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Autore: Lotiel    15/06/2014    2 recensioni
Una storia che spero riuscirà a colpirvi nel cuore e rimanervi nella mente.
-Devo prendere ciò che custodisci.
Lo sguardo di lei si rabbuiò per qualche istante prima di sollevarlo da terra e posarlo su di lui, scostò poi la mano come se le parole dell’uomo l’avessero infastidita.
-Sai che contravverrei alle regole.
Disse lei cercando di mantenere la sua voce calma, sentendo che nel cuore il pensiero di piangere stava prendendo spazio.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo




QUINTA PARTE

Hori si alzò dal giaciglio sentendo il vento lieve che precede l’alba, con i gabbiani che volteggiavano sulla distesa azzurra per cercare il loro nutrimento. L’uomo emise un piccolo sbadiglio che andò a coprire con la mano. Uno sguardo sereno volse verso la creatura che stava ancora dormendo e che aveva passato la notte accanto a lui, riscaldandosi con il suo stesso calore. Lei stava rannicchiata in posizione fetale anche se non aveva freddo, la bocca semichiusa che emetteva deboli respiri.

Una mano sulla sua spalla fece sussultare Hori, ma ne riconobbe la presa delicata.

-Elaide.

Sorrise per poi voltarsi verso di lei, eterea e bellissima.

Sulle labbra vermiglie portava un sorriso dolce e comprensivo, come se lui avesse commesso una piccola colpa e dolcemente lo stesse rimproverando. Volse gli occhi verso la sirena che si stava alzando il quel preciso momento, un ghigno appena accennato distorse il velo di dolcezza che sapeva costruire.

La sirena strofinò gli occhi con le mani prima di prendere concezione di ciò che li circondava. Balzò all’indietro quando vide il volto della Dama della Montagna, volgendole un dito accusatorio. Uno spasmo contrasse il volto rivelando il terrore di aver visto il suo aguzzino in faccia, colei che le aveva trafugato il cuore.

-È lei.

Sussurrò improvvisamente e Hori si voltò verso Elaide che aveva contratto un ghigno sul volto inusuale per il suo viso. La Dama scoppiò in una risata che riempì l’aria intorno, mentre Hori sempre più sbigottito la osservava con sguardo vuoto.

La sirena si alzò di scatto avvicinandosi all’uomo e uno sguardo di sfida sostituì quello di terrore. Per qualche secondo la sirena aveva rivissuto in un flashback  tutto ciò che era successo quella notte.

Le mani prima affusolate e aggraziate furono attraversate da un piccolo tremito e le sue dita presero la forma di artigli, simili ai rapaci, ma di colore azzurrino. Odio puro scaturiva dagli occhi viola della creatura quando si frappose tra Hori e Elaide.

-Infine il cuore si è riunito al suo possessore.

Hori non estrasse la spada e afferrò le spalle della sirena.

-Ma cosa state dicendo?

-Hori- disse Elaide, tra l’innocenza e l’ironia, -Possibile tu non ti sia accorto che sono io l’assassina e colei che ti accusò un tempo?!

Sgranò gli occhi in un moto di stupore e gli occhi azzurri diventarono lucidi rendendoli ancora più brillanti.

(Il motivo per cui si era fidato.)

 

“La Dama della Montagna aveva sempre pensato che lui fosse innocente del crimine di cui veniva accusato e come infatti le era rimasta accanto fin quando lui non scese la montagna per mischiarsi alla popolazione che li adorava; l’aveva sempre appoggiato nelle scelte.”

 

-Perché l’hai fatto, Elaide? Perché?

(Nel sogno la sirena aveva colpito il suo aggressore.)

 

 “…la sirena colpì la figura di striscio sul braccio, lasciandogli un marchio indelebile.”

 

Una risata maligna ricoprì lo spazio circostante mentre un lampo colpì la sabbia accanto alla Dama e la creatura che Hori aveva visto davanti all’entrata della montagna, comparve di fronte a loro.

(Aveva visto i segni neri sul suo braccio.)

 

 “…Le lasciava scoperte le spalle dove si intravedevano delle striature nere marchiate sulla pelle...”

 

-È semplice. La sirena che hai di fronte si era invaghita di te tempo addietro. L’avevo vista mentre ti osservava quando scendevi dalla montagna per guardare il mare. La mia rabbia crebbe improvvisamente quando vidi l’oggetto dei miei desideri essere amato da qualcun altro.

(Una gelosia celata.)

 

- La Dama di Ghiaccio sapeva bene che avrei ceduto, ma mi ha messo ugualmente a proteggere la grotta. Sapeva che tu saresti ritornato.

 

-Hai creduto davvero alle mie parole?

(Aveva sempre detto bugie. Glielo aveva confermato la Dama di Ghiaccio, ma non ci aveva fatto caso.)

 

-Sapevo che la Dama della Montagna avrebbe fallito. Ti ha fatto prendere il cuore che tu stesso hai trafugato. Eppure lei aveva chiesto di proteggerlo.

 

-Quando ti ho fatto passare e ho fermato Kalefith è stato solo un moto di debolezza di cui mi sono pentita.

 

“…Lacrime amare che avevano segnato nuovamente la sua debolezza verso Hori. Ma un sorriso strano comparve sul suo volto…”

 

-Sono stato uno stupido a crederti, sembravi così…

(Nella lettera, Gome l’aveva avvertito. Avvertito di quella presenza troppo vicina.)

 

“…So cosa cerchi perché me ne ha informato la Dama della Montagna, ma devi stare attento…”

 

Elaide lo fermò con una mano e un sorriso attraversò le sue labbra oramai deformate dal ghigno malefico che stava rivelando.

-Ho dovuto punire anche quel mago. Aveva provato ad avvertirti, il giorno dopo ti avrebbe detto tutto.

Hori scosse il capo incapace di crederci, mentre le immagini delle parole e delle persone che l’avevano avvertito, passavano veloci. L’amica che l’aveva protetto dal giudizio della Dama di Ghiaccio, colei che gli aveva mostrato le lacrime della sua anima, colei che lo amava, l’aveva sempre usato e tradito. Aveva ucciso Gome. Come poteva quella creatura, commettere simili crimini?

-Ti ho vista sofferente.

Continuava a ripetere e così facendo stringeva le mani a pugno, tanto da farsi male, da far sanguinare il palmo lacerato dalle sottili unghie. Non riusciva a credere che il suo maestro era morto mentre i denti gli torturavano le labbra che teneva serrate.

-Mio caro Hori, sono sempre sembrata casta ai tuoi occhi. Io sono un’assassina macchiatami del sangue di due innocenti. Sai, quando assaggi la prima volta la gioia della vendetta, non riesci più a farne a meno. Ora che so che anche tu la ami, non c’è motivo per cui tu viva.

Hori si avvicinò alla spada nel tentativo di prenderla, ma il grande lupo gli si avventò contro con un balzo e subito lo scaraventò contro una roccia.

La sirena osservò la scena inorridita, per poi posare lo sguardo di vendetta contro un’Elaide fin troppo divertita da quello che si stava consumando. La sirena si avventò contro la Dama con la furia di una bestia, ma Elaide si scostò all’ultimo momento come se avesse saputo già da prima le mosse della creatura.

Hori si alzò intontito, prevedendo appena in tempo l’attacco della bestia che aveva già gli artigli indirizzati al suo petto, lanciandosi sul lato destro e cercando di avvicinarsi di più alla spada. Si alzò, teneva le gambe flesse e il suo equilibrio, dopo quella botta, aveva subito un danno non trascurabile, mentre la vista gli si era appannata per qualche istante. Sentì poi la carne lacerarsi sotto gli artigli di Kalefith e il sangue scorrergli lungo il braccio destro.

La sirena si voltò verso Elaide che sorrideva ancora. Voleva cancellarle quel sorriso di falsa amicizia dal viso che trasudava malvagità e con la stessa crudeltà con cui l’aveva uccisa, l'avrebbe distrutta.

I lunghi artigli della ragazza sferzarono l’aria senza successo e appena si distrasse nel vedere la ferita di Hori, fu presa da Elaide alle spalle e minacciata dallo stesso pugnale che una volta la uccise.

-Lo ricordi?

La sirena sgranò gli occhi nel momento stesso in cui sentì la lama scalfirgli la pelle del collo. Una nuova forza si impadronì di lei, accecata dalla voglia di vendetta che aveva accompagnato i suoi sogni maledetti.

Hori si trovava in una situazione non troppo facile e quando vide la sirena minacciata nuovamente non poté che gridare verso Elaide di lasciarla vivere. Nuovamente un altro tuffo per evitare l’attacco della bestia e poco lontano scorse la spada. Guardò poi Kalefith negli occhi rossi e rabbiosi e la bocca che ringhiava dalla quale colava la saliva. I denti aguzzi pronti ad azzannarlo per farne la sua ennesima vittima. Hori si buttò sulla spada con la forza che gli era rimasta e la bestia scattò in avanti aprendo le fauci.

Fu un attimo.

Il sangue che imbrattò la sabbia e la spada conficcata attraverso la bocca aperta direttamente nella testa. Le zanne del mostro che gli scalfirono la pelle del braccio sinistro, che era l’unico sano. Un misto di sangue di uomo e bestia che avevano combattuto per la stessa causa. Proteggere chi gli era caro.

Hori lasciò la spada osservando Kalefith contrarsi dal dolore e agitando la testa. Dopo pochi secondi tutto finì.

Elaide fu distratta dalle grida di Hori che la stava pregando di lasciare libera la donna. Fu una distrazione con cui la sirena si liberò e voltandosi di scatto, infilò le lunghe lame-artiglio nell’addome di Elaide che si contrasse, il viso assunse la nota di dolore seguita dallo spasmo.

Hori si avvicinò barcollando.

-Ora dovrai morire, nello stesso modo in cui hai condannato me, ma senza via di ritorno.

La sirena la guardava con occhi pieni di disprezzo mentre affondò più profondamente le lame macchiandosi il corpo stesso del sangue di Elaide che si inginocchiò, liberando un grido lacerante che costrinse Hori a coprirsi le orecchie.

La ragazza estrasse le lame, lasciando le braccia lungo i fianchi e permettendo alla sabbia di macchiarsi del sangue di divinità, perpetrando uno sguardo gelido verso colei che stava morendo.

Hori si precipitò verso Elaide sostenendone il capo con la mano sinistra, un candido sorriso attraversò nuovamente il viso della giovane e un’ultima lacrima rigò il suo viso. Infondo le voleva bene.

-Alla fine, volevo solo che tu mi amassi.

Un ultimo sospiro prima di lasciare che la morte la prendesse e che l’anima abbandonasse il suo corpo. L’uomo di avvicinò alla sirena le cui mani, riprendendo le sembianze umane, gocciolavano di sangue appiccicoso e dall’odore aspro. Lei tremò guardando il corpo senza vita della dea che si stava dissolvendo in piccoli cristalli di luce.

Oramai tutto era finito e l’abbraccio di Hori la ristorò da quella tristezza che aveva preso anche lei. Sapeva che l’amore che Elaide chiedeva egli l’avrebbe dato a quella creatura che conosceva solo da poco.

-È tutto finito.

Disse l’uomo cercando di rassicurarla. Hori non conosceva neanche il nome della creatura e, come se lei avesse sentito quella domanda, gli sussurrò vicino all’orecchio una sola parola.

-Lohiry.

La Dama di Ghiaccio aveva già capito tutto, perché Hori si sentì pervadere da una forza a lui conosciuta. L’antica forza di cui egli disponeva un tempo riprese il corso nel suo corpo diventato nuovamente possente. Sul capo gli comparve una corona di epilobio e ibisco, simbolo della sovranità di Hori su quelle piante e tra i capelli ricci dell’uomo comparvero delle foglie di felce in onore a quella pianta che lo aveva aiutato.

Sentimenti che erano stati persi e ritrovati con troppa facilità, ma perpetrati nel tempo come se fossero ricordi indelebili. Hori sapeva a cosa era andato incontro e sapeva bene che in fondo tutto quello era già stato scritto a fuoco nel suo destino.

Sotto quella montagna rimasta senza protettrice e il mare calmo che silenzioso continuava il suo moto, si concluse la storia che per Hori fu una rinascita completa, ritrovando l’amata che non sapeva di aver perso e perdendo persone a cui era legato.

  



Angolo dell'Autrice

Ed ecco a voi la quinta ed ultima parte della storia. Finalmente siamo alla fine di questa storia. Sono felice di aver condiviso questa mi avventura con voi. Pian piano correggerò il tutto. Sarei felice di sapere anche da voi gli errori che potrebbero esserci e che mi sono sfuggiti. Intanto sono felice che siate arrivate fino a qui. Grazie infinite a chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite.

Ricordatevi che lasciare ad un'autrice il proprio commento la aiuta a crescere, quindi vi chiedo solo di spendere due minuti del vostro tempo per farmi sapere cosa ne pensate. Ho diviso in cinque parti il racconto, altrimenti sarebbe risultato troppo pesante da leggere tutto d'un fiato.
Questa invece è la mia pagina FB dove scoprire curiosità e altro su personaggi da me inventati e sulle mie storie.

 
Lotiel Scrittrice - Come pioggia sulla neve

   
 
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