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Autore: piccola twilighter    20/06/2014    3 recensioni
Anno 1902. Forks. Stati Uniti. Isabella è una levatrice (ostetrica), ha una storia molto triste alle spalle e vaga per tutta la penisola Olimpica, fin quando è assunta nella casa della famiglia nobile Masen-Cullen, dove si occuperà della signora Katherine Cullen che è alla sua prima gravidanza, nuora di Donna Elizabeth Masen Cullen e di Don Edward Senior Masen. Il figlio dei padroni di casa Edward Junior è in guerra a Cuba. Cosa succederà quando il bel soldato incontrerà la bella levatrice?
STORIA ISPIRATA DALLA SOAP OPERA “IL SEGRETO” (non sarà identica alla soap, ma ci sarà qualche passo simile)
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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~~POV BELLA
Ormai sono tre settimane che sto a Forks e sono felice come non lo sono mai stata. Fuori dalla mia camera c’è la fila di gestanti che vogliono farsi visitare da me e ho trovato anche degli amici: la famiglia Weber che tutte le sere insistono perché ceni con loro e ho scoperto che Angela ha un fratello Austin davvero simpatico, la famiglia Cullen che ogni volta che mi vedono sembra che vedano un qualcuno che resuscita, la famiglia Hale e per metà della famiglia Masen Edward senior e Edward Junior. Da quella sera del bacio Edward viene quasi sempre a trovarmi quando è libero e si sta instaurando una bella amicizia, anche se credo di dover mettere in chiaro la situazione e far capire che io non voglio legami, soprattutto se si tratta di un uomo sposato. In questo periodo avverto una felicità nel mio cuore che non ho mai provato, tranne che in quel periodo in cui credevo fosse tutto perfetto e invece … mando via questi pensieri che aprirebbero una voragine enorme nel mio petto e non voglio. Una mano sventola davanti ai miei occhi e sorrido.
-ehi Bella addormentata ben tornata nel mondo reale – scherza Angela. Sono seduta alla locanda a fare colazione con una buona tazza di latte.
-ciao Angela … - rispondo ricambiando il sorriso.
-sai penso che tu abbia visite – dice puntando lo sguardo su qualcosa dietro di me, così mi giro per vedere cosa attira il suo sguardo. E quello che vedo fa partire il mio cuore, che a volte credo sia fermo, a mille. È Edward appoggiato al bancone, che sorseggia qualcosa da un bicchiere. Mi giro di nuovo verso Angela che mi sorride come a darmi coraggio e mi alzo andando a sedermi accanto a lui.
-soldato cosa vi porta qua? – gli chiedo quando gli arrivo accanto e lui sobbalza.
-non di certo la voglia di avere un infarto, ma la voglia di rivedere qualcuno –  scherza, ma dicendo seriamente nell’ultima parte della frase.
-e chi, se si può sapere? – chiedo stando al suo gioco.
- l’ostetrica più bella del mondo e ne ho approfittato per fare anche una bella passeggiata – dice senza ripensamenti, lasciandomi spiazzata per un attimo. Sto cadendo in qualcosa più grande di me, me lo sento.
-e tu saresti venuto fin qui a piedi con il cielo che urla “sta per arrivare una tempesta” per vedermi ? – chiedo fintamente scioccata.
-beh dire di si, dato che non riesco a non pensarti – sussurra con il viso sempre più vicino al mio. La bomba sta per esplodere e io so che mi brucerò.
-bene, io però adesso ho da lavorare e poi devo venire a visitare tua moglie … non credo potremmo stare a chiacchierare qui tranquillamente – diciamo che sono stata molto brava a spezzare l’incanto che si era creato.
-a me è bastato vederti, Bella – mi lascia così e va via. Io vado a prendere il mio materiale da lavoro e inizio a vagare per il paese per andare a visitare le gestanti. Il lavoro mi porta via tutta la giornata e adesso è pomeriggio inoltrato e mi resta solo andare alla villa per visitare la viziata. Quando sono quasi arrivata comincia a piovigginare, speriamo che non si scateni la tempesta. La cameriera viene ad aprirmi e mi annuncia ai presenti.
-buonasera Isabella – mi salutano allegri i signori Cullen e il signor Masen.
-levatrice –rigida Donna Elizabeth.
-buonasera signori, io vado a visitare Donna Katherine – salgo su guidata dalla domestica. Entriamo nella stanza di Donna Katherine che è sola e si sta pettinando i capelli. La domestica mi annuncia e va via.
-buonasera levatrice – dice fredda.
-signora – altrettanto fredda – stendetevi per favore – fa come le dico e inizio la mia visita. Il bambino sta bene, ma la madre è molto fragile.
-signora avete seguito le mie istruzioni sulla sua dieta? – chiedo professionale.
-mangio quello che mi va e non ho sempre fame e poi non voglio diventare una mongolfiera – ribatte mentre si sistema.
-bene, questo vi causerà problemi durante il parto perché siete troppo fragile e poi anche il bambino deve nutrirsi – continuo con il mio tono professionale.
-beh io mangio quando mi va e poi mi sento benissimo – ancora più acida del solito.
-a questo punto vi dico di fare come vi pare ma non date la colpa a me se qualcosa andrà storto – la saluto e vado via. Scendo giù e decido di parlarne con sua suocera, magari a lei darà ascolto. Quando scendo vedo che è arrivato anche Don Edward Senior, bene meglio così.
-signori potrei avere un minuto del vostro tempo? – chiedo cortese, quando arrivo nel salotto.
-certamente, Isabella! Siediti e dicci pure – il signor Masen mi invita a sedermi e io timorosa mi metto accanto a Donna Esme.
-io dovrei avvertirvi di qualcosa su Katherine, al parto manca sempre meno e lei è molto fragile e ciò potrebbe causare gravi conseguenze durante il parto … sia lei che il bambino sono molto fragili, le ho detto che dovrebbe mangiare di più e soprattutto molte proteine ma io non vedo miglioramenti, anzi la vedo anche più debole dalla mia prima visita  –
-le parleremo noi e proveremo a convincerla e se sarà necessario la forzeremo a mangiare di più … quando parli di estreme conseguenze di cosa parli? – chiede timorosa Donna Esme.
-del fatto che uno dei due potrebbe anche non farcela e in questo caso è molto probabile che non ce la faccia la madre, anche il piccolo potrebbe avere problemi dopo la nascita – dico con difficoltà.
- beh effettivamente mia nuora mangia molto poco, a volte quasi nulla, lamentandosi perché non vuole diventare enorme – dice Donna Elizabeth preoccupata.
-io cercherò di fare del mio meglio per far sopravvivere entrambe, ovviamente, ma purtroppo non faccio miracoli, mi dispiace non darvi belle notizie come vi aspettate - sono rammaricata da questa situazione, mi sto trovando molto in difficoltà non è bello annunciare a una famiglia una cosa del genere.
-Isabella, stai tranquilla, io ti aiuterò quando arriverà il momento del parto in modo che, tu potrai occuparti del bambino e io della madre, però anche Katherine dovrà collaborare – propone il dottor Cullen e io annuisco con un briciolo di speranza in più.
-magari Edward potrà fare opera di convincimento, a lui di solito da ascolto – Donna Elizabeth cerca una soluzione.
-proponetele la cosa nel migliore dei modi, io spero che tutto vada bene, buona serata signori – saluto, loro ricambiano ed esco fuori dove si è scatenato l’inferno, ero così presa dalle discussioni che non ho capito cosa succedeva qua fuori. Prendo il sentiero che credo porti al paese e comincio a camminare sotto questo tremendo temporale.
POV EDWARD
Torno a casa in calesse dopo la commissione e trovo la mia famiglia in salone riunita. Le loro facce esprimono tanta preoccupazione.
-figlio adorato – mia madre mi viene incontro.
-madre buonasera – sorrido e saluto anche gli altri.
- Edward dobbiamo parlarti di una cosa importante – mio padre ha un’aria molto preoccupata.
-ditemi tutto padre – mi siedo accanto a lui.
-oggi pomeriggio è venuta Isabella a visitare Katherine e ci ha detto delle cose che penso non ti piaceranno, meglio dirtelo subito … anche lei era molto preoccupata … il punto è che la mancanza di appetito di Katherine l’ha indebolita ed è molto fragile … questo a quanto pare potrebbe portare gravi conseguenze durante il parto … uno dei due potrebbe non sopravvivere … - a quelle parole blocco mio padre e sento il mondo crollarmi addosso.
-che significa uno dei due potrebbe non sopravvivere? Non è possibile, mio figlio deve sopravvivere, ancora non è nato e già per colpa di quella stupida di mia moglie potrebbe anche non sopravvivere – mi prendo la testa tra le mani con disperazione. Ogni giorno mi chiedo come ho fatto a sposare quell’oca di Katherine.
-zio, voi potrete … - mi rivolgo a mio zio. È un ottimo medico e potrebbe aiutarli.
-Isabella dice che il maggiore rischio è per Katherine, il piccolo ce la farà anche se una volta nato dovremmo fare tutto il possibile per renderlo forte, ma ti prometto che io e Isabella faremo di tutto affinché entrambi vivano – mi rassicura mio zio. Devo fargli una richiesta, potranno anche odiarmi dopo.
-zio fate di tutto per mio figlio intanto e dopo penserete a lei … - lascio tutti impietriti, ma si riprendono subito – da quanto è andata via Isabella? – chiedo con grande interessamento per la donna che mi ha già preso il cuore.
-poco prima che arrivassi tu – dice mia zia. E a quel punto scatto.
- l’avete mandata via a piedi da sola con la tempesta che c’è la fuori? Se Charlie e Renée sapessero questo al loro ritorno come minimo ci farebbero a fette e non avrebbero torto – chiedo in uno scatto di rabbia rivolto soprattutto a mia madre. A mia zia Esme scappa un singhiozzo e mi sento uno schifo per aver colpito lei.
-beh che dovevamo fare? – chiede mia madre con indifferenza. Io mi alzo recupero giacca e mantello, chiedo scusa a mia zia e vado fuori a cercarla. Ho un fuoco dentro, rabbia e dolore che viaggiano insieme per tutto quello che è successo nel giro di pochi minuti. Adesso sicuramente Isabella non sarà andata al paese e sarà nei boschi disorientata e spaventata, è molto facile confondere i sentieri e tutti imboccano sempre quello dei boschi.
POV BELLA
Non so dove mi trovo e non ho preso il sentiero che porta al paese ma ho sbagliato e preso quello che porta ai boschi. Mi fermo. Ho freddo, sono tutta bagnata e ho paura di questo buio e di non sapere dove trovarmi. Cammino già da un po’ di tempo, quando ad un tratto riesco con difficoltà a distinguere un capanno ed entro. È abbandonato, prendo la candela dalla mia borsa e i fiammiferi che porto sempre dietro e mi faccio luce. Chiudo la specie di porta e noto che è praticamente una specie di casa che potrebbe sembrare abitabile. Ad un certo punto sento una voce che urla il mio nome, una voce piuttosto familiare. Mi faccio sentire anche io e finalmente la voce si avvicina. Io apro la piccola porta e vedo Edward venirmi incontro affannato e con il mantello zuppo, con una piccola lanterna in mano.
-per fortuna sei qui – entra anche lui. Mette la lanterna a terra e mi abbraccia. È un abbraccio che sa di protezione e calore – sei tutta bagnata – si leva il mantello e lo butta da qualche parte, poi si leva anche la giacca e me la mette addosso.
-perché sei venuto a cercarmi? – chiedo curiosa e felice.
-perché avevo paura che potesse accaderti qualcosa di male e non potevo stare con il tormento che io ero al sicuro e tu no – continua stringendomi ancora di più a lui. il suo corpo è caldo, nonostante si stato  sotto la pioggia anche lui. Io, invece, sono bagnata e congelata, perché quando sono uscita mi sono dimenticata di mettere la mia giacca.
-vieni pero sediamoci – mi trascina verso il letto. Si siede e non mi separa dal suo corpo. Alzo gli occhi per guardare il suo viso e vedo che lui mi stava già guardando, così abbasso lo sguardo imbarazzata.
-non abbassare gli occhi, ti prego – prende il mio viso con una mano e mi costringe a guardarlo di nuovo. L’aria comincia a farsi elettrica, poi le sue labbra si poggiano sulle mie ed è la fine. Le mie mani vagano fino a piazzarsi sui suoi capelli che stringo. Tutti i miei principi vanno a farsi benedire perché lo voglio con tutta me stessa e in questo momento la sofferenza e il dolore che il mio cuore ha provato grazie agli uomini passano in secondo piano.
-Isabella – le sue mani vagano un po’ per tutto il mio corpo. Dovrei fermarlo ma non ci riesco, non ce la posso fare. Poco dopo mi ritrovo distesa e lui è su di me, continua a baciarmi e ad accarezzarmi, infilando le mani sotto la lunga gonna. Le mie mani si spostano sulla sua camicia e inizio a sbottonarla, fino a levargliela del tutto. Anche i miei vestiti stanno scivolando via e poco a poco, siamo entrambi nudi e ansanti. Pelle su pelle. I nostri corpi vibrano insieme.
-sei meravigliosa … e .. perfetta – sussurra e poco dopo le sento entrare in me. Mi avvolge un senso di calore, pienezza e mi sento ... serena, completa, protetta e amata. Ci perdiamo occhi negli occhi, verde smeraldo nel marrone cioccolato. Le sue mani vagano per tutto il mio corpo e le mie per il suo. È veramente perfetto, tutto in lui è incastrato alla perfezione. Le sue spinte sono dolci e a poco a poco si fanno sempre più veloci. L’aria è piena dei nostri gemiti e dell’odore dei nostri corpi che danzano insieme. Arriviamo all’apice insieme, mentre io urlo il suo nome e lui il mio. Si stende e mi tira su di se avvolgendomi in qualcosa. Io sento il suo cuore che batte fortissimo, eco del mio.
-sei una creatura meravigliosa Isabella – mi sussurra. Io alzo gli occhi e i nostri sguardi si incrociano per l’ennesima volta. Mi guarda con devozione e nessuno mi ha mai guardato così.
-sai dovrei pentirmi di questa cosa, oggi annunciavo l’aggravarsi della situazione di tua moglie e poi prendo il suo uomo, ma non riesco a farlo e anzi sono felice di essere qui con te, sono tremenda – dico, con i sensi di colpa.
-non ti permetterò di sentirti in colpa, non devi assolutamente sentirti in colpa, non sei tremenda anzi,  e sappi che io non sono mai stato l’uomo di Katherine, io per lei non ho mai provato niente, l’ho sposata soltanto per le pressioni di mia madre, ma non l’ho mai voluta, è vero adesso porta in grembo mio figlio, ma lei non è niente per me … tu sei tutto ciò che ho sempre cercato perché adesso non ha senso negarlo in queste circostanze ma io sono innamorato di te, ti amo e lotterò per averti – è sincero, però io ho sempre quel peso sul cuore e adesso più che mai. Posso davvero fidarmi di lui e raccontargli la mia storia e perché non mi sento del tutto serena? Lui con me è stato sincero, lo vedo nei suoi occhi limpidi … ma io riuscirò adesso ad aprirmi con lui? si, sono Isabella Ielis, ho avuto il coraggio di affrontare situazioni peggiori di questa, mi sono trovata in condizioni che a volte neanche io riesco a spiegarmi, quindi ce la posso fare. Lo bacio e lui ricambia con ardore.
-penso che allora dovresti sapere alcune cose su di me a questo punto, non credo di voler tenere questo peso sul cuore per molto tempo e ho bisogno di sfogarmi con qualcuno però prima che io parli ho bisogno che mi prometti che non dirai a nessuno quello che sto per dirti – lui mi guarda stralunato.
-non sei costretta a raccontarmi qualcosa che fa affiorare dolore nel tuo cuore e nei tuoi occhi, ma se ti senti pronta, lo prometto –
-tutto comincia quando avevo 15 anni e mia madre morì a causa di un infezione, fu allora che iniziai a lavorare per la famiglia Connor ero cameriera e levatrice, fu la mia rovina, quando avevo 16 anni cominciai a guardare il padrone da lontano, era bello e mi attirava come una calamità, lui lo notò e iniziammo una relazione, diceva di amarmi e che non aveva mai visto donna più bella di me e mi faceva tante promesse che credevo mantenesse. Sua moglie si lamentava per la punizione della gravidanza e non perdeva occasione per prendersela con me, io rimasi incinta ed ero al settimo cielo finalmente avrei avuto la pace che lui mi aveva promesso … ma un giorno la moglie si stufò di me perché secondo lei ero una scansafatiche e mi accuso di altre cose orrende e ancora oggi sono convinta sapesse che io e suo marito condividevamo qualcosa e ordinò di picchiarmi, venni bastonata e picchiata nel peggiore dei modi, quello che credevo l’uomo che mi amava non mosse un dito per salvarmi perché non voleva incappare nella furia della moglie. Questa violenza mi provocò un aborto. Mi feci curare dalla più cara amica di mia madre, che aveva assistito impotente, mi ordinò di scappare così andai via, più lontano possibile da quella casa … cominciai a viaggiare e lavorare in ogni paese in cui mi fermavo ma mai per più di tre mesi … finché ho incontrato tua madre e ho trovato questo lavoro che per adesso è fisso, ma nel mio cuore ci sarà sempre una ferita per quel bambino che ho amato così tanto ma che non ho mai potuto tenere in braccio, quella vita infranta prima ancora che cominciasse – scoppio a piangere disperatamente come prevedevo e Edward mi stringe a se. La confessione mi porta un leggero sollievo nel cuore ma anche un grande dolore per la ferite che ho riaperto. Le sue braccia forti e protettive mi tengono insieme.
-hai avuto troppo dolore per una sola persona, mi dispiace tanto – mi culla e le sue labbra mi sfiorano i capelli – non permetterò che tu soffra ancora così, nessuno di noi lo permetterà e non ti lascerò andare via, mai più – le nostre labbra si uniscono di nuovo in un bacio carico di promesse e i nostri corpi ricominciano a muoversi insieme. Il mattino dopo mi sveglio appagata e felice, con le braccia di Edward che mi stringono come se avesse paura che io scappi, ma stavolta non ho intenzione di andare via. I ricordi della notte appena trascorsa mi inondano la mente e sorrido. È stata la notte più bella della mia vita sicuramente, nonostante quella piccola parentesi amara. Provo a muovermi senza svegliare Edward ma non ce la faccio e lui apre gli occhi.
-dove credi di andare? – chiede sorridendo, con voce arrochita dal sonno. Sorrido anche io e gli accarezzo una guancia.
-volevo alzarmi e riprendere i miei abiti per tornare giù in paese, Angela si sarà preoccupata non vedendomi tornare stanotte e … - le sue labbra bloccano la mia frase.
-potranno fare a meno di te per un altro po’ – e mi fa distendere di nuovo. Prende a baciarmi e non ho la volontà e la forza per allontanarlo. Quando ci stacchiamo provo a parlare per farlo ragionare.
- Edward saranno tutti in pensiero per noi, torniamo – gli sussurro con il fiatone.
-non so se ce la farò a tornare alla realtà dopo questa notte meravigliosa, la più bella della mia vita – sussurra con un sorriso meraviglioso.
-lo so, anche per me sarà difficile ma dobbiamo tornare – lui annuisce consapevole che ho ragione così ci alziamo e ci sistemiamo. Dopo un’ora sono alla locanda seduta a un tavolo con Angela, suo padre e suo fratello preoccupati per la mia assenza. Dico loro del capanno e di aver dormito la e si tranquillizzano però vedendomi sana e salva. Mi ritiro in camera mia, dicendo loro di voler riposare un po’ meglio prima di andare a svolgere il mio lavoro. Quando mi distendo sul letto ripenso a tutto ciò che mi è successo con un sorriso e qualche lacrima e sento che adesso qualcosa sta per cambiare veramente.



NOTE AUTRICE: ecco qua il terzo capitolo! Sono sicura che non vi aspettavate una svolta così ma io non riesco mai a tirarla per le lunghe quindi adesso c'è questa relazione clandestina tra Edward e Bella ... come la affronteranno, secondo voi? beh questo ve lo dirò ai prossimi capitoli ... intanto spero che vi siate goduti questi bei momenti ... mi farebbe piacere vedere delle vostre recensioni ... baci

  
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