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Autore: ItsBettys    24/06/2014    1 recensioni
Dal testo:
“La donna si girò per guardare chi le fosse di intralcio nell'operazione. Il suo volto era coperto da una mascherina nera che lasciava intravedere gli occhi verdi contornati da folte sopracciglia scure e le labbra carnose messe in risalto da un rossetto rosso fuoco. Castle pensò di trovarsi davanti l'incarnato della tentazione. Era completamente stregato.”
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Castle si risvegliò nel tardo pomeriggio. Il brontolio del suo stomaco lo costrinse ad alzarsi e ad andare in cucina per mangiare qualcosa.

Dopo aver sparecchiato andò in camera per controllare il cellulare e si accorse di avere due chiamate perse. Erano di sua madre.

Ricompose il numero e parlò a lungo con la madre e la figlia promettendo loro che presto sarebbe andato a trovarle.

Alexis gli mancava terribilmente. Il suo appartamento era vuoto senza di lei e rimanerci lo rattristava.

Decise così di passare un'altra serata fuori,sperando di non fare nessun incontro problematico. 

Andò in un locale vicino casa accompagnato dal suo computer. Voleva scrivere un po' e quello era l'unico posto, al di fuori del suo studio, in cui riusciva a rimanere concentrato. 

Di solito non c'era molta gente,ma quella sera era particolarmente affollato. Riuscì a superare la fila grazie all'amicizia con il proprietario e venne guidato da un cameriere verso un tavolo appartato.

Castle notò che quella sera le cameriere indossavano ognuna un vestito diverso,ma tutte avevano il volto coperto da una mascherina colorata.  

Distolse lo sguardo dalla sala per rivolgerlo al portatile, finchè non gli si avvicinò una delle cameriere per prendere l'ordinazione.

Osservò a lungo il menù per poi chiedere alla cameriera di portargli un cocktail analcolico.

-"Ancora non è passata la sbronza, lover?"

Quella voce lo fece sussultare.
Così sensuale,ma allo stesso tempo brutale.

-"Non credo ai miei occhi! Catwoman in veste di cameriera. Non è una cosa che si vede tutti i giorni! Comunque,riguardo ieri notte, mi devi delle spiegazioni"

-"Non lavoro qui, lover. Ci sono venuta per farmi passare per cameriera e a quanto pare ci sono riuscita. Ti stavo aspettando"- rispose la donna avvicinandosi per lasciargli un bacio sulla guancia.

Se fosse stato possibile, era ancora più sexy dell'ultima volta. Indossava un vestito rosso aderente che le copriva a malapena le cosce e un paio di stivali lucidi con il tacco lunghi fin sopra le ginocchia. 

Portava nuovamente la mascherina nera e il rossetto rosso fuoco, della stessa tonalità del vestito.

-"Sei una stalker! Ti denuncio se continui a molestarmi"

-"E chi chiami? La tua nuova amichetta Kate? Tu sei mio, chiaro? Mio."

-"Tu sei pazza! Come fai a sapere di Kate?!"

-"Io so tutto"- disse avvicinandosi al viso dell'uomo.

Dio, tutto di quella psicopatica gli ricordava Kate. Ma non poteva essere lei. Quella donna sfrontata e possessiva era diversa da quella che aveva conosciuto qualche ora prima.    Eppure c'era qualcosa di fondo che le univa,come se fossero due facce della stessa medaglia.  

-"Fammi compagnia. Mettiti seduta davanti a me"- cercò di convincerla lo scrittore

La donna acconsentì sbuffando leggermente.

-"Come ti chiami?"

-"Puoi chiamarmi Samantha"

-"Bene Samantha, puoi illuminarmi circa le motivazioni che ti hanno spinto a rompere la vetrina della gioielleria ieri notte?"

-"Perchè volevo rivederti, lover"

-"Non ha alcun senso"

-"Tu parli troppo, lover"

-"Smettila di chiamarmi così! Non sono il tuo lover"

-"Hai ragione. Ma a me piace anticipare gli eventi."

-"Sei irritante"

-"Certo,ma lo so che ti piaccio. Ricorda che ho anch'io gli occhi. Mi accorgo di come mi scruti in silenzio"

-"Rimani comunque irritante"

Samantha scoppiò in una risata maligna. 

Castle chiuse il portatile e si alzò dalla sedia.

-"Dove stiamo andando?"

-"No, dove sto andando è la domanda giusta. Tu rimani qui."

-"Non puoi andartene"

-"Si che posso. Guarda, lo sto facendo"-disse Castle raggiungendo la fila per pagare il tavolo.

Samantha lo superò senza farsi vedere e si avvicinò alla prima della fila. Dietro di lei c'era un uomo intento a parlare al telefono e subito dopo c'era Castle.

Furtivamente toccò il sedere della donna e tirò per il braccio l'uomo dietro di lei facendo beccare a Castle un sonoro schiaffo.

Lo scrittore rimase per un attimo stordito e poi si accorse che dall'altra parte Samantha stava ridendo di gusto e capì che l'aveva nuovamente incastrato.

Prima che potesse spiegarsi con la donna, intervenne l'uomo al suo fianco, probabilmente il compagno, che gli diede un destro sulla guancia.

Castle reagì all'attacco e cominciò a picchiarsi con il pugile improvvisato.

Il cassiere, che stava osservando la scena, non ci pensò due volte a comporre il numero della polizia locale.

Prima di perdere del tutto i sensi dopo il terzo pugno, a Castle parve di sentire la voce di Samantha che gli diceva che sarebbe andatò tutto bene, per poi scorgerla mentre usciva di corsa dal locale. 

Lo scrittore si risvegliò in quella che sembrava essere una camera d'ospedale. Cercò di mettere a fuoco e notò vicino a lui una figura femminile. Per un attimo ebbe paura che fosse Samantha.

-"Ehi Rick! Come ti senti?"- gli chiese una voce dolce

-"Kate! Sei tu vero?"

-"Sì, Castle sono io,non preoccuparti. Il barista ha testimoniato a tuo favore, non c'è bisogno che tu venga in centrale. Però mi spieghi perchè ti metti sempre in mezzo ai casini?"

-"Giuro che non è colpa mia. È stata una pazza che mi perseguita da ieri notte"

-"Una pazza? Il barista non ha detto che il colpevole era una donna, bensì l'uomo che ti ha ridotto così"

-"Lo sapevo. Riesce sempre a farla franca. Non capisco perchè crea queste situazioni spiacevoli. Dice che lo fa per rivedermi,ma non ha alcun senso"

-"Ma è la stessa donna che ha rotto la vetrina di quella gioielleria?"

-"Esatto. Sono sicuro che anche stasera si farà viva"

-"Tranquillo, ci sarò io con te questa volta. Non ti lascio solo finchè non andrà in prigione. Per ora però che vuoi fare?"

-"Che ne dici di venire da me? Ti preparo una cenetta deliziosa per sdebitarmi"

-"Volentieri. Chissà se sei bravo con il cibo come con le parole"

-"Non vedo l'ora di sentire il verdetto"- disse lo scrittore suscitandole una risata

-"Vuoi un passaggio a casa? Ho la macchina qui fuori. Così ne approfitto per vedere dove abiti...per trovare più facilmente la via stasera,ovviamente"- si giustificò la poliziotta

Kate accompagnò Castle fino al suo piano, vedendo che aveva ancora qualche difficoltà a camminare.

-"Secondo me ti hanno dimesso troppo presto..non ti reggi in piedi"- disse aiutandolo ad uscire dall'ascensore

-"Sto bene, non preoccuparti. Non si vedono nemmeno più i segni che quel pugile mi ha lasciato sul viso"

-"La prossima volta fai meno l'eroe"-disse Kate sfiorandogli dolcemente lo zigomo ancora un po' gonfio

Si guardarono intensamente,ma poco dopo, la donna abbassò lo sguardo imbarazzata. 

Castle si avvicinò alla sua guancia per lasciarci un bacio delicato. 

-"Grazie"-le disse sincero

-"È un piacere Castle..allora ci vediamo dopo! A che ora?"

-"Se ce la fai, vieni per le otto"

-"Ci sarò".

Rientrando in casa, Castle si accorse che erano solo le due del pomeriggio e pensò che aveva tutto il tempo per rinfrescarsi e riposarsi un po' prima di preparare la cena. 

Kate era fantastica. Le era stata di grande aiuto in soli due giorni ed era curioso di scoprire qualcosa in più sul suo conto. Voleva sapere dei suoi genitori, di come trascorreva l'estate, dei suoi colleghi e di tante altre cose che sicuramente gli sarebbero venute in mente di fronte alla cenetta  con cui aveva intenzione di sorprenderla. 

Alle 20.05 qualcuno bussò alla porta di casa Castle. Lo scrittore si avviò ad aprire sicuro di trovare sulla soglia la sua ospite.

Rick si ritrovò davanti una donna in divisa da poliziotta che lo squadrava senza pudore. Non era la divisa che aveva visto addosso a Kate i giorni passati. Era una di quelle divise che si comprano nei sexy shop. Era terribilmente provocante. Il costume era composto da una minigonna quasi inesistente fornita di cintura e fodero per la pistola, un top scollato che lasciava scoperta la pacia, stivali neri alti e il cappello da poliziotta, forse l'unico indumento di quel costume che si potesse definire casto. 

La donna di fronte a lui continuava a rigirare fra le mani un paio di manette che avevano tutta l'aria di non essere di plastica.

A concludere la visione, una mascherina nera, ben nota allo scrittore, copriva il volto di quella che era senza ombra di dubbio Samantha.
  
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