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Autore: cin75    13/06/2014    7 recensioni
Jared è un attore famoso che vive da anni sotto ricatto. Jensen è il suo assistente personale molto...molto speciale!! Si incontreranno, si conosceranno e naturalmente si innamoreranno.
Ma come dice il saggio: tra il dire e il fare.....
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'incubo: dal sonno al risveglio.'
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I giorni andavano avanti così, fin quando non si ripresentò Sebastian. Jared lo vide arrivare da lontano. Erano in pausa e quasi istintivamente cercò Jensen che stranamente non era nei dintorni.
Maledizione!!, pensò. Perché non c’è??!!
Così fece quello che di solito faceva l’assistente: finse una telefonata e si allontanò verso il suo camper. Sebastian vide il gesto ma questo non lo scoraggiò e seguì il giovane.
Jensen che da dove si trovava aveva visto tutta la scena, decise di seguirli e quando vide Rochè raggiungere l’amico ma soprattutto quando vide Jared che indietreggiava con uno scatto mentre il suo agente faceva il gesto di mettergli la mano sulla spalla, non attese oltre.
Quella reazione proprio non gli era piaciuta.
Allungò il passo e non appena vide Rochè spingere con prepotenza  Jared, dentro il camper, corse e non gli diede il tempo di chiuderlo fuori.
“Accidenti, finalmente ti ho trovato. Sei sparito!!” disse, fingendo.
“Senti scusa!!Perché non vai a prenderci un paio di caffè. Qui, abbiamo bisogno di metterci d’accordo su alcuni appuntamenti, quindi se non ti dispiace!!!” invitandolo ad andare via. Jensen guardò l’uomo e poi posò lo sguardo sul volto teso di Jared. Col cavolo che lo avrebbe lasciato solo!!!
“Perfetto!, allora credo di essere arrivato in tempo!” fece tirando fuori l’agenda e il tablet e dipingendosi sulla faccia l’espressione di uno che non sta aspettando altro che l’altro iniziasse la sua lista di appuntamenti, attese la cosiddetta lista di appuntamenti.
Sebastian lo guardò con sulla faccia un espressione che era un misto di seccatura e strafottenza.
“Vedo che te lo sei scelto pignolo e stacanovista!!” e dopo aver comunicato ai due di un evento pubblico all’ennesimo locale, li lasciò ma non prima di essersi avvicinato all’attore. “Io e te ci sentiamo più tardi. E domani vedi di non sparire. Non ti servirà avere intorno questa nuova versione di Pepper Potts!!” e andò via.
“Ehi! Il tuo amico mi ha appena paragonato alla Paltrow o sbaglio!!??”
“Si, ma ti prego non chiamarlo “mio amico”!” disse con tono serio e preoccupato, l’attore.
“Ma di solito gli agenti non sono i migliori amici di voi attori!!?”
“Beh! A quanto pare l’unico bastardo l’ho trovato io!!” fece quasi senza rendersene conto. E infatti subito guardò Jensen che lo fissava tra lo sbalordito e il curioso. “Scusa. La mia è stata un uscita infelice!!”
“No, figurati. Ma mi sembra che tu e lui…insomma non andiate d’accordo!” replicò Jensen, cercando di smorzare la tensione che vedeva schiacciare Jared.
“Jensen, se non ti dispiace vorrei non parlarne. Almeno non adesso!!” fece senza sembrare sgarbato o irriconoscente. Infondo Jensen voleva solo aiutarlo. Ma come confessargli quello che aveva dentro.
“Come vuoi. Non insisto. Ma sai che con me puoi confidarti e credo che sfogarti ti farebbe bene.”, provò ad insistere senza eccedere. Per un attimo parve che Jared stesse capitolando, quando all’improvviso Rochè tornò nel camper.
Non bussò. Non chiese permesso e nemmeno si scusò per quell’intrusione.
“Non dimenticare di lavorarti Micheals per quel nuovo progetto. Da quello dipende tutto.” sembrò quasi ordinargli invece che suggerirgli. “E sai che cosa intendo!!” concluse fulminando con gli occhi il giovane attore che annuì sconfitto.
“Va’ bene!” sussurrò Jared.
“Come scusa?!” lo riprese Rochè, con tono severo.
“Ho detto che lo farò, d’accordo!!” quasi gridò esasperato.
Quando Rochè andò via , Jensen restò per un attimo a fissare Jared che fermo nella posizione in cui era, continuava a guardare lo spazio vuoto lasciato dal suo agente.
“Jared, ma che succede?!” chiese Jensen vedendolo in quello stato. Gli occhi lucidi di preoccupazione e rabbia. La mascella contratta. Lo sguardo perso. Sembrava che stesse per esplodere. “Jared?!” sussurrò senza accorgersene.
Jared, al richiamo quasi silenzioso di Jensen, respirò una, due , tre volte per cercare di riprendere il controllo e quando sentì che cuore e polmoni avevano ripreso il loro ritmo normale, si voltò verso l’amico e provò a sorridergli.
“E’ tutto ok!, andiamo. Mi stanno aspettando sul set.” e senza aspettare che Jensen potesse replicare, uscì dal camper.
*********
 
L’evento mondano passò lentamente per Jared. Non era timido ma non amava molto le centinaia di foto fatte a volte al solo scopo di prendere in fallo una celebrità. Aveva stretto le mani di tutti quelli che gli erano stati presentati, aveva diplomaticamente affascinato Michaels e la sua cerchia di produttori. Si era concesso ai fotografi e con chiunque gli chiedesse di fare una foto. Era circondato da centinaia di persone, ma come al solito, lui, era solo.
Poi, però, in un angolo, vide un volto amico, che gli sorrideva sinceramente. All’improvviso si sentì bene, sollevato. Felice. Salutò distrattamente le persone che aveva accanto e si diresse come  in ipnosi verso quel sorriso.
“Non sapevo che dovessi essere qui?!”
“Sono il tuo assistente personale. Dove vai  tu, vado io. Ma non chiedermi di seguirti anche al bagno perché sarebbe imbarazzante!!” scherzò Jensen, mentre  sfilava la bottiglia di birra dalle mani di Jared e ne bevve un sorso.“Senti, qui ormai hai fatto tutte le foto che potevi e ringraziato e abbracciato chiunque ti si avvicinasse.” disse con uno sguardo che la diceva lunga.
“Che mi stai proponendo, Ackles?!” chiese riprendendosi la birra da cui bevve anche lui.
“Una fuga da tutta questa celebrità. In cambio di una serata più…alla mano!”
Jared guardò la sala gremita alle sue spalle e poi guardò il ragazzo accanto a lui. “Fammi strada!” e uscirono dalla sala ricevimenti.
Jensen convinse Clif a dargli le chiavi della macchina e dovette penare un bel po’ per convincerlo ma alla fine ci riuscì. Quando si mise al posto di guida, trovò Jared con la testa appoggiata al sedile e gli occhi chiusi. Era rilassato. O forse si stava chiedendo se stava facendo la cosa giusta..
“Ripensamenti?, vuoi restare o vuoi che ti porti al tuo appartamento?!!”
“No, ho bisogno di andare via. Ma ti scoccerebbe portarmi al…” e si fermò bloccato da un certo imbarazzo che gli colorì il viso. “…al Misfit ?!”
Jensen lo guardò sorpreso. Ma non c’era giudizio nei suoi occhi, solo curiosità.
“Non è quel locale per  soli uomini ?!” chiese virgolettando le due ultime parole.
“Ti scandalizza?!”
“No. Affatto. È solo che non ti facevo tipo da club privè!”
“Ho solo voglia e bisogno di essere uno qualunque stasera. Ma puoi accompagnarmi lì e andare via se vuoi !!!” gli suggerì sperando in un “no” come risposta. Non voleva andare al club per rimorchiare o essere rimorchiato, ma solo per stare in un posto dove nessuno avrebbe fatto caso a lui.
“Che ne dici se invece, entro con te e ti faccio compagnia?!”
“Non sei tenuto a farlo. E’ un locale particolare e potresti….”, ma Jensen non lo lasciò finire.
“Diciamo che il locale non mi dispiace e che mi andrebbe di passare una serata con te, che non sia per lavoro!!” disse posando la mano su quella di Jared e rivelando in modo diplomatico ciò che era e quelle che erano le sue intenzioni.
Jensen era gay!!, e lui non ne aveva avuto il più minimo sospetto. Ma da quanto tempo era fuori dal giro!!!!???
Jared spalancò la bocca dallo stupore. E anche da un segreto sollievo. Ora quella sorta di elettricità che sentiva ogni volta che lo aveva vicino, aveva un senso. Il fatto che Jensen non si fosse mai sentito in imbarazzo, mai una sola volta, da quando si conoscevano, aveva finalmente un senso.
 “Tu ??…perché non me lo hai detto ??!!” chiese.
“ Non lo so. Forse non mi sembrava etico entrare nel tuo camper e dire “Salve sono Jensen Ackles, sono il tuo assistente personale  e sono gay come te!!” , sarebbe stato come se ti chiedessi di… favorirmi!” replicò innocentemente.
“Ma io te l’ho detto subito!!”
“No. I giornali me lo hanno detto e molti anni prima che io e te ci incontrassimo!!” ci tenne a precisare Jensen, per non sentirsi in colpa e questo fece ridere di cuore Jared.
Dio!!, se avesse riso di più!!, pensò Jensen.
Era così bello quando rideva. Aveva un aria così felice quando si lasciava andare alla…. felicità!! Che cosa gli impediva di essere sereno nel modo in cui meritava di esserlo??!!
“Allora Misfit ?” fece, poi, rinsavendosi, da quei pensieri.
“No. Ci ho ripensato.” rispose Jared.
“Dove, allora ?” aspettando di conoscere la meta designata.
“Ti va’ di andare al mio appartamento ?” suggerì con una sottile allusione.
Jensen divenne serio tutto di un colpo. “Sei….sicuro??!!” disse a voce bassa e improvvisamente roca.
“E’ la prima cosa sicura che so, dopo tanto, troppo, tempo!” disse consapevole che quella era l’assoluta verità.

Quando arrivarono all’appartamento di Jared, Jensen entrò per primo. Si fermò al centro del soggiorno e osservò come era divisa.
A destra si intravvedeva la cucina e la porta finestra oltre cui doveva esserci un giardino o per lo meno qualcosa del genere. Sulla sinistra una porta lasciava intravvedere un piccolo studio e poi poco più in là, le scale che conducevano al piano superiore dove di certo c’era la zona notte. Non era un appartamento grandissimo, ma era giusto per Jared. Lo rispecchiava anche nell’arredamento. Moderno ma non stravagante, tantomeno lussuoso.
Semplice e sincero. Come lui.
E mentre faceva mentalmente questi pensieri, si sentì abbracciare improvvisamente da dietro. Le braccia di Jared lo avvolsero completamente, forti ma non prepotenti. Fu un abbraccio caldo e avvolgente. E anche se era lui ad essere abbracciato ebbe l’impressione che fosse Jared quello a sentirsi protetto.
Istintivamente piegò la testa lasciando che Jared potesse baciarlo leggermente sul collo e quel leggero contatto gli provocò una scarica elettrica in tutto il corpo. Alzò il braccio e glielo passò dietro la nuca per tenerselo vicino e per potergli accarezzare il collo e la testa ancora nascosta nel suo collo. Gli infilò la mano tra i capelli accarezzandolo piano, tanto che quel contatto sembrava più un massaggio che una carezza; infatti, sentì la testa di Jared rilassarsi in quella posizione e appoggiarsi nell’incavo del suo collo, e lo sentì che si lasciava cullare dal suo stesso respiro.
“Che ne dici se ce la prendiamo comoda?!” gli bisbigliò appena. Jared lo guardò credendo quella richiesta una sorta di ripensamento, ma prima che potesse allontanarsi dal corpo di Jensen, il maggiore, per fugare il dubbio che vedeva sul volto del giovane, lo attirò a lui per un bacio dolce, gentile, ma incredibilmente pressante.
Le loro labbra si unirono perfettamente. Le sottili di Jared sembravano fatte apposta per quelle più carnose di Jensen. I loro respiri per interminabili momenti divennero uno, perfettamente sincronizzato, capace di far respirare entrambi di quel meraviglioso contatto.
Fu Jared a staccarsi per primo e sul suo viso c’era una luce che in tutto quel tempo Jensen non aveva mai visto. Per un secondo gli parve quasi un’altra persona. Una persona serena. Anche il sorriso con cui lo stava guardando era diverso. Era …luminoso.
“Ti và qualcosa da bere ?!” fece.
“Ce l’hai una birra!?”
“La migliore del paese!”
“Privilegi da vip !!” lo canzonò Jensen.
“No. Insegnamenti di mio padre: “Se vuoi essere un uomo, comportati da uomo. Ma soprattutto bevi come un uomo!!”
“Parole sante!!” e mentre il minore lo liberò finalmente dalla sua stretta, Jensen sentì l’impellente urgenza di recuperare quel contatto.
Prima che Jared si allontanasse troppo, lo afferrò per un braccio ritirandoselo vicino e questa volta lo baciò con più irruenza. Gli passò una mano dietro la nuca e l’altra su un fianco per tenerselo vicino, mentre Jared rispondendo al bacio con la stessa passione si abbracciò alla vita del compagno avvicinandosi a lui il più possibile. Il bacio questa volta fu umido, profondo e le loro lingue si incontrarono per la prima volta. Si stuzzicarono, si studiarono e poi si abbracciarono in quel posto intimo e segreto che erano le loro bocche. I loro sapori si unirono e per la prima volta furono parte l’uno dell’altro.
Jensen, anche se di malavoglia, mise fine al bacio, continuando a godere dei piccoli morsi con cui Jared stava continuando a torturare le sue labbra rosse. Quando riuscì finalmente a liberarsi dai baci del giovane, gli sorrise di cuore. Gli accarezzò il viso arrossato passando con il pollice sulla linea delle labbra piegate ancora in uno splendido sorriso. Jared baciò il dito che gli donava quella carezza e poi con il viso si rilassò nel palmo della mano di Jensen.
“Credo che ora, quelle birre ci farebbero davvero bene!!” fece Jensen posandogli un ultimo bacio leggero sulle labbra.
“Le prendo subito!!” e si allontanò da lui andando verso la cucina. Jensen si guardò di nuovo in giro. Su alcuni mobili c’erano foto di famiglia, di quelli che dovevano essere i suoi genitori e poi alcune foto di una ragazza. Una bella ragazza. Prese uno dei portaritratti in cui il volto della giovane era raggiante e sorrideva a chi le stava scattando la foto. C’era qualcosa di familiare in lei. Ma cosa??!!
“ Lei è Megan.” fece Jared alle sue spalle. “Maggie!” precisò con più dolcezza. “E’ la mia sorellina.”
“E’ bellissima!” non mentiva. “Vive qui?!”
“No. Lei è lontana. La tengo lontana da questo ambiente. Sai!! È una brava ragazza, ma è…come dire…facilmente influenzabile. E’ ancora troppo giovane e preferisco tenerla ancora un po’ sotto controllo.” cercò di spiegare anche se non sembrò molto convincente come spiegazione.
Ma Jensen se la fece bastare. Almeno per il momento.
Rimise a posto la foto e si avvicinò a Jared, gli prese la birra tra le mani e buttò giù un sorso. “Caspita!!! E’ la birra più buona che abbia mai bevuto!!” esclamò sinceramente soddisfatto. “Ti dispiace se mi libero di questa?!” disse poco dopo, facendo riferimento alla giacca che indossava ancora.
“Mi casa es su casa!!” rispose Jared allargando le braccia.
Jensen in quel gesto potè godere di tutto lo splendore del corpo del ragazzo, che si era già tolto la sua di giacca e si era spogliato anche della camicia. Era in maglietta e pantaloni ed era maledettamente ed estremamente sexy.
Buttò giù un altro sorso di birra e decise di prendere alla lettera l’invito del giovane.
“Ok!, allora non credo ci siano problemi se vado di sopra?!” e mentre lo diceva si avvicinava alle scale e vi lasciava cadere sopra la sua di camicia. Jared lo guardava sbalordito e decisamente eccitato.
Jensen divertito dallo sguardo via via sempre più accalorato del compagno, continuò il suo gioco.
“E non credo che ci siano problemi se vado in camera da letto!” sparendo oltre le scale su cui un attimo dopo caddero abbandonati anche i pantaloni.
Jared ancora bloccato al piano di sotto, deglutì quando vide volare i pantaloni di Jensen. “Oh Dio!!” sussurrò e cominciando a seguire come Pollicino quella strana scia verso una meta ben diversa. Salì le scale e attraversò il corridoio che era cosparso degli altri indumenti intimi di Jensen e quando arrivò sulla soglia della camera da letto non potè che trattenere il fiato quando vide Jensen, completamente nudo, già infilato nel suo letto. Deglutì.
Dio!! Come era bello. E come era disarmante quel suo dannato sorriso. E come erano ipnotizzanti quei suoi meravigliosi occhi verdi.
Che diavolo gli aveva fatto quel ragazzo. In così poco tempo, poi!!
Sapeva solo da qualche ora che era gay eppure si sentiva così a suo agio.
E Jensen? Anche lui sembrava terribilmente a suo agio a giocare in quella maniera così accattivante. Deglutì ancora, ma questa volta per trovare il coraggio ed entrare nella stanza.
Nella sua stanza!!
“Finalmente!” fece Jensen. “Credevo ci avessi ripensato. Di nuovo!!” scherzò ricordando le frasi che li avevano portati all’appartamento. “Che ne dici di avvicinarti?!”
Jared obbedì e lentamente raggiunse Jensen. Stava per spogliarsi, quando…
“No, aspetta!!, voglio farlo io!!” sussurrò il maggiore.
Spostò le lenzuola mostrandosi in tutta la sua statuaria bellezza. Jared si sentì avvampare, di desiderio, di voglia e di tutte quelle sensazioni che potevano scombussolargli corpo, anima e mente.
Le mani di Jensen si mossero decise ma dolci su di lui. Gli sfilarono prima la maglietta e mentre le mani se ne disfavano, la bocca si preoccupava di coprigli il petto ansimante di piccoli baci torturatori. Quando, poi, tornarono libere da ogni ingombro, scesero a sbottonargli i pantaloni. Per un attimo indugiarono sui fianchi, tra la pelle calda e la stoffa morbida del cotone dei boxer,  giusto il tempo di avvicinare il corpo di Jared a quello del loro padrone. Al contatto dei loro toraci sudati e frementi, Jared non resistette più.  Gli gettò le braccia al collo e si avventò letteralmente sulle labbra invitanti di Jensen. Lo baciò con passione, come se quella fosse l’unica cosa che volesse fare dal quel momento in poi nella sua vita.
Sì!, aveva deciso!! Quello era il suo unico scopo di vita. Baciare Jensen!!!
I suoi pantaloni e i boxer caddero a terra e dopo un paio di movimenti con le gambe riuscì a disfarsene completamente. Un secondo dopo, era sul letto, avvinghiato al corpo di Jensen che sembrava non chiedere altro che essere coperto dalla maestosità fisica del suo compagno. Le loro mani si rincorrevano sui loro corpi,  i baci che si davano erano passione pura. Gli sguardi che si scambiavano erano fatti di fuoco ardente e di profondo desiderio. Ma tutto esplose quando ormai perso nella voglia di voler appartenere completamente a Jensen, Jared lasciò che il compagno affondasse in lui. I loro corpi sembravano fatti per completarsi. Uno la perfetta metà dell’altra. Jensen si spinse dentro il corpo di Jared, bramoso di avere per sè ogni tremore e gemito del giovane. Desideroso di donargli un piacere assoluto che lo liberasse da qualunque dolore o sofferenza lo preoccupasse al di fuori di quella casa.
Jared, invece, non voleva altro che abbandonarsi al modo coinvolgente con cui Jensen lo stava amando.
Voleva perdersi nello sguardo dolce con cui Jensen non smetteva mai di guardarlo. Voleva godere di ogni contatto o frizione di cui i loro corpi godevano. Sentirlo muoversi dentro di lui con così tanta gentile passione, lo inebriava. Sentirgli pronunciare il suo nome ogni volta prima di baciarlo, lo estasiava. Si sentiva in pace ancora prima di raggiungere quella pace appagante che di li a poco gli avrebbe donato l’orgasmo più bello della sua vita e in quel momento di pura estasi, i due ragazzi si strinsero uno all’altro.
Pronunciarono i loro nomi come la più dolce delle preghiere, e in quei nomi trovarono la risposta alle loro suppliche:i loro corpi ancora abbracciati. I loro sguardi persi nei meandri delle loro anime incatenate da quella forza che li teneva ancora legati. Loro stessi. Insieme.
Sconfitti da quell’appagante beatitudine, si addormentarono. 
Jensen teneva abbracciato Jared stretto a se. Jared in pace e tranquillo dopo tanto tempo, si lasciava stringere e cullare da quell’abbraccio.

Il giorno dopo, stranamente non ci fu imbarazzo o disagio. Si svegliarono, si baciarono per gustare e conoscere il sapore di un bacio mattutino e dopo essersi fatti una doccia. Si rivestirono per andare sul set. Jared prestò dei jeans e una maglietta a Jensen che di certo non poteva presentarsi agli studio con il vestito classico della sera prima. Rise di cuore quando sentì Jensen lamentarsi, non tanto dei pantaloni che aveva potuto sistemare con un risvolto sotto ma della taglia smisurata delle sue magliette e lo abbracciò forte quando se lo vide davanti, con l’aria imbronciata di un bambino che è costretto a mettersi un vestito che proprio non gli piace.
“Andiamo!!, troverai qualcosa della tua taglia nei camerini prova. Nessuno ti noterà.” lo rassicurò e poi: “Ehi!! sono io la star!! Guarderanno tutti me!!” lo canzonò, pur di convincerlo.
“Già e la cosa non mi piace!!” sussurrò credendo di non essere stato sentito. Invece Jared lo aveva sentito e come!!
“Ma io guarderò solo te. Ok!!?”, promise l’attore.
Si baciarono, si sorrisero complici e andarono a lavoro. Ognuno al proprio lavoro. Nessuno doveva o poteva ancora sapere niente. Jensen lo sapeva e ne era consapevole. Jared non proprio, ma assecondò la richiesta del compagno.

Nel primo pomeriggio, durante la pausa per sistemare il nuovo set, Jensen fu chiamato in produzione per delle comunicazioni mentre Jared decise di fare una sosta nel suo camper. Avevano avuto poche occasioni per stare insieme. Erano riusciti a scambiarsi solo un bacio sfuggevole e clandestino, mentre Jared era in uno dei camerini per la prova di un costume di scena, ma l’arrivo della sarta aveva messo fine a tutto e i due si erano dovuti allontanare in tutta fretta per non dare nell’occhio.
Mentre era nel suo mezzo Jared si passò la lingua sulle labbra certo di poter sentire ancora su di esse il sapore di Jensen. Era così buono il suo sapore: forte  e deciso come lui. Ma al tempo gentile e dolce. Poteva essere così perfetto???
In quei pensieri sentì aprire la porta del caravan. “Jensen!?” chiamò sorridendo.
Sorriso che gli morì sulle labbra immediatamente quando vide l’espressione furiosa di Sebastian, che si chiuse la porta alle spalle, quasi sbattendola.
“Come ti sei permesso??!” ruggì l’uomo.
   
 
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