Film > High School Musical
Segui la storia  |       
Autore: PepermintSmile    17/08/2008    1 recensioni
Traduzione di Temperance_Booth. “Fai le commissioni per i tuoi o qualcosa del genere?” Le sopracciglia di lui si corrucciarono per la confusione. “Intendo dire, ti hanno mandato a prendere la tua sorellina all’asilo?” Il giovane deglutì, a disagio, ma prima che potesse parlare, Lilly trillò. “Papy, di che parla? Tu non hai una sorellina, solo una gemella, vero, papy?” “Sì, tesoro, hai ragione; solo zia Sharpay.” “Solo zia Sharpay, nessun altro.” Affermò Lilly e guardò, raggiante, Kelsi, come se l’intera questione fosse risolta. “É…È tua?” Esalò la sua vecchia compagna di classe, vacillando all’indietro.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kelsi Nielsen, Ryan Evans
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
sample

L'autrice ringrazia tutti per i commenti... e io pure!!!!!

˜ Capitolo Tre ˜

Il secondo prima che il loro nasi si sfiorassero, Ryan schizzò via e si alzò di colpo in piedi.

"Scusa… sono claustrofobico." Si giustificò, chinandosi a raccogliere i fogli sparsi sul pavimento.

"Da quando?" Chiese Kelsi, divertita, accucciandosi accanto a lui.

"Da quando…" La voce di Ryan calò di un tono. Come poteva spiegare qualcosa che lui stesso non capiva? E come era successo? All’epoca, non aveva i pensieri molto chiari…

Il diciassettenne Ryan Evans barcollò sul posto, un bicchiere vuoto stretto in mano. Non aveva idea di perché fosse andato alla festa di Chealsea, se non che Sharpay lo aveva voluto lì. Aveva bevuto diversi bicchieri di quello che qualcuno gli aveva comunicato essere un semplice punch di frutta e che, però, non sembrava affatto punch di frutta.

Gli occhi molto appannati, Ryan provò a camminare in linea retta fino al divano per stendersi, ma il pavimento continuava ad ondeggiare avanti e indietro. Era come se non avesse più alcun controllo sul suo corpo. Accidentalmente, andò a sbattere contro una ragazza piuttosto carina; la stessa ragazza, in effetti, che lo aveva invogliato a bere, bicchiere dopo bicchiere, il cosiddetto punch.

"Scusi." Riuscì a biascicare e stava per andarsene, quando la ragazza lo trascinò indietro.

"Non dirlo nemmeno." Sussurrò, seducente, nel suo orecchio. "Vieni con me."

Trascinò un Ryan intontito e perplesso fino ad una stanza vuota e chiuse a chiave la porta alle loro spalle. Prese con delicatezza il bicchiere dalla sua mano e lo gettò in un cestino poco lontano.

"Cosa…" Riuscì a mormorare il ragazzo, prima di perdere tutto lo spazio personale che avesse mai avuto. Era tutto intorno a lui: la bocca che si muoveva sulla sua, le sue mani che gli correvano lungo tutto il corpo, la sua camicia improvvisamente sparita, la camicia di lei improvvisamente sparita. Il suo mondo non divenne altro che una macchia nel momento esatto in cui lei lo fece cadere sul letto.

"Da… da un po’." Evitando lo sguardo interrogativo di Kelsi, Ryan raddrizzò i file nelle proprie mani. "In che parte dell’armadio li dovrei mettere?"

Con gli argomenti imbarazzanti lasciati alle spalle, Kelsi si accorse ben presto che era incredibilmente facile parlare con Ryan di qualunque cosa (escluso il modo in cui Lilly era venuta al mondo).

I due riportarono alla mente i tempi del liceo, accennando appena alla vecchia indifferenza.

"Avevi paura di io e Sharpay?"

"Di me e Sharpay. E sì, ne avevo, che tu ci creda o no."

"Capisco e condivido la tua paura di Shar; ma perché anche di me?"

"Non è che tu fossi spaventoso o minaccioso come Sharpay… è solo che eri talmente distante…Nessuno ti parlava molto, non hai mai davvero avuto relazioni sociali oltre alla tua gemella; immagino che tutti noi non abbiamo mai tentato di conoscerti perché eri… bizzarro."

"Non sapevo che la tranquillità ispirasse terrore." Scherzò Ryan.

Kelsi arrossì.

"Perché l’ho fatto?" Si ragguagliò mentalmente "Stupida Kelsi; bel modo di gridare al vento i tuoi sentimenti!"

Ryan sbattè un paio di volte le palpebre, senza avere idea di perché Kelsi fosse arrossita.

Dopo aver brevemente ripassato i piani per il semestre, i due giovani insegnanti decisero di andare ad un vicino Starbucks. Chiacchierarono davanti ai loro drink, discutendo di musica, arte, film e libri e semplicemente divertendosi un mondo. Scoprirono di avere gusti musicali piuttosto simili (escluso il modo di cantare "What I’ve been looking for") e lo stesso desiderio di assistere ad alcuni spettacoli di Broadway.

Fin troppo presto per Kelsi, Ryan controllò l’orologio sul display del cellulare, rendendosi conto di quanto tardi si stesse facendo.

Scusandosi per aver parlato così tanto ("Non farlo, è stato bello!"), Ryan uscì dal bar, lasciando un’ammutolita, felicissima, spumeggiante, brillante, radiosa, estatica Kelsi Nielsen seduta al tavolo. Nel momento in cui il click della porta avvertì che questa si era chiusa, Kelsi recuperò dalla borsa il proprio cellulare e chiamò una della poche ragazze di cui sapeva di potersi fidare.

"Ehi, Gabbi? Sì… Non indovinerai mai chi la signora Shepherd ha assunto come mio assistente…"

Nemmeno venti minuti dopo, la signora Richards camminò pesantemente fino alla porta e la aprì, trovandosi davanti una ragazzo in età da college immerso in un bomber nero di parecchie taglie troppo grande su cui si poteva leggere DRAMA in grandi lettere bianche.

"Buongiorno." La salutò. "Sono venuto a prendere Lilly."

"Oh, certo, solo un minuto. Vieni dentro, le ragazze sono di sopra a guardare Nickelodeon."

Ryan camminò oltre la soglia della casa a tre piani.

"Così, tu devi essere il fratello maggiore di Lilly, giusto?" Lui aprì la bocca per rispondere, ma, evidentemente, la signora Richards considerava la propria domanda come puramente retorica. "Sì, sì; Daphne adora giocare con la tua sorellina. Lilly è una bambina così dolce…"

"Grazie, ma io non sono…"

"Mi potresti lasciare, per favore, il vostro numero di telefono e l’indirizzo prima di partire?"

Ryan affondò le mani nelle tasche dei pantaloni cargo, cercando un pezzo di carta o una penna, ma la signora Richards lo aveva battuto sul tempo. Gli porse un’elegante penna ed una piccola agenda.

"Vediamo… L-i-l-l-y…E-v-a-n-s…e qual è il vostro numero di telefono…uhmm…e l’indirizzo?"

"4675 Kempwood Boulevard PO Box #7923"

La penna esitò e Ryan notò una dolorosa espressione di sdegno sul viso fiero della donna. Tuttavia, finì di scrivere le informazioni, prima che due bambine ridacchianti corressero giù per la scala a chiocciola.

"PAPY!" Squittì Lilly, approdando tra le sue braccia aperte. Uno sguardo terrorizzato stravolse il viso della signora Richards.

"Schizzo!" Ryan abbracciò forte la bambinetta, baciandola sui capelli chiarissimi. "La ringrazio così tanto per aver lasciato venire Lilly a casa sua, signora Richards. Sembra essersi divertita un mondo; dovremmo farlo di nuovo. Arrivederci!" Uscì, poi, chiudendo precipitosamente la porta sull’espressione mortificata della madre della migliore amica di sua figlia.

"Voglio venire e giocare ancora!" Esclamò Lilly, agitandosi, felice, tra le braccia di suo padre. Ryan guardò indietro, verso l’alta casa.

"Ho paura che vedrai Daphne solo a scuola, per un po’."

"Ma perché? Sono stata brava!" Piagnucolò la piccola.

"Lo so, tesoro, non è colpa tua. È mia. È tutta colpa mia."

®

Quando Lilly saltò sulle sue gambe, Ryan riuscì miracolosamente a non far cadere la gigantesca scodella di glassa.

"Tanti auguri a me! Tanti auguri a me!" Cantò forte, zampettando per tutta la cucina.

"La ragazza che compie gli anni non avrà una torta di compleanno se non la smette di stare tra i piedi al suo povero padre." Rise Ryan.

Lilly ridacchiò e scomparve dalla stanza.

Scuotendo la testa, il giovane continuò a mescolare la glassa al cioccolato fatta in casa.

Il telefono squillò.

"Se continuo così, la torta non sarà mai pronta." Si lamentò Ryan e, dopo aver sistemato la ciotola in equilibrio su una gamba piegata ed essersi leccato un po’ di cioccolato dalle dita, afferrò la cornetta. "Villa Evans, chi parla?"

"Ciao Ryan, sono Kelsi."

"Ehi, Kelsi, che succede?"

"Chiamavo per fare gli auguri a Lillian. Posso parlarle?"

"Sì, ti prego, fallo. Sta rimbalzando su tutti i muri e io sto provando a preparare una torta." Detto ciò, chiamò la bambina e le porse il telefono. Dieci minuti dopo Lillian, coprendo delicatamente con una mano il ricevitore del telefono, tirò un po’ la stoffa dei pantaloni del padre.

"Papà, non hai detto che potevo invitare un’amica a venire con noi a Fiesta Texas questo pomeriggio?" Sussurrò.

"Sì."

"Possiamo portare la signorina Kelsi con noi?"

"Ehm… immagino di sì…" Rispose Ryan, incerto. "Vuoi davvero portare un’insegnante al tuo viaggio di compleanno a San Antonio?"

"Ma lei non è solo un’insegnante!" Ritorse Lilly. "È davvero divertente!"

Ryan rise.

"Ok, può venire."

"Evvai!" Lilly spostò la mano dal microfono. "Signorina Kelsi, vuoi venire con me e il mio papà a Fiesta Texas?" Un altro rumoroso suono di giubilo confermò che la signorina Kelsi li avrebbe accompagnati durante la loro escursione di compleanno.

Kelsi raggiunse l’appartamento degli Evans in perfetto orario, in mano dei biscotti e un regalo incartato a regola d’arte. Quando la sopra citata carta fu strappata, il dono rivelò di essere una piccola arpa da braccio, completa di un libro di esercizi.

"Così puoi avere un tuo strumento da suonare quando vuoi."

"E cosa si dice, Capitano?"

"Grazie!" Lilly si sistemò l’arpa tra le braccia e corse al davanzale più vicino per provarla.

Ryan sorrise a Kelsi, comunicandole attraverso gli occhi cristallini tutta la gratitudine che provava nei suoi confronti.

Una volta che il piatto di deliziosi biscottini al cioccolato fu completamente vuoto, tutti e tre si sistemarono nella piccola macchina della piccola famiglia Evans. Dato che il veicolo non era provvisto di un lettore CD e che la ricerca di un canale radio decente fu presto abbandonata, la maggior parte del lungo viaggio fu spesa cantando. Kelsi non rimase colpita solamente dal numero di canzoni che Lilly conoscesse, ma da quanto fosse migliorata la voce di Ryan. Non che avesse mai avuto una brutta voce, ma in qualche modo era diventata ancora più pura e più forte. Ogni nota la faceva rabbrividire, specialmente quelle basse, che ora venivano raggiunte con grande facilità.

Fu veramente dura trattenere l’entusiasmo di Lilly quando il parco entrò nel suo campo visivo, dato che non era mai stata in un posto del genere prima di allora. Si agitò sul sedile, afferrando una manica della maglia di Ryan e pregandolo di aumentare l’andatura.

Armato di uno zaino contenente soldi, snack, un kit di primo soccorso, tutti i loro costumi, gli asciugamano, la crema solare e due buoni libri, Ryan si spostò gli occhiali da sole sulla testa.

"Ho idea che sarà un lungo, lungo giorno." Sospirò, facendo ridere Kelsi.

Dato che era mezzogiorno, il momento più caldo della giornata, il gruppetto decise di dirigersi per prima cosa verso il parco acquatico. Quando riemersero dalla loro permanenza in bagno, Kelsi indossava un carinissimo costume verde con corti calzoncini dello stesso colore, Lilly un costume intero a fantasia floreale e Ryan un paio di calzoncini da bagno neri e una canottiera bianca un po’ spiegazzata, oltre ad un ben visibile sguardo di ammirazione nei confronti di Kelsi.

"Che cosa guardi?" Domandò la ragazza, le guance in fiamme per l’imbarazzo, sistemandosi i pantaloncini, ben conscia del proprio aspetto.

"Niente… è che sei… molto carina." Rispose Ryan debolmente, tossicchiando. "Bene. Lilly, che vuoi fare?"

Non contava quanto intensamente ci avesse provato; Kelsi trovava veramente difficile non scannerizzare Ryan dalla testa ai piedi.

Specialmente dopo che ebbe raggiunto gli scivoli acquatici.

Lilly insistette affinché sia Ryan sia Kelsi scivolassero insieme a lei e il tutto si era concluso con loro tre che si schizzavano a vicenda nella piscina in un ammasso confuso.

A quel punto, la giovane maestra di musica mandò al diavolo tutti i tentativi di evitare ogni contatto fisico con Ryan: Lilly era davvero determinata a passare l’intero giorno del suo compleanno con le sue due persone preferite e davvero non capiva perché, all’inizio, Kelsi fosse così restia a salire sullo scivolo dietro a Ryan e a sistemare le gambe intorno ai suoi fianchi.

Dopo due ore di intensi giochi d’acqua, Ryan le guidò ad una piccola piscina per bambini, così che lui e Kelsi potessero riposarsi senza doversi preoccupare eccessivamente di Lilly.

La loro crema solare doveva aver già smesso di fare effetto da un po’e Ryan domandò alla ragazza, con fare casuale, di riapplicargliela. E così di nuovo, la timida, modesta Kelsi si ritrovò a doversi mordere le labbra quando lui si tolse la maglietta, rivelando il torace magro ma muscoloso.

Le sue mani quasi tremavano quando si spruzzò un po’ della fredda crema sui palmi ed iniziò a stenderla sul collo e sulla schiena di lui.

"Uff…" Mormorò Ryan sul proprio asciugamano.

"Cosa?"

"Hai le mani fredde."

"Fattene una ragione." Rise lei, continuando a spalmare la lozione.

"Sembra più uno scrub che un’applicazione di crema solare." Commentò il giovane dopo un po’.

"Potresti smettere con i commenti, per favore?" Rise Kelsi, dando un leggero pizzicotto alla pelle diafana. "Dovresti essermi semplicemente grato perché ti sto aiutando." Detto ciò, scese dalla sdraio. "È il mio turno ora."

Lui sollevò la testa di scatto.

"Come, prego?"

Lei sorrise con un pizzico di perfidia.

"Tu ti sei fatto mettere la crema sulla schiena e ora devi ricambiare il favore." Rispose, picchiettando con una mano la tela della sdraio dietro di lei. Deglutendo, Ryan raccolse la crema, si sedette e spremette un po’ il tubetto. Mentre le sue grandi mani le massaggiavano la schiena, la pelle d’oca si fece strada, non notata, sulle braccia della compositrice.

Tutt’ad un tratto, la ragazza lanciò un gridolino.

"Che succede?" Chiese Ryan, preoccupato.

"Fa il solletico!" Lei ridacchiò, agitandosi sull’asciugamano.

Uno sguardo vagamente malvagio si impossessò del viso del signor Evans.

"Cosa, questo?" Chiese, muovendo le dita di nuovo sui suoi fianchi.

"Sì, quello!"

"Oh, di certo questo non fa il solletico!" Rise lui, continuando con la sua piccola tortura. Lei squittì, tentando di spingerlo via.

"Smettila!" Esalò la ragazza, provando senza successo a riprendere fiato. Lui rise più forte, ma non si fermò.

Le coppie più vecchie si sorridevano a vicenda, ammirando con tenerezza la sconfitta ragazza con il costume verde e il ragazzo con i calzoncini neri impegnati nella loro disperata battaglia a colpi di solletico.

Nella vicina piscina, Lilly delucidò i suoi nuovi amici.

"Vedete?" Domandò, orgogliosa. "Il mio papà è innamorato della signorina Kelsi. Mi chiedo se si baceranno… così poi dovranno solo sposarsi!"

"Ryan?" Chiamò piano Kelsi, mentre i tre stavano tornando alla macchina.

Lilly si era velocemente addormentata tra le braccia di suo padre: la prima, avventurosa giornata del suo quinto anno aveva letteralmente sfinito la piccola Evans.

"Da quanto lavoriamo insieme, ormai? Quattro mesi?"

"Tre." La corresse lui.

"…Ryan?"

"Mmmh?"

"Grazie per avermi portata con voi oggi. Mi sono davvero divertita tanto."

Il sorriso di Ryan avrebbe facilmente sciolto un panetto di burro."

"Nessun problema. Non sarebbe stato nemmeno lontanamente così bello senza di te."

Kelsi arrossì violentemente e nessuno dei due disse un’altra parola finché non furono alla macchina.

Ryan depositò l’addormentata Lilly sul sedile della macchina e chiuse la portiera. Kelsi raggiunse la parte opposta e allungò un braccio per afferrare la maniglia, ma il giovane uomo catturò la sua mano.

Lei lo guardò, curiosa, negli occhi chiari.

Prendendo tra le mani tiepide il suo piccolo viso, Ryan si chinò a baciare Kelsi sulle labbra –il suo primo vero bacio da quattro anni e per, lei, il primo in assoluto.

Ora, da che mondo è mondo, si dice che i primi baci fanno schifo, ma nel caso di Kelsi e Ryan non fu affatto così. Nacque come dolce ed innocente, per poi crescere velocemente in intensità.

Ben presto, le braccia di Kelsi erano attorno al collo di Ryan e lui era appoggiato alla macchina , le proprie braccia intorno alla vita di lei. La sua lingua si mosse appena su quella di lei e, quasi senza che i due se ne accorgessero, il bacio divenne sempre più profondo finché, alla fine, non si separarono in cerca d’aria.

"…wow…" Esalò Kelsi, prima di catturare ancora le irresistibili labbra di Ryan con le proprie, desiderando che potessero restare così per sempre, persi in un intenso bacio in mezzo ad un parcheggio deserto.

®

Insultandosi per la propria orrenda calligrafia, Ryan tentò di decifrare la lista della spesa nel reparto cereali del grande magazzino HEB.

Era passata una settimana da quando lui e Kelsi si erano baciati nel parcheggio del Fiesta Texas e Lilly al momento si trovava a casa di un’amica (non Daphne) così che lui potesse sbrigare alcune faccende. Non le aveva ancora detto quello che provava per Kelsi, dato che anche lui doveva ancora dare un nome preciso ai propri sentimenti.

Sospirando, scelse una grande scatola di Kix e fece un salto dalla sorpresa quando un volto fin troppo familiare apparve al posto dei cereali.

"Gabriella!" Esclamò Ryan, lasciando cadere la scatola. Piccole e gialle palline golose e per niente salutari presero a rotolare sul pavimento.

Ignorando la sorpresa dipinta sul viso di lui, la ragazza guardò il contenitore di cartone con disapprovazione.

"Kix? Oh, no, signor Evans, i Kix non sono una buona colazione per una bambina piccola."

Ryan aprì la bocca per protestare ma, con suo sommo terrore, Gabriella posò una mano delicata ma forte sulla sua nuca, portando le labbra su quelle di lui.

La scatola di cereali che era stata appena raccolta, cadde di nuovo dalle sue mani paralizzate.

Contro la sua volontà e malgrado il suo cervello strillasse in protesta, Ryan chiuse gli occhi, permettendo a Gabbi di baciarlo e baciandola a sua volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

word to html converter html help workshop This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder  chm editor perl editor ide

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > High School Musical / Vai alla pagina dell'autore: PepermintSmile