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Autore: full    09/08/2008    3 recensioni
Kai e Hiromi, due ragazzi dal passato misterioso. Lei che desidera diventare un medico, lui che è costretto a mangiare esseri umani. una notte si incontreranno e si scontreranno. in seguito verranno travolti da una guerra che cambierà il loro futuro. (I personaggi principali sono loro, però ci saranno un po' tutti)
Genere: Generale, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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VAMPIRE’S BLOOD

Premessa:

Le frasi in corsivo sono ricordi di Hiromi, quelle in grassetto i ricordi di Kai… vi chiedo di commentare questo primo capitolo, non ho mai chiesto di commentare e probabilmente non lo farò mai più, però mi interessa particolarmente la vostra opinione sull’inizio, grazie e buona lettura full.

p.s. per chi non lo sapesse Hiromi è il nome originale di Hilary, quest’ultimo non si sa bene da dove cavolo se lo siano tirato fuori… e dato che Hiromi è il nome di diverse artiste orientali abbastanza brave, lo trovo più adatto a questa fic (Hilary lo uso per le demenziali), scusate se mi sono dilungata…^_^"

 

1. who are you really?

Hiromi era una ragazza di diciannove anni che frequentava il liceo scientifico sognando di diventare medico. Da quando era morto suo padre, sua madre era molto impegnata col lavoro e spesso era via anche per diversi giorni. Quella era una sera come tante, a cena una pizza e poi a studiare fino a notte tarda per gli esami. Sua madre era a Kobe e nell’appartamento non un rumore disturbava i suoi studi.

Il silenzio fu rotto verso le undici e mezzo, quando una finestra andò in frantumi. Lei si alzò dalla sedia d’impulso e andò verso il salotto, lì vide emergere dalle ombre un ragazzo coperto di sangue.

Hiromi: chi sei?

Lui si avvicinò senza parlare. Era alto e sembrava avere all’incirca la sua età, però il suo volto non era attraversato da nessuna espressione, era assolutamente piatto e privo di qualsiasi sentimento. Aveva gli abiti logori ed era pieno di sangue, in particolare sulle mani e sul volto.

Era ad appena due passi da lei e continuava a fissarla senza dir nulla, senza farle capire cosa voleva. Lei ebbe paura, con un gesto frenetico accese la luce e fece per andarsene, ma lui la prese per il collo e la sbattè contro il muro. Sotto la luce lo vedeva meglio, era un ragazzo dai lineamenti non molto marcati, i capelli spettinati e gli occhi di un colore decisamente insolito che parevano due ametiste sotto i raggi del sole.

Hiromi: che… che cosa vuoi da me…?

Lui si avvicinò fino a sfiorarle la fronte con la propria.

Lui: ho fame.

Con la mano libera le prese un polso e le tirò il braccio, poi le morse il bicipite strappando la carne coi denti. Lei urlò per il dolore, ma lui sembrò non venirne turbato. Le leccò il sangue e cercò di darle un altro morso sebbene lei si dimenasse furiosamente. Disperata, gli diede un calcio sul fianco e lui dovette allentare la presa, con un gesto frenetico si liberò il braccio, ma il ragazzo la teneva saldamente per il collo.

Hiromi: COSA VUOI DA ME?! LASCIAMI! CHE TI HO FATTO?!

Si mise a piangere, con le mani sul braccio dell’altro nel tentativo di liberarsi, ma lui era troppo forte per lei. Col gomito toccò il vaso di fiori posto sul tavolino lì vicino, allora lo prese con la mano e lo batté in testa al ragazzo, l’oggetto si ruppe e lui cadde a terra sanguinante. Non sapeva se scappare o aiutarlo. Lui si rialzò e ricominciò a fissarla senza rabbia o rancore negli occhi.

Hiromi: perché fai così? Chi diavolo sei? Cosa ti ho fatto?! lasciami in pace per favore!

Il sangue gli era sceso dalla tempia fino alla bocca, si guardò intorno, prese una scheggia di vetro e andò di nuovo verso la ragazza. La vista si annebbiò in pochi secondi, la gambe diventarono deboli e lui cadde a terra con gli occhi chiusi.

 

Quando si svegliò il sole era già sorto. Gli doleva la testa e s’accorse di essere legato. Era steso su un divano e la ragazza di quella notte era di fronte a lui che spazzava le schegge.

Lui: perché non mi ha ucciso o non ha chiamato la polizia?

Lei si voltò spaventata, ma poi si calmò vedendo che lui era immobile e non accennava ad opporsi.

Hiromi: il fatto è che, questo è il quarto piano e non è molto normale che qualcuno entri dalla finestra, anche perché sul balcone non ci sono corde con cui ti sia potuto calare. Poi, una persona che ha tanta fame da diventare cannibale va aiutata e, dati i tempi che corrono, se ti avessi dato alla polizia ti avrebbero sbattuto in cella senza processo e a breve saresti morto sotto arsenico. Io sono Hiromi Tachibana, tu chi sei?

Lui: mi chiamo Kai Hiwatari.

Si girò sul divano riuscendo a mettersi seduto.

Hiromi: ma io non ti ho chiesto il tuo nome, ti ho chiesto chi sei.

Kai: non è la stessa domanda?

Hiromi: di solito si risponde col proprio nome perché questo dimostra l’esistenza sociale della persona, magari è un nome famoso o straniero e questo aiuta a continuare il discorso. Però rispondendo col proprio nome si può nascondere qualcosa all’interlocutore e questo non è molto educato.

Kai: già, chissà perché ma non ci avevo mai pensato.

Hiromi: diciamo che mi piace rendermi antipatica… Allora, chi sei Kai?

Kai: non ho intenzione di dirglielo.

Hiromi: d’accordo. Ora finisco di spazzare poi facciamo colazione e ti cambio le bende.

Kai: no.

Hiromi: non era una domanda.

Tra i due scese il silenzio. Lei finiva di riordinare chiedendosi se non avesse sbagliato a tenerlo in casa, infondo anche se lo condannavano a morte... Lui la guardava chiedendosi cosa passasse per la tasta di quella ragazzina, però gli faceva comodo un posto dove stare per un po’.

Quando Hiromi finì andò in cucina, lui slegò i legacci che gli aveva messo e la seguì. Lei si voltò e, vedendolo dietro sé, si spaventò.

Hiromi: cosa…?

Kai: se vuole bloccare qualcuno faccia più stretti i nodi.

Le diede i lacci e si sedette su una delle sedie del tavolo nella stanza, ricominciando a fissarla inespressivamente. Lei rimase un attimo interdetta, guardò la propria mano, poi il ragazzo.

Eiji: pulce se vuoi immobilizzare qualcuno, falli più stretti i nodi!

Sorrise lievemente verso il ragazzo.

Hiromi: grazie Kai. Puoi darmi del tu non mi da fastidio!

Lui sembrò sorpreso, per la prima volta dopo un sacco di tempo i muscoli del suo volto si contraevano a causa di un suo stato d’animo.

Hiromi: cosa ti faccio da mangiare?

Kai: io mangio solo esseri umani.

Hiromi: sei un cannibale?

Kai: non esattamente.

Hiromi: un orco? No, gli orchi sono brutti, un vampiro? No, quelli bevono solo il sangue degli uomini…

Kai: tu, sei un vampiro?

Kai: io sono solo un umano che mangia altri esseri umani.

Hiromi: allora che differenza c’è tra te e un cannibale?

Kai: …io non lo faccio per scelta, ma non mi lamento perché infondo non è sbagliato uccidere gli altri.

Hiromi: vedrai che la colazione che ho fatto ti farà passare la voglia… poi, magari un giorno capirai da solo perché è sbagliato uccidere gli altri…

Kai: mi spiace, ma non credo che nessuno di noi due mangerà la sua colazione.

Hiromi si girò verso i fornelli vedendo una cortina nera che andava verso la finestra.

Hiromi: potevi anche dirmelo prima!

Kai: non è affar mio la sorte di questo luogo.

Hiromi: antipatico!

Spalancò la finestra è mise da lavare padelle e cucchiai *.

Hiromi: tu… preferiresti far colazione con me?

Kai: non capisco.

Hiromi: preferiresti mangiare me a colazione? Insomma, non te ne vai perché hai paura che parli con qualcuno e hai intenzione di uccidermi?

Kai: mpf, lei ha un pessimo sapore e non mi interessa che qualcuno sappia di me.

Hiromi mise sul tavolo due tazze di caffèlatte e un piatto di biscotti.

Hiromi: ti ho già detto di darmi del tu. So che come colazione non è molto, però in casa ho solo questo.

Kai: primo, io mangio solo uomini, secondo, non mangerei mai dei dolci di prima mattina.

Eiji: maledetta! Smettila di fare dolci a colazione!

La castana prese un biscotto e costrinse Kai a ingoiarlo.

Hiromi: com’era?

Lui non rispose, guardava di lato leggermente turbato.

Kai: ho già mangiato una trentina di persone e ne ho uccisa una dozzina che potevano testimoniare i miei reati, e non ho alcun tipo di rimorso. Non me ne frega niente delle cazzate che avete da dire voi altri, e se continua a rompermi potrei ammazzarla senza problemi. Ora che cosa pensa una stupida ragazzina che non sa un cazzo della vita? Voglio saperlo! Cosa passa per la testa di una che non ha mai avuto veri problemi nella sua vita?! Per quale insensata ragione mi tratti come un amico?!!

 

 

*pentole e cucchiai : non strana io, ma come sapete i giapponesi fanno una colazione abbondante (come gli inglesi) di conseguenza ho cercato di essere coerante…

 

 

Ho finito! Grazie per aver letto e se volete scrivermi che Hiromi ha un cambiamento di modi insensato che Kai non è il vostro mito Kai e che questo chappy fa schifo, fate pure, me senza bestemmiare che la pagina delle recensioni essere aperta da internet per sbaglio anche dai bambini (^_^;;)…

p.s. io sono una frana in inglese, ma ho deciso di mettere il titolo dei capitoli in questa lingua perché… non lo so, quindi se ho fatto o farò qualche macello ditemelo (però io controllo sul dizionario prima di scrivere! ç_ç) CIAO!!!! full…

 

 

 

  
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