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Autore: MM_White    06/06/2014    3 recensioni
Ci sono due stanze, al sesto piano del Grand Hotel di Cannes. Nella 607 c'è Jennifer, bellissima e annoiata. Nella 620 Josh rimpiange la propria timidezza e ricorda momenti passati con lei. Si cercheranno, si scontreranno, si confronteranno. Cos'è Josh per Jen? Prima estraneo, poi semplice conoscente, dopo ancora collega e per finire amico. O amante.
Dalla storia: "- Non voglio che qualcosa cambi tra noi.
- Doveva succedere prima o poi. Tu stai per sposarti Jen, e io...
- Tu?
- Bhè, io sono tuo amico ma rimango pur sempre un uomo. Non puoi stringerti a me in quel modo, non puoi dormire nel mio letto, non puoi... Dio ma perchè non riesci a capire?
- Potrebbe succedere qualcosa di cui poi potremmo pentirci, è questo che vuoi dire giusto?"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Okei, Jen. Ora o mai più!

 

 

 




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2. Room 607

 

 

 

 

Socchiuse gli occhi e si infilò le scarpe. Per la verità il termine giusto sarebbe stato salì sulle scarpe, in quanto alzò il ginocchio quasi fino al busto per far sì che la piante del piede poggiasse sulla suola. Creazioni, le chiamavano gli stilisti. - Sadismo puro, lo chiamo io! - Borbottò fra sè la ragazza. Dopo le sue stratosferiche entrate in scena, «saluta, sorridi, cammina e, per l'amor del cielo, ti prego non cadere!», il suo stilista aveva incominciato ad optare per scarpe dai tacchi che non fossero veri e propri trampolini di lancio. «Ma promettimi che ti allenerai a portare i tacchi alti, quando puoi. Inizia con qualcosa di semplice, un tacco 12 per esempio.» «Cosa? Ma sono altissime!» «Poi man mano aumenta, passa al 13, al 14...» «Ma mi stai sentendo?» «Al Festival ti voglio veder sfilare con un tacco 18, Jen!» «Tu sei impazzito!»

E adesso eccola qui, nella sua stanza di Hotel, la 607, a cercare di camminare con fare disinvolto su quei trampoli verde acqua. Fece qualche passo e iniziò ad imitare il brusio della folla. «Sei stupenda Jen! Oh, grazie, grazie!» Accennò un sorriso e salutò con la mano l'anta aperta dell'armadio. «Troppo facile!» Pensò con una punta di presunzione.

 

Josh mi ha cacciato dalla sua stanza.

 

«Aspetta, quando andrò a ritirare il premio dovrò salire degli scalini?» Sollevò le gambe, coordinandole come se stesse salendo sù per una scala. «Perchè tu vincerai un premio vero Jen? Vecchia mattacchiona!» Fece una smorfia allo specchio davanti a lei.

 

Mi ha cacciato dalla sua stanza e ha messo in mezzo Nicholas.

«Doveva succedere prima o poi. Tu stai per sposarti Jen...»

 

«Ma l'abito è aderente fin quasi le caviglie! Non riuscirò mai a salire degli scalini sollevando le gambe in questo modo.» - Accidenti! - Sussurrò mentre si guardava intorno. Intravide una cinta in uno dei tanti cassetti aperti e la tirò fuori. Si chinò e la chiuse intorno ai polpacci, appena sotto le ginocchia. Iniziò a camminare con passetti rapidi. Il vestito iniziava ad aprirsi solo in quel punto ed era veramente strettissimo, le pareva di ricordare. Un altro sguardo veloce allo specchio e tornò a camminare. Raggiunse il bagno e scorse sul davanzale un cestino in cui erano contenute una decina di mollette da bucato. Ridacchiando ne prese due e le applicò ai lobi delle orecchie.

Cercò di apparire più disinvolta possibile, ma il tentativo la fece sembrare ancora più goffa e comica. Arrivata allo specchio a muro, fece un breve inchino e simulò nuovamente il frastuono della folla.

- Eccola è lei! Jennifer Lawrence! - Sussurrò e si voltò appena per salutare con la mano. - E guardate un pò. No, non ci possso credere! I miei occhi ci vedono ancora bene o quello è proprio un tacco 16?

La ragazza alzò la caviglia e fece finta di guardare in camera, - È un 18, baby! - Disse con fare sensuale. - E dei miei orecchini che ve ne pare? - Alzò il capo e mosse lentamente il collo, prima da un lato e poi dall'altro. - È legno puro miei cari, anzi no, mogano!

Rise come una matta fin quasi a farsi uscire le lacrime. Poi si bloccò d'un tratto e guardò l'immagine buffa che appariva allo specchio. Il sorriso si spense lentamente.

 

«Potrebbe succedere qualcosa di cui poi potremmo pentirci, è questo che vuoi dire giusto?»

«No Jen, potrebbe succedere qualcosa di cui tu potresti pentirti. Io non mi pentirò mai di...»

«Di? Di cosa?»

«Niente, lascia perdere. Buonanotte, Jen».

 

Sussultò quando sentì bussare alla porta. La raggiunse e l'aprì senza neanche pensare in che condizioni si sarebbe presentata. In canottiera e pantaloncino corto, – sentiva caldo, quella sera – i capelli arruffati, il trucco sfatto, una cinta intorno ai polpacci, un paio di scarpe tacco 18 e per finire in gran bellezza un paio di mollette a mò di orecchini.

- Che stavi combinando? - Chiese Josh, sorpreso. Il viso accigliato.

- Ah, - Jennifer scoppiò a ridere e si chinò per togliersi la cinta. - Niente di che.

Nel dire questo perse l'equilibrio e stava quasi per cadere, se non fosse stato per Josh, che con un balzo le cinse i fianchi. Con i tacchi il viso di Josh le arrivava esattamente all'altezza del seno e lui rimase bloccato con lo sguardo dritto davanti a sè.

- Ehi, - lo richiamò la ragazza. - Io sono qua su!

- Scusa. - Sussurrò con il viso rosso e il capo chino. Si allontanò e si grattò la nuca. - Posso entrare?

- Certo. - Jennifer si scostò dalla porta.

- Begli orecchini! - Disse lui passandole davanti con un sorriso divertito.

 

Con un salto si sedette sul letto e si guardò intorno. - Che confusione che c'è qui!

- Non ci fare caso, - Chiuse l'anta dell'armadio e raccolse gli abiti per terra. Si tolse le mollette dai lobi. - Allora, cosa volevi dirmi?

Josh si sollevò e si avvicinò a Jennifer. - Togliti le scarpe, prima.

- Cosa? Perchè?

- Toglitele, Jen. - Le si avvicinò ancora di più.

Jennifer si chinò e tolse la prima scarpa, scendendo così alla stessa altezza del ragazzo. Tolse anche l'altra e quando rialzò lo sguardo Josh la sorprese con un bacio.

 

 

Le sue labbra era morbide e calde. Le assaporò ancora e ancora. Non seppe dire per quanto tempo si baciarono, ma quando riaprì gli occhi, si perse nei suoi e si ritrovò a nuotare in un bellissimo mare blu. Rimase con la fronte appoggiata su quella di Jennifer, le mani appoggiate sui suoi fianchi e il cuore che batteva all'impazzata.

- A cosa stai pensando? - Le chiese in un sussurro.

- Sto cercando di farmi venire in mente qualcosa di terribilmente stupido, ma non ci riesco. - Jen fece una delle sue solite boccacce buffe e lui sorrise. - Allora è vero che la mia analista mi sta guarendo. Dovrò darle un aumento, maledizione!

Scoppiarono a ridere, ancora con le fronti appoggiate una sull'altra. «Siamo della stessa altezza per incastrarci così» le venne in mente all'improvviso, e subito si pentì di averlo pensato. Gli accarezzò la nuca con una mano.

- E tu Josh? A cosa stai pensando?

- Che mi dispiace, ma che dovevo farlo. Almeno una volta.

- Non è carino da parte sua rubare le battute di Liam, signor Hutcherson!

Risero, e Jannifer sentì uno strano calore avvamparle nel ventre, per poi scendere più giù. Quando Josh cercò un altro contatto lei si ritrasse. Aveva biaciato il suo migliore amico. E stava per sposarsi. Ma cosa diavolo stava facendo?

- Io... Tu... Ecco... Buonanotte, Josh. - Disse con impeto. Un altro secondo in più e sarebbe esplosa. Lo avrebbe spinto sul letto e... E non doveva assolutamente accadere!

Lui sospirò e le dette un bacio sulla fronte.

- Notte, Jen.

 

 

Ci sono due stanze, al sesto piano del Grand Hotel di Cannes. Dalla 607 ne uscì un ragazzo. Percorse il corridoio e si precipitò nella 620. Doveva fare in fretta, doveva chiudere velocemente la porta dietro di sè prima che lei lo raggiungesse. Prima che lei lo raggiungesse e lo vedesse piangere. Si lasciò cadere per terra e la schiena iniziò a sussultare dai singhiozzi.

«Non lo farò più,» promise a se stesso. «Non mi intrometterò più fra Nicholas e Jen».

 

 

 

Ehmmm... Che ve ne pare?

Non so che altro dirvi... Io... Tu... Ecco...

* Scappa *

   
 
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