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Autore: Meli_mao    09/08/2008    7 recensioni
Il rapporto della famosa coppia Tsubasa Sanae è messo in crisi col matrimonio, proprio ora che sembravano aver trovato la soluzione per stare insieme e non soffrire mai più. Delusioni e ancora delusione e un amore che cerca di superare tutti gli ostacoli. Tra una giornalista impicciona e i vecchi amici di sempre si snoda la loro storia...Commentate!!!
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Purtroppo la colazione che Schneider aspettava con trepidazione, Sanae non voleva proprio arrivasse. Significava uscire con un’altra persona.. un’altro ragazzo, per di più mentre era sposata e incinta.
Si alzò di mala voglia maledicendo i capelli che quella mattina proprio non volevano stare apposto e che quindi raccolse in uno chignon.
D’altra parte le nause mattutine sembravano intensificarsi sotto il senso di colpa, come se l’esserino nel suo corpo percepisse che quello era un grande errore per la madre e per lui.
Si infilò un paio di jeans, tra quelli che ancora le stavano, e una maglietta bianca. Sopra ci mise un copri tutto a scialle grigio, anche perché la maglia lasciava beh poco all’immaginazione.
Lui fu in leggero anticipo, sulla sua macchina nuova fiammante.
“Ciao..” lo salutò appena sedutasi sul sedile.
“Ciao…bella anche in tenuta sportiva..” iniziava con i complimenti. Voleva proprio metterla a disagio.
“Non è niente di che…sto rispolverando i miei abiti per le mezze stagioni, laggiù sono sempre in costume..” sorrise sbuffando.
La portò in un bar molto carino poco lontano dal centro. Fuori sul retro aveva un gran gazebo con vista sulla città dall’alto. Era incantevole.
“Di sera è molto più bello…si vede tutto illuminato..ma anche di giorno ha il suo fascino!” constatò lui.
“Vorrà dire che mi prenoto per una cena con te, così potrai dirmi quale dei due preferisci” continuò fissandola.
Lei quasi non lo sentì…le piaceva quel posto, la rilassava..e le ricordava molto Lui. La portava spesso in un posto simile, ma non c’era alcun bar. Solo alberi e profumo di pini e in primavera i tulipani, che lei amava. Solitamente si fermavano per un pic-nic. Era così romantico, lui stesso aveva scoperto questo suo lato per compiacerla… ora aveva il netto contrasto.
Tsubasa era un ragazzo fin troppo semplice, che lasciava trasparire ogni suo pensiero. O forse lei li capiva perché lo conosceva bene. Era ingenuo e per lo più spensierato. Il suo dolore? Era proprio lei…col suo comportamento irresponsabile a volta, gli aveva stravolta la vita per un certo senso. Lei era diventata parte indispensabile per lui e poi se n’era andata, così, tutto in momento, proprio come era arrivata.
E dall’altra parte c’era Schneider. Si trovò stupita di pensare a lui già come avversario di Tsubasa al di fuori del campo. Era romantico da quel poco che conosceva di lui, ma…qualcosa la spaventava.
Era più un tipo di città, uno di quelli che fa caso al particolare, molto più furbo.
Reclinò leggermente la testa, nascondendogli una lacrima che furtiva si era fatta spazio sulla sua guancia.
Era stanca di piangere Sanae. Soprattutto perché lo faceva per una decisione che aveva preso lei e soltanto lei era la diretta responsabile.
“Mi devi scusare se posso sembrarti distante.” Cercò di spiegargli.
“Capisco..le nause mattutine..” cercò di andarle in contro.
“No, no..” sorrise lei “è solo che tutto questo, la colazione, ieri sera.. potrebbe essere interpretato male…io sono innamorata di una altro e..”
“Ozora, certo..” disse lui posando rumorosamente la tazza sul tavolino facendola sussultare.
“Scusa..” cercò di giustificarsi.
“E’ comprensibile…l’hai sposato, io spero proprio tu l’abbia fatto per amore!” e il suo sguardo, per non attimo duro, tornò sereno come prima.
“Tuttavia…Sanae Nakazawa…io non mi arrendo molto facilmente.” E quel sorrise, accompagnato al suo nome da nubile,  ora più che mai le parve irritante.

“…solitamente non amano giocare in difesa. Preferisco uno schema a una punta e due di supporto laterale. Ma il fatto che non amino semplicemente respingere i palloni non significa che non abbiano una difesa più che invalicabile. Ed è li che vi dovete concentrare. Partiamo dal portiere e dai suoi più prossimi difensori…” l’allenatore parlava a raffica mostrando le varie foto dei giocatori della nazionale francese che avrebbero dovuto affrontare nel prossimo girone.
Ryo non aveva seguito molto durante quella mezz’ora. Aveva continuato a sorridere complice a Tsubasa che , per quanto tentasse di stare attendo, era troppo distratto dal comportamento strano che tutti i compagni avevano con lui.
A Sanae non voleva proprio pensare. Voleva il suo spazio e poi lo cercava. Stava male ma non aveva la minima intenzione di dirgli niente. Ti richiamo, e non lo aveva fatto. Anche lui aveva un  orgoglio dannazione. Eppure, già lo sapeva, se solo lei avesse detto una parola in più avrebbe lasciato una partita proprio nel bel mezzo per farle capire che si sbagliava. Che c’era LEI sopra tutto.
“Quindi siamo d’accordo Ozora?” la voce dura del mister lo riportò alla realtà di colpo.
“Cos… certo.” Farfugliò di rimando.
Quello si toccò la fronte esasperato.
“Ma che avete oggi ragazzi? Almeno tu capitano…il buon esempio…il buon esempio..”
Uscì dalla classe parecchio mortificato di essere stato scoperto in flagrante, come tutti gli altri che avevano una certa parte di responsabilità.
“E così per la prima volta ti hanno beccato a  non ascoltare tattiche di gioco..” scherzò Taro accostandolo mentre andavano in mensa.
“Già..” sorrise diventando rosso lui.
“Non prendertela.. domani dovrà comunque ripetere tutto perché metà squadra non è ancora arrivata…oggi doveva solo trovare qualcosa da fare”  e Taro sapeva sempre tirargli su il morale con due parole.
“Allora come sta il campione questa mattina?” chiese allegramente Ryo saltandogli praticamente al collo.
“Meglio prima..” mormorò sorridendo il capitano.
“A si??? Siamo diventati spiritosi…ma bravo. Simpatico e pure uno che si da da fare..”
“Ma che sta dicendo” chiese Tsubasa all’altro che era piegato in due dal ridere.
“Mi volete dire che vi prende?” incalzò.
“Ma proprio non ci arriva..” fece Ryo al complice..
“Zitto…non.. spetta a noi…zitto” riuscì a malapena a pronunciare Taro fra le risate.
“Non starò qui a farmi prendere in giro così.. ditemi almeno il motivo…”
“Aiutino???” i due si guardarono.
Ma prima che Ryo potesse aggiungere altro Taro l’aveva già fermato.
“Per quanto sia divertente non  spetta a noi, sul serio. Tsubasa..” continuò rivolto a lui “Lo saprai quando lei vorrà…le nostre sono solo supposizioni dopo tutto!”
Ma il capitano aveva intuito riguardasse Sanae…divenne serio, improvvisamente la fame gli era completamente passata. Voleva solo sentirla, senza litigare più. Era da così tanto che non parlavano loro due, gli mancavano le loro chiacchierate. Ne facevano molte al telefono quando erano lontani, perché era l’unico modo per sentirsi vicino. Ora invece avevano rinunciato pure a quello.
Si congedò dagli amici con una scusa che, ne era sicuro, loro accettarono senza però crederci.
Salì lentamente in camera aspettando l’ascensore. Che cosa insolita…generalmente preferiva salire a piedi piuttosto che aspettarlo, a parte quando aveva le valigie…5 piani sono sempre 5 piani.


“È abbastanza tardi…mi dispiace interrompere qui, ma ho un aereo da prendere.” Karl tese la mano verso Sanae e la aiutò ad alzarsi, non che ce ne fosse bisogno.
“Mi sarebbe piaciuto continuare la nostra colazione..” continuò.
Dal canto suo lei non voleva ne mentire ne offenderlo, quindi stette zitta.
Poco dopo erano arrivati a destinazione.
“O Sanae.. mi sono del tutto scordato di chiederti un favore…”
“Dimmi” lo incitò.
“Posso lasciarti qui la mia auto mentre sarò via? A casa di Genzo il garage è pieno, e anche se riuscissi a farla entrare credo avrei parecchia paura di un furto…quella casa non passa inosservata, soprattutto quando è vuota”
di certo aveva ragione. Lei annui:
“Nessun problema…ti apro il cancello e ti faccio chiamare subito un taxi per l’aeroporto ok?”
“Grazie…mi piace quando fai la premurosa..” lo guardò seria e poi imbarazzata si diresse verso l’interno della casa.
La parcheggiò nel vialetto e poi diede le chiavi a lei.
“Se ti servisse non esitare, puoi usarla…” e mentre le porgeva il mazzo le sfiorò la mano con fare delicato per poi prendergliela.
“Non credo la u..userò” disse lei cercando di non sembrare nervosa.
“Sanae.. se solo ci fossimo conosciuti prima…prima di lui…prima di questo.” E le accarezzò la pancia, ma fu bruscamente allontanato.
“Ok…scusami, io.. sono stato troppo espansivo. Mi perdoni?” sembrava  tanto un bambino delle volte, ma così terribilmente sexy. E lei arrossì fino alla punta dei capelli dopo aver pensato quello.
“Si..” biascicò. Che cosa le prendeva?
Schneider le si avvicinò pericolosamente. La sua bocca vicino alla sua orecchia..
“Buona permanenza in Giappone allora, spero di trovarti al mio ritorno…tesoro..” e le scoccò un lungo bacio sulla guancia. Le sue labbra erano fredde, le fecero venire un brivido. Ma quando si allontanò senti una strana sensazione di vuoto. E poi capì il perché… Karl aveva lo stesso profumo di erba fresca, appena tagliata che aveva anche Tsubasa. Un profumo nostalgico… e lei sentiva la necessità di sentirlo sulla propria pelle. Le mancava così tanto accarezzare il suo torace e la sua schiena a volte tesa per lo stress di una partita, altre volte così calma sotto le sua mani.
Si accarezzò la guancia con la punta delle dita. Il capitano le lasciava una sensazione di caldo appena solo la sfiorava. Schneider invece aveva il gelo dietro di se… erano così diversi.
In poco meno di un quarto d’ora lui era partito.

Nel frattempo..
“Signor Wakabayashi…è un piacere rivederla così presto..”
“Mi risparmi la cortesia…ho quello che voleva..” e Genzo mostrò un pacco di foto.
“Molto bene.. anche io…prima lei,non faccia complimenti..”
“E chi mi garantisce che avrò quello?” chiese lui sulla difensiva. Per un attimo aveva sperato ancora di ingannarla.
“Non sono un’ingenua…le darò la foto e, quando lei avrà consegnato il tutto,anche i negativi..” e sul volto pallido di lei si dipinse una smorfia che doveva assomigliare a un sorriso.
E quando lo scambio fu fatto quella continuò:
“Vedrà il suo capolavoro in prima pagina domani mattina, mi preoccuperò di fargli avere una copia non si  preoccupi. Le auguro buona fortuna per il mondiale… se avrò bisogno di lei so dove trovarla..”
“Non ci conti serpe..” disse lui duro. Ma di risposta ebbe solo una fredda risata.

Sanae era in camera sua. Sua madre l’aveva guardata con rimprovero appena rientrata. Non aveva voluto sorbirsi una predica, in fondo.. non era più una bambina, anche se aveva solo 20 anni.
Il suo telefono cellulare iniziò a vibrare e poi partì la suoneria con la canzone che Tsubasa aveva scelto per loro. Con un’infinita dolcezza ripose.
“Ciao..” anche lui aveva un tono di voce dolce.
“Ciao..” si senti in obbligo di dire lei.
“Parliamo un po’, ti va?” e quella domanda, tanto semplice e scontata, ebbe il potere di farla stare meglio. Anche lei, come lui poco prima, si ritrovò a pensare che era da davvero molto che non parlavano più.
“Certo…” si sedette sul pavimento, ai piede del letto, col telefono appoggiato all’orecchia destra.
“Com’è andata oggi?” continuò lei…stava rientrando nella sua vita, nella vita di suo marito.
“Non funziona più..” sussurrò lui, più a se stesso che a lei. Aveva paura delle sue conclusioni Sanae…paura che potessero sconvolgerla almeno quanto lei aveva sconvolto lui. Si rese solo ora conto che non sarebbe stata altrettanto forte come lo era stato lui se Tsubasa le avesse detto che era finita.
“Cosa..?” chiese con una paura crescente.
“Il calcio…Sanae…nulla funziona più senza di te..”
Ed esplose.. perché quelle parole l’avevano fatta sentire di nuovo tanto amata da lui.
“A te come va?” si aspettava la stessa risposta forse il capitano?
E lei non voleva mentire.. non a lui, proprio ora che si stava sistemando.
“Sono uscita a colazione stamattina…con Karl Schneider..” non sentì risposta e continuò.
“L’ho incontrato a una festa che Genzo ha organizzato a casa sua ieri…ha il tuo stesso profumo Tsubasa..”
e forse fu proprio l’averlo paragonato a lui che sfece smuovere il ragazzo dal sua stato di shock per aver saputo che sua moglie aveva visto un altro.
“Il mio profumo?” chiese titubante.
“Si.. di erba fresca” sorrise lei, mentre qualche lacrima birichina si faceva spazio sulla sua pelle.
“Giochiamo tutti e due su un campo.. anche lui è il capitano lo sai no?” ma sentiva tensione nella sua voce.
“Ma tu resti il migliore vero Ohzora?” chiese lei con la grinta di tifosa di un tempo.
“Certo Anego..” rispose convinto lui.
Calò di nuovo il silenzio interrotto da lui.
“Ti piace?”
“Che cosa…” a già sapeva a cosa faceva riferimento, cercava solo di guadagnare tempo.
“Lui…” concluse con un sospiro.
“E’ un bel ragazzo.. ha un bel fisico, spiccata personalità, pieno di soldi..”
“Sanae…!” la richiamò.
“Quando una persona ti piace e stai insieme a lei dovresti pensare solo a come ci stai bene, invece io…io ho pensato sempre a te” e quelle parole, dette con tanta ovvietà, lo tranquillizzarono all’istante.
“Il Barcellona ha fatto un’offerta per me..” cambiò discorso lui.
“L’ho letto sul giornale…che farai?”
“Non lo so.. decideremo insieme ok?” aveva bisogna di una conferma, che gli facesse sentire che per loro c’era sempre un dopo.
“Mi sembra giusto..”
Restarono al telefono per ore, parlando del più e del meno,lei in Giappone, lui in Germania…così distanti solo fisicamente. Ma Sanae non gli rivelò del bambino. Lui aveva i mondiali ora…non doveva pensare a nient’altro. Sarebbe stato il suo regalo finale.




Ok…ecco il nuovo capitolo. Sinceramente ho tenuto la carte del “Sono incinta” nascosta ancora al povero Tsuby  perché se no la storia finirebbe troppo presto…non pensiate che il fatto che sappia di Schneider abbia sistemato la cosa…mi sto divertendo un mondo a immaginarmi l’articolo della strega…ahah mi piacciono i personaggi odiati…
In ogni caso grazie a :
picciottina75: il mistero di Genzo rimarrà così ancora per un po’..haha..si si…spero comunque di aver aggiornato presto così puoi leggere il seguito. Ho intenzione di dare degli indizi per il portiere, che avrà mai fatto? Si scoprirà…a presto! Ciao baci!
Babibabi: allora si.. direi proprio che la Skeeter mi ispira molto per quel personaggio. Il nome Amalia, per quanto mi piaccia l’ho preso perché così si chiama la cagnolina di una mia amica, con la sola differenza che quella è adorabile. Comunque il fatto che ora si siano riavvicinati non significa che è tutto risolto anzi…ho in mente cose interessanti, e io per questo ho una mente n po’ bacata. Per certe cose sono masochista. Mi piace torturare i vari personaggi. Al prossimo spero! Bacio.
Cristy8: grazie grazie…spero ti sia piaciuto anche questo. E anche i seguenti con nuovi colpi di scena. Al prossimo allora! Baci
Elisadi80: già il povero Genzo…all’inizio avevo pensato lui con Sanae, ma sarebbe stata la solita cosa. Schneider oltre a essere bellissimo e sexy, era il personaggio migliore per far prendere una “Sbandata” a lei. Al prossimo allora. Ciao baci!

   
 
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