AKA
MANTO
Non
ce la
faceva più.
Era
impossibile andare oltre.
Se
non
avesse trovato al più presto il bagno se la sarebbe fatta
sotto senza troppi
complimenti.
Correva
per
il corridoio urtando gli altri studenti, senza nemmeno chiedere scusa.
Non
aveva tempo
per farlo.
La
speranza
si ravvivò nei suo occhi color caramello, quando vide
l’insegna della toilette
comparire alla sua destra.
Con
le
ultime forze che le restavano, quelle che non aveva impiegato per
trattenere la
pipì, si diresse verso di essa, pregando perché
tutte le cabine non fossero
occupate.
La
fortuna
volle che di sette cabine una sola fosse rimasta libera.
L’ultima.
Sospirò,
appoggiata allo stipite della porta per riprendere fiato, dirigendosi
poi verso
quella che sarebbe stata la sua salvezza.
Chiuse
la
porta della cabina, si abbassò le mutandine e si sedette
sulla tavola del
water, lasciando finalmente che i suoi liquidi corporei in eccesso
uscissero
liberi facendola rinascere di gioia.
Si
passò una
mano sulla fronte, per scostare la rossa frangia resa appiccicaticcia
dal
sudore della corsa.
Mentre
se ne
stava lì beatamente seduta, un’ombra accompagnata
da un fruscio presero vita
fuori dalla sua cabina.
Poté
distintamente vedere l’ombra passare sotto la fessura della
porta.
Forse
un’altra ragazza che era appena uscita dal bagno.
Per
nulla
turbata, si girò per prendere la carta
dall’apposito contenitore.
Fu
allora
che una voce proveniente dal nulla la fece trasalire.
-
Carta rossa o carta blu?-
Era
una voce
profonda, baritonale, prettamente maschile.
Ma
da dove
poteva provenire?
Che
ci fosse
qualche maschietto nascosto nel bagno per fare uno scherzo?
Alzò
gli
occhi, per controllare se la persona che aveva parlato non si stesse
sporgendo
dal bagno opposto.
Gli
avrebbe
rotto il naso se avesse scoperto di essere stata spiata!
Ma
dalla
parete separatoria non sporgeva nessuno.
Si
ricordò
solo allora dell’ombra che aveva visto passare qualche minuto
prima fuori dalla
porta.
-
Chi è là?! So che sei
lì fuori, perciò
smettila di importunarmi!- alzò la voce, piuttosto
seccata.
-
Carta rossa o carta blu? Cosa scegli?-
ripeté la voce, per niente intimorita.
-
Adesso smettila! Non è divertente!-
Gli
stava
dando parecchio su nervi tutta quella situazione.
Non
che
fosse spaventata, non c’era niente di pauroso in qualcuno che
ti chiedeva se
volevi la carta rossa o blu (e ancora non aveva capito di che diavolo
di carta
stesse parlando), ma non le andava giù di essere importunata
mentre si trovava
in una situazione così intima.
-
Ho detto di smetterla!!! Non posso alzarmi
da qui se continui a spiarmi!!!- alzò la voce,
sull’orlo
dell’esasperazione.
-
Carta rossa o carta blu?-
Inutile.
Chiunque
fosse non aveva intenzione di cedere.
L’unico
modo
per uscire dal bagno era stare al suo gioco.
-
E va bene, brutto rompiscatole! Carta rossa!-
si arrese.
Non
aveva
idea di cosa volesse fare quella voce misteriosa, ma se doveva
scegliere fra i
due colori proposti di sicuro quello che le apparteneva di
più era il rosso.
Chiuse
gli
occhi, sospirando, nell’attesa che l’uomo
misterioso facesse la sua prossima
mossa.
Con
sua
grande sorpresa, quando li riaprì si trovò
davanti una figura alta, dai tratti
virili, che indossava una lunga cappa rosso scarlatto e aveva il volto
nascosto
dietro una maschera bianca che gli copriva naso e occhi.
La
bocca,
lasciata libera, era contratta in un ghigno inquietante ma al tempo
stesso
terribilmente seducente.
Poteva
intravedere dai buchi della maschera i suoi occhi neri che la fissavano.
Era
sicura
che dietro quel velo di plastica bianco si nascondesse un uomo
dall’aspetto
magnifico.
Sobbalzò,
colta alla sprovvista da quell’apparizione.
Spalancò
la
bocca nel tentativo di urlare, ma la mano dell’uomo fu
più lesta.
Gliela
tappò, tenendoci premuto
il suo palmo
ruvido sopra.
Adesso
era
davvero terrorizzata.
Credeva
fosse tutto uno scherzo architettato da qualche compagno di istituto,
ma questo
andava al di là una semplice beffa.
Chiunque
fosse stava esagerando.
Mugolò,
tentando inutilmente di liberarsi.
Quel
tizio
era dotato di una forza pazzesca.
Accadde
tutto in pochi istanti.
Lo
vide
estrarre un coltello da sotto la cappa, avvicinandolo alla sua gola.
Poi
più
nulla.
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La
trovarono
qualche ora dopo accasciata al suolo nella cabina del bagno, con ancora
le
mutandine calate.
Un’enorme
chiazza di sangue aveva intriso la maglia della sua divisa scolastica,
mentre
una grossa ferita spiccava sul suo petto, squarciandolo.
Giaceva
a
terra in mezzo ad una pozza di sangue, con ancora gli occhi sbarrati e
la bocca
spalancata.
La
mano
destra reggeva ancora un coltello sporco.
Tutto
faceva
presagire un suicidio intenzionale, e le indagini che seguirono lo
confermarono: non vi erano altre tracce sul coltello, se non quelle
della
ragazza.
Una
visione
macabra, che lasciò tutti sconvolti e perplessi.
Nami
era
sempre stata una ragazza popolare, conosciuta da tutti come un tipino
frizzante
e solare che non si lasciava abbattere da nulla.
Ma
forse,
come tutte le adolescenti della sua età, quella era solo una
maschera per
nascondere un disagio interiore che andava oltre ogni sguardo.
Le
apparenze
ingannano.
Non
sempre
ciò che è bello è anche
buono…
ANGOLO
DELL’AUTORE
Eccomi
con
la mia prima raccolta! Questa non sarà la classica raccolta
di fic amorose
zonami, a dire il vero Zoro e Nami non saranno nemmeno una coppia. La
raccolta
parlerà di leggende metropolitane giapponesi, piuttosto
macabre, che ho deciso
di far interpretare a loro! Leggete solo se non siete suscettibili!
Vi
metto
alcune note sulla leggenda in questione, prese da Wikipedia:
“Aka Manto è uno spirito che
infesta i bagni, di solito risiede nell'ultima
cabina delle toilette femminili. Solitamente vestito di un mantello, di
una
cappa o di una veste rossa, alcune versioni lo descrivono inoltre con
indosso
una maschera per coprire il viso, troppo bello per essere mostrato.
Quando le
malcapitate vittime sono chiuse nella propria cabina, una voce
misteriosa chiede
loro se vogliono “carta rossa” o “carta
blu” (in altre versioni al posto della
carta c’è la veste o il mantello). Se si opta per
la carta rossa, si viene
uccisi violentemente e i propri vestiti vengono intrisi di sangue. Se
si opta
per il blu, si va incontro a una morte per strangolamento o
dissanguamento,
lasciando il viso o la pelle di un colore bluastro. Se si sceglie un
altro
qualsiasi colore si viene trascinati via da delle mani che appaiono dal
pavimento.”
Alla prossima fic!
Baci
Place