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Autore: LuluXI    25/06/2014    1 recensioni
La riunione di quella sera era di vitale importanza: il giorno dopo ci sarebbe stata la battaglia decisiva, quella che avrebbe decretato, se tutto andava secondo i piani, la sconfitta di Napoleone e della Grande Armata, che ormai aveva perso buona parte dei suoi uomini.
_______
Russia: 1812
Il gelido inverno costringe Napoleone Bonaparte e la sua armata ad un'ingloriosa ritirata mentre i russi, capitanati dal generale Kutuzov, li inseguono senza dar loro il tempo di riposarsi. Il desiderio di riscatto dell'armata russa è forte: troppi compagni d'arme sono morti sotto i colpi del nemico. Milo Bolkonskij è pronto ad affrontare l'ultima battaglia, ma è assalito dal ricordo dei compagni morti; di uno, in particolar modo.
[AU! Siete avvisati. Ambientata in Russia al tempo di Napoleone]
[Partecipa alla Challenge "Chi, Con chi, Che cosa facevano"]
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ô temps, suspends ton vol! et vous, heures propices,
Suspendez votre cours!
Laissez-nous savourer led rapides délices
Des plus beaux de nos jours!
 
30 Agosto 1812: Mosca (parte 1)
 
Milo e Camus, nei due anni seguenti, si videro molto di rado, proprio a causa della guerra. L’arrivo di Napoleone e delle sue armate in Russia resero impossibile ricevere licenze, se non per casi eccezionali. L’unico contatto duraturo che riuscirono a mantenere era quello epistolare: si spedivano diverse lettere e, benché fossero molte di più quelle che andavano perse rispetto a quelle che ricevevano, avevano imparato a far tesoro delle poche che giungevano a destinazione.
Da parecchio tempo ormai le armate russe stavano facendo terra bruciata, mentre ripiegavano su Mosca: molti ufficiali non comprendevano la tattica di Kutuzov, ma Bolkonskij si; il generale stava aspettando l’alleato più potente: l’inverno.
 
Milo si allontanò da casa col passo pesante: solo qualche ora prima aveva sepolto suo padre, nello stesso identico modo in cui, due mesi prima, aveva seppellito sua madre. Le vie di Mosca erano praticamente deserte e per strada non incontrò quasi nessuno, fatta eccezione per due giovani, uno dei quali, con una cicatrice che gli solcava l’occhio destro, attirò la sua attenzione. Non appena gli passarono accanto, Milo si fermò, voltandosi verso il giovane per richiamare la sua attenzione.
“Isaak? Isaak Rostov?”
Il ragazzo si voltò, spalancando ‘occhio sano per lo stupore.
“Milo Bolkonskij?” esclamò tornando sui suoi passi, lasciando indietro il suo compagno.
“E’ da parecchio che non ci vediamo…”
“Da quando sei diventato ufficiale di campo, in pratica…” rispose Isaak e Milo potè solo annuire. Era passato un anno e mezzo, forse meno: non avrebbe saputo dirlo con certezza.
“Stai tornando a casa?”
Questa volta fu il giovane Rostov ad annuire e Milo decise di accompagnarlo, in ricordo dei momenti passati insieme sul campo di battaglia: in fondo, lui aveva assistito al colpo che aveva privato Isaak di un occhio.
 
“Che cosa ci fai a Mosca in un momento come questo, tu che non chiedi mai licenze?”
“Si sposava mia sorella”.
Sentendo quella risposta, Milo sorrise: Isaak era troppo patriottico per stare lontano dall’esercito senza una valida motivazione. Era entrato nell’esercito prima di lui, ma il suo carattere non gli aveva permesso di far carriera altrettanto in fretta: troppo legato all’obbiettivo finale, la vittoria, agiva spesso d’impulso. Solo per quella ragione Milo era riuscito a diventare ufficiale di campo prima di lui ma Isaak non gli serbava rancore; anzi, nonostante la differenza di gradi, erano rimasti ottimi amici.
“Tu invece come mai sei qui?”
“E’ morto mio padre”.
Tra i due, per un attimo che parve eterno, scese il silenzio.
“Mi dispiace. Immagino rimarrai a casa con i tuoi fratelli per…”
Milo scosse il capo, interrompendolo.
“Ikki, Pandora e Shun sono al sicuro qui: c’è bisogno di me al fronte” rispose, con una voce priva di espressione.
“Tu invece? Cosa pensi di fare?” gli chiese, ritrovando il suo tono cordiale.
“Il mio ufficiale mi attende a Borodino: tra tre giorni dovrebbe essere là, con il grosso dell’esercito; parto domani mattina.”
“Anche io sono diretto a Borodino: tutti i miei uomini sono lì” riferì Milo, fermandosi davanti a casa Rostov. “Chi è il tuo ufficiale ora?”
A quella domanda, il volto di Isaak si illuminò.
“Ho l’onore di essere il braccio destro dell’ufficiale Kuragin.”
 
Milo non riusciva a credere alle sue orecchie: sapeva che Camus era diventato ufficiale, ma non sapeva di quale unità.
“Kuragin? Camus Kuragin?”
Quando Isaak annuì, Milo gioì tra sé e sé delle fortunate circostanze: di lì a tre giorni avrebbe rivisto Camus. Tre giorni però, in guerra, erano un’eternità: Camus poteva morire durante qualche battaglia. Milo decise di non pensarci e tornò a guardare Isaak. Si rese conto che, se fosse stato lui a diventare ufficiale, i ruoli si sarebbero invertiti e in quel momento sarebbe stato lui il braccio destro di Camus. Una parte di lui rimpianse la carriera fino ad allora compiuta ma fu solo una minima parte: era fiero della sua carica perché gli permetteva ancora di più di impegnarsi per difendere la sua patria.
“Partiamo insieme” disse infine, prima che Isaak rientrasse in casa “Domani.”
Il giovane Rostov annuì e sparì nell’ingresso.
 
Quando Milo rientrò a casa, Pandora stava suonando l’arpa mentre Shun sedeva sul divano, col capo reclinato e gli occhi chiusi, in ascolto; Ikki nel frattempo era appoggiato con la schiena alla parete, accanto alla finestra. Milo rimase a guardare da uno spiraglio della porta: sapeva che il suo ingresso avrebbe interrotto quel momento di quiete. Soffermò il suo sguardo su ognuno di loro, uno alla volta, per poi guardarli nel loro insieme: a volte si chiedeva come potessero essere tutti fratelli. Se non fosse stato per i capelli corvini e gli occhi scuri nessuno avrebbe detto che Ikki e Pandora erano fratelli, benché fossero due gemelli. Ikki infatti assomigliava molto di più a Shun mentre Pandora aveva il viso dolce di sua madre; Milo, il fratello maggiore, aveva invece ereditato le caratteristiche fisiche dei nonni paterni e, per questo, non assomigliava a nessuno di loro.
Senza dire una parola, si avviò nella sala da pranzo, dove fu ben presto raggiunto dai suoi fratelli.
 
Cenarono in silenzio, ancora afflitti dal lutto e, sebbene il nero non risaltasse in modo particolare sui due gemelli, abituati ad indossare abiti scuri, stonava su Shun che prediligeva abiti colorati e Milo si sentiva piangere il cuore a quella vista. Finito il pasto il maggiore dei fratelli Bolkonskij annunciò l’imminente partenza, prima di ritirarsi nella sua camera, avvisando i fratelli che, se volevano parlargli, lo avrebbero trovato lì. Così, mentre preparava il suo parco bagaglio, li attese, perché sapeva che sarebbero arrivati, uno ad uno. Un tempo era riuscito a confrontarsi con loro, tutti assieme, senza troppi problemi ma i due lutti ravvicinati e l’orrore della guerra lo avevano cambiato: con tutta la morte che aveva visto sul suo cammino, ogni discussione famigliare gli pareva futile ed insensata.
 
Il primo dei tre bussò alla porta, con un unico colpo, secco e deciso.
“Vieni Ikki” lo chiamò Milo, pronto per la prima discussione.
 
"Oh tempo! Sospendi il tuo volo, e voi, ore propizie!
Sospendete il vostro corso;
lasciateci godere il fugace sapore
dei nostri giorni più belli!"
(Alphonse de Lamartine: Le lac)
 
 
 
Note: rieccomi con questo capitolo. Che dire? TADAAAAAAAAAAAN! Nuovi personaggi. La scelta di dare a Milo tre fratelli è nata di impulso e mi è sembrata, se non geniale, in ogni caso interessante. Anche perchè mi piaceva l'idea di accostare quei tre lì. Sì, insomma, la loro storia già in Saint Seiya è molto particolare (vedasi la questione Shun=reincarnazione di Ade) e allora ho pensato di inserire questo loro rapporto nella fanfiction (e, per dargli spazio, dovevo per forza accostarli a qualche personaggio più rilevante nelle vicende).  In questo capitolo fa il suo ingresso anche Isaak, giusto per completare l'allegra (?) famigliola siberiana. Detto questo, spero che qualcuno possa trovare il tempo per lasciarmi due righe di recensione: so che è periodo di esami (e per qualcuno di vacanze) ma mi farebbe molto piacere ricevere qualche parere. Inoltre, colgo l'occasione di farmi un pò di pubblicità occulta: se siete fan di GOT passate anche a leggere "Sola" & "Decipit Prim Frons" (la seconda va bene anche per i fan di Kingdom Hearts).
   
 
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