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Autore: Ornyl    10/06/2014    1 recensioni
Per il giovane Martin Stevens è ormai giunto il tempo di sistemarsi,e la grande casa in campagna dei Prynne sembra un ottimo posto per farlo. La villa si trova tra la città e la campagna,perfetta per la vita mondana e per un ritiro intellettuale,e il piccolo paradiso viene venduto ad un prezzo decisamente basso. Stevens coglie l'occasione e si innamora di quella casa,con ottimo personale e stanze ricche,ma ciò che lo colpisce già da subito è il ritratto della giovane e defunta primogenita Prynne,Ophelia,un quadro talmente ben fatto da sembrare quasi vivo,quasi piangere. Ecco,nemmeno la tela ne è esente: i morti sanno tutto e,chi muore triste e nel dolore,si fa sentire anche dopo tanto tempo,anche dopo tanto sangue,e al sangue si mescolano le lacrime.
Forse Villa Prynne non è un paradiso di tranquillità come vuole mostrarsi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi schiarii la voce,mi aggiustai il colletto e bussai due volte alla porta della camera da letto di casa Prynne. Una luce biancastra e cupamente densa come il fumo che da lontano vedevo dalla finestra illuminava debolmente il corridoio filtrando dalle tende,mentre le piccole domestiche bianche  e nere come gazze facevano avanti e indietro,chi spazzando a terra,chi portando una cesta di panni sporchi,chi lucidando le vecchie armature degli antenati.
Sentii improvvisamente la porta cigolare:mi apriva  una domestica secca e bassa,giovane ma dall'espressione stanca che la invecchiava.
-Buongiorno,siete mr Stevens? Avete un appuntamento con il signor padrone,non è così?-
-Sì,mi hanno detto di cercarlo nelle sue stanze-
-E' arrivato?-una voce rauca e profonda fece voltare la piccola donna.
-Sì,signore. Mr Stevens è arrivato-
-Avanti,fatelo entrare e poi lasciateci.-
La domestica aprì la porta e salutandomi con un cenno del capo mi fece entrare,poi uscì e mi lasciò davanti l'uscio. La stanza da letto di Prynne brillava di bianco e di rosso,rischiarata da un sole tiepido e luminoso che entrava dalla grande finestra,la cui cornice luccicava d'oro. A brillare era anche il velluto rosso delle coperte e delle tende,i colori vermigli e sanguigni dei ritratti appesi alle pareti,i tessuti damascati delle poltrone e il legno profumato della scrivania e dell'armadio. In mezzo a tutto quel lusso Prynne sedeva sul letto ancora in vestaglia,sorridendo affabilmente e fumando una grossa pipa a forma di sirena.
-Oh,scusatemi ..-mugolai nel vederlo in quel modo-Se vi viene più comodo,tornerò fra qualche minuto..-
-Ah no,figuratevi ..-disse alzandosi,facendo un tiro e buttando fuori il fumo-Da un anno a questa parte ricevo quasi sempre così..-Poi indicò un divano poco distante,dietro un paravento con disegni orientali-Accomodiamoci lì,amico mio-
Lo seguii e mi tappai il naso al forte odore della pipa,poi mi sedetti accanto a lui quando arrivammo in quel piccolo angolo.
-Mia moglie,mia figlia e mio genero a messa ..Ed io da bravo miscredente a bofonchiare tra mille e più scartoffie. Siete venuto per la casa,vero?-
-Sì-
Prynne aspirò nuovamente,assumendo un'espressione amara che mi fece sbiancare.
-Avete l'avviso?-
Mi fece ricordare che lo stringevo tra le mani.
-Sì,signore. C'è scritto centomila sterline,è un prezzo .. Basso,signore. E' così?-
Sbuffò e il fumo coprì la sua espressione.
-Ebbene-la sua voce rauca,bassa e amara filtrò attraverso il fumo-Anzi,troppo alto. Non ne posso più di quella casa,prendetevela,se potessi ve la regalerei buon Dio! Solo che servono soldi per il nipote in arrivo e i centomila non sono affatto trattabili-
Annuii e finalmente ne vidi il volto,ruggente e fiero come lo avevo trovato minuti prima ma dagli occhi tristi e spenti. Il buio dei suoi vecchi occhi mi fece tremare.
-Dunque?-mi incalzò.
-Dunque va bene,signore. Presto vi farò portare un acconto,accetto!-
Si alzò ridacchiando e lasciando la pipa ancora fumante sul tavolino da caffè. Io lo imitai e lo seguii fino al letto,sul quale si sedette. Sorrideva beato,ma la strana tristezza dei suoi occhi tradiva il viso ovale,serafico e saggio di quel ricco baffone.
-Mi piacete,ragazzo. Avete una bella espressione intelligente .. Già,intelligenti. Quelli come voi sono meravigliosamente tremendi,buon Dio,la gente dovrebbe temere voi e non gli sbruffoni,sì proprio voi ..!-
Quella riflessione mi fece ridacchiare,ma Prynne ricambiò la mia risata con un sorriso spento che mi fece cambiare espressione. Proseguii.
-Signore,avrei un'altra domanda-
-Ditemi pure-
-E' possibile vedere la casa? All'interno,intendo-
Prynne si rabbuiò,si alzò e si diresse verso la scrivania. Lo guardai aprire lentamente il cassetto,frugare nervosamente e poi fermarsi. Allungò l'altra mano dentro e uscì fuori un grosso mazzo di chiavi nere,cinque in tutto,unite da un anello dorato. Si voltò verso di me e me le porse.
-Sono le chiavi della casa. Prendetevele,da oggi son vostre. Tutta quella casa è vostra-
Allungai lentamente la mano,senza alcuna sicurezza.
-Non guardatemi come un allocco-alzò la voce e ciò mi fece tremare-Per favore,prendetevele. La casa è vostra,l'avete acquistata-
-S-Signore .. Ancora non vi ho nemmeno dato l'accon..-
-Mr Stevens,buon Dio,prendete queste maledette chiavi e andate a vedere quella maledetta casa! La volete vedere o no?!-
Annuii lentamente e afferrai le chiavi.
 

 
 
   
 
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