Libri > Khaled Hosseini, Varie
Segui la storia  |       
Autore: Abby_da_Edoras    14/08/2008    1 recensioni
Autrice: Lady Arien. Trama: la mia fanfic si ispira al libro e, di conseguenza, al film "Il Cacciatore di aquiloni" che ho amato molto. Nella mia versione, però, avviene qualcosa di molto imprevisto per cui il piccolo hassan non sarà cacciato da Kabul e avrà un'esistenza diversa da quella avuta nel libro. Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni della mia ff appartengono a Khaled Hosseini e ai registi e produttori del film tratto dal libro.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La convivenza forzata tra Assef ed Hassan non iniziò sotto i migliori auspici

Ma nemmeno Ali salì sull’autobus. L’automezzo si fermò davanti a lui e ripartì, mentre l’uomo continuava a fissare l’angolo dietro al quale aveva visto scomparire il suo adorato figlio. Quanod Hassan si era allontanato, seguendo malinconicamente Assef, Ali aveva avuto una sorta di premonizione, un brivido gelido lungo la schiena che gli aveva fatto pensare che non avrebbe mai più rivisto il suo bambino.

Improvvisamente prese una decisione: sarebbe tornato indietro, non importava quanto tempo e quanta fatica ci sarebbero voluti. Avrebbe fatto ritorno a casa di Baba e gli avrebbe spiegato come stavano le cose, supplicandolo di intervenire in qualche modo, di andare a riprendere Hassan e di non lasciarlo nelle grinfie di quel ragazzo malvagio e perverso. Sapeva che non avrebbe mai potuto rivelare a Baba tutta la verità, Hassan glielo aveva fatto promettere fra le lacrime durante quella notte terribile di pochi mesi prima, ma avrebbe comunque potuto raccontare che Assef non faceva che perseguitare suo figlio ed Amir ovunque andassero, che aveva cercato più volte di far loro del male e che, se aveva preso Hassan in casa sua, certo era per qualche scopo crudele.

 

Amir era chiuso nella sua stanza, seduto alla scrivania e sfogliava un libro senza riuscire a concentrarsi sulle parole. Continuava a rileggere la stessa frase senza capirne il significato. In realtà davanti agli occhi non aveva la pagina del libro, bensì la macchina di Baba che si allontanava sotto la pioggia, portando via per sempre Hassan dalla sua vita.

Si ripeteva che aveva fatto bene, che in quel modo Assef non avrebbe mai più potuto avvicinarsi ad Hassan per fargli del male e che aveva agito nel modo più giusto. Ma una vocina irritante gli rimbombava in testa ogni volta che tentava di trovare qualche scusa plausibile.

“Meglio per chi? Meglio per Baba, che da quando è tornato si è rinchiuso nello studio, schiantato dalla perdita dell’amico più caro? Meglio per Ali, umiliato e costretto a cercare rifugio da dei parenti che forse non lo accoglieranno con piacere? Meglio per Hassan, mortificato e tradito da quello che credeva il suo amico? Meglio per chi? Meglio solo per te, che hai allontanato chi poteva dire la verità, meglio per il tuo senso di colpa. Meglio per te, meglio solo per te, per quel piccolo egoista viziato che sei. Ti credi poi così migliore di Assef?” gli ripeteva la vocina.

Amir si tappava le orecchie, ma non poteva farla tacere, perché la voce non proveniva da fuori, bensì dalla propria coscienza.

Quanto tempo era trascorso da quando Baba era ritornato dopo aver accompagnato Ali ed Hassan alla fermata dell’autobus? Due ore? Forse tre? Ad un tratto Amir udì bussare alla porta.

Il suo primo impulso fu quello di lasciar perdere, tanto ci avrebbe pensato qualcun altro ad aprire; poi, con raggelante certezza, si rese conto che nessuno avrebbe aperto la porta perché non c’erano più Ali o Hassan a poterlo fare. Quello fu il primo momento in cui il ragazzino avvertì davvero il vuoto della perdita: niente passettini affrettati, niente vocetta gioiosa ad avvertire dell’arrivo di un visitatore. Niente, mai più. 

Strofinandosi bruscamente gli occhi per nascondere le lacrime, Amir si alzò dalla scrivania e corse di sotto ad aprire all’importuno che continuava a bussare con insistenza. Grande fu la sua sorpresa quando si trovò di fronte Ali, bagnato fradicio e tremante, sfinito dalla fatica e con le sue povere cose ancora strette al petto. Solo gli occhi sembravano mantenere una scintilla di vitalità e lo fissavano con qualcosa di molto simile all’odio.

“Tuo padre è in casa, Amir agha? Devo parlargli immediatamente.” disse subito, senza fingere deferenza verso Amir. Lo riteneva il primo responsabile di ciò che era accaduto al suo povero bambino.

Amir era talmente sbalordito da non riuscire né a muoversi, né a parlare. Sarebbero rimasti lì per il resto della serata se Baba, che aveva udito bussare e poi la voce, non si fosse precipitato giù a ricevere l’amico.

“Ali!” esclamò con gioia “Sei ritornato! Sono felicissimo che tu abbia cambiato idea, ma come hai fatto a fare tutta quella strada a piedi? La tua gamba… sei tutto bagnato, entra, presto, prima di ammalarti. Ma… perché Hassan non è con te?”

Baba parve capire in quell’istante che era avvenuto qualcosa di molto grave. Il volto di Ali si rabbuiò e l’uomo si fece condurre in salotto quasi senza accorgersene.

“Non c’è tempo, agha sahib, sono tornato per chiedere il tuo aiuto. So di non meritare niente dopo quanto è successo, ma ora… si tratta di Hassan e tu devi aiutarmi.”

I due uomini non si erano accorti che Amir li aveva seguiti ed ora li ascoltava sempre più pallido. Cosa era successo ad Hassan? Qualunque cosa fosse accaduta sarebbe stata colpa sua, non poteva fingere di non saperlo. Forse era finito sotto l’autobus o magari dei soldati lo avevano aggredito? La stanza cominciò a girargli attorno vorticosamente.  

“Stavamo aspettando l’autobus quando è arrivato Assef agha e ci ha chiesto cosa facevamo lì. Quando è venuto a sapere che io e mio figlio eravamo diretti in Hazarajat si è offerto di prendere Hassan in casa sua, come suo servitore personale.”

“Mi sembra un bel gesto da parte sua.” commentò Baba che non poteva comprendere la reale portata della notizia “La famiglia di Assef è molto ricca e immagino che Hassan starà meglio con loro che in Hazarajat. Ti avevo già detto che non ero affatto d’accordo con la vostra decisione.”

Amir pensò che sarebbe svenuto o che avrebbe vomitato sul tappeto. Chi poteva prevedere una simile mossa da parte di Assef? Era assurdo, grottesco… era come se glielo avesse consegnato lui personalmente. Cosa aveva fatto? E Baba sarebbe riuscito a rimediare?

“No, agha sahib, tu non sai la verità!” insisté Ali, raggelando il sangue di Amir che si vide smascherato “Assef si comporta sempre gentilmente davanti a te e alle persone di riguardo, ma è un prepotente ed un arrogante con i più piccoli e più deboli di lui. Molte volte, incontrandomi per strada, mi ha deriso ed offeso per via della mia gamba, mi ha tirato contro dei sassi e sono anni che perseguita Hassan e tuo figlio Amir. Li spaventa, li minaccia ed è giunto fino al punto di picchiare Hassan perché aveva difeso Amir.”

Baba non sembrò particolarmente colpito da queste parole.

“Assef è un ragazzo, Ali, non dimenticarlo. Ha solo un anno o due più di Amir e può sbagliare e comportarsi male come tutti i ragazzi.” rispose, minimizzando l’intera faccenda “Certo non mi fa piacere sentire che ti ha offeso o che ha picchiato Hassan, ma non è la prima volta che tuo figlio torna a casa pesto, graffiato e sanguinante per aver difeso Amir, visto che lui non sa farlo da solo. Non sono cose edificanti, questo è vero, ma anch’io ai miei tempi avevo un brutto carattere e ho fatto spesso a pugni con altri ragazzi. Assef ha personalità, cosa che ad Amir manca totalmente. Indubbiamente certe volte avrà esagerato, ma crescendo maturerà. Non penso affatto che abbia preso in casa Hassan per continuare a perseguitarlo o a fargli del male, è più probabile che abbia semplicemente voluto fare uno sgarbo ad Amir.” 

Sembrò accorgersi solo in quel momento della presenza del figlio nel salotto.

“Ah, sei qui? Tu cosa ne pensi, Amir? Non hai mai dimostrato grande simpatia per Assef e forse ora ne capisco la ragione, ma non vorrai davvero farmi credere che Hassan corra dei pericoli in casa sua?”

Sotto lo sguardo duro di Baba e quello intenso di Ali, Amir non poté fare altro che continuare a mentire.

“No, io… non lo credo. Però forse dovresti andare a parlarci tu, così vedresti se Hassan sta bene oppure…”

“Hai una bella faccia tosta a preoccuparti di Hassan dopo aver fatto tutto ciò che potevi per mandarlo via. Io sono certo che si troverà molto meglio a casa di Assef che qui con te in balia dei tuoi capricci. Ad ogni modo andrò a parlare con Assef per tranquillizzare Ali, ma ad una condizione.” concluse Baba “Tu, Ali, dovrai tornare a lavorare per me e non voglio mai più sentirti parlare dell’Hazarajat! Se Hassan è a servire in casa di Assef non c’è più motivo che anche tu debba andartene, in fondo il vero problema era lo strano atteggiamento di Amir nei confronti di tuo figlio, non è forse così?”

“Farò quello che vuoi, agha sahib, ma ti supplico, pensa tu al benessere di Hassan.” rispose Ali, ben poco tranquillizzato.

 

Amir ritornò in camera sua e si buttò sul letto sentendosi soffocare. Aveva sbagliato tutto, aveva buttato Hassan nelle grinfie di Assef e adesso chissà cosa gli sarebbe accaduto? Dopo quello che era successo quell’inverno potevano aspettarsi di tutto da Assef. Perché lo aveva mandato via? Perché aveva voluto credere che fosse la scelta migliore per tutti, quando invece lo era solo per lui e per i suoi rimorsi?

Rivedeva attorno a sé Hassan sorridente, Hassan premuroso che si occupava di lui, che si batteva per lui, che gli chiedeva una nuova storia, che si allontanava addolorato ogni volta che lo trattava con freddezza… Era il suo amico, sì, il suo amico, non solo il suo servo… e lui lo aveva tradito in tutti i modi peggiori che si potessero immaginare.

       

Nel frattempo Assef aveva portato Hassan in casa sua e, dopo aver chiarito che il piccolo servo sarebbe stato di sua esclusiva proprietà e che avrebbe dovuto rispondere solo a lui, lo aveva condotto nella sua stanza. Aveva fatto sistemare il materasso e le povere cose di Hassan nel ripostiglio attiguo alla sua camera, uno stanzino lungo e stretto con solo una piccola finestrella in fondo. Assef vi teneva gli abiti e adesso ci sarebbe stato anche il suo servo. Lo voleva a disposizione in qualsiasi momento e per qualsiasi cosa gli fosse venuta in mente di fargli fare.

“Adesso tu appartieni solo a me e dovrai obbedirmi in tutto.” gli disse, fissandolo con uno sguardo glaciale “Se ti comporterai bene anch’io ti tratterò bene, ma vedi di non farmi arrabbiare, ci siamo capiti? Altrimenti sarò costretto a punirti.”

Hassan, terrorizzato, fece segno di sì col capo. Sperava ancora che fosse tutto un incubo e che presto si sarebbe risvegliato nella sua casupola, al fianco di suo padre. Non poteva essere finito davvero nelle mani di Assef.

“Mangerai in cucina con gli altri servitori, ma non dare confidenza a nessuno e appena hai finito torna subito nella mia stanza. Anche quando io non ci sarò voglio che tu lavori qui e solamente qui. Non provare a fare il furbo approfittando della mia assenza, perché lo verrei a sapere e te ne farei pentire. Sono stato chiaro?”

Il bambino annuì di nuovo.

“Molto bene.” concluse Assef “Puoi cominciare subito il tuo lavoro. Come vedi ci sono le scarpe da lucidare e tutta la libreria da spolverare e mettere in ordine. Se farai bene il tuo dovere sarai ricompensato. Io sono una persona giusta, anche se non lo credi ancora.”

Con quelle parole il ragazzo uscì dalla stanza lasciando solo un Hassan in preda al panico. Non riusciva a credere che Assef avesse davvero bisogno di un altro servitore e si chiedeva quali fossero in realtà i suoi veri obiettivi.

Ma lo sapeva Assef: era riuscito a strappare all’odiato Amir il suo servetto e ora li avrebbe avuti entrambi in pugno. Già pregustava quanto si sarebbe divertito nei giorni a venire, tormentando in un modo del tutto nuovo quei due piccoli screanzati!     

 

 

          

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Khaled Hosseini, Varie / Vai alla pagina dell'autore: Abby_da_Edoras