Serie TV > NCIS
Ricorda la storia  |       
Autore: Despicable Meggs    23/06/2014    7 recensioni
Erano tutti al lavoro, felici di aver quasi finito la giornata e la settimana. Potevano rilassarsi, divertirsi e non pensare al lavoro. Finché qualcosa non sconvolgerà i loro piani. Qualcuno entrerà in ufficio in cerca di Ziva. Cosa vorrà da lei? Sarà venuto per portare buone o cattive notizie? Come reagirà lei a tutto questo? Una cosa è certa, tutti i suoi colleghi saranno lì per lei. Specialmente Tony, che l'aiuterà ogni giorno ad affrontare tutti i cambiamenti della sua vita. E chissà magari anche lui sarà uno dei cambiamenti. FF TIVA, perché per me sono come una droga, meno angst di quella del mercoledì ma non leggera come quella del venerdì! XD Spero vi piaccia! Buona lettura :3
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1

Era stata una giornata contrassegnata dai successi. Avevano chiuso il caso a cui lavoravano già da una settimana ed essendo in anticipo sulla tabella di marcia sarebbero andati a casa presto.
Non si poteva chiedere di meglio considerando che era anche giovedì e la settimana lavorativa stava per finire.

"McGee, Ziva vi propongo una gara. L'ultimo che finisce di scrivere il rapporto paga da bere per tutti. Il primo decide il locale in cui andare. Ci state?" disse Tony.
"No" risposero all'unisono sia Ziva che McGee.
"Oh, che pallosi che siete! Possibile che nessuno abbia mai voglia di divertirsi qui?" esclamò Tony.

In realtà non era un problema di non aver voglia di divertirsi, il punto era che sia Ziva che McGee avevano visto Gibbs arrivare e ora stavano cercando di chiudere la conversazione prima che fosse tardi.
Ma come al solito Tony insisteva e alla fine Gibbs sentì tutto.

"DiNozzo!" disse dandogli un sonoro scappellotto.
"Invece di pensare a scrivere velocemente, pensa a scrivere decentemente. O domani dovrai rifare tutto da capo" aggiunse.

Guardò i suoi tre agenti che scrivevano e si rimise seduto alla sua scrivania. Tony fissò i colleghi, scocciato. Come al solito si era preso uno scappellotto e loro ne erano usciti incolumi.

"Forza finite il lavoro e correte a casa, prima che mi venga voglia di assegnarvi nuovi compiti" ordinò Gibbs.

A quel punto tutti e tre cercarono di darsi una mossa. Avevano voglia di avere un po' di tempo libero e molto probabilmente sarebbero usciti assieme a bere qualcosa o magari a cena, prima di rincasare e rilassarsi un po'.
Tony avrebbe di sicuro guardato un vecchio film sul suo divano e McGee avrebbe dedicato un po' di tempo al suo nuovo romanzo.
Ziva aveva già pensato di godersi un bel bagno caldo, magari con la schiuma e un po' di musica rilassante in sottofondo. E perché no, magari il tutto leggendo un buon libro.

Ma i suoi piani saltarono quando una persona che non conosceva comparve alle scrivanie.
La guardia aveva appena chiamato Gibbs dicendo che c'era una donna che voleva parlare con i suoi agenti e lui aveva acconsentito a farla salire.

Quando la donna arrivò rimasero tutti pietrificati.
Era una donna sulla cinquantina, indaffarata e con le borse sotto gli occhi. Sembrava non essere americana, o meglio non degli Stati Uniti.
Ma la cosa che colpì tutti immediatamente fu la persona che era al fianco della donna.

"Dovrei parlare con l'agente... David, Ziva David" disse la donna leggendo il nome da un foglio che teneva in mano.
L'altra mano la stava usando per stringere la manina di una bimba decisamente piccola e spaventata.

"Sono... Sono io" disse Ziva uscendo da dietro la scrivania e presentandosi alla donna.

Guardarono tutti la scena in silenzio, non avendo la più pallida idea di cosa stesse succedendo.
Proprio per quello i tre uomini si avvicinarono a Ziva, con fare molto protettivo. Sapevano che qualsiasi cosa stesse per succedere l'avrebbero affrontata come squadra, tutti assieme.

"Sono qui per darle due notizie. C'è un luogo in cui possiamo parlare?" chiese la donna.
"Qui" rispose Ziva decisa.
"E poi prima di tutto si presenti" aggiunse Gibbs.

"Sono Maia Lopez, un'assistente sociale" si presentò.
"È sicura che possiamo parlare qui?" aggiunse rivolta a Ziva.
"Certo, io non ho nulla da nascondere ai miei colleghi" rispose lei sicura.

Se solo avesse saputo quello che stava per succedere. Forse avrebbe preferito un luogo più raccolto, con più privacy.

"Va bene allora inizio prima di tutto dandole questa busta, è indirizzata a lei e ci sono alcune spiegazioni all'interno" disse consegnando una lettera a Ziva.

Lei riconobbe la calligrafia ma nn immaginava quello che le stava per dire Maia.

"Mi dispiace comunicarle che la sua amica Monique Lisson è morta un paio di settimane fa" aggiunse la donna.
Sapeva che sarebbe stato meglio dare la notizia in privato ma non aveva né voglia né tempo di discutere.
E ora si ritrovava davanti una donna palesemente sconvolta che la fissava.

Non appena aveva sentito pronunciare quelle parole, Ziva si era portata una mano davanti alla bocca.
Era sconvolta, stava succedendo di nuovo. Una persona a cui voleva bene, una sua grande amica era morta.
Si chiese se fosse lei a portare sfortuna, se davvero tutte le persone che amava sarebbero morte e lei si sarebbe trovata sola.

Sentì un paio di mani appoggiarsi sulla sua schiena e con la testa tornò alla realtà. La realtà dove la sua amica era morta e aveva davanti a sé un'assistente sociale e una bambina che assomigliava in modo esagerato a Monique.

Erano le mani di Gibbs e Tony. Le erano di fianco e non avevano esitato un attimo a sostenerla, non appena si erano resi conto della notizia.

"Come è successo?" riuscì a dire Ziva in qualche modo senza crollare davanti a tutti.
Nonostante la forza che stava dimostrando una lacrima le cadde dall'angolo degli occhi.

"La versione censurata per i minori è che... Delle persone cattive hanno fatto del male a Monique e lei non tornerà più a casa" disse guardando la bambina che teneva per mano.

Non voleva farla agitare in quel momento e non era certo il caso che sapesse ogni dettaglio.

"Oddio, Monique..." disse Ziva mettendosi una mano sul volto.
Sapeva che sarebbe finita così, Monique non le aveva mai dato retta e trovava sempre un modo per mettersi nei guai.

"Ziva, vuoi sederti un attimo?" le chiese Gibbs sottovoce.
"No... Sto bene" rispose lei riprendendosi immediatamente.
"Vuoi che ti porti un bicchiere d'acqua?" domandò Tony.
"Ok..." disse guardandolo negli occhi.

Tony poté vedere la confusione e la tristezza negli occhi della sua amica e avrebbe voluto poter fare qualcosa per alleviare il suo dolore, in quel momento.
Fece per andare a prenderle l'acqua ma McGee lo fermò.

"Lascia, resta con lei. Vado io" propose. Sapeva che rapporto ci fosse fra lui e Ziva ed era sicuro che lei lo volesse al suo fianco in quel momento.
"Grazie, Tim" rispose Tony.

A quel punto Ziva prese un bel respiro e parlò di nuovo.

"Ha detto che doveva darmi due notizie. Ne manca una" disse.
"Esatto. La sua amica, Monique, aveva una figlia" iniziò Maia indicando la bambina accanto a sé.
"Si chiama Anja, ha tre anni e mezzo" aggiunse.

Fissarono tutti la bambina in piedi davanti a loro. Sembrava davvero piccola, ma soprattutto terrorizzata. Li guardava preoccupata di quello che sarebbe successo.

"Vede, quando dopo il funerale abbiamo aperto il testamento abbiamo trovato la lettera che le ho appena consegnato e come ultima volontà di Monique quella che fosse lei ad occuparsi della figlia" spiegò Maia.

E quel punto a tutti fu chiaro il motivo della visita di quella donna. Era venuta per lasciare a Ziva una bambina di tre anni di cui non conosceva l'esistenza.

"Che cosa?" chiese Ziva confusa.
"Con calma. Io non sapevo nemmeno che Monique avesse una figlia e ora lei mi sta chiedendo di prenderla?" aggiunse.

Erano tutti sotto shock insieme a Ziva. Nessuno si aspettava che questo succedesse e non sapevano nemmeno cosa dire.
Tony iniziò a muovere la mano lungo la schiena di Ziva, la vedeva davvero troppo tesa. Anche McGee che era appena tornato con il bicchiere d'acqua rimase sconvolto dalla notizia.

"Il punto è questo, signorina David. La bambina non ha più nessun parente in vita e ci sono solo due possibilità: o lei decide di prenderla oppure la riporto in Colombia con me, dove viveva con la madre, e l'affido ad un orfanotrofio. Entrerà nel sistema delle adozioni sperando che una famiglia con un po' di buon senso decida di prenderla con sé" spiegò Maia.

"Mi dia almeno un attimo per riflettere, non é una cosa semplice" disse Ziva prendendo il bicchiere d'acqua che Tim le stava porgendo e bevendo tutto il suo contenuto in un sorso.

"Temo che il suo tempo per decidere sia molto ridotto. Deve darmi una risposta ora. Deve decidere adesso perché io ho un altro volo prenotato per tornare a casa" rispose la donna con aria di sufficienza.

"Mi perdoni, lei viene qui a dare due notizie del genere e si aspetta che Ziva le dia una risposta così su due piedi? Si rende conto che adottare una bambina non è come fare la spesa al supermercato?" intervenne Tony alterato dal comportamento della donna.

"Certo che me ne rendo conto, sono un'assistente sociale. Mi occupo di cose del genere tutti i giorni quindi non venga a parlarmi di difficoltà nelle adozioni" rispose Maia.
"Beh allora capirà che l'agente David ora si trova in un momento di difficoltà. Le dia tempo" disse Gibbs autoritario.
"Glielo ho detto, ho poco tempo. E mi serve una risposta subito. Guardi non è un problema se non vuole, nessuno la obbliga. La porterò in un istituto e se ne occuperanno loro" rispose l'assistente sociale.
"Per lei è facile, non gliene frega nulla" commentò Tony.
"Non si permetta, ho molto lavoro da svolgere io!" rispose la donna.

Tony stava per ribattere quando Ziva lo interruppe.

"D'accordo, va bene. Può restare con me" disse lasciando tutti senza parole. La fissarono in silenzio.
"È la figlia di Monique, una delle mie migliori amiche. Mi ha chiesto questo piacere e io ho intenzione di rispettare il suo desiderio. In più non lascerò che la sbattano in un istituto in Colombia. Immagino solo che razza di posti abbiano là" si affrettò a spiegare.

"Ok, Ziver. Tu non ti devi preoccupare di nulla, siamo tutti qui per te" le sussurrò Gibbs stringendole la mano.
"Grazie" rispose lei. Dalla voce si intuiva che fosse sul punto di piangere ma tutti sapevano che non si sarebbe mai lasciata andare davanti a tutti.

"Perfetto, mi servono un paio di firme e poi siamo a posto per ora. La bambina resterà in affidamento da lei finché gli assistenti sociali non decideranno di approvare l'adozione. Ma non credo ci saranno problemi visto che è stata la signorina Lisson a nominarla nel testamento. È più che altro una questione burocratica" commentò la donna.

Ziva si affrettò a firmare e a prendere il piccolo borsone che conteneva un po' delle cose di Anja e alcuni documenti che la donna le aveva lasciato.
L'assistente sociale le disse che avrebbe fatto spedire il resto delle sue cose entro la fine della settimana successiva.
Salutò la bambina e se ne andò come se nulla fosse. A quel punto tutto era nelle mani di Ziva. Lasciò sulla scrivania i fogli e la busta e si voltò verso la bambina che era ancora in piedi, ferma immobile.

"Anja, ciao. Tranquilla va tutto bene... Viene siediti sulla mia sedia" disse porgendole la mano.
La bambina, che la guardava confusa, esitò un attimo prima di prendere la mano di Ziva e sedersi.

"Lo sai chi sono io? Mi chiamo Ziva e sono un'amica della mamma" le spiegò. Non sapeva se Monique le avesse mai parlato di lei e siccome Anja ancora non aveva parlato decise di iniziare lei la conversazione.
Inizialmente aveva anche paura che Anja non parlasse le loro lingua.

"Lo so... Sei la ragazza nella foto con la mia mamma. Lei diceva che tu eri la sua migliore amica. La mamma è morta ora" rispose Anja parlando per la prima volta.

Iniziò a mordicchiarsi le dita e a guardarsi in giro, spaventata. Poterono notare tutti quanto fosse agitata.

"Lo so... Ma stai tranquilla, adesso ci siamo noi" le disse accarezzandole il volto.
"Hey, Anja. Io sono Tony. Dimmi, hai sete? Vuoi un po' d'acqua?" le chiese.

Anja annuì, guardando Tony negli occhi. Solo allora anche lui si accorse della somiglianza con Monique. L'aveva vista una volta sola ma poteva giurare che avessero gli stessi occhi.

Mentre Tony andava a prendere dell'acqua Gibbs e McGee rimasero con Ziva.

"Se vuoi io posso cercare qualcosa su di lei. Magari scopriamo cose utili, visto che l'unica cosa che l'assistente sociale ha lasciato è una cartella clinica praticamente in bianco" si offrì McGee.
"Ti ringrazio, sarebbe utile Tim" rispose Ziva sorridendo.

Gibbs rimase a parlare con Ziva, dandole consigli e dicendole che lui sarebbe stato lì per qualsiasi cosa.
Anche Abby e Ducky, dopo essere stati avvisati da Tim, li avevano raggiunti. Ma questa volta Abby, essendo stata avvertita di quello che era successo, non si comportò come al solito. Rimase composta, quasi in silenzio, a guardare sia Ziva che la bambina.

"Mia cara, perché domani mattina non mi porti questa bella bambina così ci assicuriamo che stia bene?" le propose Ducky

Anja sembrava essere a posto, ma un controllo non avrebbe fatto male. In fondo non sapevano nulla di lei e magari avrebbero scoperto che aveva bisogno di attenzioni particolari.
"Certo Ducky, grazie" disse lei sorridendogli.

Nel frattempo anche Abby si era avvicinata e stava guardando Anja che si stropicciava gli occhi.

"Ziva, lo sai che se hai bisogno la mia porta è sempre aperta. I bambini mi adorano, sarei felice di aiutarti" le disse Abby.
"Lo so, grazie. Se avrò bisogno di una baby sitter sarai la prima che chiamerò" rispose Ziva lasciando che Abby le desse un rapido abbraccio.

Ora erano tutti lì, anche Tony che era tornato con l'acqua per Anja. Parlavano tra di loro mentre Ziva cercava di far bere la bambina senza farla bagnare.

"Guarda come è piccola e come è spaventata" affermò Abby parlando con i colleghi.
"Penso lo saremmo tutti se fossimo nei suoi panni" commentò Tony.
"Ziva è sconvolta, non la vedevo così da quando..." iniziò McGee.
"Da quando è morto suo padre" concluse Tony mentre tutti si voltavano verso Ziva e Anja.

Gibbs le si avvicinò, lui aveva avuto una figlia sapeva cosa fare.

"Ziva... Lei è molto stanca ora" gli suggerì.
"Si lo vedo, non ha fatto altro che sbadigliare" rispose lei.
"Anja, sei stanca tesoro? Vuoi venire in braccio a me?" le chiese Ziva. Non sapeva se stava facendo bene. Non aveva idea di come crescere una bambina.

Ma quando Anja si alzò in piedi e si andò a buttare tra le sue braccia, Ziva capì che probabilmente quello era proprio ciò che voleva la bambina.

Si alzò in piedi mentre Anja si sistemava tra le sue braccia e appoggiava la testa sulla sua spalla.
Si rese conto che aveva bisogno di un bagno. Ma decise che glielo avrebbe fatto il mattino dopo. Ora era troppo stanca e non era nemmeno sicura che arrivasse a casa sveglia.

"Ziva, prendi le tue cose e andate a casa. Ti accompagnerà Tony" le disse Gibbs.
"Capo, posso guidare" rispose lei.
"Lo so, ma non puoi far sedere in macchina una bambina di tre anni senza il seggiolino. Tony ti porterà a casa e domani mattina ti vengo a prendere io" spiegò Gibbs.
"La posso portare io domani, tanto sono in strada" intervenne Tony.
"Perfetto. Ora andate" concluse Gibbs.

Sapeva che con grande probabilità Tony avrebbe passato la serata con Ziva. Ma era tranquillo, si fidava dei suoi agenti e sapeva che nessuno dei due avrebbe approfittato della situazione. Anzi, quasi sicuramente, Tony avrebbe fatto di tutto per aiutare Ziva in questo momento di difficoltà. E gli andava bene così.

Arrivati a casa, la prima cosa che Ziva fece fu quella di far distendere Anja nel letto della camera degli ospiti. Come previsto si era addormentata in macchina e lei non aveva intenzione di svegliarla.
Quando ricomparve in salotto, Tony la stava aspettando. Senza dire nulla aprì le braccia e Ziva non ci pensò due volte a stringerlo.
Non pianse, non si scompose. Non sarebbe stato da lei. Si limitò a farsi abbracciare per un po', in silenzio.

"Tony" disse ad un certo punto.
"Dimmi che questo è un incubo, che Monique non è morta e quella bambina è ancora felice con sua madre. Dimmi che mi sono semplicemente addormentata sulla scrivania e tu stai per svegliarmi e prenderti gioco di me" gli chiese.
"Mi dispiace Ninja, questa è la realtà. Vorrei dirti che è un sogno ma non posso" le rispose accarezzandole i capelli.

Dopo che era morto suo padre, meno di una anno prima, Tony sperava che per Ziva ci fosse un periodo di tranquillità. Ma ora tutto era di nuovo confuso per lei.

"Ziva... Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare o preferisci andare a dormire?" gli chiese Tony.

Ziva si staccò da lui.

"Sono distrutta, penso che andrò a dormire" rispose Ziva.
"Va bene, allora ti aiuto a sistemare Anja, mi assicuro che tu vada a nanna e poi vado" le disse.

E così fece. Andarono in camera e, dopo aver cercato nel borsone e aver trovato un pigiamino, cambiarono Anja e la lasciarono dormire tranquilla.
Il viaggio e lo stress di quel periodo dovevano aver distrutta perché non si svegliò nemmeno quando Tony, nel tentativo di toglierle la maglia, le tirò i capelli per sbaglio.

Dopo essere certo che Ziva fosse a letto la salutò e fece per andare a casa sua.

"Senti ti passo a prendere domani mattina verso le sette e mezza. Tieni il telefono acceso. Se stai male o hai bisogno di qualsiasi cosa, chiamami" si raccomandò Tony.
"Va bene" rispose lei con un filo di voce.
"Cerca di dormire e non ti preoccupare di nulla. Ah, la colazione domani mattina la porto io" aggiunse Tony.

Ziva sorrise, grata di avere un amico come Tony. Era sicura che senza di lui sarebbe stato tutto più difficile.
Tony le diede un rapido bacio sulla fronte e lasciò la stanza. Uscì assicurandosi di chiudere bene la porta e guidò verso casa, sperando che l'indomani fosse migliore, specialmente per Ziva.














Note dell'autrice:

È lunedì ed ecco che inizia una nuova storiaaaaaaaa :D
Ve lo prometto, in questa sarò molto più buona della storia del mercoledì! Non voglio seminare altro panico... Tuttavia non sarà certo come la storia del venerdì che è allegra...
Una via di mezzo diciamo?! :)

Mi dispiace, ho dovuto sacrificare Monique (non che mi stesse particolarmente simpatica)... Ma avevo bisogno che fosse qualcuno che Ziva conosceva bene... Non si può certo affidare una figlia ad uno sconosciuto no?

Comunque... A quanto pare in questa storia vedremo Ziva che dovrà diventare mamma tutto in una volta? Come se la caverà? Sono sicura che qualcuno sarà più che disponibile ad aiutarlo LOL XD

Prima che vi mettiate il problema: OVVIAMENTE È UNA STORIA TIVA <3
Però si parte dal presupposto che ora i nostri ciccini siano solo amici, quindi si vi farò patire un pochino prima di vederli come coppia Ahahahha LOL
Ma per ora la domanda principale è: come se la caverà Ziva nel suo nuovo ruolo? E come reagirà alla morte della sua amica? XD

Beh, lo scoprirete solo leggendo... Eh eh :)
Detto ciò, a lunedì prossimo!

Baci, Meggie.
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: Despicable Meggs