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Autore: RoseSnape_99    18/06/2014    2 recensioni
Questa storia si concentra sul personaggio di Alice Paciock Jr -ovviamente non solo su lei.-
Questo personaggio non è molto conosciuto, nessuno scrive di lei e a me è venuta tanta voglia di farvela conoscere.
Questa è la mia prima storia in generale, e quindi spero vi piaccia.
Genere: Dark, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus, Severus, Potter, Alice, Paciock, Jr, Frank, Paciock, Jr, James, Sirius, Potter, Rose, Weasley | Coppie: Albus Severus Potter/Rose Weasley, Hannah/Neville, Lily Luna/Lysander, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Le vacanze estive erano finite. 
Alice fremeva dalla voglia di tornare ad Hogwarts. Quella era la sua casa e tale sarebbe sempre stata, anche nei periodi tristi. Tra quelle mura, che ormai conosceva a memoria aveva rafforzato l'amicizia che la legava a Rose Weasley, una sua coetanea, primogenita dei coniugi Weasley: Ron e Hermione. 
Suo padre, Neville, lavorava ad Hogwarts come professore di erbologia -materia preferita fin da ragazzo-. Alice purtroppo non aveva la stessa 'passione' del padre. 
Era stata smistata senza alcuna esitazione -da parte del cappello parlante- a Grifondoro, mentre suo fratello, Frank, era stato smistato nella Casata Corvonero, ma aspettarono un intero minuto prima di sentir pronunciare la casa di appartenenza del giovane Paciock. 

Quella sera, dopo aver spedito una lettera alla sua migliore amica Rose si stese sul letto, con il viso coperto dal lenzuolo. Aveva appena finito di cenare e sentiva la pancia piuttosto piena. Hannah, sua madre, per fortuna cucinava in modo delizioso,e a causa di questo, ingerendo una grossa quantità di patate stava scendendo le scale ad una ad una, tenendosi saldamente allo scorrimano in legno per andare da sua madre. Entrò in cucina, con la mano poggiata sulla pancia e il viso contratto in una smorfia e osservò la donna dai capelli biondi pulire le stoviglie senza usare la magia. Si avvicinò piano a lei, come faceva da piccola quando faceva un brutto sogno o aveva fastidi del genere e appoggiò la mano sul suo braccio, facendola sobbalzare. Probabilmente non l'aveva sentita entrare, visto che i suoi passi -già silenziosi- erano coperti dal rumore dell'acqua che si infrangeva sul rubinetto d'acciaio. 
La donna si girò, chiudendo l'acqua e guardò la figlia con l'espressione un po' preoccupata.
- Dimmi Alice, hai bisogno di qualcosa? - 
La ragazza, con un filo di voce rispose - Sì mamma, mi fa male la pancia. Credo sia stata l'abbondante porzione di patate che ho mangiato e che voi facevate finta di non guardarmi. Sicuramente sembravo disgustosa con la guancia sporca di brodo e...- si piegò leggermente in avanti, sentiva la nausea salire dallo stomaco. Parecchi minuti più tardi, quando il colorito quasi verde sul suo viso lasciò il normale posto al roseo guardò la madre sofferente. 
- mamma dammi una pozione.. mi fa troppo male. - 
Hannah la guardò e la fece sedere con cautela sulla sedia, e senza dire nulla preparò una camomilla per la figlia. Sapeva quanto Alice odiava le pozioni. Alice incrociò le braccia sul tavolo, poggiando poi la testa, come se fosse un cuscino e chiuse gli occhi. Quando si stava per addormentare, la madre ticchettò con l'indice sul braccio di lei e la ragazza si riscosse dalla veglia mugugnando qualcosa di incomprensibile. Si sollevò senza emettere un suono, e prese la tazza soffiando sulla nuvoletta di fumo che usciva da essa. La portò alle labbra e la sorseggiò, ammettendo che era meglio di qualsiasi pozione. Appoggiò l'oggetto di porcellana sul tavolo e ringraziò la madre con un sorriso. Sì alzò dalla sedia e fece lo stesso tragitto fino ad arrivare con le spalle sul materasso, fortunatamente integra. Con il viso impastato dal sonno si girò su un fianco, coprendosi per bene con il lenzuolo e si addormentò tra le braccia di morfeo.  
                                                            **
La mattina seguente si svegliò con i raggi del sole che penetravano dalle tende chiare posandosi sui suoi occhi. Strusciò il viso sulla morbida federa del cuscino e sospirò girandosi verso il comodino. Guardò la sveglia, e sospirò nuovamente quando vide che erano le 8:00. Si tirò su, mettendosi a sedere e con poca eleganza calciò il lenzuolo che la copriva facendolo arrivare fuori dal letto. Indossava un pigiama, senza maniche color rosa cipria, mentre il pantalone arrivava appena sotto il ginocchio. Si alzò in piedi, raccolse dal comodino l'elastico viola e mentre si incamminava verso la porta, si fece una coda alta. Si stropicciò gli occhi con le mani chiuse a pugno e si lasciò andare ad uno sbadiglio. Scese di sotto, sentendo un buon profumino provenire dalla cucina.
-Buon giorno famiglia! - trillò entusiasta Alice, sedendosi sulla sua sedia accanto al padre, facendo un sorriso al fratello più grande di lei di un anno, infatti lui a settembre avrebbe frequentato il settimo anno, mentre lei il sesto. Lui sorrise di rimando, ma non era il dolce sorriso di sempre, era quasi uno strano ghigno divertito. Lo guardò perplessa, aggrottando le sopracciglia, chiedendosi perché quella strana espressione albergava sul suo viso quando.. 
- Buon giorno Pac--Alice! - quella voce la fece trasalire, facendola voltare di scatto. Guardò la persona dietro di lei, e si morse un labbro ritrovandosi in difficoltà e stupita.
- C-ciao James.. Che ci fai qui? - mormorò appena, guardandolo in viso. Lei odiava quel ragazzo e lui ricambiava quel sentimento senza farsi problemi. 
- Sono arrivato qui con la metropolvere, ieri sera. Ho dormito in camera di tuo fratello. - 
- Oh. - riuscì solo a dire Alice, e si voltò abbassando gli occhi sul piatto. Lui prese a sedere vicino a Frank, ritrovandoselo davanti. Solo in quel momento si accorse che in tavola c'erano cinque piatti. Sospirò sentendo la pancia brontolare e ticchettò un dito sul piatto. Tutti la guardarono interrogativi, e lei di tutta risposta sbuffò sonoramente. 
- Speravo solo che il piatto si riempisse di pancake, o di leccornie varie, come succede ad Hogwarts.. - sospirò triste sentendo le risate di tutti i presenti tranne di una persona; Hannah. 
- Alice, invece di lamentarti, aiutami. Quì non siamo ad Hogwarts, quindi alzati dalla sedia e servi l'ospite.- disse Hannah, schioccandole un'occhiataccia che quasi fece tremare il cuore di Alice. Vide un ghigno sul viso di James e lo guardò male, alzandosi dalla sedia. Poteva rovesciarglielo addosso, dando la colpa al suo portamento maldestro. Sì, Alice inciampava sui suoi piedi, su una superficie piana come se fosse normale. Aveva preso da suo padre. Sospirò cacciando via quel pensiero e prese in mano il piatto, facendo mezzo giro della tavola per andare da James stando attenta a non combinare disastri. Si chinò in avanti sostituendo il piatto pulito, con il piatto pieno di pancake. Alice guardò Hannah e disse leggermente irritata. 
- Devo anche metterci lo sciroppo d'acero e imboccarlo? - 
- Beh, se proprio ci tieni perché no, mi risparmi moolta fatica. - disse James prima che Hannah potesse rispondere. Alice si morse il labbro, sentendo un moto di rabbia inondarla dentro decidendo per il momento di incassare il colpo. Come faceva quell'essere ad essere così fastidioso? Con il viso rosso, prese il barattolo, lo aprì e guardò James negli occhi. Aveva voglia di riempirlo di sciroppo sporcandogli i capelli, o i pantaloni, o la camicia. Non importava in quale posto, in quale parte del corpo, ma voleva farlo, se solo non ci fossero stati i genitori, perché facendo quel gesto sarebbe passata dalla parte del torto. Prese un respiro profondo e abbassò lo sguardo concentrandosi sul piatto che aveva davanti. Riempì i pancake di sciroppo d'acero, e ne taglio un pezzo. Prese il pezzo con la forchetta e guardò il ragazzo facendo un sorriso. 
- Beh almeno non ti soffocherai o sputerai il pezzo in un tovagliolo di carta, come fai sempre quando cucina tua madre. - disse sussurrando, facendo in modo che la sentisse solo lui e lo imboccò prima di dargli il tempo di rispondere. Lasciò la forchetta sul tovagliolo posto vicino al piatto e si rimise a sedere. Forse era stata un po' cattiva, ma quel ragazzo la faceva imbestialire con poco. In silenzio, senza nemmeno guardarlo cominciò a mangiare, se solo avesse sollevato gli occhi dal piatto avrebbe notato che lui la guardava in modo truce, ripromettendosi che glie l'avrebbe fatta pagare, non perché si era sentito ferito, sapeva che quello che diceva lei era vero; sua madre cucinava malissimo, tutti lo sapevano, ma solo per il semplice gusto di vederla affondare; ci riusciva quasi sempre.
   
 
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