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Autore: Achernar    04/06/2014    7 recensioni
Non si è mai sentito che una coppia affiatata come Atem e Yugi avesse bisogno di una consulenza dallo- ops: dalla psicologa. Ma a quanto pare nessuno è perfetto...
Birthday-ficci: tantissimi auguri al nostro aibo preferito!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Yuugi Mouto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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little talks 1

(Sì, lo so cosa vi state chiedendo: sì, è il titolo della canzone di qualche anno fa. No, non ha senso. Almeno non più)

E la Ache ritorna all'attacco! Avevo detto che mi sarei rifatta viva prestissimo e infatti.... (tutto mi si può dire tranne che io non sia puntuale)

A quanto pare questa storia è fatta per essere legata ai compleanni (e chi ha da intendere intenda) infatti oggi cos’è? *rullo di tamburi* Tantissimi auguri Yugi!! Spero festeggerai alla grande col tuo altro te stesso *oh, quanto mi piacerebbe presenziare ma, ahem, sorvoliamo...*. Ordunque, questa storia è dedicata al nostro simpatico nanerottolo, ma conoscendomi sapevate che ci avrei ficcato anche il faraone. E con questo sancisco il mio ritorno al genere humor, ho riempito la sezione di angst ultimamente, meglio variare ^^

E dal momento che mi sono accorta che le mie OS superlunghe non riscuotono molto successo (in effetti mi rendo conto che può essere scoraggiante aprire un link e ritrovarsi una storia praticamente infinita davanti) ho deciso, anche se questa non è fra le più lunghe che ho scritto (vedi rettile), di dividerla in tre shot: una a settimana a partire da oggi. Grazie come sempre a La_Fe10 per il suo aiuto

Buonissima lettura, buonissimo compleanno a Yugi e buonissimo giugno a tutti!

 

 

“Ok, spiegami ancora perché siamo qui”

“E dai, non è la fine del mondo no?”

“No! Ma tutto questo è semplicemente ridicolo: perché dobbiamo stare qui a parlare dei fatti nostri con un perfetto estraneo che-“

“Ahem” tossicchiò la donna seduta con le gambe elegantemente accavallate sulla poltrona in similpelle. Strinse contrariata la presa sul taccuino che teneva in mano.

“Oh, mi scusi” fece Atem abbassando lievemente il capo. “Dicevo, aibo, con una perfetta estranea che li scribacchia su foglietti volanti per poi farne chissà che cosa. Sai quante altre belle cose potremmo stare facendo in questo momento?” aggiunse con tono allusivo.

Yugi arrossì lievemente. “Ricorda per chi lo stiamo facendo, dai”.

“Ah ecco: e ti spiacerebbe anche spiegarmi ancora per chi lo stiamo facendo? Perché se è per noi due, allora c’è qualcosa che non va, dal momento che io passerei volentieri oltre a questa simpatica seduta dallo ps-, psec-, pisi-“

Psicologa” intervenne acida la donna.

“Ah sì giusto, grazie signorina” sorrise il faraone per poi tornare a rivolgersi al proprio aibo come se l’altra fosse trasparente. “Se è per te allora è un’altra cosa, sai che farei di tutto per renderti felice. Ma-“ Atem si interruppe udendo lo ‘scrib, scrib’ di una penna nera sul taccuino. Si girò di scatto, accigliato.

“Scusi lei, cosa sta facendo?”

“Il mio lavoro no?” rispose stizzita la dottoressa.

“E sarebbe?” fece lui scettico e sospettoso “Che fa: mette per iscritto le cose che dico al mio aibo? Ma non sa che è roba privata? Cos’è lei: una specie di poliziotta che fa il verbale? Beh, io ho la coscienza a posto ormai: salvando il mondo due volte e sopportando Kaiba da anni ho sicuramente fatto ammenda per tutte le persone mandate all’altro mo-“

“-Momento!” lo interruppe brusco Yugi piazzandogli una mano sulla bocca. “Un momento mou hitori no boku, calma. La signorina vuole solo aiutarci”.

“Che?” fece l’antico faraone.

“Gli psicologi fanno questo: ascoltano i problemi della gente, prendono appunti per capire la soluzione di questi problemi e aiutano le persone a superarli”.

“Cioè in pratica si fanno i fatti di tutti e vengono pure pagati”.

Yugi facepalmò.

La psicologa decise che ne aveva abbastanza di quel siparietto. Si alzò e si andò a piantare davanti al faraone con le mani sui fianchi, alla Perpetua, e lo sguardo torvo.

“Senta un po’ lei, sottospecie di punk abbronzato: io ho ben altro da fare che stare qui tutto il giorno a sentire le sue lamentele! Per grazia del cielo ho abbastanza di che vivere da non dovermi andare a cercare i clienti in giro per la strada, quindi se lei è qui adesso ci è venuto di sua spontanea volontà e non l’ha costretta nessuno. Perciò ora mi faccia il santissimo piacere di piantarla una buona volta con le sue lagne su una povera libera professionista e si comporti da paziente! Altrimenti quella è la porta!” sbraitò indicando la suddetta con un gesto plateale della mano.

Atem, nella sua faraonica e regale compostezza, non si mosse di un centimetro. Solo gli occhi si ridussero a fessure: in testa stava già cercando di ricordare qualche antica formula in ieratico per tramutare gli psicologi petulanti in girini, o meglio ancora per incenerirli all’istante. Sì: lui adorava i falò!

Yugi, come avesse presagito quanto stava per accadere, si affrettò a fare da paciere.

“Nonononono, per carità! Va tutto benissimo, il mio ragazzo è solo un po’ scettico, tutto qua ahahah” ridacchiò nervoso. Poi si rivolse ad Atem e sussurrò a denti stretti. “Piantala.subito”. Lui gli rispose con uno sguardo eloquente come a dire ‘piantala cosa, aibo?’. Il più piccolo gli lanciò una stilettata e mimò con la bocca ‘no mind crush’. L’altro sbuffò: Yugi gli toglieva sempre tutto il divertimento.

“Allora” continuò il ragazzino dai capelli a stella. “Credo che siamo partiti col piede sbagliato. Perché non cominciamo con le presentazioni eh?”.

“Lasci fare a me il mio lavoro” fu la glaciale risposta della psicologa. Yugi ammutolì. “O-ok, certo, mi scusi. Faccia pure”.

“Dunque” fece quella sfogliando la sua agenda, poggiata sulla scrivania alle sue spalle. “Qui leggo che siete venuti per una consulenza di coppia: cos’è, la vostra vita sentimentale non funziona?”

“La nostra vita sentimentale non funziona??” gridò Atem tutto allarmato rivolto verso di Yugi, afferrandolo per le spalle. “Dimmi cosa sbaglio aibo, dimmelo: cambierò, te lo giuro, ma tu non lasciarmi ti prego!”.

“A-Atem, è tutto a posto, davvero. È stato solo un consiglio della mamma, ricordi?”. Pausa. “O forse non te ne ho parlato?” aggiunse pensoso.

“Vuoi dire che non piaccio a tua madre?”

“Non mi sorprenderebbe” fu il commento della psicologa. Atem per il momento la ignorò.

“No, aspetta: ho capito. È come in quei telefilm, quando una madre non si rassegna al fatto che il figlio sia gay e allora tenta di riportarlo sulla retta via-“

“Un classico” commentò di nuovo quella guardandosi le unghie con aria annoiata. Atem questa volta le lanciò un’ occhiataccia.

“Ma tu non  tornerai sulla retta via, vero aibo? Non mi abbandoni, vero?”.

“Beh” fece Yugi levandosi le mani del ragazzo dalle spalle e spolverandosi la maglietta. “Tanto per cominciare io non sono gay ma bisessuale, e poi mamma non ha nessun problema con te, ti adorano tutti a quanto pare-“

La psicologa si schiarì la voce.

“Ahem, quasi tutti. Beh, comunque era solo preoccupata perché ci vedeva sempre insieme, incollati, e dice che questo non è un rapporto sano, così ci ha consigliato di parlare un po’ di noi a uno psicologo per vedere se dobbiamo cambiare qualcosa nella nostra relazione”.

“A me piace così com’è” disse l’altro mettendo il broncio.

“Può essere, ma si può sempre migliorare no? E poi mamma lo ha detto per il nostro bene, almeno facciamola contenta” aggiunse con un sorriso dei suoi, di quelli a cui Atem non aveva mai imparato a resistere. Niente da fare allora: avrebbe dovuto affrontare quella benedetta seduta dallo ops- dalla psicologa, raccontarle tutti i loro fatti privati per poi andarsene da lì con le idee più confuse di prima. Sigh. Tanto valeva cominciare. 

End of part one! Come vi sembra? spero vi abbia incuriosito almeno un po', ci vediamo (o meglio 'leggiamo') mercoledì prossimo con la seconda parte!

  
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