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Autore: JohnLemon    12/06/2014    3 recensioni
Cosa accadrebbe se si guardasse da un nuovo punto di vista la vita di Ringo Starr, a partire dalla sua fanciullezza un po' difficile, trascorsa negli ospedali? Ho provato a scoprirlo, introducendo nella sua vita Mia, una ragazzina che Richard conoscerà in ospedale, ed a cui si affezionerà. Spero vi piacerà.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Quasi tutti, Ringo Starr
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dong!
Ennesimo rintocco della campana.
È mezzogiorno, ed il sole scalda l’aria, filtrando persino dalla finestra dell’ospedale dove si trova Mia.
Mia, che è seduta sul letto. Dopotutto, lo scorrere delle ore non la tocca minimamente. Poco importa che siano le 8 di mattina, mezzogiorno, o le 4 del pomeriggio. In ospedale non c’è mai nulla da fare, se si escludono le visite di controllo, ogni mattina alle 6.30, e i vari esami cui è sottoposta più o meno quotidianamente.
Il suo braccio esile si conclude con una manina dalle dita affusolate, strette intorno ad una penna. La ragazzina scrive su un quaderno poggiato sulle sue cosce, facendo attenzione all’ago a farfalla che collega il suo braccio ad un tubicino trasparente, che salendo salendo conduce ad un “sacchetto”, come lo chiama lei, contenente dei medicinali.
Una mezz’ora è passata dall’ultimo rintocco delle campane poste al di sopra della chiesa vicina all’ospedale, e Mia è un po’ stanca di scrivere. È facile per lei sentirsi stanca, il giovane dottore tirocinante le ha detto che è normale.
Lascia cadere al proprio fianco il braccio, dopo aver riposto quaderno e penna sul comodino.
I suoi grandi occhioni, di un colore verde scuro, scrutano la flebo, e la ragazzina si lascia andare ad un sospiro sconsolato. Poggia la testa allo schienale del letto, fissando quel “sacchetto” di medicinali, chiedendosi come una semplice accozzaglia di miscugli chimici possa farla star meglio, se in realtà lei si sente così triste e sola.
“Devi farne molte, di quelle flebo?” Mia stava per appisolarsi, quindi le richiede qualche istante il comprendere che quella voce, con una forte cadenza Scouse e un tono piuttosto gentile, che tradisce lieve imbarazzo, giunge da qualcuno dietro le sue spalle e non da un personaggio creato dal suo inconscio per essere inserito nel sogno in cui stava per addentrarsi. Quando finalmente realizza, si gira sorpresa. Il repentino movimento le fa fare un versetto di disappunto, l’ago inserito nel suo piccolo braccio le procura fastidio.
Quando vede accanto al proprio letto un giovinetto, che ad occhio e croce ha sì e no un anno in più di lei, arrossisce di colpo.
“Io… beh, ne faccio almeno tre al giorno” risponde timidamente, risultando più impacciata di quanto in realtà sia. Non era molto abituata a parlare coi suoi coetanei, in special modo con i maschi.
Nel vedere le sue gote colorarsi di rosso, anche quelle del giovane ragazzo si scuriscono. “  Mi hanno appena ricoverato, ho un po’ paura.” Confessa, grattandosi la testa e sorridendo in maniera timida. Non è forse un approccio ideale, ma lui non è fatto per le frasi fatte, lui è così; vero.
Mia schiude le labbra chiare, preparandosi a dirgli di non preoccuparsi, quando un braccio, ed in seguito l’intero corpo di una donna non troppo avanti con l’età fanno irruzione nella stanza, acciuffando il ragazzo e rivolgendoglisi. “ Amore, dove ti eri cacciato? Avanti, il medico vuole visitarti… da bravo.” “ Io… va bene, mamma.” Risponde il giovane, accingendosi ad uscire ma affrettandosi a chiedere, prima, “Come ti chiami?” alla ragazzina, la quale immediatamente risponde “Io Mia, e tu?” “Richard!” risponde il ragazzo, subito prima di sparire dalla sua vista e lasciarla di nuovo sola, forse ora un po’ meno.



 

SPAZIO AUTRICE:

Salve, popolo di EFP!
Eccomi qui, di nuovo a pubblicare (tralasciando gli esperimenti poco riusciti che precedentemente ho messo qui sul sito.).
Questa è una storia che mi ronza in testa da un bel po', ed a cui sono particolarmente legata per motivi affettivi. Insomma, la sua trama è per me molto molto importante e mi tocca da vicino. 
Questo primo capitolo potrebbe darvi delle perplessità, ma sono quasi certa che tutti questi dubbi siano dovuti a mie precise scelte stilistiche. Ad esempio, potrebbe sembrarvi un po' corto e "vuoto" il capitolo, ma vi spiego che ha una motivazione. Essendo il primo capitolo, è una fase di "conoscenza" della storia. è un farvi entrare lentamente e in maniera più delicata possibile nella realtà di questi due ragazzi, esattamente come l'uno entra nella vita dell'altra. Ovviamente, i prossimi capitoli saranno più sostanziosi.
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un abbraccio.
  
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