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Autore: _Mollica_    11/06/2014    7 recensioni
Arya è sola. E' passato più di un secolo da quando lei è diventata la regina degli elfi e Cavaliere dei Draghi. E' passato più di un secolo anche da quando Eragon ha lasciato Alagaesia. Adesso lei si chiede se forse ha sbagliato,se forse ha perso per sempre la sua occasione di amare ed essere amata. Un nuovo pericolo sta per arrivare in Alagaesia e con esso una nuova minaccia. Qualcuno sta tornando a casa per chiedere aiuto. Nuovi legami e vecchi sentimenti verranno rivelati. Arya ed Eragon alla fine troveranno il loro momento per amarsi?
Spero che entrerete per leggere questa mia storia, ci conto!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12. la proposta

12.

La proposta

 

 

 

Le onde scure dei capelli di Arya coprivano gran parte del cuscino su cui aveva dormito, il suo corpo era rilassato e la sua espressione serena, come Eragon non l’aveva mai vista.

Aprire gli occhi e trovarla ancora affianco a lui profondamente addormentata aveva reso quella giornata già perfetta. Eragon si sistemò su un fianco per poterla guardare meglio, si rendeva conto che molto probabilmente aveva un sorriso idiota nel volto, ma davvero non poteva fare diversamente. Era tutto così perfetto, che per un attimo pensò di non essersi svegliato e di stare ancora sognando. Eppure, sapeva che non era così, perché Arya era maledettamente vera di fianco a lui. Il suo profumo aveva già riempito la stanza, e Eragon pensò con piacere che l’indomani il suo cuscino ne sarebbe stato probabilmente ancora impregnato.

-         -È ora di svegliarsi? – il suono della sua voce, più roca e selvaggia di quanto l’ avesse mai sentita, lo ammaliò.

-         -Puoi dormire ancora se vuoi, è presto. – il Cavaliere si piegò sul corpo flessuoso dell’elfa e le baciò delicato il punto sporgente della clavicola.

-         -Da quanto sei sveglio? – gli occhi verdi di lei erano compiaciuti e, in qualche modo, imbarazzati come se, non fosse abituata a trovarsi in situazioni del genere e non sapeva bene come comportarsi. Molto probabilmente era così.

-         -Quanto basta per ringraziare il fato che mi ha permesso di essere qui con te, adesso, a guardarti con totale e fervida venerazione. – a quelle parole gli zigomi alti dell’elfa assunsero una sfumatura rosata che Eragon le aveva mai visto. Fin ad allora aveva creduto che l’elfa non fosse capace di arrossire perché era impossibile metterla in imbarazzo. Il fatto, poi che fosse in imbarazzo per qualcosa che aveva detto lui aveva dell’incredibile.

-         -Questa mattina sei particolarmente sereno e… spigliato. I tuoi incubi non ti hanno assalito? –

-         -Come avrebbero potuto? – Eragon le accarezzò rilassandola il cipiglio preoccupato, sorridendole sornione. – c’eri tu accanto a me. – l’espressione scoraggiata dell’elfa non lo fece desistere – Mi rendo conto di non essere in me questa  mattina, ma lasciami essere sciocco solo un altro po’, sono inebriato dalla tua presenza, ho creduto per più di un secolo che tutto questo non sarebbe mai accaduto. –

-         -Non sei sciocco…o almeno non più del solito – la finta espressione offesa di Eragon la fece ridacchiare – è solo strano, ma credo che dovremmo abituarci entrambi. –

-         -Mi piace, per abituarti dovrai dormire ancora con me, lo farai? – le chiese rivolgendogli uno sguardo pieno di supplica.

-         -Credo di poterlo fare, è divertente vederti così la mattina sembra quasi che tu abbia bevuto del *faelnirv. – la mano affusolata dell’elfa affondò nei morbidi capelli del Cavaliere accarezzandoli amorevolmente.

-         -Adesso non offendermi. Sono solo felice, non tutti riescono ad essere impenetrabili come te. – la carezza di Arya si trasformò in una stretta ferrea.

-         -Ti sembro impenetrabile? – la sua voce era dura.

-         -No, perdonami. Sii indulgente con me sono sotto l’effetto del faelnirv. – la sua faccia innocente fece ridacchiare l’elfa, spensierata come non era mai stata.

-         -Sì, ma non approfittartene. Adesso dobbiamo alzarci. Gli altri ci staranno aspettando. –

 

 

-         -Eccovi finalmente! – Killian sorrise eccitato a entrambi, sembrava incapace di rilassarsi. Il resto del gruppo era altrettanto agitato, ma lo mascherava meglio. Anche nell’impassibile Murtagh, Eragon che lo conosceva bene aveva notato una certa preoccupazione. Tutti, comunque, erano in attesa di qualcosa.

-         -Siamo tutti qui? – Eragon guardò i suoi compagni fiducioso.

-         -Sì, siamo pronti. – Kalea si spostò dal fianco di Murtagh per avvicinarsi al suo maestro.

-         -Allora, l’appuntamento era qui, tra pochi minuti dovrebbero essere qui. Qualcuno di voi sente qualcosa? –

-         -Ho controllato per diverse leghe con Castigo e non ho trovato nessuna presenza, che non fosse riconducibile a un vegetale o a un animale.

-         -Strano. Credete che diserteranno questo incontro? – Killian guardò il Cavaliere apprensivo.

-         -Non diserteranno. Hanno bisogno di questo incontro tanto quanto noi. – Arya guardò convinta i suoi compagni, cercando di non soffermarsi troppo su Eragon e Kalea che vicini erano impegnati in una fitta conversazione.

All’improvviso due figure incappucciate apparvero dal fondo della boscaglia. I cavalieri si guardarono sgomenti tra loro, le due figure sembravano privi di spirito, impercettibile e impossibile da individuare. Dopo un momento di confusione, Eragon si riscosse e si avvicinò verso le figure restando però a una certa distanza.

-         -Vi ringraziamo per la vostra presenza e per averci accodato questo incontro. Spero di discorrere tranquillamente per appianare le nostre divergenze.

-         -Spero che riuscirete a mantenere i vostri propositi. Da parte nostra non ci saranno tentativi di violenza, se non ce ne darete motivo. Siamo un popolo pacifico, antico come il mondo. Non abbiamo intenzione di batterci con voi, giovani invasori. –

-         -Non siamo degli invasori e cerchiamo di evitare sempre uno scontro fisico, molte volte però questo risulta impossibile. –

-         -Non è quello che abbiamo notato noi. –

-         -Siamo un popolo di guerrieri, è vero. Ma usiamo la violenza solo per difendere la nostra famiglia. Non abbiamo iniziato noi questa faida. 
Arya si portò al fianco di Eragon, sicura, gli occhi lampeggianti.

-         -Ci accusi di qualcosa che non sai, elfa. – la voce dura indispettì l’elfa.

-         -Sono una regina, non sono solo un elfa per te, straniero. –

-         -Non ci sono ranghi tra noi, io e i miei fratelli siamo tutti uguali. –

-         -È una cosa molto bella, e la condividiamo, ma qualcuno di voi deve guidare gli altri, no? –

-         -Perché mai? Ognuno è padrone di sé stesso. Nessuno di noi ha la presunzione di sapere cosa è meglio per un altro. –

-         -Ammiro il vostro pensiero, la pensiamo diversamente su questo punto, ma spero che ci troveremo d’accordo sulla nostra permanenza in questi luoghi. –

-         -Avete profanato i nostri luoghi, ma la cosa non ci avrebbe toccato. Nel corso dei secoli molti popoli hanno attraversato le nostre terre, ma voi siete ingordi e continuate ad espandervi, avete riempito il nostro territorio, i nostri luoghi sacri di campi di addestramento e i vostri draghi uccidono indisturbati i nostri animali dei nostri boschi. Solo allora abbiamo scelto di spaventarvi così da costringervi a lasciare questi luoghi. Poi, però abbiamo scoperto qualcosa di sensazionale. I nostri saggi hanno riconosciuto nei vostri draghi le creature alate di cui parlano le nostre leggende. Solo per questo siamo venuti a questo incontro. Avete qualcosa che ci serve, in cambio di questo vi permetteremo di rimanere sulle nostre terre. –

-         -Ci dispiace di avervi recato disturbo tutto quello che abbiamo fatto è stato fatto con la più totale ignoranza sulla vostra presenza…non avevamo l’intenzione di profanare i vostri luoghi sacri e questo dovrebbe scusarci. Siamo pronti per cercare un accordo, abbiamo la più totale intenzione di rimanere in pace con voi. Diteci che cosa ci permetterà di mantenere il nostro proposito. – il Cavaliere rivolse un’occhiata fiduciosa alle due figure. Durante il suo discorso la sua mano, quasi involontariamente, si era stretta attorno a quella dell’elfa. Come a confermare il piacere della sua presenza, come se dopo tutto quel tempo, e dopo quello che era successo tra di loro, gli fosse impossibile non cercare la sua presenza.

-         -Ci fa piacere sapere che siete così ben disposti. Tutto quello che vi chiediamo sono due uova di drago. – la richiesta dei due individui, sembrò propagarsi nella radura accompagnata dagli sguardi sconvolti di tutto l’Ordine.

-         -State scherzando! – Arya si avvicinò pericolosa ai due, lanciando lampi con gli occhi. Lei era vissuta con l’unico scopo di proteggere la razza dei draghi e quei due…mostri, avevano l’impudenza di chiedere due cuccioli di drago per qualche loro oscuro motivo?

-         -Non vedo perché dovremmo farlo e non capisco perché la cosa vi sciocchi tanto. – l’indifferenza dei due alla sua rabbia, infastidì ancora di più la regina, che alzò il labbro superiore quasi come se volesse ringhiare ai due.

-         -Arya. – il sussurro di Eragon la fece girare arrabbiata verso di lui. Sapeva cogliere ogni sfumatura della voce di lui. Sapeva cosa voleva indicare quel sussurro. Era un modo per metterla in guardia, per dirle di tornare in sé, perché secondo lui stava esagerando o forse, semplicemente stava esternando troppo il suo disappunto. Molto probabilmente era vero, ma non poteva fare altrimenti. Quei due erano matti! Matti, se pensavano che lei, avrebbe permesso una cosa del genere.

-         -Adempiere a questo dovere ci è impossibile. L’Ordine di cui facciamo parte e a cui abbiamo fatto giuramento, è una collaborazione tra le persone, e non, più importanti del nostro territorio, per far sì che regni sempre la pace nella nostra patria, non possiamo permettere che individui di una di queste razze sia scambiata come una merce e anche se potessimo permettercelo, non lo faremmo mai. I Draghi sono l’essenza stessa della nostra specie e sono quasi sacri per tutti noi. Potete chiederci qualsiasi cosa, ma non questa. – la voce di Eragon era pacata, ma chi lo conosceva bene poteva sentire la nota aspra delle sue parole. L’offerta lo aveva disgustato e irritato. Molto. Eppure, sapeva che era suo dovere, cercare un punto di incontro con quelle creature.

-         -Se non potete darci spontaneamente quello che cercate, allora, non vi toglieremo solo due uova di drago. – la loro sembrava più una constatazione che una minaccia.

-         -Ci state minacciando? Non vi permetteremo di toglierci la vita facilmente. Siamo abituati a lottare per la nostra sopravvivenza. – l’algida cortesia di Eragon si frantumò in un attimo e, il suo sguardo sembrava incendiare i due.

-         -Non era della vostra vita cui alludevamo, ma lo capirete presto. –

-         -Fatevi sotto, sporchi esseri striscianti. Non starò qui a farmi insultare dalla vostra presenza. – Murtagh  si avvicinò ai due, sguainando la sua grande spada rossa come il sangue, o meglio come Castigo che in quel momento eruttò una vampata di fuoco così in alto da perdersi nel cielo.

-         -Vi toglieremo la vostra arroganza e ci pregherete di togliervi la vita. –

-         Staremo a vedere, non siamo soliti farci spaventare dai nostri nemici. – Eragon sfoderò la sua spada e con un agile balzo salì in groppa a Saphira avvicinandosi a Castigo e Murtagh, dopo aver lanciato un occhiata fiduciosa ai suoi compagni, soffermandosi più a lungo sulla sua amata.

-         -Cosa aspettate? Avete forse paura? In quel caso fate bene. Vi comprendo in pieno. – Murtagh incalzò uno dei due che per tutta risposta cominciò ad  arretrare nella foresta seguito dal suo compagno.

-         -Non avete idea di cosa vi aspetta, ma non adesso e non qui. Buona fortuna. – le due figure cominciarono a sbiadirsi e poi all’improvviso scomparvero del tutto.

-         -Dove sono andati? – Kalea si guardò  intorno preoccupata. Non riuscire a individuarli con la loro mente li metteva a disagio. Tutti loro erano abituati a tenere tutto sotto controllo. Era impossibile che qualcosa sfuggisse alla loro attenzione.

-         -Non lo so. Ma sono certa che li vedremo ancora. – Arya si avvicinò a Fìrnen accarezzandogli il lungo collo. Eragon poteva vedere quanto fosse preoccupata. Il suo cuore gli urlava di liberarla di ogni sua preoccupazione, ma non sapeva come far fronte a questa nuova minaccia. Si ripromise ,però, che ci avrebbe provato e ci sarebbe riuscito. Lo avrebbe fatto per lei, per loro e, soprattutto per i Draghi.

 

 

 

 

 

*Liquore che gli elfi ricavano dalle bacche di sambuco e, così dicono, dai raggi di luna. Arya ed Eragon lo bevono insieme nel libro Inheritance nel cap. “Sulle rive del Lago di Leona”.

 

NOTE DELL’AUTRICE

Non ci sono parole per descrivere il mio enorme ritardo e, davvero non ho scuse che reggano. Sono oberata di lavoro, tra gli l’ultimo mese di scuola, lo stage che ho iniziato a fare e tra poco direttamente il lavoro, non ho avuto un momento libero per immergermi nel fantastico mondo di Eragon. Perdonatemi, vi prego. Inoltre, sto cercando di capire se la storia interessa ancora qualcuno, continuerò se vedrò interesse in voi, altrimenti no, visto che non ho proprio il tempo e le forze per finire qualcosa di insoddisfacente. Spero, di sentirvi presto, lasciatemi un segno del vostro passaggio ne trarrò grande beneficio.

Un bacio

_Mollica_

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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