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Autore: damyxd    22/06/2014    5 recensioni
"Chiudo per un attimo gli occhi e vengo inevitabilmente catapultato nei ricordi: le mie lacrime scendere; il suono del mio pianoforte farsi interprete del mio animo; il vibrato delle corde al dolce tocco delle mia dita, il mio tempo sprecato ad inseguire scioccamente lei, i litigi con Lara e Rosy, perfino l'abbraccio di Lele."
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

  Sono le 3.00 di notte e ancora non riesco a chiudere occhio. Penso. È stata una giornata ricca di emozioni; dovrei essere stanco, così tanto da crollare in un sonno profondo, e invece non è così.  Il pensiero di Maria che ride a qualunque mia sillaba e canta insieme a me mi perseguita. Lele, Innocenzo ed Ettore dormono beati. Quanto li invidio... Sono tentato di leggere il libro che avevo portato con me, il quale giace intonso sul comodino, ma non mi arrischierei mai a svegliare Innocenzo accendendo la luce per leggere.
  Al mattino seguente mi sveglio dopo soltanto tre ore di sonno. Ettore è già pronto, Innocenzo dorme ancora e Lele si è svegliato insieme a me.  Ci prepariamo in fretta per l’appuntamento con gli altri compagni. Sappiamo già che i nostri insegnanti arriveranno in ritardo. È il quarto giorno della nostra gita, visiteremo Perugia. Sul bus siedo accanto a Lara, come di consuetudine.
  Facciamo una lunga sosta in un centro commerciale perugino. Non ci sono molti negozi, il più interessante è il supermercato. Qui acquisto snack e bevande dividendo la spesa con Lara, Lele, Innocenzo e Berta. Ettore ed Irene si astengono dall’iniziativa e ciò mi infastidisce.  Irene mi ama. Me l’ha confessato qualche giorno prima della gita. Ma io non ricambio, e mi sento un verme per questo perché la capisco. Ma con questo atteggiamento non mi conquisterà mai.
  La lunga fila alla cassa sembra non scorrere mai. Intanto si aggrega a noi una ragazza piuttosto distinta. Sta comprando un vestitino viola a fiori neri e ciò mi colpisce. La conoscevo già. Si chiama Alice. A scuola avevo sentito di lei e dei suoi brani. Scrive libri, ma si limita alla prosa. Io invece scrivo poesie. Durante la partenza per Roma mi ha salutato: è stata la nostra prima interazione sin dalla prima media.
  Quando usciamo dal centro commerciale, lei ci segue. Diciamocelo pure, ci regge il moccolo.  Cerca di partecipare alle nostre conversazioni, facendo molte domande, ma parla soprattutto con Lele. Mi chiedo quale sia il motivo di tutto ciò. A quanto pare non ha buoni rapporti con i suoi compagni di classe. Io la trovo interessante e cerco di parlarle, ma lei non sembra altrettanto interessata a me.
  La tappa successiva è Perugia. Alice sparisce totalmente dalla mia vista. Noto che anche Lara sparisce per un po’. E anche Lele. Ma forse sono soltanto un po’ confuso, per via del poco sonno della notte precedente. Durante la visita passo molto tempo con Berta. Ogni tanto parlo anche con Joe. Rosy non è con noi perché si è sentita male. Perdo di vista anche Maria. Mi sento solo.  Al ritorno verso l’albergo Lara non prende posto accanto a me, bensì siede con Innocenzo ed io siedo con Lele. Allora non era una mia impressione: Lara sta veramente evitandomi.
  Lele è il mio migliore amico. Ma lo capisco soltanto ora che condividiamo la stessa camera per cinque notti. In sei giorni vengono a galla tante cose. Lele mi ha confessato di amare Lara. Erano già stati fidanzati nell’estate del 2013 e non credevo che a lui piacesse ancora Lara. Ora mi è chiaro il suo odio per Santo, il ragazzo che cenava con noi la sera prima e che corteggiava Lara in modo abbastanza evidente.
  Finito il pranzo in albergo, mi affretto a riporre i souvenir acquistati sul comò. Rosy e Lara sono, come sempre, ospiti nella nostra stanza. Ma qualcuno bussa alla porta. Non ho idea di chi possa essere: Lele è in bagno, Ettore sul letto, Innocenzo dai suoi amici di altre classi. Potrebbe essere Irene, ne sono quasi certo. Ma potrebbe anche essere Berta. Apro la porta e mi ritrovo davanti Alice.
- Posso entrare? – mi chiede lei decisa .
- Si, certo. Che cosa è successo? – rispondo io.
- Le mie compagne non mi vogliono con loro. Hanno portato in camera i loro fidanzati.
Rosy e Lara escono senza dire niente ma ho già capito che non sopportano Alice.
  Lele esce dal bagno e si ritrova Alice seduta sul letto. Lo invita ad accomodarsi. Lui acconsente sebbene non ne sia pienamente contento. Il tempo si ferma d’improvviso: loro due siedono sul letto di Innocenzo, io sul mio, mentre comincio a sfogliare le prime pagine del mio libro. Improvvisamente Alice si fa coraggio e rompe il ghiaccio chiedendo timida: - Posso chiederti una cosa?
Lele ribatte tranquillo: - Ovvero?
- Posso toccarti la faccia?
- Beh… Sì – balbetta Lele quasi schernito. Certo che Alice è davvero sfacciata al momento di fare richieste. Vedo riflessa sullo specchio l’immagina di lei che gli accarezza  la fronte, le palpebre, le guance, la curva del naso, poi le labbra;  infine torna alle guance e percepisce la rada giovane barba, facendoglielo notare. La vedo soddisfatta, anzi gode evidentemente. Quando finisce, ritorno rassegnato al libro, ma ho perso interesse per esso, oramai attendo risvolti nel dialogo tra loro due e penso ancora a quanto sia strano tutto ciò, a quanto in fretta sia successo tutto.
  D’improvviso il pensiero di Alice innamorata di Lele si fa strada. Ora è immobile, lo sguardo rivolto verso le scarpe di Lele. Poi Alice si alza, diretta verso lo specchio, scuotendosi i capelli con la mano destra, poi torna indietro, poi di nuovo allo specchio. Ella è per un attimo distratta, intenta a schiacciarsi i brufoli con le unghia lunghe e sottili, Lele ne approfitta per guardarmi come per dire: “Questa è pazza”. Per tutta risposta io alzo le spalle come se volessi dirgli: “Eh.. Va beh, che vuoi farci?”. In realtà ciò che penso su Alice è: “Sta interpretando quella carezza come se fosse stato un rapporto sessuale”, poi scuoto la testa disgustato per cacciare i pensieri poco graditi.
  Alice torna a sedere, Lele è impassibile, anche se sembra voler scappare via. E non ha tutti i torti. Alice non è proprio una fotomodella, anzi è bruttina per via del suo sorriso psicopatico (marcato dall’apparecchio odontoiatrico) e dello sguardo monotono e poco vivo. D’altronde Lele ama ancora Lara, talvolta me ne dimentico. Chissà se Lara ricambia?
  A cena Lele racconta la sua esperienza ai nostri compagni che ne erano ignari fino a quel momento. Compresa Lara.
- Mi ama, ne sono certo - annuncia Lele, quasi quasi ne va fiero. Io annuisco e gli do ragione.
- E tu la ami? - chiede Berta, sempre pronta a fare gossip.
- Ovviamente no! - io e Lele ci scambiamo uno sguardo di intesa.
Lara si alza e furtivamente si avvicina a me, quindi mi sussurra all’orecchio: - Chiama Santo!
Senza esitare lo invito a sedersi con noi, dato che c’è un posto libero. Egli come sempre ci prova con Lara. Ma stavolta Lara ci sta. Così trovo risposta ai miei interrogativi: sì Lara ama Lele ed ha paura della concorrenza appena presentatasi, non sapendo che Lele ha occhi solo per lei, non per Alice. Probabilmente sta cercando di farlo indispettire.
  A tarda sera ci diamo la buonanotte e, prima di rientrare ciascuno alla propria camera, Lara si accerta che non ci sia veramente nessuno oltre me e mi dichiara: - Santo è bellissimo, stasera era davvero carino
Io la fisso come per dire : “Embè?”. Lei mi conferma: - Credo di essermi innamorata di lui.
Mille pensieri mi balenano in testa. Non è da lei dire una cosa simile. Magari sta mettendo su una sceneggiata credendo che io riferisca tutto a Lele. Beh, in quel caso la sceneggiata sta venendo molto bene. E se l’amasse davvero?
  Il giorno dopo quest’ultima ipotesi ha la meglio sulle altre. Ad Assisi i due sono inseparabili ed io credo sempre più a Lara, tanto da suggerire a Santo cosa dirle per fare colpo. Davanti al pullman Lele mi rimprovera: - Perché aiuti Santo? Ti ricordo che Lara piace a me! – e a quel punto cado dalle nuvole.  Mi scuso e prometto il mio impegno nell’aiuto per Lele.
  Nel viaggio di ritorno verso l’albergo sono (m’azzardo a dire fortunatamente) seduto accanto a Maria. Come sempre ride per ciò che dico. Ora mi ricordo anche di lei, dato che per un po’ l’avevo dimenticata. Sono sempre più convinto che lei mi ami, incoraggiato dai miei compagni. Ma decido di guardare fuori dal finestrino per distrarmi.
  Celebriamo la nostra ultima sera al motel andando in discoteca. Qui salta fuori un altro casino d’amore. Innocenzo ama Berta, ma Berta ama Emanuele, che frequenta un’altra classe. La serata non è un gran che, perché non amo particolarmente le discoteche, ma Innocenzo non fa altro che peggiorare la situazione. Minaccia di volersi tagliare le vene e di volersi suicidare. La sera tardi scopriamo un taglio sul braccio di Innocenzo. È un momento drammatico, siamo tutti turbati, e in un momento così sconvolgente Ettore ciarla molto scioccamente: - Samuele, – è l’unico a chiamarlo così – mi hai pestato il piede!
- Smettila, Ettore! – ribatte Lele altamente irritato. Sin dall’inizio del viaggio ho avuto il sospetto che Ettore ce l’avesse con noi, e ora ne ho la conferma. Ci odia dal momento in cui abbiamo iniziato a sostenere, qualche giorno prima della gita, il suo amore per Sabina, una nostra compagna di classe. Effettivamente eravamo molto stupiti della loro presunta storia d’amore. Ettore è brutto. Non è obeso, ma possiamo dire che è cicciottello: il suo gargarozzo sembra prendere vita per quanto è grosso e gli occhiali lo rendono ancor più brutto. Poi c’è quella foresta che ha per capelli. Per completare, ha un carattere psicolabile e se ne esce spesso con queste trovate fuori luogo. Non ha molte pretendenti, anzi non ne ha.
  Il mattino seguente, l’ultima colazione è avvolta nella melanconia: mancano Rosy, Berta, Irene e Innocenzo e non ci sono le nostre solite risate a ravvivare le conversazioni. Tra Lele e Lara c’è crisi. Anche tra me e Lara. Nel bel mezzo della colazione una notizia sconcertante mi rovina la giornata.  
   
 
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