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Autore: ShootinStar    03/06/2014    2 recensioni
“Con quei capelli potresti essere scambiata per una di famiglia. Sono quasi identici a quelli di Lily e di Rose!” ed aveva aggiunto: “Mio fratello deve aver ereditato la propensione per le rosse da mio padre e da mio nonno”. //
Fanfiction ambientata ad Hogwarts 24 anni dopo la Seconda Guerra Dei Maghi (siamo nel 2022), con protagonisti i figli del "golden trio" e alcuni loro coetanei inventati da me, oltre ad altri personaggi che sono sicura sarete felici di incontrare di nuovo. Non scrivo da un po', ma spero di esserne ancora in grado!
Buona lettura :) - Frannie
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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La professoressa Prince aprì la porta del suo studio e, dopo aver abbracciato con lo sguardo l'aula piena di studenti, cominciò a scendere lentamente le scalette a chiocciola. Indossava una camicetta verde pastello e dei pantaloni neri così aderenti che buona parte dei ragazzi si scambiò occhiate d'intesa. Abigail scosse la testa in segno di disapprovazione. Avrai anche 29 anni, ma sei pur sempre un'insegnante DIAMINE!
Una volta raggiunta la cattedra ed appoggiato i libri sollevando una nuvola di polvere, la donna li squadrò nuovamente uno ad uno con i suoi occhi grigi così intensi da togliere il fiato e poi incrociò le braccia al petto, sogghignando. “Bene, spero che siate tutti presenti oggi, sarà una lezione piuttosto interessante” commentò con la sua voce da ragazzina.
Cinque minuti più tardi gli studenti erano stati divisi a coppie e si erano sparsi per tutta l'aula, bacchette alla mano. La professoressa Prince camminava sinuosa tra di loro, lanciando occhiate intimidatorie ad alcuni più che ad altri. “Mi raccomando, voglio duelli puliti. Se scopro che qualcuno di voi ha utilizzato incantesimi proibiti o ha ferito l'altro di proposito, farò in modo di togliervi così tanti punti che potrete vedere la Coppa delle Case solo con un binocolo. Avete capito?” domandò, alzando la voce. L'intera classe annuì all'unisono, mormorando qualche “sì” poco convinto. “Questo non vi impedisce di utilizzare ogni strumento a vostra disposizione per battere il vostro avversario, ovviamente. Siete al settimo anno, non siete più dei bambini. Dimostratemi cosa siete in grado di fare” concluse con un sorrisetto di sfida.
E così circa 30 duelli iniziarono quasi contemporaneamente. I rumori degli incantesimi, uniti alle voci concitate degli studenti riempirono la stanza; alcuni caddero subito a terra, altri schivarono il primo attacco per rispondere immediatamente con uno altrettanto efficace. L'insegnante li osservava uno per uno con scrupolosa attenzione, urlando ogni tanto qualche suggerimento a quelli in maggiore difficoltà. “Incantesimi meno complessi, per favore” “E quelli li chiami riflessi? Più veloce con quella bacchetta!” “Baston, che diavolo stai facendo?”. Saltò giù dalla cattedra e si avvicinò a James e Dorian. Quest'ultimo si stava massaggiando una spalla, dove era stato appena colpito da uno Schiantesimo piuttosto potente. “Per quale motivo non hai usato il Sortilegio Scudo, me lo spieghi?” mormorò la donna, spostandogli la mano per constatare lei stessa l'entità dei danni subiti dal ragazzo. “Credo ci sia qualcosa di rotto, professoressa” disse tra i denti il giovane, lanciandole un'occhiata addolorata. James si trattenne a stento dallo scoppiare a ridere. La Prince gli lanciò un'occhiataccia e si rivolse nuovamente a Dorian. “Va bene Baston, ti accompagno in infermeria”. Si voltò verso il resto della classe. “Guai a voi se non vi ritrovo tutti interi e coscienti, mi avete sentito?” sbraitò con la sua vocetta che suonava quasi ridicola, così severa e risoluta. “Davis” aggiunse poi, rivolgendosi ad Abigail. “Ti affido i tuoi compagni per i prossimi 5 minuti, fa' che nessuno si faccia del male, va bene?”. Il suo tono era leggermente più dolce, ma la ragazza non ci fece caso, tanto era l'astio che nutriva per quella donna. “Certo, prof” rispose, prima di voltarsi nuovamente a fronteggiare la sua compagna di esercizio. La professoressa sospirò e s'incamminò verso l'uscita, il ragazzo molto più alto di lei che le si appoggiava addosso come un peso morto, anche se sembrava già miracolosamente stare meglio.
James non ce la fece più e scoppiò in una fragorosa risata, cercando di sostenersi con una mano alla colonna di marmo di fianco a lui, mentre il caposcuola dei Serpeverde lo guardava contrariata. “Credi che questi sotterfugi di Baston per rimanere da solo con quella sgualdrina dureranno ancora per molto?” domandò esasperata. Il ragazzo si rivolse a lei con le lacrime agli occhi ed un sorriso sbilenco stampato sul bel viso. “Che c'è Davis, sei gelosa? Non sapevo ti piacesse Dorian” la provocò. Abigail scosse il capo. “L'unica cosa che mi piacerebbe è imparare nuovi incantesimi per difendermi da eventuali nemici, visto che dovrebbe essere questo il suo lavoro: INSEGNARE. Ma se preferisce perdere il suo tempo a sedurre gli studenti, chi sono io per giudicarla?”. James le si avvicinò, facendo volteggiare la bacchetta come un giocoliere. “Se vuoi, potrei difenderti io dai nemici. Sono o non sono un perfetto aspirante Auror?” e così dicendo fermò la bacchetta e con un gesto fluido e rapido la puntò alla gola della ragazza. Abigail sollevò un sopracciglio, dopodiché estrasse la sua bacchetta e con un forte e chiaro “Expelliarmus!” fece volare la bacchetta del ragazzo molti metri più indietro. Alcune coppie che stavano ancora duellando si fermarono per osservare la scena e ridacchiarono tra loro, mentre il giovane Potter andava a riprendersi la bacchetta, rosso in volto. “La fortuna del principiante, Davis. E comunque mi ero distratto solo per un attimo” borbottò, tornando verso di lei. La ragazza si aprì in una risata che voleva essere di scherno, ma che come suo solito pareva più la risata di una bambina. “E cos'è che ti avrebbe distratto, questa volta?” gli domandò, avvicinandosi di qualche passo. James colmò quella distanza e piegò la testa vicino al suo orecchio, sussurrandole: “Preferirei dirtelo in altre circostanze, Abby ” e si allontanò, lasciandola perplessa, gli occhi chiari socchiusi nel tentativo di capire cosa ci trovasse d'interessante in quell'individuo così pieno di sé.
 
 
“Questo sì che è un colpo di fortuna!”. Megan saltellava al fianco di Rose, mentre i due gruppi del quinto e sesto anno si addentravano nella foresta, con Fiorenzo come guida. La ragazza roteò gli occhi. “Odi così tanto la Cooman?” chiese all'amica, che fin da quando avevano ricevuto quella stessa mattina la notizia che, essendo la loro insegnante di Divinazione terribilmente malata, avrebbero seguito le lezioni con il professore destinato al terzo, quarto e quinto anno, non aveva fatto altro che battere le mani e lodare le doti del centauro, così superiori (secondo lei) rispetto a quelle della stravagante Sibilla Cooman. Megan storse il naso. “Sai che non la odio, semplicemente mi mancano le lezioni di Fiorenzo! Ricordi quando ci faceva bruciare le foglie di salvia al quarto anno per insegnarci a scorgere nel fumo segni del nostro imminente futuro?”. Rose annuì, esasperata. La Corvonero continuò imperterrita a ricordare all'amica quanto le lezioni del loro ex-insegnante fossero brillanti e coinvolgenti, fino a quando il gruppo si arrestò in una radura circondata da quattro pini.
Il centauro si passò una mano tra i capelli biondissimi, scoprendosi gli occhi per poter osservare meglio gli studenti (gesto per il quale molte ragazze sospirarono senza controllo). “Buon pomeriggio, ragazzi. Sono più che lieto di riavere con me anche il gruppo del sesto anno, seppur per poco tempo, visto che sono certo che la nostra Sibilla si riprenderà molto presto”. “Ma anche no!” borbottò Megan con un tono di voce troppo alto, tanto che perfino Fiorenzo la sentì e sorrise per un attimo. “Purtroppo dovrò chiedervi di adeguarvi alla lezione che avevo già previsto per il quinto anno, so che vi ricorderete di quando...” “Un unicorno!”.
Tutti si voltarono verso colui che aveva parlato: un ragazzino con i capelli scurissimi e il viso pallido stava indicando un punto alle spalle del centauro. Tutti allora guardarono in quella direzione e si ritrovarono davanti una creatura equina che avanzava verso di loro, quasi incespicando. Aveva il manto argenteo, gli zoccoli neri ben lucidi e un corno posizionato esattamente in mezzo alla fronte. Nonostante l'unicorno fosse già di per sé straordinario, la cosa fuori dal comune era la facilità con cui si stava avvicinando ad un gruppo di maghi e streghe, essendo nota a tutti la riluttanza della sua specie ad avere contatti con l'uomo.
Quando si accasciò a terra, apparentemente privo di sensi, Fiorenzo si gettò verso di lui, seguito da pochi altri studenti (essendo la maggior parte rimasta quasi pietrificata alla vista della creatura). Rebecca Davis fu la prima, dopo di lui, ad inginocchiarsi accanto al corpo dell'unicorno, che tentava disperatamente di rialzarsi per poi cedere nuovamente. “Che cosa gli prende?” chiese con apprensione, potendo quasi sentire la sofferenza dell'animale come sua. Il centauro lo osservò, accarezzandogli piano il muso e cercando di capire se fosse stato ferito, avvelenato o chissà cos'altro. Ma l'unicorno sembrava non avere nulla di anomalo: il colore del manto tradiva la sua giovane età, aveva gli occhi di un blu profondo e le zampe sembravano abbastanza forti da poterlo sorreggere, eppure continuava a nitrire spaventato, come in preda ad un dolore lancinante. Ad un tratto Al (che si era avvicinato a sua volta) chiese: “Perché il suo corno non sta brillando?”, ricordandosi delle lezioni di Hagrid sull'aspetto degli unicorni in piena forma. Effettivamente, il corno dell'animale era di un grigio spento, quasi fosse di pietra. E lo era.
Fiorenzo allungò una mano, sfiorando con cautela la parte più sensibile della creatura e rabbrividì. “E' stato pietrificato” sentenziò, gli occhi spalancati per la sorpresa. Non gli era mai capitata una situazione simile; certo, erano frequenti i casi di maltrattamenti degli unicorni atti a prelevarne il sangue o il corno stesso, ma non vi erano mai stati casi (non che lui ricordasse) in cui qualcuno si era azzardato a pietrificare una creatura considerata dal mondo magico sacra. Inoltre si trattava di una sola parte del suo corpo, il che era ancora più strano.
Il resto del gruppo cominciava a rumoreggiare, sporgendosi per vedere meglio la scena ed il centauro, quasi risvegliandosi da un sonno prolungato, si drizzò sulle zampe. “Credo che la lezione di oggi debba essere sospesa, ragazzi. Mi rincresce, ma dobbiamo far luce su questa faccenda e la preside deve essere avvertita immediatamente”. Gli studenti sospirarono all'unisono, alcuni di sollievo, altri di delusione. Poi, chiacchierando tra loro e voltandosi spesso indietro verso l'insegnante (rimasto accanto alla creatura), tornarono al castello.
 
 
“Bradley, vuoi piantarla di ficcanasare tra le carte della preside?”. Abigail stava rimproverando per l'ennesima volta il caposcuola più anziano dei Corvonero, intento a sfogliare alcuni documenti sulla grande scrivania in mogano. James, dal canto suo, stava facendo scorrere il dito sul dorso dei libri ordinatamente accatastati sugli scaffali dell'altissima libreria, mentre il caposcuola dei Tassorosso, Jodi Rickett, se ne stava in un angolo a mani giunte, osservando di sottecchi i suoi coetanei. Tutti e quattro erano stati convocati d'urgenza dalla McGranitt per discutere di “una questione di fondamentale importanza” riguardante gli affari di Hogwarts. I ragazzi aspettavano trepidanti l'arrivo della preside, che proprio in quel momento fece il suo ingresso nella stanza, chiudendosi alle spalle la porta con un sonoro colpo.
“Buon pomeriggio a tutti. Sono desolata di avervi fatti chiamare con così tanta premura, ma circa due ore fa il professor Fiorenzo ha scoperto una cosa che ha lasciato tutto il corpo insegnanti perplesso e vorrei mettervi a conoscenza del fatto in questione prima di annunciarlo a tutta la scuola, anche se dubito che i ragazzi del quinto e sesto anno siano riusciti a tenerlo per sé”. I capiscuola si scambiarono occhiate confuse. La preside continuò: “Durante la lezione odierna di Divinazione alla quale, a causa della malattia della professoressa Cooman, gli studenti del quinto e sesto anno hanno partecipato contemporaneamente, il gruppo si è recato ai margini della Foresta Proibita per osservare alcune piante particolari. Ciò che al contrario hanno trovato è un unicorno, che si è avvicinato a loro senza alcuna esitazione”. Abigail aveva già aperto la bocca per commentare, ma la donna la fermò con un gesto della mano. “La cosa ancora più sconvolgente dell'accaduto è che l'unicorno in questione era debole e incapace di reggersi in piedi. E dopo una rapida analisi, il professor Fiorenzo ed i ragazzi si sono accorti che il corno della creatura era pietrificato”. L'ultima parola li lasciò tutti interdetti, quasi si fossero a loro volta trasformati in massi incapaci di muoversi volontariamente. Poi fu James a rompere il silenzio. “Chi o cosa crede possa aver compiuto un'azione tanto crudele?” chiese rivolto all'anziana preside, il volto contratto dalla rabbia.
La McGranitt guardò verso la finestra, gli occhi velati da una tristezza infinita. “Vorrei poter conoscere la risposta, signor Potter. Ma al momento non riusciamo neppure ad immaginare un ipotetico colpevole dell'accaduto. E ciò che ci spaventa ancora di più è che l'unicorno, al momento in mano alle cure del nostro guardiacaccia Hagrid, non accenna a migliorare”. “E' mai capitata una cosa simile in passato?” domandò Jodi, il tono della voce fastidiosamente basso (come suo solito). La preside scosse la testa. Un silenzio carico di tensione scese sulla stanza, fino a quando fu Bradley Samuels a domandare: “Che cosa vuole che facciamo, preside? Non ci ha convocati solo per informarci della notizia, non è vero?”.
La donna annuì seria. “Infatti, signor Samuels. Come capiscuola più anziani di Hogwarts pretendo da voi un'ulteriore aiuto: voglio che controlliate i vostri compagni più giovani e facciate in modo che nessuno di loro si avvicini di nuovo alla Foresta Proibita” “Ma signora, le lezioni di Divinazione e di Cura Delle Creature Magiche...” “Dovranno svolgersi al chiuso, signorina Davis. Almeno finché non saremo stati in grado di inquadrare meglio la faccenda e di assicurarci che non vi è alcun pericolo dietro l'angolo. Fino ad allora, dovrete impedire a chiunque di inoltrarsi nella foresta, nessuna eccezione. Sono stata chiara?”. I quattro ragazzi annuirono all'unisono e James chiese: “Che cosa si aspetta da noi, quindi? Appelli e contrappelli mattina e sera? Interrogatori?” “Tutto ciò che riterrete necessario, Potter” risposte risolutamente la McGranitt, incrociando le braccia sul petto. “Non ho altro da aggiungere, potete tornare in classe. E mi raccomando, conto su di voi”.
 
 
La piccola Lily se ne stava seduta a gambe incrociate sull'enorme poltrona di velluto rosso davanti al fuoco della Sala Comune dei Grifondoro, ascoltando con il suo MP3 regalatole dal padre alcune canzoni babbane. Suo fratello James aveva solo poche ore prima messo in guardia tutti riguardo alla faccenda dell'unicorno pietrificato e del divieto di entrare nella Foresta Proibita e la ragazzina non riusciva a smettere di rimuginare sui fatti accaduti quel giorno; chi poteva aver anche solo pensato di fare una cosa simile? Che profitto poteva avere dal pietrificare il corno di una creatura tanto magica e leggendaria? E perché, poi, soltanto il corno? Voleva forse impedire che venisse utilizzato per scopi curativi (come i maghi e le streghe di tutti i tempi avevano sempre fatto)? O si trattava solo di un avvertimento? Si trattava di un caso isolato o c'erano già altri unicorni a cui era toccata la stessa sorte?
Non riusciva a darsi pace e perfino i commenti civettuoli di alcune sue compagne del quarto anno sulla figaggine di suo fratello maggiore sembravano, per una volta, non sfiorarla nemmeno. Patetiche. Là fuori sta succedendo qualcosa di grande e loro riescono solo a pensare a quanto i capelli di James fossero adorabilmente spettinati. Ma Lily era diversa, lei non si perdeva in sciocchezze simili. Sì, passava buona parte del suo tempo a correre qua e là col cugino Hugo, lasciando pacchetti esplosivi a Gazza, scompigliando le piume nell'aula del professor Vitious e tentando di staccare del tutto il capo al fantasma di Nick-Quasi-Senza-Testa, scatenandone la furia più nera; ma quando si trattava degli affari di Hogwarts e del mondo magico, improvvisamente si trasformava in una ragazza seria e responsabile, senza abbandonare quell'indole vivace e curiosa che spesso la faceva cacciare in un sacco di guai. I suoi fratelli, già al sesto e settimo anno, venivano sempre coinvolti in missioni di salvataggio ed indagine, i professori si affidavano a loro e li mettevano a conoscenza di affari spesso top-secret. Ma lei era soltanto una ragazzina di 14 anni di cui nessuno si fidava e che nessuno riusciva a prendere sul serio e questo era assai seccante. Avrebbe voluto essere d'aiuto, soprattutto per la faccenda degli unicorni, creature che l'avevano affascinata fin dall'età di 7 anni, quando ne vide uno per la prima volta con suo fratello Al a Godric's Hollow.
I tizzoni nel camino della Sala Comune si stavano spegnendo uno ad uno e la giovane Grifondoro si strinse nella coperta patchwork, ormai sola nell'enorme stanza. Era così immersa nelle proprie riflessioni che non si accorse di un'ombra apparsa dietro di lei. “Troppo a cui pensare per dormire, Lilu?”. La ragazzina si voltò, trovandosi davanti una Rhonda sorridente, che indossava già il pigiama e si stropicciava un occhio. Sospirò e tornò a guardare le fiamme ormai inesistenti. “Tu hai qualche idea, Rhonda?”. La ragazza dietro di lei scosse il capo. “No, ma sono sicura che ne verranno a capo in qualche modo. O perlomeno tuo fratello farà anche l'impossibile per trovare il colpevole e prenderlo a calci in culo!”. Lily sorrise, avvicinando le ginocchia al petto. “Cerca solo di non passare la nottata qua al freddo a rimuginare, va bene? James mi ucciderebbe se sapesse che ti ho lasciata qui!” mormorò, le scompigliò i capelli giocosamente e salì nuovamente al dormitorio, lasciando la più piccola dei Potter ad escogitare un piano per raggiungere la Foresta Proibita senza farsi beccare.
 
 
 
 
Rieccomi qua!
Quasi mi sorprendo di aver impiegato SOLO 5 giorni per scrivere il secondo capitolo di questa ff, non è da me essere così veloce ahahah
Spero che pian piano altre persone si interessino a questa storia, dato che finora non c'è stata molta partecipazione :/ ci sto mettendo parecchio impegno e io stessa mi sto facendo coinvolgere dalla trama che ho in mente, quindi spero di poterla continuare a condividere con voi!
So che con tutti questi personaggi potrebbe venirvi un mal di testa incredibile, ma non ci posso far nulla, mi appassionano le storie complicate ahaha se mai aveste bisogno di una lista dei nomi (giusto per ricordarveli meglio) fatemelo sapere che è già pronta per voi ;) Come potete vedere, in questo capitolo si comincia a delineare anche quella parte di “avventura” e non soltanto quella “romantica” come poteva sembrare leggendo il Pilot! :)
Come al solito vi invito calorosamente a lasciarmi una recensione, un commento breve anche, accetto tutto senza discriminazioni! Spero di potervi rivedere (magari più numerosi) al più presto, un bacio a tutti ;)
 
Frannie
 
  
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