiro di sollievo si rallegra del mio ritrovamento.
Quando finalmente sono di nuovo a terra, sana e salva ma con qualche ferita superficiale, ringrazio il cielo, ma soprattutto Monty, di essere viva.
Ovviamente la felicità non dura molto. Passano pochi minuti che subito sentiamo non molto lontano voci nemiche. Strattono Monty per un braccio e mi faccio aiutare per arrivare in fretta all’accampamento.
Ad un certo punto le voci si disperdono e notiamo che i grounders stanno prendendo la strada opposta.
-C’era qualcun altro fuori a cercarci?- chiedo ansimante.
Il ragazzo mi guarda pensoso e ad un certo punto, dopo aver sgranato gli occhi, inizia a tastarsi le tasche della giaccia e dei pantaloni.
-Cazzo, cazzo, cazzo!- è visibilmente preoccupato e questo mette in agitazione anche me.
Lo prendo per le spalle e cerco i suoi occhi con i miei.
Una volta raggiunto il contatto visivo gli ripongo la domanda. –C’era qualcun altro fuori a cercarci, Monty?-.
-Ho perso la radio. HO PERSO LA RADIO!-.
Mi giro di scatto e inizio a correre verso l’accampamento. Lui mi guarda e seguendomi mi chiede perché non stiamo andando nella direzione in cui sono andati i grounders.
-Abbiamo più possibilità di salvarli avvertendoli con la radio. Poi andremo con i rinforzi-.

Octavia
Osservo la foresta dal mio posto sicuro, da dentro le mura. Osservo il punto in cui Lincoln posava sempre i suoi fiori. Sono due giorni ormai che nessun colore rallegra la figura triste di quell’albero.
Vedo qualcosa muoversi nei cespugli. Indietreggio e poi finalmente lo vedo. Pistillo giallo ocra ornato da petali color avorio.
Faccio per sgattaiolare fuori. Lui è tornato.
-OCTAVIA!-. questa è la voce di Clarke. Ritorno alla realtà solo per constatare che quello che avevo visto non era altro che una stupida fantasia. Lincoln non sarebbe tornato. E con Clarke non c’era mio fratello.
Un momento…
-Dov’è Bellamy? Raven? Finn?- mi accorgo solo dopo aver posto tutte queste domande che la ragazza non ha un bell’aspetto.
-Aspetta ti porto nella tenda, dobbiamo curarti…- le dico offrendole la mia spalla per appoggiarsi. Lei fa cenno di no con la testa e mi obbliga a portarla dove teniamo le radio.
-Mentre io e Monty scappavamo dai grounders non ci siamo accorti di aver fatto cadere la radio. Potrebbero averla trovata e se così è stato potrebbero aver rintracciato Bellamy e Raven… dobbiamo avvertirli. Ora!-. nella sua voce coglievo malinconia e stanchezza.
Monty mi sfiora una spalla e mi fa capire che ci penserà lui.
Non voglio metterla sottopressione con le mie paure, anche se l’ansia mi sta uccidendo e vorrei davvero sapere dov’è mio fratello e se gli è successo qualcosa.
-Clarke…- le accarezzo un braccio  e lei capisce quello che sto per chiederle. Finn.
Scoppia in lacrime e in mezzo ai singhiozzi pronuncia un esasperato “non lo so”.
Il ragazzo asiatico entra nella tenda in cui ci siamo spostate e annuncia impotente che nessuno ha risposto sulla nostra frequenza.
Come se non bastasse inizia il trambusto all’esterno.
-E ora che diavolo…?!- esco e in mezzo alla folla riconosco la figura alta e slanciata di Bellamy.
 
Bellamy
Quei maledetti grounders sono tosti da seminare.
Mentre rientriamo nell’accampamento inizio ad accusare i segni della stanchezza per la corsa che abbiamo dovuto compiere per sfuggire all’inseguimento.
E insieme alla stanchezza sento anche tanto senso di colpa per non essere riuscito a trovarla… trovarli.
Mi faccio strada tra la folla.
Vedo Octavia che mi corre incontro e mi stringe forte. –Pensavo non saresti tornato… Monty non riusciva a contattarvi-. La guardo perplesso –È tornato alla base? Sta bene?- riaffiora un po’ di speranza.
-Si, è tornata anche Clarke con lui- mi dice sorridendo. Il suo volto si incupisce e capisco che comunque all’appello manca qualcuno.
Mi fa cenno di entrare nella mia tenda.
Appena varcata la soglia la vedo. Addossata ad un angolo, tra due teli di colore diverso, è seduta Clarke, cercando di nascondere le lacrime.
Mi avvicino a lei e mi siedo.
-Sono contenta che tu sia vivo- mi dice .
-È un gran complimento, princess. Dovrei far credere di essere morto più spesso- non ribatte.
Non so davvero cosa fare. D’istinto le accarezzo i capelli e il contatto la fa trasalire. Finalmente mi guarda negli occhi.
Forse è perché sente di non poter più sostenere tutto il peso che ha sulle spalle, forse è perché riesce finalmente a vedere in me una persona che può aiutarla. Fatto sta che si lascia andare fra le mie braccia e riapre i rubinetti che cercava in tutti i modi di tenere nascosti.
-Non puoi salvare tutti- le confesso un po’ titubante.
-L’ho deluso… io non ho potuto fare… niente- trema, trema come una foglia tra le mie braccia e mi sento impotente. È la stessa sensazione che provai quando Octavia venne rinchiusa e nostra madre lanciata. Questo posto doveva essere la mia rivincita, avere il potere doveva eliminare per sempre questa condizione di precarietà. Invece rimango ancora il solito. Impotente.
-Sei una guerriera, Clarke. Anche i migliori a volte non possono niente contro i propri nemici. Ormai non puoi fare nulla per Finn, ma puoi decidere di fare qualcosa per la nostra gente. Ora sta a te: punti tutto o lasci la partita?-.
Alza lo sguardo verso di me. I suoi occhi, chiari come la luna di questa notte, mi penetrano dritto nel profondo. Sento di non poter reggere ancora per molto quello sguardo.
Si asciuga le ultime lacrime, mi prende la mano tra le sue. Si prende un attimo per rimettersi in sesto. Ricaccia nel profondo la malinconia e la tristezza. Chiude gli occhi e quando finalmente li riapre tutto quello che prima era la sua debolezza si trasforma in forza. Lo vedo perché ora è rabbia. Fuoco puro.
-Non ti lascerò vincere la partita da solo. Per Finn- afferma solenne.
-Per Finn- le confermo.
Finalmente rivedo la mia principessa.


 
Angolo della vergogna: 
alcuni termini (tipo grounders) li ho tenuti uguali alla versione inglese
perché mi piacciono di più. Lo anticipo... si sono una Bellarke sfegatata
ma non volevo affrettare le cose. Ho già in mente degli sviluppi particolari
e aspetto con ansia la 1x12 e la 1x13 perché questo telefilm mi sta facendo impazzire.
Ciao belli!
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The 100 / Vai alla pagina dell'autore: tins_