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Autore: Lady K    13/06/2014    4 recensioni
AU, ma non troppo: in questo mondo parallelo di Detective Conan tutti gli esseri umani sono accompagnati da piccole creature simili a gatti chiamate Nekodachi. I gatti come li conosciamo noi non sono mai esistiti.
Tutto ha inizio col Nekodachi di Conan. Mentre intorno a lui si diffondono i misteriosi Crazydachi, lui deve combattere con i suoi sentimenti.
Quello che prova è sbagliato? E' anche lui un Crazydachi, come Heiji o Jodie?
...E dopo un piccolo gesto, lì su quel divano, tutto cambiò...
Tributo alla AixConan, 1999-2004.
Rating giallo per la lieve presenza di sangue/ferite in alcune scene.
[FF restaurata: è stata ripulita da errori di grammatica/battitura/codice html e altro.
Lo stile di scrittura rimane comunque quello vecchio.]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Quasi tutti, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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nekodachi capitolo 4
Eccomi qui col quarto capitolo =) Scusate il ritardo D= Colpa della scuola...

The Nekodachi


Capitolo 4

-Da quanto sei qui?- chiese Ai in tono malizioso.
-E' importante?- i peli di Conan si drizzarono per l'imbarazzo.
Il fatidico giorno dell'appuntamento era arrivato e il Nekodachi si era assicurato di non arrivare in ritardo: giunto sotto casa di Agasa con almeno 2 ore di anticipo, dovette aspettare Ai cercando di ingannare il tempo in qualche modo. Le nuvole, che prima coprivano il sole prossimo al tramonto, ora rendevano quel cielo serale più scuro del dovuto. L'aria fresca quasi autunnale recava un'atmosfera malinconica, ma Conan era immune a qualunque triste pensiero in quel momento. Nulla gli avrebbe impedito di trascorrere un po' di tempo con la sua amata.
-Dimmi piuttosto, hai detto alla tua Teemee dell'appuntamento?-
La piccola lo guardò un attimo, poi rivolse lo sguardo verso la porta da cui era appena uscita e sussurrò: -Beh, ho dovuto... in realtà non so se mi abbia sentito, visto che non mi ha risposto. Per sicurezza l'ho detto anche al dottor Agasa-.
-Allora... possiamo andare?-
-Certo.-
Ma nessuno dei due si mosse.
-Ehm...- fece Conan.
-Ehy... sei tu che mi hai invitato ad uscire, dovresti sapere dove vuoi che andiamo!-
-Ch-che ti aspettavi, una cena al ristorante a lume di candela?!-
-Cosa c'entra il ristorante!
Conan si maledisse mentalmente. Appena cinque minuti e stava già andando storto qualcosa. Tentò di ricomporsi e miagolò: -Allora ehm... andiamo al parco di Beika, va bene?-
Il cuore del detective si alleggerì quando vide Ai sorridergli. -Agli ordini, signor Holmes...-.

La mezz'ora che seguì andò decisamente meglio. I due Nekodachi prima di andare al parco si presero un gelato in un chioschetto lì vicino, senza badare alla ragazza del bancone che si girava di qua e di là alla ricerca dei loro Teemee. Dopo ciò, si diressero finalmente alla loro meta e si sedettero in una panchina davanti alla fontana del parco.
-Potevi prenderti un gusto in più, come mai hai voluto solo vaniglia?-
-Kudo-kun... saranno cavoli miei?!- disse ridendo lei, strofinando forte la zampa messa a pugno sulla testa di Conan.
-No, sul serio, prendi un po' del mio.- ribatté il Nekodachi, porgendole il suo gelato al cioccolato e pistacchio.
-Ma c'è tutta la tua bava sopra!
-Non mi sembra che tu ti sia lamentata della mia bava quando ti ho baciato quella volta a casa di Agasa!-
-Cos-... che ne sai?! E poi mi hai appena sfiorato, altro che bacio!- per una volta fu Ai ad arrossire vistosamente. Conan se ne accorse e le sorrise.
-Ah, quindi non so baciare?- la strapazzò lui arruffandole il ciuffo ramato.
Quando finirono i gelati si strinsero dolcemente lì sopra la panchina, osservando la fontana zampillante davanti a loro. Il piccolo detective era al settimo cielo; all'inizio aveva temuto il peggio, ma ora era tutto così perfetto... poi gli venne in mente una cosa.
-Ha-... Haibara?-
-Mhhh?-
-Mi chiedevo se... ti andasse bene di... insomma... chmarmislCnan!- concluse come un treno.
-Che?!-
-...Chiamarmi solo Conan...- ripeté più lentamente con un fil di voce.
Ai ci pensò un attimo, poi si rivolse al suo interlocutore con un sorriso sarcastico: -Perché, "Shinichi" non va bene?-
Il Nekodachi esitò. Non sapeva se condividere i suoi pensieri. Decise poi che alla persona che amava avrebbe detto tutto.
-Ran mi chiamava Shinichi e...-
Il sorriso di Ai si spense. -Non sono abbastanza importante per te da chiamarti col tuo vero nome...?-
Conan drizzò ogni singolo pelo della coda e la guardò spaventato. -No, NO! Hai frainteso! Semplicemente io... se tu mi dovessi chiamare Shinichi come Ran mi tornerebbe lei in mente e io... io non voglio...- fece un bel respiro. -...non voglio perderti e non provare più nulla per te... non voglio innamorarmi di nuovo d-...- si bloccò vedendo il muso di Ai vicinissimo al suo, e diventò paonazzo.
-Haibara cosa... cosa fai...?-
-Cos'è, io non ti posso dare i baci?- sorrise la Nekodachi. -E quasi quasi sai... potrei lasciarmi chiamare Ai da te...-
Il detective si scosse un attimo e rispose con un "No" secco.
-No...?- disse Ai stupita spalancando gli occhi.
-No... ti chiamerò Aì*...- le sussurrò teneramente sfiorandola con il naso.
-Sei... sei uno stupido...- riuscì solo a dire la scienziata, lasciandosi coccolare. Ma proprio mentre Conan stava per darle un dolce bacio a fior di labbra, udirono un lieve suono provenire dagli alberi dietro alla panchina. Rimasero qualche secondo a guardarsi con le orecchie tese rivolte verso la fonte del rumore, mentre le persone e i Nekodachi attorno a loro non davano segno di averlo sentito, forse per le urla e le strilla dei bambini che giocavano vicino alla fontana. Conan e Ai scesero dalla panchina e guardarono attentamente aldilà degli alberi, ma l'oscurità era fitta.
-Che dici, andiamo a controllare?-
-Sono con te, mini Sherlock...-
Così si incamminarono insieme verso l'aiuola e si addentrarono tra le alte betulle.

-Ran-neechan, hai visto il mio Teemee?- chiese Conan nel tono più noncurante possibile.
-Non lo vedo dall'ora di cena... dove può essere finito?- rispose la ragazza, intenta a lavare i piatti in cucina, aiutata dalla sua Nekodachi.
Ovviamente il falso bambino aveva il presentimento di dove fosse, ma per un folle momento aveva sperato di sbagliarsi. Non aveva voglia di affrontare Ai faccia a faccia, ma la furia che si teneva dentro era difficile da ignorare. Si diresse meccanicamente verso l'ingresso e uscì dall'agenzia correndo senza dire una parola. Quando arrivò a casa di Agasa, fu lui ad aprirgli.
-Shinichi, come mai qui...?-
Conan vide Ai seduta sul divano con un giornale in mano e ad un tratto gli montò su la rabbia che aveva represso fino a quel momento.
-DOV'E' IL MIO NEKODACHI?- le urlò avvicinandosi e scuotendola violentemente. -LO SO CHE E' QUI!-
-No che non lo è, idiota! Usa gli occhiali se non ci credi!- ma Ai si pentì di averlo detto.
Il detective si fermò a guardarla con gli occhi spenti, e lentamente alzò la mano per azionare la lente speciale.
-N-no... Kudo-kun... lasciali stare, ti prego...-
Ma lui era già fuori pronto a seguire il puntino rosso che lampeggiava sugli occhiali e indicava la posizione del badge dei giovani detective del Nekodachi.
Ai si alzò dal divano e uscì a perdifiato dalla porta inseguendolo. -NO!- gridò.
Il dottor Agasa rimase lì impalato a tenere la porta per qualche minuto, confuso.

....

*In giapponese il nome di Ai presenta l'accento sulla "a" e non sulla "i" come invece nel doppiaggio italiano. Aì pronunciato con l'accento sulla "i" in giapponese significa "amore".

Grazie per essere arrivati fin qui xD Alla prossima!
  
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