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Autore: Ari Youngstairs    08/06/2014    7 recensioni
Raccolta di one shot su Jace ed Alec, piccoli Missing Moments, Slice of Lives, che trattano di momenti della loro infanzia. Abbiamo già trovato un'Isabelle molto tosta, un talentuoso Jace e un Alec innamorato del proprio Parabatai. Ma vi siete mai chiesti...come sia successo? Come hanno fatto due anime così diverse, a volersi unire indissolubilmente per tutta la vita?
[Ogni OS racconta un avvenimento accaduto in ordine cronologico, dalla cerimonia Parabatai fino a quella fatidica notte al Pandemonium | Accenni Jalec ]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Yes, It's a Good Thing 

~ 1 giorno prima del Pandemonium ~


 
​Faceva sempre uno strano effetto vedere un demone morire: dopo averlo trafitto con una lama angelica, esso cominciava a fumare e contorcersi su sé stesso, tra rantoli e urla di dolore, finché non spariva tornando all'inferno. O da qualsiasi dimensione esso fosse venuto.
Il problema poteva essere quando lo si uccideva da vicino senza poi darsela a gambe per avvitare brutte sorprese. 
Quella sera, infatti, Jace aveva ucciso quello che probabilmente era il suo millesimo demone Behemoth, ferendolo frontalmente con la spada.
«E così impari a rovinarmi la tenuta nuova, bastardo.» Gli sibilò contro, senza farsi mancare una smorfia dispettosa.
«È proprio necessario?» Chiesero in coro Isabelle e Alec, dietro di lui.
«Indispensabile, direi.» Fece lui, con aria saputella «Vedete, non c'è gusto uccidere qualcuno o qualcosa senza prima averlo insultato come si deve, o potrebbe venire il rimorso poco dopo...»
«Okay, okay. Abbiamo capito.» Lo zittì Alec, avvicinandosi. Notò che il demone era a pochi passi dal Parabatai, inerte. «Ma perché non è ritornato nel Vuoto?» Chiese, confuso. 
Jace avvicinò un dito al cadavere melmoso, tastandolo con cautela.
«Non ne ho idea. Eppure dovrebbe già...» non terminò la frase, poiché il Behemoth cominciò a gonfiarsi come un palloncino, emettendo un suono simile a quello dell'acqua che bolle in pentola. 
Bastò un istante, che il demone esplose in schizzi di sangue e pus, costringendo entrambi i Parabatai a portarsi le braccia al volto, come scudo.
«Oh per l'Angelo!» Esclamò il biondo, scostando le braccia bagnate da una sostanza appiccicosa e maleodorante. «Si dovrebbe ritenere fortunato ad esser esploso, o giuro che...»
Le risate di Isabelle, rimasta indietro ad osservare la scena, offuscarono la fine della frase.
«Ragazzi, dovreste vedervi adesso...siete così...»
«Sporchi?» Terminarono.
«Peggio.» Ridacchiò lei.
In effetti, sembrava che i due Cacciatori avessero deciso di tuffarsi a faccia avanti su un demone. Un po' come quando spalmavano la marmellata sul pane alla mattina: davanti cinque dita di spessore tutto zucchero e frutta, ed il retro perfettamente pulito. La mora sorrise a quella strana similitudine. 
Un rombo squarciò l'atmosfera, seguita da uno sciame di risate fredde e...distanti. Come se non fossero state emise da qualcosa di vivo.
 
 
 
 
 
L'aria si era riempita di un odore di sangue stantio. 
La moto giaceva inerte sull'asfalto, percossa scosse di energia demoniaca, simili a lampi di un colore indefinibile.
«Chi potrebbe mai averla lasciata qui?» 
«Piuttosto, chi potrebbe averla buttata qui.»
Jace guardava quella moto con uno strano scintillio negli occhi: cautela? Forse.
Curiosità? Probabile. 
Voglia di provarla? Assolutamente sì.
Alec lo capiva dal modo in cui le girava intorno, sfoggiando di tanto in tanto qualche debole sorriso. 
Lo spirito libero del biondo non avrebbe resistito a lungo, e conoscendolo, avrebbe fatto di tutto pur di montarci in sella.
«Vi sentite così autoritari e potenti da rubare le moto altrui, Cacciatori?» Suonò una voce alle loro spalle.
Dai canini che gli luccicavano come brillanti, quel ragazzo moro dagli occhi glaciali e la pelle pallida non poteva esser che un vampiro.
"Ad occhio e croce" pensò Alec "sembra avere l'età di Jace".
Ovviamente si sbagliava: forse quel Nascosto aveva trecento anni, o di più.
I suoi tratti erano ancora leggermente infantili, morbidi, senza tratti spigolosi a rovinare il volto latteo. 
Jace lo guardò storto, e fu come se all'interno della testa dei due Lightwood fosse scattato un campanello d'allarme.
«L'abbiamo trovata qui, perciò non accusarci, Nascosto.»
Il vampiro si avvicinò alla moto in un battito di ciglia, fronteggiando il Wayland occhi negli occhi.
«Sono fortemente tentato di succhiarti via tutto il sangue che hai nelle vene, Nephlim.»
Jace sostenne il suo sguardo gelido, stringendo con una mano l'elsa della spada, ancorata alla sua cintura.
«Ed io di infilzarti con questa spada, vampiro. »
Alec, avendo capito che nessuno dei due stesse scherzando, si mise tra i due interrompendo quella tempesta di sguardi. 
«Smettetela, nessuno infilzerà o morderà nessuno.» Spostò lo sguardo dall'uno all'altro. «Noi non abbiamo toccato la tua moto. L'abbiamo trovata così.»
Il vampiro era alto esattamente quanto Alec, e cominciò a penetrarlo con gli occhi color metallo. 
Molti pensavano che la particolare tonalità delle iridi del moro fosse un dono:  lui era dell'opinione opposta. Quegli occhi color del mare limpido, gli sembravano due finestre in cui chiunque potesse scorgere le sue emozioni: rabbia, tristezza, imbarazzo, amore. Tutto perfettamente visibile anche al più perfetto degli sconosciuti. 
In quel momento, Alec era sicuro che vedesse -nonostante il buio- il rossore che gli imporporava le guance, a causa della sua pelle troppo chiara.
Anche sua sorella l'aveva, però Isabelle non arrossiva ai complimenti, c'era abituata. Non diventava color pomodoro quando si arrabbiava, perché sapeva nascondere l'ira meglio di chiunque altro. 
Fu in quel momento che Alec si accorse che il Nascosto non stava più fissando lui, ma un punto indefinito dietro alla sua spalla. 
Si voltò, e capì cosa -o meglio, chi- stesse ammirando come fosse una gemma di particolare bellezza: Isabelle.
 
 
 
 
«E lei chi è?» Chiese, sollevando un angolo delle labbra. 
«È nostra sorella.» Risposero all'unisono io due Parabatai. «E se continui a guardarla come se volessi portarla a letto, non sarò tanto gentile con te.» Tenne a sottolineare Jace, ed Alec non poté che mostrarsi d'accordo.
«Facciamo così: potrei anche concedervi la mia moto...» mostrò i canini per un istante, prima di ritrarli. «Ma ad una condizione. Voglio un appuntamento con vostra sorella.»
I Nephlim gelarono sul posto, tutti tranne la diretta interessata.
«Per me va bene.» Disse, con una scrollata di spalle. «Infondo, ti sarebbe sempre piaciuto averne una, giusto Jace?»
Il biondo affermò, confuso più che mai, e cercò Alec con lo sguardo.
Ma lui teneva gli occhi fissi in quelli di Isabelle. 
«Ma...Izzy...» farfugliò. «Vuoi uscire...con un vampiro che hai appena conosciuto?»
«Ehi, ci faccio solo un giro, non sono così trasgressiva» lo rassicurò accarezzandogli una guancia. «E poi ho sedici anni, ho più libertà di prima, e anche se sei mio fratello maggiore non puoi vietarmelo.»
Alec sapeva che sarebbe stato inutile continuare, perciò liquidò entrambi con un: «Va bene, ma ti rivoglio all'Istituto prima di mezzanotte.»
 
 
 
 
«Non riesco a credere che tu le abbia lasciato fare una cosa simile.» Sospirò Jace chiudendosi il portone alle spalle. Alec si buttò sulla poltrona più vicina, esausto più in senso mentale che fisico. 
«Neppure io, ma Izzy sa cavarsela.» Ammise. «E...anche lei ha il diritto di poter uscire con qualcuno che le piace.» Arrossì così forte che sviò subito il discorso. «La moto? Dov'è?»
«È sul tetto. Dicono che basti montarci in sella e quella va da sola.» Scrollò le spalle,  e si buttò sul divano antico color mogano accanto al fratellastro.
«Ritornando al discorso di prima...» Inspirò «Anche tu hai il diritto di uscire con qualcuna che ti piace, lo sai?» 
Non avrebbe dovuto dirlo. Al moro si gelò il sangue nelle vene, il cuore gli si bloccò: qualcuna che ti piace. 
«Lo so. Ma non ho ancora trovato la persona giusta.» 
Aveva affrontato tante volte quel discorso con la sorella, ma con Jace era tutta un'altra cosa, estremamente disagiante. 
«Sai, al Pandemonium ci vanno delle tipe niente male.» Ridacchiò. Quello era proprio il suo terreno di gioco preferito. «Perché non ci vieni con me ed Izzy domani sera?» 
Alec aveva sentito dire che il Pandemonium si era meritato il titolo della “Discoteca più trasgressiva dell'intera New York City”, in cui qualsiasi razza di Nascosto che si rispetti va almeno una volta nella vita a bere o fumare chissà cosa.
«Io...va bene.» Le sopracciglia di Jace schizzarono in alto, quasi fino all'attaccatura dei capelli. 
«Adesso scusa, ho sonno.» Mentì, sbadigliando per esser più convincente. «Però ho intenzione di approfittarne per un interrogatorio, domani. Le hai sentite anche tu le voci su Valentine.»
Un'ombra attraversò gli occhi del biondo, cosa che ad Alec non sfuggì. 
«Va bene. Domani mattina proviamo la moto?» Chiese, di nuovo spericolato come al solito. 
«Ci sto. Ma ho intenzione di restare ancora vivo fra ventiquattr'ore.»
Una risata cristallina fiorì dalle labbra del Parabatai, accendendo in Alec quel senso di tenerezza mista a soddisfazione che provava ogni volta che riusciva a renderlo felice.
Adorava quei pochi e preziosi momenti in cui Jace si apriva con lui, peccato che non sapesse quanto ancora sarebbero diventati rari.
Infondo, nessuno dei due sapeva cosa sarebbe successo la serata dopo. 
Non erano a conoscenza della piega che le loro vite stavano per prendere.
E non potevano sapere che quella piega, pericolosa come poche cose lo erano al mondo, avesse un nome: Clarissa Fray. 






Angolo Autrice
Ok, quanto mi odiate? TANTO.
Quante volte avete vomitato e/o avuto la nausea mentre leggevate questa roba? MOLTISSIME.
Finalmente questa fottutissima seconda media è finita!!! Questo schifoso capitolo l'ho scritto in due giorni soltanto, e temo sia troppo corto.
Avrei voluto scrivere altri due capitoli, ma la mia mente non ha voluto così. 
Allora...lo scorso capitolo ha ricevuto più visite dell'altro, ma ha ricevuto meno recensioni. Personalmente, non so che pensare: se non vi è piaciuto per qualche ragione...ditemelo, vi prego. Come "scrittrice" ne avrei bisogno. 
Ringrazio TUTTI e dico TUTTI i lettori/recensori che hanno avuto la buon'anima di leggere questa storia. Io mi ci sono impegnata al massimo, e mentre clicco il bollino "completa" mi viene quasi da piangere. 
Probabilmente mi farò ancora sentire con qualche OS, perchè (sfortunatamente per voi) adoro scrivere in questo fandom. 
Ordunque, dato che è l'ultimo capitolo, è l'occasione buona (se volete, ovviamente) per dirmi che pensate della raccolta in generale. 

-Un enorme grazie a MyLove is on MyBookshelf, la mia incasinata e adorata Parabatai.
-A Giadina22688, che con le sue piccole ma bellissime recensioni mi ha sempre tirato su il morale.
-A Life before his eyes, che per me c'è sempre stata ed è una persona gentilissima e meravigliosa.
-E a MalecSizzyClastian, a cui voglio un bene dell'anima che non posso spiegare. 

Un bacione sincero, e grazie ancora.
 
   
 
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