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Autore: MithriLady    07/08/2008    3 recensioni
E se...Sweeney Todd soffrisse d'amnesia?
Riuscirà il nostro amato barbiere a ritrovare se stesso nella grigia Londra del XIX secolo?
Genere: Parodia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Scheletri nel… pavimento

La discussione s’infiammò a tal punto che Sweeney uscì imprecando dalla stanza precipitandosi nella mansarda, giustificandosi con la signora del posto, la signora Lovett, con un delicatissimo ‘Voglio visitare quella dannatissima stanza, va bene??’
Percorse la scalinata a grandi passi e in tutta furia. “Dannazione!” Strillò giunto sulla porta. Non aveva la chiave con sé, e di scendere di nuovo giù non se ne parlava. Allora iniziò a prenderla a calci, e dopo un paio di sferzate la porta cadde con un tonfo assordante.
Nellie fece finta di nulla e tornò fischiettando alle sue faccende.

Giunto sin lì non aveva mai pensato a come potesse conoscere così bene quel luogo, non vi aveva fatto caso adirato com’era; ma ci era giunto. Eppure in cuor suo sapeva di essere a casa sua. Ma perché? Cosa aveva che non andava? Quella donna era maligna, faceva uno strano effetto su di lui.
Ricordava quando, due settimane prima qualcuno lo aveva avvertito: amnesia forse? Ma cos’era, non riusciva a capirlo. Né ricordava chi diavolo fosse quel qualcuno.
Ma i suoi contorti pensieri si andarono a posizionare su un oggetto piccolo e lucente sul pavimento, illuminato dalla luce che di sbieco filtrava da una grande vetrata in fondo. Un rasoio. Accanto, la scatola che lo conteneva, con dentro altre sei altrettanto luccicanti lame. Un’asse di legno più distante dava a pensare che erano nascosti sotto il pavimento; la caduta della porta doveva aver fatto un po’ di danni.
Ma assieme alla scatola, se ne accorgeva lentamente, tante altre cose erano balzate fuori dal parquet: dei bastoni da cricket, batteria di pentole acciaio inox, vecchie bambole di pezza, un servizio in finta porcellana, pile e pile di riviste gossip femminili, e così di scorrendo. Tutta roba della Lovett quindi. Gli vennero i brividi.
In quella confusione, Sweeney ebbe un gran giramento di testa e quel forte dolore ritornò alle tempie; quindi cessò, lasciandolo ancora parecchio frastornato. In preda a qualche raptus poi, improvvisamente e con suo gran stupore, prese in mano la prima cosa che gli capitò a tiro, intonando una canzone dolce e soave, degna di vincere Sanremo giovani.

These are my friends,
See how they glisten.
See this one shine,
How he smiles in the light,
My friends,
My faithful friends...


E distese alla bianca luce solare la ciabatta che aveva in mano.
La guardava felice, ammirandola. Era ritornata, sì, ne era certo. Era ritornata da lui; e non aveva la più pallida idea di cosa fosse.
Ma continuò, allontanando quel pensiero.

Speak to me, friend.
Whisper, I'll listen.
I know, I know
You've been locked out of sight
All these years!
Like me, my friend!


La avvicinò all’orecchio, come se potesse parlargli. Poi continuò l’elogio innalzandola al centro della stanza.

Well, I've come home
To find you waiting!
Home,
And we're together...
And we'll do wonders...
Won't we...?


La signora Lovett aveva sentito la performance, salendo di corsa. Nonostante tutto l’arrabbiatura le era passata; e poi, lui era il suo amato! E che voce che aveva!
Le sue lodi interiori cessarono del tutto quando lo videro con quella roba in mano, una sua ciabatta vecchia di anni. Allora si avvicinò a Sweeney cauta, vedendolo prendere rapido dal pavimento un ferro da stiro arrugginito, al quale ora si rivolgeva.

You there, my friend,

Quindi anche lei prese a cantare, e si ritrovarono a duettare senza che lui se ne accorgesse minimamente.

I'm your friend too, Mr. Todd.

Come, let me hold you.

If you only KNEW, Mr. Todd.


E da dietro la sua spalla tentò di levargli quelle cianfrusaglie di mano; ma Sweeney si voltava di scatto e inaspettatamente.

Now, with a sigh,

OOH, Mr. Todd..!


Poi arrivò a toccarle, ma rapido lui cacciò le mani indietro, che si andarono a posare sulla sua spalla.

You grow warm

You're warm

In my hand...
In my hand...


Ma era lì appoggiata alla sua spalla, e non dimenticava quanto lo aveva amato di nascosto…

My friend,

You've come home...


…e stava anche scoprendo un lato…un po’ assurdo del suo carattere.

My clever friend...

Always had a fondness for you,
I did.


Ma nonostante quello, ecco, l’aveva detto! Ora doveva averla sentita per forza, almeno sperava. Ma Sweeney si allontanò verso l’ampia vetrata assorto nel suo canto migliore. Cerume, ovvio, di anni e anni nelle orecchie.

Rest now, my friends.

Never you fear, Mr. Todd.


Eh beh, certo. Era lui a metterle paura!

Soon I'll unfold you.

You can move in here


(Ma senza toccare roba che non ti appartiene)

Soon you'll know splendors

Mr. Todd. Splendors

You never have dreamed
You never have dreamed

All your days,
All your days

Will be yours!

My lucky friends.

I'm your friend,
And you're mine!

Till now your shine

D…Don't they shine beautiful?


Certo, il ferro da stiro luccicava…

Was merely silver.

Silver's good enough for me,

Friends,

Mr T...


Lei si avvicinò al suo collo, odorando profondamente fra I suoi capelli. Un bagno non poteva essere evitato.

You shall drip rubies,
You'll soon drip precious
Rubies...


Quindi Sweeney le disse di andarsene, di lasciarlo solo coi suoi amici. Il tutto le sembrava un po’ strano, ma accettò di buon grado, andando di corsa a preparare la vasca dove poi l’avrebbe gettato.

Ora era solo, con quelli che poi sarebbero diventati i suoi inseparabili amici. Stese nuovamente il braccio verso la luce, verso il cielo grigio di Londra, e con chissà cosa in mano, sentenziando rude la sua minaccia di morte.
“Finalmente… il mio braccio è nuovamente inter…”
E così si addormentò, colto da un improvviso sonno. Ma restò in piedi in quella posizione, finché la Lovett non lo trascinò di peso nell’acqua calda che gli aveva preparato.
  
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