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Autore: holls    18/06/2014    6 recensioni
Un sorriso sepolto è un sorriso nascosto, custodito gelosamente dietro una fortezza invalicabile. Puoi bussare, provare a scavalcare le mura, ma ne uscirai ogni volta sconfitto, perché l'esercito del dolore è sempre pronto a respingere ogni intruso.
Ma se solo riuscissi a trovare un'unica, piccola falla, quel sorriso potrebbe nuovamente vedere la luce del Sole, più splendente di prima.
[Sequel ideale di Naughty Blu]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Nathalan'
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"Hai paura?"
 


Guardo avanti, mentre guido. Con la coda dell’occhio ti vedo voltato verso il finestrino, intento a fissare il vuoto, muto, tanto che, se non ti sentissi respirare, penserei di esser solo. Ogni tanto soffi, cacciando via chissà quale pensiero, mentre io prego che tu dica qualcosa, che tu mi riveli quanto taglienti sono state le mie parole.
Perché lo so che ti ho ferito, Nathan, e non so cosa darei per portare indietro le lancette del tempo, questo stesso tempo che sembra non scorrere mai.
«Ferma la macchina.»
Ordine e condanna.
Perché vuoi fermarti, Nathan?
Ti ignoro, perché il risponderti non so dove potrebbe portarmi, perché scoprire che vuoi davvero lasciarmi sarebbe un colpo che non riuscirei a sopportare.
Ma tu insisti.
«Ferma la macchina, Alan.»
Il tuo tono è fermo e deciso. Sento il tuo respiro andare e venire, sento il tuo sguardo puntato su di me.
Ma io non posso fermare la macchina.
Non posso permetterti di distruggere ciò che siamo stati.
«Alan, per favore. Ti prego.»
Richiesta e supplica.
Non c’è rabbia nelle tue parole, né risentimento.
Adocchio il primo spiazzo disponibile. Le ruote rallentano, l’auto si ferma.
E io non ho più bisogno di guardare avanti.
Sento il mio corpo scosso da tremiti, per le troppe lacrime frenate, per i groppi in gola che non voglio mostrare. E anche io, come te, respiro forte, per cacciare via attimi di tempo che mi rincorrono, ma che non voglio vivere.
E, intanto, attendo il mio verdetto, che aspetta solo di uscire dalle tue labbra.
«Scusa per prima. Mi dispiace.»
Il cuore smette di martellarmi, la tensione si scioglie, le lacrime scalpitano per uscire; poi mi volto verso di te, ti abbraccio, ti stringo a me e tu fai altrettanto.
Siamo insieme, ancora; ti bacio la nuca, la tempia, ti stringo di nuovo e lascio che le lacrime scendano senza freni.
Era questo il miracolo che aspettavo.
«Ti amo, Nathan.»
Lascio che sia un sussurro rotto dal pianto, mentre sento le tue labbra sfiorarmi l’orecchio.
«Anch’io ti amo.» E qualcosa mi bagna la guancia. «Ti amo.»
Continuo ad accarezzarti, a baciarti e a stringerti, finché i singhiozzi non si placano.
Ti allontani quanto basta per guardarmi negli occhi, pieni solo di quell’amore di cui parli, di quell’amore di cui parlo.
«Grazie per avermi detto ciò che pensavi. Per una volta ci siamo parlati senza filtri, senza maschere. Grazie.»
Scuoto il capo, mentre ti asciugo il viso.
«Non le pensavo davvero, quelle cose.»
Tu sorridi appena, mentre i tuoi occhi lasciano cadere qualche altra lacrima.
«Mi sei mancato tanto, in questi mesi.»
Aggrotto la fronte e cerco di ribattere, ma tu mi precedi.
«Per tutto questo tempo hai portato una maschera, Alan. Volevi proteggermi da questa situazione, ma forse volevi proteggere anche te stesso, perché avevi paura, te lo leggevo negli occhi. Paura di ferirmi, di sbagliare, di non saper gestire questa situazione. Oggi, invece, sei stato te stesso e vorrei che fosse sempre così. Non cercare di proteggermi, Alan, perché l’unica cosa di cui ho bisogno, in questo momento, è di essere amato, come hai fatto per tanti anni.»
Mi prendi il viso tra le mani e posi le tue labbra sulle mie.
Io le assaporo, e mi godo quel sapore di fumo che tanto detestavo, ma che mi hai insegnato ad amare.
Poi ti stacchi appena, quel poco che ti basta per parlare, mentre le guance ti si colorano un po’.
«Ho voglia di fare l’amore con te.»
Arrossisci, ma non abbassi lo sguardo, mentre io rimango incredulo, senza parole.
«Voglio fare l’amore con te, ma forse ho paura.»
Dovrei rassicurarti, essere felice, essere spaventato, e invece esito, incapace di decifrare le mie emozioni.
Ma poi tu ti avvicini a me, e fughi ogni mio dubbio.
«E tu, Alan? Hai paura?»
 

   
 
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