Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Aranel33    14/06/2014    0 recensioni
Cassandra è una giovane studentessa. Brillante ma non geniale, fin dalla giovane età adora affondare il naso fra i libri per divorarne odore e parole. E' feticismo quasi, una sorta di bibliofilia acuta.
Ecco quindi che, quando decide di doversi trovare un lavoro che le permetta di mantenersi, scegli di presentarsi proprio in una libreria: poiché quale posto è meglio di una libreria? Peccato solo che in quella libreria non vi sia solo lei..
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima di un esame, prima di un test, prima di una qualunque prova ho sempre sentito quel che di fatalità in quello che sto per fare. L'ansia di quando sei di fronte ad un dirupo e non ci sono storie: non resta che saltare, affrontare la vertigine che si scava immensa dinanzi ai tuoi piedi per andare avanti. Con sempre chiara la consapevolezza che un attimo prima tutto è ancora possibile, quello dopo sai che ciò che è fatto è fatto e non si torna più indietro.
Ecco, nello stesso momento in cui posai la mano sulla maniglia del negozio sentii quella stessa autentica sensazione invadermi. Né prepotente né tantomeno totalizzante ma presente sì, accucciata da qualche parte tra collo e addome, acquattata tra laringe e bronchi, pulsava e mi scuoteva, facendo lentamente mescolare l'adrenalina al sangue. Feci un'ultima volta mente locale e preso un respiro profondo entrai, spaventata quanto eccitata dall'idea di trovare il modo di farmi assumere. Spaventata perché sì, io volevo quel posto; avevo qualcosa da perdere e ancora tutto da giocare.
Infatti, nello strano annuncio che accompagnava l'offerta, non era richiesto di presentare alcun curriculum, alcuna certificazione, alcun diploma. Era bensì chiesta competenza e massima serietà (testuale) ma senza alcun bisogno di prove cartacee.
Quando avevo poi telefonato la voce dall'altro capo aveva semplicemente affermato che "sarebbe stato valutato di persona dal responsabile", in modo criptico, tagliando breve e riattaccandomi; un modo che molti definirebbero a giusta ragione assurdo, soprattutto considerata l'epoca attuale.
Nell'entrare tesi quindi il viso nel sorriso rassicurante che di solito usavo per le situazioni in cui volevo riuscire simpatica, sforzando di dare tranquillità e apertura allo sguardo. Anni di teatro mi avevano insegnato che il linguaggio del corpo dice tutto e quello era proprio uno di quei casi in cui è necessario sfruttare lo charme fino in fondo, considerato che sa Dio in cosa mi avrebbero valutato.
Speriamo solo non abbia ragione Ludovica, fu l'ultimo pensiero, tornando alle parole di una mia amica che aveva sostenuto che mi avrebbero "sessualmente sfruttato". Come se fossi stata il tipo di persona che si lascia circuire in modo simile!

Mentre la porta si chiudeva facendo risuonare un campanello acuto e dal suono argentino, lo sguardo già vagava tra gli scaffali in legno scuro. Quel posto era bellissimo, decisamente, non riuscivo a capire perché non lo avessi notato prima, poiché io ero proprio il tipo di persona che una volta trovati luoghi simili non esitava a divenirne un frequentatore abituale. Un uomo, un'età imprecisata tra i 60 e i 70 anni, spuntò dal fondo dello scaffale per venirmi incontro “Buonasera signorina, posso aiutarla?”, domandò con un'autentica cordialità vecchio stampo, quell'atteggiamento che si può solo ritrovare in persone delle generazioni passate che hanno rigettato con dolcezza e decisione il frenetismo moderno.
“Buonasera a lei.. professor Alinari? Le ho telefonato qualche giorno fa per il colloquio” risposi, incerta.
Il suo sguardo si illuminò “Già, me ne ero dimenticato. Quindi lei è Cassandra Musil. Beh, mi perdoni ma sappia già da adesso che le darò del tu. Non riesco a darti del lei considerato che potresti essere mia nipote.. per quanto riguarda te chiamami direttamente Professore. Vieni con me adesso, ti porto in retrobottega così possiamo parlare con calma” mi sorrise per poi volgersi alle spalle, verso un qualche luogo imprecisato al di là degli scaffali “Christian! Devo fare il colloquio! Ci pensi tu ai clienti?”. “Sì professore!” si sentì mugugnare svogliatamente al di là degli scaffali. A quanto sembra, avevo un nuovo potenziale collega che affondava nella gioia di vivere. Anzi, ci affogava direttamente.
Mentre lo seguivo lasciavo scorrere il mio sguardo, affascinata. L'ansia e le remore si stavano letteralmente nebulizzando di fronte all'odore della carta e del legno stagionato. Una persona che ama i libri non può essere una cattiva persona, mi aveva sempre detto mia nonna; ovvero la donna che mi aveva letto libri su libri quando ero ancora troppo piccola per poterlo fare da sola, colei che mi aveva seguito e ascoltato mentre eseguivo i primi incerti esercizi di lettura, insegnandomi e conducendomi dolcemente in quel meraviglioso mondo della carta stampata.
E sempre lei mi aveva insegnato cosa fossero veramente bontà e cortesia, le stesse che stavo intravedendo nel Professore Alinari. Anzi, nel Professore. 
Camminando a larghe falcate, scandite dal rumore secco prodotto dalle scarpe di cuoio sull'assito di legno, il libraio mi condusse in un piccolo ufficio. La stanza era nel complesso disordinata, completamente sommersa da libri e fascicoli, decorata con almeno due o tre tazze di caffè abbandonate sulle scaffalature e un intenso aroma di sigaro e caffè in sottofondo. Un disordine che però diventava armonico e giusto, perfettamente intonato alle poltrone di pelle. 
“Eccoci qui ragazza mia, prendi pure posto dove trovi e sentiamo un attimo. Come avrai letto da ciò che ho scritto oltre che intuito dalle mie parole a telefono a me non interessa che una persona abbia o meno lavorato in un negozio prima d'ora. Non sto cercando un commesso ma una persona che vende libri; in questo vedo un enorme differenza. Sono dell'idea che saper vendere un libro a una persona parta dal saper stare coi libri. E soprattutto che ne sappia riconoscere il valore” mi sorrise quindi, avvicinandosi a una moka abbanonata dal lato opposto. “Vuoi un po' di caffè?” mi propose.
“Certo, comprendo. Comunque sì, volentieri”, annuii, sempre più interessata da quell'atteggiamento bizzarro ma meravigliosamente affascinante.
“Benissimo, ecco – abbassò la voce mentre si chinava ad prendere un paio di tazze da una credenza mezza sommersa da tomi minimo del 1700/1800 – quindi sono prima di tutto interessato ad avere idea di che persona sei. E' la prima volta che lavori? Studi? Cosa fai della sua vita?”, domandò porgendomi la tazza e scavandomi con uno sguardo azzurro. Mi piaceva a pelle come persona e ciò che diceva ma adesso, forse, stavo di nuovo ricominciando ad avvertire il disagio.
“Ecco sì, è la prima volta che lavoro. Studio al terzo anno Farmacia, ben altro ambito, e mi sono ritrovata con la necessità di un lavoro – sorrisi, in modo da sembrare più umana e meno un automa sotto interrogatorio- e ho visto il suo annuncio. La cifra che offre mi basta per ciò di cui ho bisogno.. e come tipo di lavoro mi piacerebbe e non poco. Prima dell'università avevo una discreta forma di bibliofilia acuta, calata negli anni a causa dell'impegno di studio. La lettura resta comunque una delle mie care passioni” sorrisi, resa timida dal fatto che avevo parlato d'un fiato come una quindicenne in imbarazzo; e me ne rendevo conto solo dopo che mi ero ritrovata senza fiato a fine discorso.
Scoppiò a ridere mentre beveva il caffè “Ecco, c'è già una base su cui lavorare”. Mugulò lasciando vagare lo sguardo al di là della finestra.
“Partiamo dalle basi allora, mia cara lettrice. E rispondi in modo sincero: chi è il tuo autore preferito e perchè”.
Pessoa, facile. Presi un lungo respiro e cominciai a parlare.


Molti autori e correnti letterarie dopo uscii dall'ufficio. Mi sentivo svuotata, molto più di dopo che avevo fatto l'esame, ma anche esaltata. Esaltata dall'aver potuto parlare per quasi due ore di letteratura, libri, personaggi, poesia e del mio amore per tutto quel mondo, potendo commentare ed esporre il mio giudizio critico e ricevendo punti di vista e osservazioni estremamente lucide da quell'uomo, dettate da una cultura sterminata.
Forse mai avevo conosciuto una persona con una simile conoscenza, sommata a una critica puntuale ma non rigida. Qualunque cosa fosse stata scritta dall'alfabeto cuneiforme ad ora, probabilmente l'aveva letta.
“Allora Cassandra, attacchiamo domani? Dovrai fare una settimana di prova ma penso proprio che il posto sia tuo al quasi 100%” mi sorrise gentile. “Ore 9, va bene?”.
“Va benissimo Professore. Grazie”. La gioia stava decisamente scorrendo nelle vene.
Mentre uscivo sorrisi tra me, esultando. Ero stata promossa, avevo un lavoro e a quanto sembra anche un po' di stima da parte del professore. Che giornata esaltante. Fu proprio mentre uscivo che notai un giovane, camicia azzurra e ciuffo di capelli scuri, che stava sistemando all'angolo opposto del negozio dei libri. Doveva essere Christian-lo-svogliato, meglio non salutarlo dal momento che era stato lui il primo a fregarsene anche se sentiva che prendevo accordi per l'indomani e che sarei presto diventata sua collega.
Ad ogni modo, fu solo dopo aver varcato la soglia che ricollegai camicia e capelli. Erano gli stessi della mattina. “No Diandra, non è possibile.. non è possibile. Sogna meno e gioisci per il lavoro”, mi sussurrai mentre estraevo il cellulare per sentire dove andare quella sera. In fondo, avevo anche un esame da festeggiare.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Aranel33