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Autore: smileygirl97    25/06/2014    0 recensioni
Avevo creduto per molto tempo di essere diversa, mia madre mi diceva, e mi dice tutt'ora, “Sei nata nell'epoca sbagliata, al posto sbagliato” ma io non ho mai capito cosa ciò voglia dire.
Genere: Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tsukiko stava salendo le scale del palazzo che portava alla scuola di danza, già dalla seconda rampa di scale si poteva sentire la musica proveniente dalla sala. Entrò e si fermò un' attimo a guardare la lezione che si stava svolgendo, il gruppo era composto da ragazze dai dodici ai quattordici anni, stavano eseguendo una variazione di pirouettes en dedans, la ricordava, l' aveva studiata anche lei. Una profonda nostalgia la assalì di colpo, si rese conto di essere cresciuta, il tempo passava troppo in fretta per i suoi gusti, un'attimo prima era nel corso di predanza e ora si ritrovava a ballare come solista, trasalì al pensiero che fossero passati così tanti anni senza che quasi se ne rendesse conto, distolse lo sguardo ed entrò nello spogliatoio.
 
-Cinque, sei, sette, otto...- la voce acuta della maestra si faceva sempre più alta fino ad arrivare a sovrastare leggermente la musica proveniente dalle casse ai muri. Nota dopo nota, passo dopo passo, si arrivava alla fine del balletto e allora bisognava ricominciare da capo una, due, tre, quattro volte finché i piedi non arrivavano ad implorare pietà, ci si fermava per un momento e poi si ricominciava di nuovo. Era dura, ma prima di eccellere bisogna soffrire, prima di ballare un pezzo di repertorio bisogna soffrire, prima di prendere parte ad una gara bisogna soffrire, prima di vincere bisogna soffrire, la sofferenza precede ogni successo, grande o piccolo che sia.
 
 
Vedeva gli occhi dell'intera classe fissi su di lei, ma più degli altri c'erano due occhi che la squadravano, sembrava che stessero cercando di misurarla con lo sguardo... o di incenerlila, cosa che non avrebbe mai sospettato se non avesse saputo a chi appartenevano quegli occhi color cioccolato tanto determinati a scoprire ogni singolo movimento sbagliato commesso dalla ragazza che stava ballando.
-E' migliorata parecchio dall'ultima volta che l'abbiamo vista provare questa variazione, non credi?!- sussurrò Tsukiko ad un Daniel intento a guardare con la coda dell'occhio quegli stessi occhi marroni che Viola sentiva puntati su di lei insieme ad una furia omicida mista ad un raggio laser intenzionato a perforarle i muscoli e a studiarle lo scheletro.
-Già- rispose Daniel -e questo ha già contribuito a far si che si attirasse le ire di qualcuno- aggiunse facendo un cenno, quasi impercettibile, con la testa verso Rebecca.
- Tsè, attirarsi le ire di quella montata lì non è difficile, basta minacciare di "detronizzarla" dal suo posto di prima ballerina unica ed inimitabile ed il gioco è fatto-
Daniel guardò Tsukiko abbastanza sorpreso dalla reazione dell' amica, per poi sorridere - Ma, questa di Viola, è solo una piccola minaccia- disse
-E' vero, ma è quanto basta perchè la principessina abbia motivi per dubitare della sua imbattibilità, con quella caviglia non totalmente apposto, poi, basterebbe ancora meno.- il lampo di comprensione che attraversò il viso di Tsukiko fu subito sostituito dal suo solito sguardo serio e concentrato che metteva su durante le lezioni. -Comunque, non è affar nostro, o per lo meno, non mio- concluse voltandosi verso Daniel con un sorriso beffardo stampato sulle labbra.
-No, neanche mio- rispose il ragazzo chiudendo lì la conversazione e allontanandosi per mettere un pò di pece sulla suola delle scarpe.
 
-Dico, ma l'hai vista come mi guardava?!- scoppiò Viola appena furono sulle scale, lontani da orecchi indiscreti.
-Si, l'ho vista, tutti l'abbiamo vista.- sospirarono Tsukiko e Daniel all'unisono.
-Non parlavo con te, Dan.- sbuffò la ragazza con le gote leggermente arrossate e uno sguardo assassino negli occhi.
-Scusa.- borbottò di risposta il ragazzo -Ciao, Tuskiko- disse poi sottolineando il nome dell'amica e salì sull'auto di sua madre ferma davanti alla scuola.
-Uff. Che impiccione, a lui piace Rebecca e si vede. Che cosa vuole?! Perchè non va da lei?!-
-V. non essere crudele, non ha fatto nulla di male.-
-Se lo dici tu- rispose Viola con una smorfia -comunque, vado, ci sentiamo su Whatsapp?-
-Si.- disse Tsukiko prima di attraversare la strada ed incamminarsi verso casa, dalla parte opposta dell'amica.
Il cellulare vibrò, era Daniel: "Che ha Viola? L'ha per caso morsa una tarantola?! O.o"
"Potrebbe anche essere." digitò velocemente la ragazza, salendo le scale per andare nella sua stanza.
Il cellulare vibrò di nuovo.
Dan: "Auhahah allora informiamoci, chissà che non ci sia un rimedio... una cura"
Tsukiko: "Uhm... Ora guardo su internet. lol"
Dan: "XD"
Lesse il messaggio, lasciò cadere la borsa per terra, si cambiò, prese il portatile dalla scrivania e salì in soffitta.
La soffitta non era proprio una soffitta, era stata trasformata in un piccolo salotto e lì, Tsukiko, spesso, passava le serate quando era sola a casa, cioè quando suo padre era in viaggio per lavoro e sua madre rimaneva fino a tardi nella redazione del giornale di cui era direttrice.
Appoggiò il computer al tavolino davanti al divano ad elle, lo accese e scese a pian terreno per vedere cosa le aveva lasciato per cena Dorina, la moglie del giardiniere nonchè governante che viveva in una piccola casetta nell'immenso giardino dell'altrettanto immensa villa dei genitori di Tsukiko, la dependance, la chiamava sua madre, ma per lei non era altro che una casa più piccola, più calda e molto più accogliente della sua. Minestrone, constatò aprendo il frigo e prendendo dal ripiano più basso la pirofila di vetro con un cartellino su cui c'era scritto "per Tsukiko", la mise ne microonde, poi prese un piatto, un cucchiaio, li appoggiò su un vassoio insieme alla sua cena ormai calda e portò tutto il soffitta.
 
Dal diario di Tsukiko:
E' strano provare quella sensazione nel vedere altre persone fare quello che ho fatto io quando ero più piccola. Mi fa sentire grande, cresciuta, troppo. Mi riempie di malinconia, ho la sensazione che non proverò mai più quello che ho provato in passato me poi mi chiedo "cosa ho provato in passato?" e mi accorgo di non saperlo. E' come se durante tutta la mia vita io abbia vissuto senza pensare alle mie emozioni, come se abbia ballato senza accorgermi realmente di cosa provavo; ho vissuto sedici anni senza pensare a cosa sentivo mentre svolgevo azioni che per me ormai erano diventate quotidiane. Ora che non le faccio più mi accorgo di voler tornare indietro e rivivere la mia vita giorno per giorno però pensandola, non dico che vorrei cambiare il mio passato, lo vorrei studiare, rivivere e magari godermelo un po’ di più.
Mi hanno detto che si chiama nostalgia...
 
Vide con la coda dell' occhio la luce di due fari che entravano nel garage, un' auto, sua madre era tornata dal lavoro. Si affacciò alla finestra e scrutò il vialetto illuminato, gli alberi, l' acqua della piscina luccicava sotto la luce dei lampioni, rivolse lo sguardo dall'altra parte. Una luce irreale entrava dalle finestre lungo tutto il perimetro della stanza, guardò di nuovo fuori, stavolta in direzione del cielo luminoso, la luna piena era attorniata da tante di quelle stelle che Tsukiko sospettò di poter vedere almeno sette costellazioni, il che risultava abbastanza strano data la stagione, ma non aveva voglia di cercarle, se ci fosse stata Viola ne sarebbe rimasta incantata ma lei era più interessate alle storie legate al loro nome che alle stelle in se per se.
La saracinesca del garage si chiuse, Tsukiko si alzò e, abbandonando il computer su tavolino, prese il vassoio che prima era servito a portare su in soffitta la sua cena e scese a pian terreno diretta verso la cucina.
-Ciao mamma- urlò, cercando di farsi sentire sopra al rumore dell'acqua corrente.
-Buonasera, Tsukiko.- rispose la fredda voce di quella donna che stava entrando in casa - come è andata la serata?-
-Il solito- rispose Tsukiko con noncuranza. "Il solito" era la risposta a quella domanda che le veniva ripetuta tutte le sere più per abitudine che per vero interesse.
-Hai cenato?- continuò, la donna dai tratti orientali entrando in cucina.
-Si, mamma.- rispose la figlia, chiudendo gli occhi, identici a quelli della sua interlocutrice, in due piccole fessure.
-Bene, anche io. Vado di sopra, penso di farmi un bel bagno, buonanotte.- concluse prima di uscire e di scomparire su per le scale.
La guardò andare via con la coda dell’ occhio, cercando di non farsi notare poi sospirò, chiuse l'acqua, si asciugò le mani e tornò al suo computer.






------------------------------Angolo dell'autrice--------------------
Coff coff *si schiarisce la gola* beh si ecco, sono tornata e non vi posso promettere che non scomparirò mai più, so solo che ho ritrovato questo capitolo mai pubblicato salvato sul computer, non ricordo quando l'ho scritto in realtà, ne' perchè non l'ho pubblicato quindi ho pensato "massì pubblichiamo". Non ho più aggiornato fondamentalmente perchè non ho più avuto ne' voglia, ne' tempo e non so se e quando aggiornerò perchè ad agosto (si spera, perchè non so ancora quando) partirò alla volta degli USA per frequentare un anno scolastico in un' High School americana, ho anche aperto un blog in cui racconterò la mia esperienza come il "diario di bordo" di un marinaio che parte alla volta di unlungo viaggio pieno di sfide ed interrogativi, quindi chissà che da questi miei appunti sulla mia vita là non nasca l'ispirazione per qualche storia, mai dire mai... Intanto vi lascio il link del mio blog *pubblicità occulta* (ogni scusa è buona per farsi pubblicità) : 
http://exchangestudentdream.blogspot.it/
E dopo quest'aggiornamento alquanto inutile e che puzza di addio (nah) vi saluto,
Baci guys
Smileygirl

 

  
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