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Autore: chemical_kira    11/08/2008    7 recensioni
"Odio la mia famiglia. La mia religiosissima famiglia di mormoni che pretende di ingabbiarmi nella loro rete di regole e proibizioni. E soprattutto odio lui. Il piccolo idolo della scuola. L'idiota che tutti osannano come se fosse dio sceso in terra, con quei capelli biondi e quel sorriso stampato perennemente sul volto. Lo odio questo piccolo prodotto della borghesia che mi si insinua nella retina ogni santo giorno accompagnato dal suo splendore di gloria immeritata." (Bert e Quinn ai tempi del liceo)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bert McCracken, Jeph Howard, Nuovo personaggio, Quinn Allman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01.I'm a looser


Ho sempre odiato la perfezione, in ogni sua rappresentazione e forma.

La odio perchè ti illude di poter essere vera e raggiungibile, e allora impieghi tutte le tue energie per tendergli la mano e toccarla ma la conclusione è sempre la stessa. Appena ti illudi cadi, e quando cadi rialzarti ogni volta è più difficile.

Odio le illusioni che si frantumano senza speranza, nei miei 16 anni di vita ho dovuto far fronte a troppe delusioni per reggerne ancora. Odio questa scuola, la falsa allegria dei miei compagni, la falsa cortesia dei professori, l'odio che tutti indistintamente sfogano nei miei confronti.

Odio la mia famiglia. La mia religiosissima famiglia di mormoni che pretende di ingabbiarmi nella loro rete di regole e proibizioni.

E soprattutto odio lui. Il piccolo idolo della scuola. L'idiota che tutti osannano come se fosse dio sceso in terra, con quei capelli biondi e quel sorriso stampato perennemente sul volto. Lo odio questo piccolo prodotto della borghesia che mi si insinua nella retina ogni santo giorno accompagnato dal suo splendore di gloria immeritata.

Cammino nel corridoio mentre gli studenti di questa scuola di decerebrati che mi accolgono con la classica L con le dita sulla fronte per rendermi nota la loro convinzione che io sia un “looser”, uno sfigato per l'appunto.

Entro in classe di pessimo umore, umore che non può che peggiorare quando l' insopportabile Mr. Perrington ci impone un progetto a casa da fare in coppia. “ Per aumentare lo spirito di unione della classe”, dice lui.

Per regalarmi una settimana all'inferno”, penso io.

La classe accoglie la notizia con evidente fervore, tutti lottano per farsi mettere in gruppo con il proprio amico, con la più figa della classe, o con qualche secchione a cui delegare tutto il carico di lavoro. E poi ovviamente tutti ambiscono a stare con lui, la mia nemesi e la persona più irritante sulla faccia della terra. Ne ho già parlato, ricordate? L'idolo della scuola, bene, ho anche l'immensa fortuna di averlo come compagno di classe. Per cui la sua venerazione non è una scena a cui assisto solo nei corridoi ma, con mia somma gioia, devo sorbirmela anche in classe. Mi viene da vomitare.

Beh, iniziamo dai casi più problematici..c'è qualcuno che vuole fare gruppo con Robert McCracken?”

il silenzio si impadronisce della classe. Sento solo qualche ridolino sommesso e qualche occhiata di biasimo che mi viene lanciata addosso, ma non mi importa. Abbasso lo sguardo sperando che il momento duri poco, per lasciarmi annientare ancora nell'anonimato che mi ingloba.

Io voglio stare in coppia con Bert!”

poi una voce allegra si insinua nel mio canale uditivo. Mi volto verso l'origine e ci trovo l'ultima persona che avrei pensato con la mano alzata e lo stesso perenne sorriso in volto. La sua decisione viene accolta con un sorriso dal professore, contento di aver risolto la questione spinosa in breve tempo. Mentre i miei compagni si lasciano andare a commenti di disappunto, in fondo ho rubato loro la preda più ambita.

Mi volto un attimo a guardarlo e lui è lì che ricambia senza timore il mio sguardo. Mi perdo un secondo ad osservarlo meglio e ritorno ai miei pensieri originari. Io odio la perfezione.

E soprattutto odio Quinn Allman perchè ne è la personificazione.

**

Anche per oggi lo strazio chiamato scuola è finito, anche se l'idea di tornare a casa mi angoscia ancora di più. Sto camminando per i corridoi quando sento qualcuno bussarmi sulla spalla, mi volto già pronto ad urlare dietro al cretino di turno quando vedo il sorriso di Allman puntato su di me, con ancora la mano alzata. Lo odi, mi ripeto eppure il carico di urla che ero pronto a scagliare mi muore in gola.

Ciao Bert”

Sono Robert McCracken per te Allman. Cosa cazzo vuoi?”

Indosso una maschera di ignobile bastardaggine, me ne rendo conto. Ma lo faccio per evitare le seccature. Non voglio sentirmi preda dell'animo evangelico di nessuno, non voglio essere salvato. Voglio solo ingranare la quinta e correre a tutta velcità lungo la mia personalissima strada costruita verso l'inferno. Senza distrazioni. Senza deviazioni. Solo i miei genitori ad assistere alla distruzione del loro figlio reietto, sperando di scuoterli un pò. E invece mi arriva davanti questo inutile prodotto della vita moderna a sorridere davanti al mio sfoggio di sgarbata antipatia.

Abbiamo un progetto da fare insieme, ricordi? Come ci mettiamo d'accordo?”

Lo odio. Dal più profondo del cuore. Ti sto trattando male, sto digrignando i denti contro di te, ti sto odiando con tutte le mie forze e tu mi sorridi. Non puoi farlo, non così.

Senti All..” sto per sbraitargli contro quando mi blocca con una mano e inizia a parlare con due ragazze che passavano. Riconosco nei loro tratti due cheer-leader, considerate tra le più fighe della scuola, talmente belle che farebbero tremare le gambe a qualunque sedicenne medio ma non a lui. Quando le saluta e torna verso di me tento di rimettere insieme la mia carica combattiva, ma ancora vengo interrotto. Questa volta da due punk dell'ultimo anno che salutano Quinn con ampie pacche sulle spalle e cominciano a parlare con lui di un qualche concerto a cui andare. Mi sento invisibile ancora più del solito, e soprattutto la mia vicinanza con lui mi rende ancora più vivido il mio essere disadattato. Per cui mi volto e mi allontano, seguito qualche secondo dopo dalla voce di Quinn che mi chiama, usando ancora quel diminutivo di cui gli ho vietato l'utilizzo. Quando mi raggiunge siamo ormai fuori dal cancello, mi sento tirare per la maglia e so ancora prima di voltarmi che è lui. Ansima per la corsa fatta, ha le guance leggermente rosse e i capelli scombinati. Come in un flash immagino il suo volto ansimante dopo le fatiche di un rapporto. Ma cancello subito l'immagine rimproverandomene, lo odi ricordi Bert?

Certo che cammini veloce eh?”

mi dice da sotto quella zazzera di capelli biondi che ne ricoprono il volto lasciando permeare solo quel maledetto sorriso.

Senti Allman..mollami!”

Non posso. Dobbiamo fare il progetto per Mr. Perrington ricordi?”

A me non frega un cazzo!”

A me si! Quindi facciamo così, ti do un passaggio a casa così vedo dove abiti e poi domani vengo da te e iniziamo a buttare giù qualcosa ok?”

Ma come può essere tutto così facile per lui? Gli sto riversando contro il mio odio e lui lo ignora, trasformando il mio sfoggio di battute acide in una conversazione normale.

Mi ritrovo ad annuire, disorientato dal mio stesso comportamento. Dovrei prenderlo a pugni, ecco cosa dovrei fare. Dovrei dargli un pugno e lasciarlo a terra sanguinante. E poi dovrei allontanarmi da lui seguito dalle offese che mi lancerà, perchè è questo l'unico modo che conosco per vivere. E invece mi ritrovo a seguirlo verso la sua macchinetta decadente posteggiata davanti a scuola. La guardo sbalordito, come può avere tanto seguito a scuola e tanta credibilità se viaggia su questa carretta?

E' ridicola lo so, ma a me piace..e questo è ciò che conta no?”

annuisco inebetito. Certo che è questo ciò che conta, ma nel mondo delle favole mio piccolo Allman. In quello reale ogni piccola imperfezione viene fatta risuonare fino a che non diventa enorme. E il mondo si sente in diritto di fartela pagare quella piccola deviazione dall'ordine imposto. E anche se vuoi chiuderlo fuori, lui riesce ad infilarsi nelle piccole fessure che non riesci a controllare ed è abbastanza per distruggerti. Ma poi vedo te e allora tutto crolla. Vedo te e la perfezione mi illude ancora di poter essere vera. Ma nonostante questo non posso fare a meno di odiarti sai?

Uau...questa è davvero casa tua Bert?”

la sua voce piena di entusiasmo mi risveglia dai miei pensieri. Seguo il suo sguardo meravigliato che va a posarsi sulle mura di casa mia. Sbuffo scuotendo la testa.

No, è casa dei miei genitori...e non chiamarmi Bert, Allman!”

lui mi guarda un pò perplesso, poi sorride di nuovo.

Beh, ma casa dei tuoi genitori è come se fosse la tua no? Comunque tu puoi chiamarmi Quinn senza problemi Bert!”

sbuffo e sto per rispondergli di nuovo, ma il suo sorriso mi blocca.

Ci vediamo domani Allman..”

Ok..”

abbandono la sua macchina e mi avvio verso l'entrata della villetta in cui abito. Appena apro la porta il solito senso di freddo mi invade, riservo occhiate annoiate alle figure sacre che abitano la parete e fuggo verso la mia camera. L'unico posto al mondo che rispecchia un pò di me.

Mi fiondo alla finestra e guardo sulla strada, la macchina di Quinn se ne è già andata.



Nuova fic solo ed esclusivamente sui The Used. Ovviamente non ho la pretesa di raccontare la verità però userò qualche notizia vera, tipo che Bert e Quinn erano a scuola insieme. E che i genitori di Bert erano mormoni, e lui non ci andava molto d'accordo perchè troppo religiosi e “ bacchettoni” direi.

Beh, a parte questo fatemi sapere cosa ne pensate! Ogni commento è sempre il benvenuto. Baci baci.

Kira

  
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