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Autore: Bruiburiburi    17/06/2014    1 recensioni
Allora prima di tutto: Ironia, ironia, ironia! il sogno di qualunque "Fan" di Xena, cadere in quel magico mondo e far andare un po di cose a modo nostro. E' ambientato alla fine delle serie ma non e' fedelissimo, cerchero' tanti espedienti per il puro gusto di ironizare. Ovviamente Xena non restera' dimenticata nell'oltretomba, tutt'altro..
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altro Personaggio, Gabrielle, Xena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, premessa, ho riscritto trenta (e non sto esagerando, trenta!) volte questo capitolo, e ogni volta usciva peggio. Dunque mi sono armata di pazienza e appena ho fatto qualcosa di passabile l'ho lasciato cosi. Migliorerà giurin giurello, questo non è il mio standard. Intanto almeno ho risolto il problema degli accenti. Detto ciò vi lascio enjoi :D 



Guardai la schiena anche dell'ultimo soldato fuggire via, lontano, e sospirai forte, chiudendo per un secondo gli occhi, e lasciando cadere il braccio prima teso col telefono in mano.
​Al diavolo, era andata. Gia..al livello fisico era scampata..ora era il momento di affrontare la mia testa.
Mi voltai molto lentamente, con cautela. Olimpia era in piedi, alle mie spalle, e mi guardava. Anzi, a una piu attenta analisi notai che stava guardando il cellulare..con aria allarmata. Mi ricordai del bluff di poco prima e mi affrettati ad alzare le mani in segno di resa
< va ehm..tutto bene..è innoquo, davvero..era un bluff, unafarsa > dissi lo rigirai tra le mani, mostrandolo, e temendo, non riuscendo a convincerla, di trovarmi un say conficcato nel cuore prima di poter dire qualunque cosa.  Olimpia osservò l'oggetto guardinga, ma poi alzò gli occhi su di me, e capì che non stavo mentendo.
< e allora perché..ha fatto quella strana luce? > domandò, senza ancora fidarsi ad avvicinarsi.
< oh ehm perché...bhe non era proprio tutto una farsa, io... > sospirai, posandomi una mano sulla faccia e strizzando forte gli occhi.
< io davvero non provengo da qui > dissi infine
< lo sospettavo, da dove vieni dunque? > domandò, cominciando a farsi meno dubbiosa. Io feci una mezza smorfia
< dal futuro, da un mondo parallelo.. > risposi, fingendo di elencare e facendo spalluce. Olimpia si accigliò < dal futuro o da un mondo parallelo? > domandò, osservandomi inclinando appena il capo, e lasciandosi sfuggire un piccolissimo sorriso alla vista della mia faccia frustrata e confusa.
​< da entrambi temo > conclusi, allargando le braccia e lasciandole poi ricadere in un gesto stanco e arrendevole. La donna doveva essere arrivata alla conclusione che io non rappresentavo un pericolo, perché si avvicinò lentamente, stavolta con una parvenza di sorriso sulle labbra
< come ti chiami? > chiese ancora, curiosa, e forse nel tentativo di sembrare più amichevole. < Mi chiamo Viktoria > risposi, vagamente mesta. 
< piacere allora, io sono.. >
< Olimpia..si, so chi sei > ammisi. Sarei diventata definitivamente pazza a tentare anche di fingere di non conoscerla...e siccome la mia salute mentale era gia pericolosamente vicina al tracollo era meglio non fare scherzi. I suoi occhi verdi si sgranarono appena, ma poi si ricompose 
< aspetta, intendi forse dire che la mia fama mi precede? Quella di poetessa guerriera insomma? > azzardò, cercando la soluzione più logica. 
< No, intendo che so chi sei, conosco le tue avventure da quando hai lasciato Potidea...so tutto di te..e anche di Xena > in realtà avrei preferito non nominare la defunta principessa guerriera, e notai che ne avrei avuto ragione: non conoscevo ne volevo conoscere il dolore che può provocare un say o una spada conficcata nella carne, ma qualunque sensazione donasse parve maledettamente vicina a quella che lessi negli occhi della bionda nel sentire quel nome..seppure lo avessi detto con tutta la cautela possibile. Eppure non durò che un secondo, l'attimo dopo Olimpia mi guardava di nuovo fermamente negli occhi.
< Come è possibile? > domandò ancora. Io la guardai sconfortata < credimi, se ci fosse un modo semplice e efficace per spiegartelo lo userei subito...ma non c'è..fatti bastare che so tutto, almeno ci eviteremo ridicoli convenevoli e risparmierò tempo per capire come accidenti tornare a casa > completai. Mi guardai ancora intorno, come alla ricerca di una via d'uscita a portata di mano e infine sospirai di nuovo.
Olimpia pareva essersi presa del tempo per metabolizzare la cosa. < cosa intendi per tutto? > domandò ancora, non riuscendo a vincere la curiosità. Io smisi di guardarmi attorno e posai di nuovo i miei occhi su di lei
​< intendo tutto, vita morte e miracoli...e la cosa divertente è che in questo caso s'intende letteralmente > feci sarcastica, spostando di nuovo lo sguardo, e facendo riferimento a svariati episodi della sua vita. La donna sembrava sempre più confusa e io inclinai il capo nella sua direzione, guardandola
< fidati di me, non provare a capirci qualcosa, ne usciresti pazza..anzi, faremo a gara a chi uscirebbe pazza per prima > conclusi. Passarono alcuni secondi, ma alla fine parve convincersi. Colmò i pochi passi che ci separavano 
< bhe ad ogni modo, io non so come aiutarti a tornare nel tuo mondo > disse, toccando con cautela un angolo della mia maglia leggera e osservando i miei jeans. < se non puoi aiutarmi tu, non so chi potrebbe farlo, non trovi? Quante probabilità ho di andare a farmi un giro, e trovare un'altra persona che ha praticamente fatto il giro del mondo e discusso con ogni sorta di divinità qui esistente? > feci, ancora sarcastica. La bionda parve concordare con la mia affermazione.
​Già..ma questo non aiutava, nessuna delle due sapeva comunque come uscirne, al momento. Olimpia infine sospirò e fece spallucce
​< bhe, non potevo comunque lasciarti andare da sola, non sembri una guerriera addestrata e le tue vesti, oltre a non proteggerti in alcun modo, sono tanto strane che sarebbero un richiamo per chiunque..non passeresti inosservata neanche in mezzo al deserto > completò. Io mi accigliai
< le mie vesti non mi proteggono? Tu hai indossato un corpetto verde per secoli, com'è che ti proteggeva quello scusa? > replicai, fintamente stizzita e ironica. Olimpia mi guardò, inarcò un sopracciglio, poi però sorrise appena, divertita.
< Sarà dura fare l'abitudine al fatto che sai tante cose..ora andiamo, per stanotte starai con me, da domani cercheremo di capire come rimandarti nel tuo mondo > disse infine, risoluta. 
   
 
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