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Autore: andreeastefania    07/06/2014    2 recensioni
Fiori di Ciliegio è una storia nata dalla mia piccola ossessione verso i manga che mi hanno fatta innamorare alla follia del Giappone.
"Futomi Yuumi, 16 anni, amante dei libri e famosa per le percentuali massime a tutti i test."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Piccolo angolo che uso per dedicare questa storia a quella piccola girella che corregge i miei Orrori.
Spero di sorprendervi e magari di farvi arrivare alle note finali con la voglia di reccensire!


Fiori di Ciliegio




Capitolo Uno
Futomi Yuumi

 
 
La vita nel dormitorio femminile della Osai Academy passava monotona e noiosa per la nostra protagonista, Futomi Yuumi. Essendo ormai una veterana delle piccole ma comode camere del dormitorio, la sua intera giornata girava intorno a quella grande scuola che era conosciuta in tutto il paese come la più grande scuola Femminile del Giappone.

Già dalle elementari, non era difficile trovarla a studiare in modo troppo serio per una bambina di 8 anni, con il solo obbiettivo di entrare, un giorno, all’Oasi Acadamy. Quest’ultima vanta più di 120 classi aventi studenti dalla prima elementare fino alla terza superiore*.
Futomi Yuumi è una studentessa del primo anno di liceo non che presidentessa del Comitato Studentesco dalla prima media. È da sempre una ragazza minuta con lunghi capelli neri e grandi occhi marroni. Il suo 1.57 spesso la fa vergognare e a volte evita di rivelare l’età, per non subire il sorriso sforzato che le persone le rivolgevano. “Poverina … così bassa alla sua età!
Attribuisce spesso a questo difetto la colpa della sua sviluppata non-vita-sociale. Certo, essere la prima della scuola ogni anno ed essere considerata la rivale numero uno di Satonaka Mitsuki, praticamente la ragazza più adorabile del mondo, non aiuta affatto! Il bello di una scuola femminile è appunto la scarsa -inesistente- presenza di maschi. Yuumi è sempre stata spaventata dal sesso opposto, ma nemmeno con le femmine è mai andata d’accordo; non importa chi tu sia, da dove venga o cos’hai tra le gambe, lei ti vedrà sempre e soltanto come qualcuno di cui non si fiderà mai. Ma comunque l’Osai Academy le ha sempre dato quella certezza che i maschi non l’avrebbero mai additata come quella “bassa” o “strana”. Le sue compagne si limitano a ridere di lei quando la sua sbadataggine riesce a farla cadere o farle combinare qualche disastro; come ad esempio quella volta che ha messo due scarpe diverse, o al contrario, o non le ha messe proprio. Quel giorno, in meno di un’ora, ormai tutta la scuola aveva visto (deriso, puntato, fotografato, filmato) le sue adorabili pantofole a forma di coniglio. Ma ora la sua piccola vita sta per esplodere e se ne ricorda ogni volta che incontra muratori sporchi di bianco e con grandi caschi arancioni in testa. Oppure quando va a pranzo e vicino al suo solito tavolo incontra persone in divisa (e non quella della scuola, purtroppo) che discutono di spazzi da occupare in più. Era andata all’Osai Academy perché era femminile, non potevano renderla mista adesso!
Ormai era abituata alla monotonia della scuola e non riusciva proprio a credere nella decisione della Preside di unire due scuole così diverse: l’Osai e L’istituto maschile Tomari, precedentemente appartenuto al marito della preside, da poco passato a miglior vita. L’annuncio era stato dato il primo giorno di scuola, e Yuumi ne era rimasta letteralmente sconvolta tant’è che era stata ferma per quasi venti minuti con la bocca aperta e con le gambe tremanti. La Preside aveva detto qualcosa come “Dato che noi siamo le signore, loro da gentiluomini si sposteranno nella nostra scuola e per quelli che occupavano i dormitori da oggi cominciano le costruzioni per una nuova ala dove loro risiederanno. Vi prego di non creare panico, questa scuola non perderà ne il nome ne il prestigio che ormai vanta da anni.”
Ma chi se ne importa del nome, stiamo per essere invase dal sesso opposto e lei ci da solo un anno per preparaci!

Il solo pensiero di dover condividere la classe con dei maschi le faceva venire la nausea. In sei anni di elementari non è mai andata d’accordo con nemmeno un ragazzo. Se alcune ragazze la rispettavano per la sua intelligenza i maschi se ne prendevano gioco nei modi più creativi possibili, partendo da modificarle il nome all’appiccicarle gomme da masticare sulla sedia e nei capelli. Per sei anni si era fatta forza dicendosi ogni mattina che lo facevano per invidia. Ma con l’inizio dalle medie si era resa conto che non poteva continuare così e pregò i genitori di trasferirla in un’altra scuola, finendo così per fare un patto: Se lei avesse passato la classe con il massimo dei voti allora sarebbe andata all’Osai Academy.

È sicura che non è mai stata colpa solo del suo essere intelligente, ci si metteva anche il suo non sopportare il sole perché le faceva nascere tantissime piccole lentiggini sulla pelle ed il suo amare i libri. Le vacanze estive per lei erano solo un periodo nel quale mollava per poco i libri scolastici e ne apriva altri che la portavano in mondi diversi e magici.
L’Oasi Academy ha una biblioteca assai grande che le permette di leggere un libro in poco tempo perché con l’aria fresca, l’odore dei libri e delle poltrone troppo-comode-per-essere-reali niente può distrarla.
Le piace molto anche tenersi informata sul mondo esterno e il nuovo smartphone che le hanno regalato i suoi genitori per natale le permette di esserlo e non solo su quello che succede in Giappone ma in tutto il mondo.
Yuumi è un’amante della cultura Italiana. Le piacciono le città e tutto quello che riesce a ‘vedere’ dai siti internet. Si diverte ad ascoltare canzoni in Italiano e leggere libri che la aiutano a capire com’era l’Italia molti anni fa.
Adora la storia in generale, le piace conoscere il passato del mondo intero e ammira molto chi, come lei, impara dal passato. “Se non sai cosa è successo come potrai far si che non succeda una seconda volta?” dice sempre la professoressa di Storia. Adora Mizusawa-san e le dispiace davvero tanto che quando l’anno prossimo andrà al liceo non potrà più averla come insegnante. Ma si è detta che comunque la vedrà tutti i Venerdì pomeriggio per le due ore di Italiano che quest’ultima si è offerta di darle. Anche questo si è rivelato un motivo del disprezzo che le sue compagne provano per lei. Nell’ultima gita le hanno chiaramente detto che sa solo fare la lecchina ed è per questo che prende bei voti. Con queste parole l’hanno spedita a dormire con la loro professoressa di Giapponese. Quindi oltre all’umiliazione di essere stata respinta da tutte le compagne dell’ultimo anno si è dovuta pure subire il russare assordante della vecchia professoressa.

Ormai è l’ultimo giorno di scuola e mentre mangia il suo bento**, Yuuma ripensa a quella giornata e prima di rimettere tutto butta via il pacchetto e si alza dalle scale che usa come sala da pranzo e si dirige verso la proprio classe. Quest’anno è finita di nuovo con Satonaka Mitsuki in classe e il solo subirsi gli sguardi vendicativi delle sue amiche sulla schiena le fa venire il mal di testa. Oggi hanno l’ultimo esame di matematica e Yuumi ha passato l’intera giornata di ieri a risolvere esercizi che alla fine risultavano sempre numeri improbabili. Alla fine, fatta una certa ora, si è arresa e ora prega Kami-sama di riuscire a passare con il massimo dei voti.
“In piedi” all’ordine della capo classe si alzano in piedi e fanno l’inchino d’avanti al professore. Kauchi-san si siede e da il via all’esame. “Avete un’ora da adesso” Yuumi sospira per qualcosa come la tredicesima volta(ha perso il conto ormai); la matematica non è mai stata i suo forte e per riuscire a prendere il massimo dei voti ha sempre esagerato con lo studio. Passata un’ora, Yuumi porta le ultime fotocopie nell’aula insegnanti e saluta tutti con un sonoro “Arrivederci” e Mizusawa-san le viene incontro “Arrivederci. Fai attenzione quanto torni nella tua stanza, stanno facendo le ultime riparazioni proprio lì davanti.” Sorride ed esce dalla porta “Si Mizasawa-san” risponde Yuumi uscendo dall’aula e avviandosi verso la sua classe. Oggi è il suo turno per le pulizie. Guardando fuori dalla finestra si rende conto che l’aria di Marzo sta passando e la neve è ormai del tutto sciolta, e questo le porta una grande malinconia. La voglia di stendersi sul letto e dormire fino al mattino seguente le ha fatto sorgere un enorme sorriso.
L’ultimo giorno di scuola, quindi domani niente sveglia. Questa si che è vita.










 
Continua




















 
Note :
Lo so che la voglia è poca ma se non si è conoscenti della cultura Giapponese è meglio se si continua la lettura.
 
Shiken Jigoku , letteralmente sta proprio per inferno degli esami. Questo è il soprannome che viene dato dai giovani Giapponesi al loro sistema scolastico.

*La scuola Giapponese è divisa in 3 cicli principali formati dallo studio in 6-3-3 anni. Prima di questi ci sono l’asilo nido e l’asilo e dopo l’Università che però non sono tappe obbligatorie. Il ciclo più lungo è quello delle Elementari (tra l’altro è la scuola dell’obbligo), seguito dalle Medie e poi dalle Superiori. Ci sono anche delle divisioni in sottocategorie in base agli anni. Il ciclo non segue i canoni Occidentali, la scuola inizia ad Aprile con la fioritura dei ciliegi e termine alla fine di Marzo dell’anno successivo.
Fin da quando si ha 6 anni e si inizia quindi il ciclo delle Elementari, uno studente è portato a dover sopportare una grossa mole di studio. La scuola inizia alle 8:30 i le lezioni terminano alle 16:30. Come se non bastasse in Giappone è in rigore quella che da noi è chiamata la “doppia scuola”, cioè terminata la normale giornata di studi è possibile svolgere dei corsi pomeridiani/serali che vanno dalle 17:00 circa fino anche alle 23:30 di notte per poter ripassare e ripetere. Una % molto alta di studenti in Giappone frequentano da 1 ai 3 corsi supplementari pomeridiani/serali. Tutto questo viene fatto per poter garantire il massimo rendimento e riuscire a superare le prove d’esame e quindi garantirsi l’accesso al ciclo e il passaggio di anno in anno.
Una volta finita l’università lo stato garantisce il lavoro, circa a 21/22 anni, per colpa del fatto di iniziare così presto a lavorare e per colpa dello stress che è davvero esagerato, in Giappone il tasso dei suicidi è altissimo!

Inoltre, gli studenti e gli insegnanti sono responsabili della pulizia della loro scuola (in Giappone non esistono i bidelli). Ogni giorno, parte del tempo viene destinata a questo compito. Ogni classe (alle elementari vi possono essere fino a 40 studenti per classe) è divisa in gruppi che, a turno, puliscono la classe, i corridoi, i bagni e altre aree comuni della scuola. Alcune scuole hanno anche delle aiuole che i ragazzi coltivano e di cui si prendono cura.

Da lettrice di Manga e appassionata di Anime mi sono innamorata del Giappone, ovviamente ho fatto molte ricerche ed ho scoperto che la vita scolastica non è proprio così leggere come ci fanno vedere.
Scrivendo ho cercato di tenere conto di tutto quello che ho letto perché non voglio passarci sopra come se niente fosse, ma non voglio nemmeno che la storia si concentri su questo.


** Il bentō (obentō) è una sorta di vassoio contenitore con coperchio di varie forme e materiali contenente un pasto, in singola porzione, impacchettato in casa o comprato fuori, comune nella cucina Giapponese.
 
 
Gli onorifici che ho usato in questo capitolo :
"Nome-san" è utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro, un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità.
"Nome-sama" è utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno che riveste un titolo importante o ha uno status particolarmente elevato, per esempio un primo ministro o un sacerdote, o il superiore sul lavoro. Il suffisso "-sama" viene usato anche per rivolgersi alle divinità: in giapponese, Dio è definito come Kami-sama.

 
Okay, ora ho davvero finito! 
Spero di avervi incuriosite/i almeno un po' e di essere guadagnata anche una recensione. 
Accetto a braccia aperte critiche e consigli. 
Arrivederci! 
















Andreea,
07.06.2014
   
 
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