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Autore: Placebogirl_Black Stones    24/06/2014    9 recensioni
Vi è mai capitato di inabissarvi nella cultura giapponese e scoprire che la maggior parte delle leggende di questo popolo sono macabre all'inverosimile?
Bene, adesso prendete Zoro e Nami e catapultateli dentro a queste leggende!
Lo sentite questo ticchettio?
Sono i vostri denti che battono!
(ATTENZIONE: la fic può essere letta anche da coloro che odiano lo zonami dal momento che in questa raccolta non saranno una coppia ma semplicemente i personaggi che interpretano le storie!)
* Raccolta di One-Shot *
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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AKA MANTO

 

Non ce la faceva più.

Era impossibile andare oltre.

Se non avesse trovato al più presto il bagno se la sarebbe fatta sotto senza troppi complimenti.

Correva per il corridoio urtando gli altri studenti, senza nemmeno chiedere scusa.

Non aveva tempo per farlo.

La speranza si ravvivò nei suo occhi color caramello, quando vide l’insegna della toilette comparire alla sua destra.

Con le ultime forze che le restavano, quelle che non aveva impiegato per trattenere la pipì, si diresse verso di essa, pregando perché tutte le cabine non fossero occupate.

La fortuna volle che di sette cabine una sola fosse rimasta libera.

L’ultima.

Sospirò, appoggiata allo stipite della porta per riprendere fiato, dirigendosi poi verso quella che sarebbe stata la sua salvezza.

Chiuse la porta della cabina, si abbassò le mutandine e si sedette sulla tavola del water, lasciando finalmente che i suoi liquidi corporei in eccesso uscissero liberi facendola rinascere di gioia.

Si passò una mano sulla fronte, per scostare la rossa frangia resa appiccicaticcia dal sudore della corsa.

Mentre se ne stava lì beatamente seduta, un’ombra accompagnata da un fruscio presero vita fuori dalla sua cabina.

Poté distintamente vedere l’ombra passare sotto la fessura della porta.

Forse un’altra ragazza che era appena uscita dal bagno.

Per nulla turbata, si girò per prendere la carta dall’apposito contenitore.

Fu allora che una voce proveniente dal nulla la fece trasalire.

 

- Carta rossa o carta blu?-

 

Era una voce profonda, baritonale, prettamente maschile.

Ma da dove poteva provenire?

Che ci fosse qualche maschietto nascosto nel bagno per fare uno scherzo?

Alzò gli occhi, per controllare se la persona che aveva parlato non si stesse sporgendo dal bagno opposto.

Gli avrebbe rotto il naso se avesse scoperto di essere stata spiata!

Ma dalla parete separatoria non sporgeva nessuno.

Si ricordò solo allora dell’ombra che aveva visto passare qualche minuto prima fuori dalla porta.

 

- Chi è là?! So che sei lì fuori, perciò smettila di importunarmi!- alzò la voce, piuttosto seccata.

- Carta rossa o carta blu? Cosa scegli?- ripeté la voce, per niente intimorita.

- Adesso smettila! Non è divertente!-

 

Gli stava dando parecchio su nervi tutta quella situazione.

Non che fosse spaventata, non c’era niente di pauroso in qualcuno che ti chiedeva se volevi la carta rossa o blu (e ancora non aveva capito di che diavolo di carta stesse parlando), ma non le andava giù di essere importunata mentre si trovava in una situazione così intima.

 

- Ho detto di smetterla!!! Non posso alzarmi da qui se continui a spiarmi!!!- alzò la voce, sull’orlo dell’esasperazione.

- Carta rossa o carta blu?-

 

Inutile.

Chiunque fosse non aveva intenzione di cedere.

L’unico modo per uscire dal bagno era stare al suo gioco.

 

- E va bene, brutto rompiscatole! Carta rossa!- si arrese.

 

Non aveva idea di cosa volesse fare quella voce misteriosa, ma se doveva scegliere fra i due colori proposti di sicuro quello che le apparteneva di più era il rosso.

Chiuse gli occhi, sospirando, nell’attesa che l’uomo misterioso facesse la sua prossima mossa.

Con sua grande sorpresa, quando li riaprì si trovò davanti una figura alta, dai tratti virili, che indossava una lunga cappa rosso scarlatto e aveva il volto nascosto dietro una maschera bianca che gli copriva naso e occhi.

La bocca, lasciata libera, era contratta in un ghigno inquietante ma al tempo stesso terribilmente seducente.

Poteva intravedere dai buchi della maschera i suoi occhi neri che la fissavano.

Era sicura che dietro quel velo di plastica bianco si nascondesse un uomo dall’aspetto magnifico.

Sobbalzò, colta alla sprovvista da quell’apparizione.

Spalancò la bocca nel tentativo di urlare, ma la mano dell’uomo fu più lesta.

Gliela tappò, tenendoci  premuto il suo palmo ruvido sopra.

Adesso era davvero terrorizzata.

Credeva fosse tutto uno scherzo architettato da qualche compagno di istituto, ma questo andava al di là una semplice beffa.

Chiunque fosse stava esagerando.

Mugolò, tentando inutilmente di liberarsi.

Quel tizio era dotato di una forza pazzesca.

Accadde tutto in pochi istanti.

Lo vide estrarre un coltello da sotto la cappa, avvicinandolo alla sua gola.

Poi più nulla.

 

-------

 

La trovarono qualche ora dopo accasciata al suolo nella cabina del bagno, con ancora le mutandine calate.

Un’enorme chiazza di sangue aveva intriso la maglia della sua divisa scolastica, mentre una grossa ferita spiccava sul suo petto, squarciandolo.

Giaceva a terra in mezzo ad una pozza di sangue, con ancora gli occhi sbarrati e la bocca spalancata.

La mano destra reggeva ancora un coltello sporco.

Tutto faceva presagire un suicidio intenzionale, e le indagini che seguirono lo confermarono: non vi erano altre tracce sul coltello, se non quelle della ragazza.

Una visione macabra, che lasciò tutti sconvolti e perplessi.

Nami era sempre stata una ragazza popolare, conosciuta da tutti come un tipino frizzante e solare che non si lasciava abbattere da nulla.

Ma forse, come tutte le adolescenti della sua età, quella era solo una maschera per nascondere un disagio interiore che andava oltre ogni sguardo.

Le apparenze ingannano.

Non sempre ciò che è bello è anche buono…

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Eccomi con la mia prima raccolta! Questa non sarà la classica raccolta di fic amorose zonami, a dire il vero Zoro e Nami non saranno nemmeno una coppia. La raccolta parlerà di leggende metropolitane giapponesi, piuttosto macabre, che ho deciso di far interpretare a loro! Leggete solo se non siete suscettibili!

Vi metto alcune note sulla leggenda in questione, prese da Wikipedia:

Aka Manto è uno spirito che infesta i bagni, di solito risiede nell'ultima cabina delle toilette femminili. Solitamente vestito di un mantello, di una cappa o di una veste rossa, alcune versioni lo descrivono inoltre con indosso una maschera per coprire il viso, troppo bello per essere mostrato. Quando le malcapitate vittime sono chiuse nella propria cabina, una voce misteriosa chiede loro se vogliono “carta rossa” o “carta blu” (in altre versioni al posto della carta c’è la veste o il mantello). Se si opta per la carta rossa, si viene uccisi violentemente e i propri vestiti vengono intrisi di sangue. Se si opta per il blu, si va incontro a una morte per strangolamento o dissanguamento, lasciando il viso o la pelle di un colore bluastro. Se si sceglie un altro qualsiasi colore si viene trascinati via da delle mani che appaiono dal pavimento.”

Alla prossima fic!

Baci

Place

   
 
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