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Autore: Jean Fire    14/06/2014    1 recensioni
Il freddo doveva avermi fuso il cervello il giorno in cui decisi di derubare gli Stark, i protettori del Nord...Eppure quella era stata la scelta più azzeccata, una scelta che mi avrebbe cambiato l'intera vita. Sentivo il sangue scorrere velocemente nelle vene mentre trasportavo il vassoio in argento che avrei dovuto portare fino al banchetto, ma non ci arrivai mai.
- Occhio a dove cammini - disse una voce bassa e quasi distratta. Sapevo che non dovevo guardarli negli occhi, ma la curiosità era tanta, troppa e il mio sguardo incontrò una landa di ghiaccio
- Mi scusi MyLord...Robb Stark - mormorai, intimorita da quella figura così maestosa e potente
- Come vi chiamate? - chiese il giovane dopo aver preso il vassoio dalle mie mani, sfiorandole per qualche secondo
- Shireen - mentii, dopotutto non potevo rivelare la mia vera identità, non potevo farmi scoprire adesso che ero ad un passo dal prendere quello che mi interessava, anche se era incredibilmente difficile mentire a quegli occhi...
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Robb Stark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Com'era fatta?"
"Aveva... aveva i capelli rossi."
- Samwell Tarly e Jon Snow

Sembrava tutto un brutto sogno, anzi no doveva esserlo. Quelle urla continuavano a rimbombare senza pietà nella mia testa rendendomi quasi pazza. Erano passate settimane da quando la Montagna e i Lannister avevano attaccato il villaggio dove risiedevo e lavoravo, eppure non trovavo ancora pace. Il mio corpo era rigido, teso, le notti passate per la maggior parte delle volte insonne. 
- Sei riuscita a dormire? -  chiese l'anziano maestro di nome Karlen. Era stato gentile e quando aveva tempo gli piaceva fare quattro parole con me, tenendomi un poco di compagnia. Robb Stark si vedeva poco, ogni tanto faceva delle veloci apparizioni per chiedere a Karlen come stavano i soldati che erano rimasti feriti in battaglia, mai mi aveva più rivolto la parola, anche se ogni tanto potevo sentire il suo sguardo addosso, penetrante e curioso. 
- No, mi stanno facendo impazzire - dissi portando una mano alla testa, mentre con l'altra mi sorreggevo ad un improvvisato bastone. Alcune ferite si erano rivelate gravi e Karlen aveva anche scoperto che mi si era spezzato a metà l'osso della gamba, probabilmente a causa di alcuni uomini che mi avevano camminato sopra, oppure della maniera scomposta in cui ero caduta. 
- Vai piano, appoggia bene il piede - mi rimproverò quando vide che stavo saltellando sul bastone per non sentire dolore alla gamba. Roteai appena gli occhi e appoggiai la gamba, sentendo delle finte lancinanti. Sembrava quasi che l'osso volesse bucare la carne e la pelle per uscire. La riabilitazione sarebbe stata lunga e dolorosa, ma speravo di tornare a camminare e correre fluente come una volta. 
- Non ho sonno...se vuoi andare a dormire vai pure, tornerò tra poco - mormorai, continuando a camminare guardando il terreno andando a passo lento e incerto. 
- Ok, ma non affaticarti troppo e non allontanarti dall'accampamento -  disse lui con aria seria e il dubbio negli occhi. Non sapevo se Robb Stark aveva espresso la sua volontà di non farmi muovere da la, di controllarmi e di non farmi fuggire, anche se, conciata com'ero erano veramente poche le possibilità che riuscissi a scappare. Sentii i passi pesanti e assonnati di Karlen farsi sempre più flebili. Mi girai e vidi la sua figura entrare dentro la sua tenda. Sorrisi appena, mi sembrava quasi di essere libera. Camminavo lentamente, la gamba che pulsava in maniera debole e continua. Avevo perso la cognizione del tempo. Da quanto tempo ero in quell'accampamento? Non ne avevo idea, ma sembrava fossi la da mesi. La vita dell'accampamento non era monotona, c'erano sempre soldati in movimento, era come una piccola città che non dormiva mai. 
- Riuscite a camminare - Una voce dietro di me mi fece sobbalzare, procurandomi non poco dolore alla gamba. Mi girai solo con busto, notando che a parlare era stato Robb Stark, gli occhi cerchiati da profonde occhiaie viola, il viso pallido, una casacca sgualcita e brache scure di un materiale che sembrava simile alla pelle. 
- Si Mio Signore, Karlen sta facendo un ottimo lavoro - risposi accennando un timido sorriso, appoggiando la maggior parte del peso sul bastone. Lui camminò lentamente, venendomi incontro, guardando e studiando la mia figura. Magari nella sua mente la mia figura si cominciava a sovrapporre a quella di Shireen, la servetta immaginaria che aveva lavorato a Grande Inverno.
- Ti faccio compagnia - disse con voce che non ammetteva tante repliche. Annuii silenziosa e ripresi a camminare, lenta come al solito, il passo un poco incerto e traballante. Non vedevo l'ora di lasciare quel bastone in infermeria e riuscire a camminare senza l'aiuto di nessuno.
- Non trovate sonno? - chiesi, cercando di riempire quel silenzio. Il viso dello Stark era rigido, la mascella serrata in maniera ermetica e gli occhi fissi davanti a lui studiavano il territorio vedendo forse nemici invisibili
- Troppi pensieri -  rispose lui senza però aggiungere nulla. Non doveva essere un uomo di tante parole e la guerra sembrava avergli strappato via la gentilezza che l'aveva caratterizzato durante quei veloci incontri a Grande Inverno. La morte del padre doveva averlo segnato profondamente. Lord Eddard Stark era stata una brava persona, un Lord giusto e aveva trovato una morta infame e crudele. Chissà cosa aveva fatto durante questi due anni? Chissà se aveva trovato una Lady per prenderla in sposa, chissà se si era innamorato o se aveva pensato nuovamente a quel bacio che ci eravamo scambiati. A volte io lo facevo, ricordavo le sue labbra calde e la passione del bacio. Robb Stark era uno dei pochi ricordi che mi piaceva di Grande Inverno. Era entrato nella mia mentre strisciando come un serpente, lentamente e senza invadermi troppo, ma aveva scavato la mia mente lasciando un solco che nessuno era riuscito a colmare
- Assomigli tanto ad una persona che ho conosciuto tanto tempo fa... - disse improvvisamente. Spalancai gli occhi, incredula. Stava veramente succedendo o mi stavo immaginando tutto? Lo guardai con la coda degli occhi. Dopotutto ero l'unica in tutta Westeros ad avere quel colore di occhi, quel colore che più di una volta sapeva di morte e fiamme. 
- Veramente Mio Signore? -  chiesi facendo finta di non capire cosa lui voleva dire. Invece non era così, sapevo tutto, sapevo esattamente a quale episodio lui si riferiva e un sorriso spontaneo crebbe sulle mie labbra. Si ricordava di me e la cosa mi faceva più piacere di quanto volessi ammettere. Vidi i suoi ricci muoversi e lui annuii debolmente
- Si...una ragazza conosciuta tanto tempo fa a Grande Inverno, si era finta una servetta delle cucine e poi ci ha derubato e... - rispose e sul suo viso salì un leggero sorriso mentre i suoi occhi di ghiaccio cercarono il cielo
- Ebbe anche le palle di colpirmi -  continuò girandosi per guardarmi negli occhi. Potevo vedere la sua disperata ricerca di quei segni che facevano di me Shireen. Guardò i capelli rosso quanto il fuoco e poi cercò i miei occhi e, infine, il suo sguardo scese alle mani, trovandole entrambe fasciate.
- Com'era? - chiesi, continuando a camminare e fingendo ignoranza. Non potevo farmi scoprire sopratutto perchè non avevo idea di come avrebbe reagito. Se gli avessi rivelato che ero io Shireen? Ma che in realtà quel nome non era il mio e che tutto quello che aveva visto era solo invenzione? Che non ero fragile come avevo voluto fargli credere? 
- Aveva...aveva i capelli rossi e gli occhi del drago...aveva un corpo minuto e all'apparenza fragile, le dita affusolate e delicate, la voce timida e quasi impercettibile -  rispose guardando davanti a se. Non potevo non notare il sorriso che crebbe sul suo viso pian piano che descriveva Shireen. Gli occhi del drago, gli occhi dei Targaryen, degli occhi che dovano essere estinti ormai, ma che resistevano in me e in Daenerys Stormborn, l'unica Targaryen riconosciuta. Che uno di loro fosse il mio vero padre o la mia vera madre? Ma perchè avevo allora i capelli del fuoco? Dovevo essere una bastarda, quella era l'unica risposta...oppure ero uno scherzo della natura.
- Era bella Mio Signore? - chiesi fermandomi a guardarlo. Il respiro del Lord di Grande Inverno era regolare, il suo petto si alzava e si abbassava lentamente, la tunica all'apparenza leggera e aperta sul petto definiva un poco i suoi muscoli eleganti.
- No...era più che bella. Mai ho più rivisto una creatura bella quanto lei, il suo sguardo era tenebra pura e i suoi capelli sembravano fuoco vivo... -  mormorò il giovane guardandomi dritto negli occhi. Sapevo che cosa mi avrebbe detto tra pochi secondi, sapevo cosa avrebbe cercato di fare, sapevo cosa cercava e dove voleva arrivare con quella passeggiata. Forse avrei dovuto rivelargli chi ero? Ammettere che ero io Shireen e che gli avevo mentito dal primo momento in cui ero entrata a Grande Inverno? Avrebbe capito il perchè di tutto quello? No, ne dubitavo e anche se sapevo che non era stupido e che avrebbe capito presto la verità, non era l'ora per dirgliela
- Era uguale a voi...gli stessi occhi, la stessa tonalità di rosso...Come vi chiamate Mia Signora? - domandò facendomi vibrare il sangue nelle vene. Nessuno si era rivolto a me in quel modo e lui sapeva che non avevo nobili natali eppure...mi aveva chiamato così lo stesso mostrando la stessa gentilezza e premura che aveva avuto a Grande Inverno
- Mi chiamo Ly...essa - risposi un poco titubante. Stavo per rivelare il mio nome, dovevo essere impazzite, non potevo fidarmi ancora di lui, non ancora, meglio di no quel nome poteva rivelare tante cose ad una mente arguta e certamente quella di Robb Stark lo era. Lui sembrò esserci rimasto male, ma il suo sguardo era ancora indagatore, non ci credeva fino in fondo, non ne era sicuro
- Mio Lord, mi sono affaticata fin troppo, se lo acconsentite vorrei tornare alla mia tenda - dissi guardandolo negli occhi e fingendo un leggero fiatone. La gamba aveva cominciato veramente a dolermi, ma il vero motivo era la paura che lui capisse fin troppo, dalla voce, dal modo di parlare o da altro.
- Certo, certo...Spero di rivedervi presto Lyessa -  disse lui facendo un debole inchino che mi spiazzò ulteriormente. Perchè si comportava in quel modo? Ero una semplice ragazzina, una bastarda probabilmente, senza niente e senza nessuno.
- Sono sempre in infermeria Mio Lord...quando vorrete potrete trovarmi la -


Nota:
Buongiorno!! Volevo ringraziare tutti coloro che stanno leggendo questa long e spero che vi piaccia e la troviate interessante e "nuova". Volevo ringraziare con tutto il cuore LauraRM che ha speso un pò del suo tempo per rensire il capito precedente a questo, veramente grazie di cuore =)
La storia è ancora agli inizi, non si sa niente di lei, le sue origini, a cosa punta e molto altro e presto, capitolo per capitolo si scoprirà tutto con colpi di scena che spero a voi piacciano!
Detto questo scappo a studiare per gli esami!! Un bacione e un ringraziamento speciale a chi leggerà e a chi ricensirà =) 
Jean
 
  
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