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Autore: Uzumaki_Devil_Dario    21/06/2014    4 recensioni
Quando il giorno diventa notte, Tokyo cambia e diventa un nuovo mondo: la reputazione si crea nelle competizioni sulle strade e la vita pulsa del motore delle automobili dalle carene fiammanti e dai carburanti pompati al protossido di azoto.
Qui la parola "velocità" è sinonimo di forza e di vita. O sei veloce o non sei niente.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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"Ya-hooo!"
"Rimettiti dentro!"
Va bene, sì, l'aveva fatto per offrirsi di farla stare meglio, però adesso Naruko si stava decisamente prendendo la mano con tutto il braccio. Dopo che Naruto l'aveva fatta entrare in macchina, la sorella aveva preso a indicargli quali strade e svolte doveva intraprendere. Aveva già le idee chiare su dove volesse essere portata, tuttavia non voleva dirlo, quando lui glielo chiedeva, gli rispondeva dicendogli di preoccuparsi solo di andare dove gli diceva. Vai alla prossima a destra, percorri l'isolato, prendi quella sopraelevata, attraversa quella galleria... il tutto era abbastanza snervante, in particolare per certe manovre e deviazioni per le quali non lo avvisava abbastanza in anticipo e gli toccava farle all'ultimo momento, ma anche così Naruto non fece domande e decise di scoprire da solo quale sarebbe stata la destinazione.
Almeno di una cosa era certo: stavano andando sempre più fuori città. Dopo un passaggio a livello, Naruko gli aveva fatto presente un ponte che sovrastava un'autostrada e, alla fine di questo, una curva in discesa che si immetteva nel livello sottostante. C’erano tre corsie per senso di marcia, così Naruko gli disse di dare gas e finalmente il ragazzo capì che intendeva condurlo proprio lì, su quella strada, dove poteva correre liberamente spedito e senza ostacoli di sorta, così che lei potesse divertirsi ancora di più nel suo giro in auto godendosi l’ebbrezza della velocità. Infatti, adesso che lui premeva più a fondo l'acceleratore, la ragazza sporgeva la testa fuori dal finestrino, lasciandosi attraversare faccia e capelli svolazzanti dalle correnti d'aria e gridando per l’euforia. A poco o nulla valevano i richiami del fratello per farla tornare nell'abitacolo prima che qualcosa da fuori potesse finirle dritta in faccia o travolgerla.
<< E si piangeva addosso nemmeno un'ora fa! Guardala adesso! >>
Gli veniva quasi da pensare che la scena del salice piangente di prima l'avesse messa su apposta per convincerlo a portarla a fare un giro.
Arrivando in coda a un autocarro con rimorchio, Naruko gli gridò di superarlo; durante tutto il sorpasso si lasciò suggestionare dall'enormità del veicolo mastodontico in confronto alla Toyota, mettendoli completamente in ombra per tutta la manovra. Quando furono sotto il finestrino del camionista, questi notò stranito la ragazza fin troppo esagitata e lo salutava scherzosamente mandandogli baci affettuosi troppo confidenziali. Naruto la riprese per la sua smodata esuberanza e le ordinò per l'ennesima volta di tornare dentro, al che accelerò per lasciarsi alle spalle il camion e il camionista ammutolito.
"C'è un motivo se poi questi poveri disgraziati finiscono per fare incidenti per strada, lo sai?"
"Torniamo in città, onii-chan. Voglio fare un po' di acquisti."
"E non potevi dirlo prima che... aaah, lasciamo perdere!"
Non solo non lo ascoltava, gli chiedeva pure di fare marcia indietro per tornare e fare compere quando avrebbe potuto benissimo fermarsi a farli prima di uscire dalla città! Rassegnato, Naruto andò alla ricerca di un qualche incrocio o rotatoria che gli permettesse di raggiungere l'altra carreggiata. Mezzo chilometro dopo, un'altra autostrada intersecava trasversalmente la loro con una sopraelevata tramite un sistema di raccordi a quadrifoglio. Con questo, bastarono un paio di svolte per girare e immettersi nella strada che riconduceva a Tokyo. Come c'era da aspettarsi, Naruko approfittò del viaggio di ritorno per goderselo come quello di andata, gridando continuamente "Woooow!". Per lo meno, quando fecero ritorno in città, Naruto dovette calare di velocità e questo calmò almeno un po' l'eccessivo entusiasmo della sorella. Cionondimeno, la ragazza trovò un altro modo per godersi ancora un po' di sana velocità e adrenalina: una versione ridotta delle montagne russe in un parco di divertimenti nei pressi della baia, fu il primo posto in cui volle farsi portare. In più, aveva anche implorato il fratello di farsi il giro insieme a lei (anche se poi i giri si rivelarono essere ben tre consecutivi), con la scusa che da sola non c'era gusto, così Naruto aveva dovuto sorbirsi le sue continue grida eccitate.
Dopo questo, si fece accompagnare in un negozio di manga, unica parte buona di tutta la loro uscita fino ad adesso, visto che anche lui poté sfogliare qualche numero che gli interessava. Naruko, però, si fermava non solo a guardare le pagine, ma pure a leggerle dall'inizio alla fine.
"Guarda che quello che leggi poi ti costringono a comprarlo, lo sai?"
Difatti, poco più tardi uscirono dal negozio con un sacchetto colmo di volumetti, Naruko continuava a leggerne uno anche mentre camminava.
"Se finisci per cozzare il naso contro un palo, mi toccherà scarrozzarti anche al pronto soccorso."
Se pure se ne rendeva conto, in quel momento non gli dava per nulla retta, troppo presa a fissare una vignetta che si estendeva per due pagine consecutive e rappresentava una scena amorosa. Poi si accorse con ribrezzo che i soggetti della vignetta erano due maschi. Stette per commentare qualcosa a proposito dei suoi gusti perversi, quando notò improvvisamente qualcosa che distolse la sua attenzione dai manga della sorella e la attirò all'altra parte della strada: stava seduta su un muretto, girata sull'altro lato, verso quello che sembrava essere il vuoto sottostante, teneva in mano una lattina che sorseggiava di tanto in tanto per conto suo.
"Naruko, tu aspettami in macchina, ok?"
Liquidò la sorella lasciandola lì, al che attraversò la strada e raggiunse il muretto che, a quanto sembrava, si affacciava a poco meno di dieci metri sul pelo del mare, nei pressi della foce di un canale fluviale. E lei stava seduta a quell'altezza come se niente fosse, non dando peso al rischio di farsi un bel tuffo. Quando cercò di richiamare la sua attenzione sperò di farlo in modo non troppo brusco da farla finire di sotto.
"Ehi."
Un po' Sakura sobbalzò comunque, doveva essersi persa da un bel po' nei propri pensieri prima che venisse riportata alla realtà. Quando ebbe realizzato chi l'aveva chiamata, inveì contro l'Uzumaki.
"Ma che... volevi farmi cadere di sotto, maledizione!"
"Disse quella che se ne stava seduta con le gambe a penzolare a dieci metri sull'acqua. E poi un tuffo non ti uccide mica."
Sakura non ebbe nessuna voglia di rispondere. Si accorse che la lattina di soda che aveva in mano era vuota già da un po', così la buttò via sbuffando "Che cosa vuoi? Spero ci sia un buon motivo se hai rischiato di farmi fare il tuffo olimpionico."
Prima che Naruto proferisse parola sul perché fosse lì, la voce petulante di Naruko si intromise nella discussione "Naruto-niichan, lei è una tua amica?"
"Ti avevo detto di aspettarmi in macchina!"
Dal canto suo, Sakura restò per un attimo sconcertata nel ritrovarsi davanti così improvvisamente una versione dell'Uzumaki con due lunghe code bionde e le tette (una quarta piena, poi!), per poco non la confuse per una specie di travestito.
"E questa chi cavolo è?"
"Non farci caso. Piuttosto, vorrei chiederti alcune cose."
Dopo che ebbe realizzato che si trattava della sorella gemella, Sakura gli diede attenzione "A me? E perché?"
"Per quello che è successo all'Underground. Non è che qualcuno del vostro clan ha finito col farsi beccare... o peggio?"
"Scusa, a te che importerebbe? Mi pare che a Sas'ke-kun l'avessi già mandato a quel paese insieme a tutto il clan."
"Sì, beh, sto cercando di informarmi su come sono messi un po' tutti i Racers dell'Underground. A quanto ne so, qualcuno ha deciso di cedere alle direttive degli Alba, qualcun altro ha deciso che è meglio lasciare la città piuttosto che sottomettersi. Voi, invece?"
"Nessuno si è fatto mettere sotto da quelli di Alba, se è quello che intendi. E ovviamente nessuno si è fatto beccare dai piedipiatti della stradale. Cosa credi, non siamo mica come tutti quegli altri dementi che invece ci sono caduti con tutte le scarpe."
Un po' Naruto prese quella frase sul personale, visto che fra quei cosiddetti dementi era inclusa anche sua madre che era stata travolta da uno degli Alba e poi messa sul sedile di dietro di una volante. Oh, e anche Neji, anche se a fine corsa non c'era arrivato.
In ogni caso, per il momento, volle lasciar stare quell'ultima parte.
"Ma davvero? E sentiamo, l'intramontabile clan Uchiha cosa pensa di fare per rimettere le ruote sull'asfalto?"
Benché volesse essere in parte una frecciatina, Sakura colse la serietà della domanda, con l'inquietudine e l'incertezza sul volto. Anche lei cercava una risposta a questo, perché non l'aveva.
"Non ne ho proprio idea. Mi chiedo anch'io che cosa faremo ora... è che al momento siamo tutti un po' tesi."
"Perché tesi?"
"Non lo so. È da quella sera che Sas'ke-kun sembra più serio del solito, sta sempre a pensare a chissà che. Nemmeno io so cosa gli passi per la testa, se ha intenzione o meno di far tirare avanti il clan, fino ad ora non ha proferito parola in merito. Almeno lo facesse sapere a me..."
Ora che Naruto se lo ricordava, quella sera lui stesso aveva incontrato l'Uchiha vicino al cadavere di quell'effeminato tizio di Alba. Tutto lasciava presupporre che l'avesse fatto secco lui, anche se non sembrava avere armi addosso, e pensare che aveva attaccato briga con un tipo del genere gli faceva tornare un brivido. A quanto sembrava, Haruno Sakura non sapeva nulla di quell'episodio.
<< Strano che non lo abbia confidato alla sua ragazza >> pensò, senza dirlo. Disse invece "Per caso è una vostra completa normalità girare con l'artiglieria pesante in tasca?"
La domanda gli sorse spontanea, non pensava di fargliela veramente ma era una curiosità così genuina da essergli uscita dalla bocca. Parve aver colto la ragazza alla sprovvista, lo guardava senza capire dove volesse arrivare con quella domanda.
"Che cavolo stai dicendo?"
Naruto imitò con la mano il gesto del grilletto che veniva premuto, con le dita puntate alla tempia "Sai, di quel tipo che ti spedisce sottoterra se ti impianta del piombo in testa, hai presente? Non ti risulta che il tuo ragazzo possieda nulla del genere?"
"Ehi, ehi!" Sakura si alzò dal muretto pur di avvicinarsi a lui e squadrarlo duramente "Sas'ke-kun potrà sembrare uno strafottente ma non gira di certo per strada con delle armi in tasca. Non è mica tipo da usare cose del genere, quindi attento a come parli!"
Ciò gli diede da pensare, una reazione così non lasciava spazio a incertezze. Se diceva la verità, se non aveva ucciso lui Deidara, c'era da chiedersi perché fosse in compagnia del suo corpo con un proiettile in testa.
Solo in quel momento si ricordò della presenza di Naruko con loro e quei discorsi la stavano preoccupando non poco, guardava sia lui che Sakura con una certa preoccupazione. Decise di cambiare discorso per non farla agitare di più.
"Come ti pare. Comunque, sai che ormai c'è poca scelta per i Racers, vero? O con gli Alba o con nessun altro."
"Di sicuro Sas'ke-kun non si farà mettere a novanta gradi da quel gran bastardo di suo cugino, poco ma sicuro."
"Buona fortuna, allora. E tanti cari saluti."
"Ehi, un momento! Ti piace tanto sapere tutto sugli altri, ma perché non mi dici tu che avresti intenzione di fare? Anzi, già che ci sei, perché non fai sapere un po' anche a me qualcosina su come sono messi gli altri clan?"
"E io chi sono, un trafficante di informazioni?"
"Perché no? Saresti uno dei pochi che ci sono in giro, riceveresti un sacco di richieste e altrettante ricompense che ti riempirebbero le tasche in men che non si dica."
<< E la mia prima cliente dovresti essere tu? >> "Il clan Hyuga è quello della mia ragazza, in quello del duo A-B sono tutti amici miei, mentre degli altri non so un cavolo. Detto questo, perché dovrei spiattellare a te cose sul conto di gente che conosco?"
Sakura fu irritata da quell'uscita "Prima vieni qui a fare domande sul mio di clan e poi non vuoi dire niente degli altri? Sei proprio un..."
"Ti saluto" Naruto se ne andò lasciando lì la ragazza confetto senza sentirla dire cosa lui fosse, la udì solo mandarlo a fanculo da lontano e, quando salì in macchina insieme a Naruko, prima di andarsene la vide agitargli contro i medi da lontano.

Dopo aver saputo del suo ritorno, Itachi aveva pensato di non rimandare inutilmente la questione e si era diretto subito all'autosalone. Nonostante la premura di incontrarlo, quando ci arrivò fece in modo di mostrare piatta calma agli altri membri di Alba. C'erano solo Zetsu, Kakuzu e Sasori, nessuno di loro che mostrasse un particolare interesse per il suo arrivo, comodamente occupati com'erano a farsi i fatti propri. Anche lui non degnò la loro presenza di attenzioni e proseguì verso la porta chiusa che era l'ufficio di Obito. Quando vi giunse davanti, Kakuzu, che stava seduto su una sedia a lato della porta facendo il cane da guardia, si alzò quando si rese conto delle intenzioni dell'Uchiha e si pose fra lui e la porta.
"Devo parlare con Obito." disse Itachi pacato "È dentro?"
"È occupato. Ora non puoi entrare."
Se solo fosse stato in grado di pagarlo più di quanto lo pagasse Obito, Itachi era sicuro che Kakuzu l'avrebbe lasciato passare. Se solo ne fosse stato in grado, e non lo era. Si decise ad aspettare almeno per il tempo imposto dalla decenza, dopodiché, se la cosa fosse andata per le lunghe, avrebbe trovato un modo per superare la sorveglianza.
Buona sorte volle che la porta si aprisse dopo meno di cinque minuti di attesa, ne uscì una donna avvenente agghindata con una lussuosa pelliccia, sotto la quale doveva esserci nient'altro che la biancheria a coprirla. Attraversò l'autosalone col rumore dei tacchi che l'accompagnò nel tragitto, volse solo dei momentanei occhi laidi e un sorriso promettente all'Uchiha per fargli intendere che, se lo voleva, anche per lui ce n'era. Itachi lasciò che restasse solo questo: nient'altro che uno sguardo a senso unico.
Ora che la porta era aperta e invitava chiunque a entrare liberamente, varcò l'ingresso e trovò Obito che, dopo aver terminato le sue cosiddette occupazioni, riempiva l'aria dell'ambiente con del fumo di sigaretta standosene comodamente seduto dietro la scrivania.
"Ehi, Itachi. Hai un'aria scontenta, è successo qualcosa?"
"So che sei stato via per un paio di giorni. Ti vorrei parlare, se non hai altre occupazioni che ti aspettano."
Obito colse l'allusione alla donna di poco fa "Forse volevi divertirti un po' anche tu? Rilassati, puoi ancora andarle dietro se non se n'è già andata. Ti offro io il prossimo giro."
A quel tono scherzoso, Itachi ostentò la sua espressione seria, facendogli capire che di scherzare non ne aveva nessuna voglia.
"Di' un po', Obito, dov'è che sei sparito in questi due giorni senza dire niente?"
"Affari, Itachi. Ti devo ricordare che ho fra le mani più di dieci centri di raduno di corse in città?"
"Capisco. Quindi immagino che il resto sia solo una coincidenza."
"Quale resto?"
"Il fatto che solo ieri qui a Tokyo siano venute persone di una certa influenza, anche da alcune parti fuori dal Paese. Saranno più o meno una decina, fra i quali Hirogawa Daisuke, magnate dell'industria di prefabbricazione edilizia; Misora Shinici, agente della borsa di Fuji; Gen Masahiro, direttore di non so quante banche e un bel po' di altri individui con nomi grossi quanto un palazzo. La stranezza è che tutti sembrano essersi prodigati per rendere ignoto il loro arrivo in città. E, cosa ancora più particolare, metà di quelle persone hanno sulle spalle più di un processo per l'ignobile accusa di associazione a delinquere... da cui sono poi state scagionate per insufficienza di prove."
Colpito dalla sua preparazione, pur non dandolo a vedere, Obito restò in silenzio ad ascoltare tutte le scoperte che aveva fatto per conto suo, presumendo già dove queste volessero andare a parare.
"Non sarà che quelle persone sono venute su invito di un certo qualcuno? E che questo qualcuno abbia passato questi giorni a organizzare questo incontro?"
"Solo a cercare un posto adatto dove tenere la riunione." lo ammise con tale immediatezza da sorprendere persino Itachi "Sono settimane o forse mesi che verso sette camicie per contattare questi soggetti ed esortarli a farli venire qui con tutta la discrezione possibile. Ma non penserai mica che possa accogliere in un mio autosalone degli esponenti di un'organizzazione qual è la Yakuza? Per preparare un luogo adatto fuori città mi sono dovuto dare da fare."
"Quindi è così? Sei proprio sicuro che sia arrivato il momento di mettere le mani nella stessa pasta di questa gente?"
"Se intendi chiedermi se voglio diventare uno yakuza, la risposta è sì, Itachi. Ormai non ho più motivi per rimandare."
"Visto che adesso il tuo racket è completo, vero? Davvero una bella fortuna che la polizia stradale abbia fatto chiudere i battenti all'unico luogo di ritrovo che non controllavi."
"Suvvia, non è certo un mistero qui chi abbia fatto la soffiata. Oh, giusto" formò un sorriso troppo sinistro anche per una faccia distorta come la sua "tu quella sera non c'eri, se non sbaglio. Impegni familiari con tuo padre, avevi detto?"
Itachi riuscì abilmente a non deglutire la tensione che andava formandosi, quando ormai era evidente che Obito sapesse più di quanto affermasse. Fece in modo di tornare al precedente punto del discorso, non dandone a vedere la premura.
"E tu sei certo che queste persone acconsentiranno a farti diventare uno di loro? Gestiscono affari in nero di tutt'altro livello rispetto ai tuoi."
"Si tratta solo di lavorarmeli un po', nulla di complicato. La cosa ti preoccupa, cugino?"
Vedendolo continuare a ghignare in quel modo mettendo a dura prova la sua capacità di sopportazione, fu solo per un momento che Itachi fu sul punto di perdere il controllo, mandare all'aria mesi di rischiosa infiltrazione. Forse per la prima volta da quando era diventato un Alba, mostrò al cugino l'emozione che covava in quel particolare momento, fissandolo con gli occhi iracondi. E molto di rado capitava che Uchiha Itachi esternasse il suo stato d'animo.
"C'era anche mio fratello in mezzo a quel casino! E tu avevi mandato tutti quanti a fare una strage di Racers! Che cazzo pensavi di fare, eh?"
"Bene, finalmente!" Obito rise compiaciuto "Temevo che non arrivassimo più a questo punto, lo sai?"
"Quale punto?"
"Quello in cui vengono scoperte tutte le carte in tavola."
Alle sue spalle, Kakuzu falciò le gambe di Itachi con un calcio, facendolo crollare in ginocchio. Nel mezzo di un tentativo di rimettersi in piedi, un pugno sullo zigomo lo fece tornare a terra duramente. Gli fu consentito di alzarsi solo quando lui lo costrinse a farlo tenendolo fermo dalle spalle, in modo che restasse inginocchiato. Al che, gli rovistò addosso finché non trovò la pistola sotto la camicia, infilata nel fianco dei pantaloni. Disarmato e reso innocuo, l'Uchiha girò la testa quanto bastò per scorgere anche l'arrivo di Sasori e Zetsu, già consapevoli della situazione senza che avessero bisogno di chiedere nulla. Quando vide Obito fare il giro della scrivania e piazzarsi davanti a lui per guardarlo dall'alto, capì che ogni farsa era giunta al termine.
"Tu le guardi mai le serie tv americane?"
Non capì il senso di quella domanda così improvvisa e senza senso. Evitò di rispondere solo per rimanere ad ascoltare quello che voleva tirare fuori.
"No? Io ne vado matto. Me le guardo sempre ascoltandole in lingua originale, senza mai usare i sottotitoli. Ce n'è una in particolare che mi piace, in cui ci sono questi due tizi che per vendicare la propria famiglia danno la caccia a demoni e vari mostri del sovrannaturale. Sono due fratelli così legati da dare spesso e volentieri la vita l'uno per l'altro. Il giorno in cui tu sei venuto da me per dire di voler entrare in Alba stavo guardando l'episodio in cui l'Arcangelo Gabriele spiega ai due che un giorno saranno costretti a combattersi e a uccidersi a vicenda per provocare la fine del mondo, che lo vogliano o no, nonostante si vogliano così tanto bene. Ho pensato che fosse davvero una buffa coincidenza che anche voi fratelli, Itachi e Sasuke, vi foste messi l'uno contro l'altro, con te che avevi tradito il tuo amato otouto."
"Arriva al punto, ok? In questa posizione sto piuttosto scomodo."
"Ora ci arrivo. Come ti ho detto, i due fratelli si amavano tanto da mettere in gioco la vita per aiutarsi, cosa che spesso li ha salvati, ma in altri casi ha anche rischiato di essere la loro rovina. Quello che io voglio dire è questo: il modo in cui hai sempre tenuto troppo a Sasuke è stata la tua di rovina. Seriamente, credevi che avrei accettato e basta una spiegazione come quella che mi avevi dato dicendomi che ti eri separato dal tuo vecchio clan perché avevi deciso di puntare a qualcosa più in alto? Io sono cresciuto insieme a te e Sasuke, voi andate troppo d'accordo per avercela perennemente a vicenda sulla base di un motivo del genere. Detto questo, credevi non avessi pensato che le tue vere motivazioni girassero intorno a tuo fratello o al resto della tua famiglia? Tutto quello che finora hai fatto hai potuto farlo solo perché io non te l'ho impedito, per capire se avessi ragione. E l'avevo, a quanto pare. Altrimenti come si spiega l'ammazzamento di Deidara per opera tua?"
Itachi non sussultò nemmeno. Come aveva immaginato, Obito era al corrente di molte più cose di quanto lui avesse voluto.
<< Ma di Deidara come diavolo fa a saperlo? >>
"Ti stai chiedendo come sia possibile che io sappia anche questo, vero? Ti rispondo con un'altra domanda: quella sera hai guidato con la Bugatti, non è così?"
Era vero, ma anche così l'Uchiha inginocchiato continuava a non capire. Ci rifletté per qualche momento, tenendo conto di qualsiasi possibilità collegata alla sua auto... e quando trovò la risposta, sul suo volto si manifestò finalmente la sorpresa.
<< Un localizzatore! Nell'auto c'è un dannato localizzatore! >> del tutto plausibile, visto che, come aveva detto, aveva sempre tenuto in dubbio la sua lealtà "Bastardo..."
"Bene, sembra che tu lo abbia capito. Ebbene sì, mi sono preso il disturbo e la precauzione di infilare un rilevatore GPS dentro la tua macchina: un aggeggio minuscolo in confronto a tutti quei grossi pezzi di prim'ordine che hai sotto il cofano, difficile che tu potessi trovarlo. Certo, mi stupisce che una persona incredibilmente prudente come te non ci abbia pensato, avresti dovuto per lo meno farti controllare l'auto come si deve, no? Comunque, grazie a questo ho potuto tenere traccia di tutti gli spostamenti che hai fatto con la Bugatti, compresa data e ora. Nulla di strano, inizialmente, i soliti tragitti casa-lavoro e altri posti troppo comuni per essere degni di nota, tipo bar, locali e robe del genere. Poi c'è stata una destinazione particolare che mi ha colpito: di' un po', che ci sei andato a fare in quello scalo merci la sera in cui tuo fratello ti è corso dietro?"
Sapeva anche quello, della sua riunione segreta con Sasuke. Per di più, era troppo intelligente per non capire quale fosse stato l'argomento dell'incontro, probabilità che preoccupava Itachi ancora di più.
Difatti "Te lo sei trascinato dietro per raccontargli qualcosa su di me, presumo. Non che la cosa mi secchi o mi tocchi in qualche modo, per quello che Sasuke può farmi. Stai pure tranquillo che non avrò bisogno di alzare un dito su di lui. In ogni caso, volevo arrivare a questo: il tuo errore fondamentale è stato, come ho già detto, l'iperprotettività che hai per Sasuke. Lo conferma il fatto che il GPS abbia segnalato la tua posizione nello stesso posto e nella stessa ora in cui è morto Deidara."
"Se lo sapevi già, com'è che hai aspettato fino ad ora per farmi buttare giù la maschera?"
"Beh, hai fatto tanto per cercare di incastrarmi e impedirmi di entrare nella Yakuza, ho pensato che mi sarei goduto di più la vittoria sbattendotela in faccia dopo essere riuscito nel mio intento... per farti vedere come tutti i tuoi sforzi siano andati a puttane. Peccato solo che tu abbia fatto i compiti a casa per conto tuo e mi abbia rovinato la sorpresa. Vedi, Itachi, questa è una cosa che mi sono assicurato di far capire a Yahiko prima che lo mandassi a volare giù dal Park Hyatt, a Konan prima che le facessi conficcare un proiettile in pancia da Kakuzu, a tutti quelli dell'Underground che si sono ritrovati a fuggire dalle volanti e da noi, e ora anche a te: contro di me non si vince. Che cosa sei riuscito a ottenere di tanto compromettente sul mio conto in tutto questo tempo, eh? Nulla. I registri di tutte le entrate del mio racket di corse clandestine non sei riuscito a trovarli perché sono salvati in forma di file su degli hard disk esterni di cui solo io conosco la posizione, li fornisco io personalmente a Kakuzu quando deve annotare gli aggiornamenti e io stesso li rimetto al loro posto. E tutti i pagamenti sono avvenuti in contanti, il modo più semplice per non lasciare traccia delle transizioni. Non hai nulla che possa ferirmi, Itachi. Non sei nemmeno capace di collegarmi agli omicidi di Yahiko e Konan. Anzi, ora che mi ci fai pensare..." si girò a guardare per un momento l'arma che Kakuzu aveva lasciato sulla scrivania dopo averla sottratta al proprietario "... l'unica uccisione attribuibile è quella di Deidara che tu stesso hai causato con la tua pistola piena delle tue impronte digitali. Direi che in tal senso ti sei messo nel sacco da solo."
Nonostante tutto questo, nonostante fosse stato messo all'angolo senza vie di fuga, Itachi non ebbe alcuna reazione, nessuna espressione facciale che dimostrasse che stesse provando quel senso di schiacciante sconfitta che in realtà c’era. Lo sfregiato questo lo notò.
"Sai una cosa? Non pensavo fossi un così bravo perdente."
"E tu sei un maledetto figlio di puttana di vincente." ribatté lui "Se avessi usato questo acume per fare meno lo stronzo al volante, tutte le donne incinte di questa città te ne sarebbero ancora grate."
"Che vorresti dire, che sarebbe colpa mia se sono arrivato a questo punto? Lo sapevi che quella donna non stava neanche attraversando sulle zebre?"
"Al confronto, il reato di guida in stato di ebbrezza impallidisce, vero?"
"Beh, su questo non posso darti torto. E poi, perché mai raccontare dettagli del genere alla cronaca quando c'è il figlio di Uchiha Madara che si può prendere la colpa di tutto?"
"Ora non negare che la colpa sia effettivamente tua. Sei tanto intelligente eppure non hai capito da solo che guidando in quelle condizioni finisci per mettere sotto qualcuno, come minimo?"
"Io voglio solo dire che una cosa come questa non è una motivazione valida per togliermi ciò che doveva essere mio da sempre. Perciò ho intenzione di riprendermelo tutto, in un modo o nell'altro. Vallo a dire alla tua famigliola, avvisali pure che ormai hanno le ore contate, loro e i loro patrimoni, e che non possono farci più niente."
"Hai intenzione di lasciarmi andare?"
"E ti sorprende? Anche tu ci dovrai restare di merda quando mi sarò preso anche la tua fetta di torta. Torna pure a casa con le tue gambe, di' pure quello che hai scoperto, fai capire loro come stanno le cose e digli di cominciare a chiudere i battenti."
A dimostrazione di ciò, fece un cenno a Kakuzu e Sasori, i quali lo intesero e lasciarono Itachi libero di rimettersi in piedi. Zetsu non oppose resistenza al suo passaggio e si spostò dalla porta, consentendogli di uscire. Come detto da Obito, Uchiha Itachi sapeva andarsene a testa alta ingoiando dignitosamente la sconfitta.
"Immagino rivorrai indietro la Bugatti" suppose prima di uscire.
"Quella l’avevo comprata io, pretendevi che te la regalassi? La fermata della metro è a un chilometro e mezzo da qui. Buona passeggiata."



SPAZIO AUTORE
AAAAAAMICI, che bello ritrovarsi pure qui, eh? Alla fine sono riuscito a tornare su questa fanfic, Obito ormai ha praticamente la vittoria in pugno e nulla sembra potergli più impedire di ottenere ciò che vuole. Speravo tanto di inserire qui un pezzetto di Kushina in prigione, peccato non avercela fatta, sarà per un'altra volta magari.
E quindi cosa succederà da qui in poi? Come agiranno Naruto e Sasuke per proteggere le rispettive famiglie dagli artigli di Alba? Si vedrà presto, si vedrà. E a tal proposito, mi tocca dolorosamente annunciarvi che dal prossimo capitolo, se non da quello ancora successivo, inizierà la parte finale della storia, quindi per l'epilogo non manca più così tanto. Direte voi "Eh, ma tanto con gli aggiornamenti biblici che fai, va a finire che la fanfic non la termini neppure per il 2015"... e beh, non avreste tutti i torti XD
Oh, giusto per precisare, la serie tv a cui si riferisce Obito nel capitolo è Supernatural, la conoscete sì? Quella puntata con l'Arcangelo Gabriele è indubbiamente la mia preferita, come non sentire il pathos che c'è nell'aria quando lui sbatte in faccia a Sam e Dean tutta la verità?
Jaa na e buona fortuna a tutti i maturandi qui presenti!

   
 
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