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Autore: Shetani Bonaparte    15/06/2014    3 recensioni
Ecco una storiella creata da me, ove narro a modo mio le origini dell'Uomo Snello e del perché faccia ciò che fa. Origini un po' inventate, magare nemmeno belle, ma io amo questa mia storia.
(Dal testo) "Girò il viso, un giovane in manette lo vide"
Genere: Dark, Horror, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Slender man
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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~~Scusate se riposto l’introduzione, ma l’ho rifatta solo ora e… il mio pc non mi lascia modificare quella precedente. Rimedierò appena potrò.
Scusate il disagio.
Un bacione,
Shetani


Ricordava di esser tornato dallo studio legale in cui esercitava come avvocato e di aver visto la propria casa in fiamme… il fuoco che gli bruciava la pelle… e le urla. Aveva trovato Melanie morta sul divano, probabilmente stava dormendo, almeno se ne era andata senza sofferenze.
Ma Timmy… suo figlio Timmy urlava… ricordava di averlo portato fuori da quella casa e poi… poi niente.
Non sapeva come o perché, ma ora si ritrovava in un tunnel e una luce bianca gli feriva gli occhi.
“Vieni, tesoro, vieni. Vieni, George”
Si era voltato verso la voce di Melanie e l’aveva vista là, bella come un angelo, avvolta nella luce, che gli sorrideva.
“George, vieni, è bellissimo qui!”
Lui fece un segno di diniego col capo; no, lui doveva… doveva trovare Timmy, possibile che a lei non importasse nulla di Timmy?
Guardò dalla parte opposta della luce e vide i Vigili del Fuoco spegnere le ultime fiamme, esse risaltavano nel buio del piccolo bosco ove era ubicata la casa.
“… li abbiamo arrestati… dannati vandali…” disse un poliziotto.
Era colpa loro, dei vandali. Colpa loro se Melanie era morta e se Timmy gli era stato portato via… loro.
“Vuoi ritrovare tuo figlio, George?” gli chiese una voce pacata proveniente da un uomo di bell’aspetto, sulla cinquantina e dagli occhi azzurri e limpidi. “Ti costerà buona parte della memoria, però, tornare dai vivi”
“Non importa, voglio solo che lui torni con me…”
“In cambio voglio solo che tu spedisca all’Inferno le anime di quei vandali”
“Va bene”
E allora sentì le ossa allungarsi, i suoi sensi divennero offuscati ma allo stesso tempo più precisi. La sua pelle bruciava, sembrava liquefarsi, la sentiva colare giù dal viso, volle urlare ma non ce la fece poiché la sua bocca non c’era più, volle spalancare gli occhi, ma anche essi mancavano all’appello, come le orecchie, i capelli e il naso.
George Cooper aveva perso ogni senso tranne quello del tatto; eppure percepiva perfettamente ogni cosa attorno a se con maggior perfezione di prima.
Si ritrovò in mezzo alle macerie ancora fumanti di casa propria; la sua mente sarebbe stata in bianco, se non fosse stato per due pensieri: la vendetta e trovare suo figlio – lo ricordava appena, ora, ma sapeva di dover ritrovarlo.
Girò il viso verso una vettura della Polizia, un ragazzo in manette lo vide.

  
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