Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: jussmyeux    12/06/2014    1 recensioni
E fu proprio in quel momento che capii il vero senso della frase che mi aveva detto giorni prima: "Molto spesso ti fai un idea completamente errata di quello che uno veramente è, e non capisci che stai sbagliando strada finchè sei entrato nel suo mondo e vedi le cose dal suo punto di vista". Mi era sembrata una frase banale, presa da uno dei suoi stupidi libri ma forse era proprio questa frase che lei non aveva letto da nessuna parte. Io stesso mi ero fatto un idea completamente diversa di quello che lei veramente era e forse cominciavo a capire perchè trovasse così bello leggere i libri.
Sì, adesso che ero entrato nel suo mondo capivo il perchè di tante domande che mi ero fatto in precedenza e alle quali avevo già risposto in maniera errata.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Her

In quel traffico, dove le automobili facevano fatica a mouversi,  riuscii finalmente ad intravedere  l'inconfondibile autobus blu con la scritta arancione.
Rimasi immobile seduta sulla panchina sapendo che ci avrebbe messo del tempo per arrivare. Pochi minuti e la corriera accostò aprendo le porte, pronta ad accoglierci. Mentre aspettavo che i più anziani entrassero per primi, scorsi un uomo sui cinquant'anni di nome Luigi, o come lui diceva: Frank in arte. Sorrisi involontariamente
e salii l'unica scala del bus.<< Victoria!>> urlò e ridacchiai scuotendo il capo << Ehi Frank! Dov'eri finito? >> mi fece segno di avvicinarmi e sussurrò: << Mi avevano chiamato per una missione segreta>> mi allontanai e lo guardai a bocca aperta, stando nel suo gioco  << Wow ma è grandioso!>> esclamai e ridacchiò anche lui.
 Prese qualcosa nel cruscotto e me lo porse << Già letto? Sul serio?>> annuì soddisfatto.
<< Sto facendo progressi, sai? Un giorno finirò di leggere i libri in due giorni come fai tu. Sempre se hai un altro giallo da prestarmi>>
<< Certo! Adesso vado a sedermi>> misi il libro che gli avevo prestato nella borsa e lentamente mi avvicinai ad uno dei posti liberi rimasti. I miei occhi si posarono nel posto dove pochi minuti dopo si sarebbe seduto il ragazzo biondo. Sapevo perfettamente cosa pensava di me, sapevo che nei suoi occhi ero una povera sfigata che leggeva i libri per divertirsi. D'altronde lo pensavano tutti i ragazzi della mia età, eppure mi ero soffermata a pensare cosa lui pensasse di me. Appoggiai la testa nel sedile e tra mille pensieri mi dimenticai di aprire il libro, di sfogliarlo e trovare la pagina in cui era rimasta il giorno precedente. Mi piaceva osservare la città, le macchine che ci sorpassavano, il cielo che aveva ogni giorno un colore diverso e mi piaceva soprattutto vedere un piccolo momento della vita delle persone sfrecciare davanti ai miei occhi. La corriera si fermò in modo così naturale, cosa che solo Frank sapeva fare, che quasi non me ne accorsi. Capii però che il ragazzo biondo era appena entrato. << Ehi Justin, come butta amico?>> lo chiamò Frank e gli fui grata perchè non dovevo più chiamarlo "il ragazzo biondo".
<< Aye Frank!>> rispose e istintivamente decisi di guardarlo: stava sorridendo. Per fortuna fui abbastanza veloce da distogliere lo sguardo da lui e fare finta di guardare fuori dalla finestra senza che lui se ne accorgesse. Sospirai sollevata e quando Justin passò accanto a me, lasciò un odore così buono che respirai profondamente per sentirlo meglio. Il suo sorriso mi era rimasto impresso nella mente, le narici sentivano ancora vagamente il suo profumo, dentro sentivo ancora il suono della sua voce e il cervello ripeteva più volte il suo nome. Sembrava descritto da un libro eppure lui era lì, dentro il mio stesso autobus. Scacciai via tutti i pensieri che mi passavano per la testa e mi massaggiai le tempie. I ragazzi dei libri non esistono!

Him

La ragazza dei libri aveva imparato benissimo la sua lezione, non mi aveva degnato di uno sguardo. Se roteare gli occhi avesse funzionato sempre a far smettere le persone di fissarmi l'avrei usato con tutte le ragazze che mi andavano dietro. Mi piaceva essere desiderato da tutte quelle ragazze ma non amavo essere osservato per lungo tempo. Ci stavamo avvicinando alla fermata della ragazza dei libri ma lei non sembrava voler scendere. Non stava leggendo un libro come al solito, guardava fuori dalla finestra e si stava quasi dimenticando che era ora di scendere. Quando realizzò il tutto, si affrettò a trovare il pulsante per prenotare la fermata ma era troppo lontana. Io ne avevo uno proprio davanti a me e senza pensarci troppo premetti il pulsante velocemente. Quando sentì il suono, segno che la fermata era già prenotata, si sorprese visto che era l'unica a scendere in quella fermata e si voltò dietro per capire chi fosse stato. Non feci in tempo a distogliere lo sguardo dal suo e lei capì tutto. Mi sorrise timidamente per ringraziarmi ma io rimasi indifferente e abbassai lo sguardo sul telefono. Lei si diresse verso l'uscita ed io alzai di nuovo lo sguardo.
Frank rallentò, aprì le porte e prima che lei lo potesse salutare le chiese << Hey, Victoria! Come va il lavoro?>>  lei si girò e gli sorrise
<< Abbastanza bene>>
<< Cerca di non faticare tanto,eh! E non scordarti di portarmi il libro>>
<< Non lo farò, agente segreto>>   ridacchiarono entrambi e una volta che le porte si chiusero, cominciai a chiedermi che lavoro Victoria facesse e soprattutto perchè.

  
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