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Autore: RoxyDowney    25/06/2014    3 recensioni
"Essere a Parigi per la premiere di questo film è un sogno. Un sogno che “sogno” oramai da troppo tempo. Mancano poche ore e lui arriverà, questo cielo coperto di nuvole non potrà influenzare il mio stato d’animo perché lui illuminerà con la sua energia questo posto e dentro di me sarà come se splendesse il sole." ... "E’ il mio compleanno tra qualche mese, vista la precarietà in cui vivo, visto che nessun regalo potrebbe essere più grande di questa giornata (in cui lo vedrò), ho deciso di regalarmi la possibilità di sorridergli, scattare qualche foto e farmi autografare la raccolta delle mie fan fiction da colui che mi ha ispirata."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come ogni mattina da qualche settimana a questa parte mi risveglio con le labbra di Marcel che mi augurano buona giornata prima di iniziare la somministrazione endovena di questo nuovo mix creato apposta per me che dovrebbe riuscire a compiere il miracolo. L’unica nota positiva è che non ho ancora iniziato a perdere i capelli, ma quando questo accadrà non mi devasterà come quando successe la prima volta. Amavo i miei capelli lunghi e mossi, ma era prima di… prima di adesso.
Devo restare chiusa in casa e questo è la prima nota negativa, non ho molte forze e mi stanco molto facilmente così niente passeggiate sulla spiaggia, niente di niente. Leggo un po’ ma spesso gli occhi si stancano e non riesco a concentrarmi, infine, terminato il trattamento sono sì libera di muovermi ma finisco immancabilmente per ritrovarmi seduta accanto al water a stare male di stomaco come non mai. Poi si domandano come mai non riesco a metter su peso, quando Pascal me lo dice mi verrebbe di mandarlo a quel paese, ma poi, mi rendo conto che non è colpa sua. Non è colpa di nessuno. Cerco di esser positiva e pensare che in ciò che scarico nel water ci siano tutte quelle cellule impazzite. Lo so è una visione “poetica” se non “patetica” se solo potesse essere così…
In quei pochi momenti in cui non sto troppo male cerco di scrivere. L’unica cosa che mi fa sentire meglio almeno per qualche istante. Mi immedesimo nella spensieratezza della protagonista di questa storia e per qualche momento tutto è bellissimo e finché non chiudo word il mio mondo non esiste e non potete immaginare quanto quel sogno su carta mi faccia resistere e sopportare.
Domani avremo i risultati degli esami e Dio solo sa quanto sto sperando che quei livelli si siano abbassati, significherebbe che tutto questo ha un senso, ma la paura resta ed è prepotente. Marcel si è fatto assegnare alla mia assistenza domiciliare così passa qui molte ore. Tra noi va sempre peggio e la colpa è solo mia. Sono io che non voglio che lui resti qui più del necessario perché parla di fidanzamento e “perché no” matrimonio, ma io so che potrei perdere la mia guerra e non voglio che lui debba soffrire più di quanto già non faccia anche se finge che tutto va bene. Ho già preso la mia decisione, se gli esami non migliorano troncherò questa relazione e lui lo sa. Ha accettato questo compromesso perché si dice sicuro che questa volta funzioni. Che posso dire, me lo auguro. Ma domani conosceremo la risposta.
Sono così stanca. Nemmeno le barrette energetiche che mi fanno mangiare mi danno la forza per vivere una sorta di quotidianità. Vorrei scrivere e pubblicare, ma se prima riuscivo a scrivere un paio di capitoli al giorno ora mi ritrovo dopo qualche riga a rileggere ciò che ho scritto perché ho perso il “filo” del discorso e spesso, presa dallo sconforto chiudo il pc e torno a letto.
Ora intanto che aspetto che finisca questo strazio mi collego al mio blog dove pubblico le mie storie e i miei amici virtuali si domandano che fine io abbia fatto… Ma anche se non riesco a pubblicare ci torno ogni volta che riesco per rispondere ai messaggi che i lettori mi mandano. Per qualche istante riesco a caricarmi di quell’energia positiva e stare meglio anche se poi, purtroppo tutto svanisce in fretta.
-Allora come va?
-Come vuoi che vada Marcel, non mi vedi?
Chiudo il computer e lo vedo abbassare lo sguardo, forse è più giù di me. Accarezzo la sua mano
-Perdonami. Non è colpa tua lo sai.
-Vorrei poter fare di più, farti stare bene…
-Mi pare di ricordare che qualche settimana fa ci riuscivi piuttosto bene a “farmi stare bene…”
Sorrido cercando di sdrammatizzare e lui con me anche se scuote il capo. Sappiamo entrambi a cosa si riferisce ma è meglio non fossilizzare i pensieri sul “se potessi” perché purtroppo questa situazione ci costringe a vivere alla giornata (ed anche se è brutto dirlo) come fosse l’ultima.
-Ora è meglio che vada, se hai bisogno chiama ok?
-Sì lo so, per me sei sempre reperibile!
Sorrido e accetto il bacio che posa sulla mia fronte. Esce dalla stanza ma parla ancora con me con tutte le solite raccomandazioni. Non so come farei senza di lui. Io ho solo lui e lui ha solo me. Al liceo ci siamo conosciuti e più di una volta ricordo, dormì in camera mia senza che i miei se ne accorgessero. Viveva in una casa famiglia, non era mai stato adottato e a parte qualche affido momentaneo la sua vita si svolgeva all’interno della struttura che non aveva mai considerato casa sua. Quando raggiunse la maggiore età un avvocato si presentò all’istituto dove viveva e gli consegnò l’eredità di suo padre che quello studio aveva amministrato fino a quel momento, così, invece di doversi accontentare di vivere con lo stipendio da cameriere in un fast food, si iscrisse alla facoltà di medicina a Parigi e per anni non ebbi sue notizie. La mia vita nel frattempo cambiò radicalmente. Mi iscrissi ad architettura, nuovi amici, nuovi amori, ma dietro l’angolo mi aspettava il dolore. Mio padre morì in un incidente stradale e mia madre dopo qualche mese di coma lo raggiunse. Dopo qualche mese lasciai l’università a pochi esami dalla laurea, ero demotivata, non provavo interesse per niente. Ero molto legata ai miei genitori e giustificavo il mio stato d’animo con tutto ciò che era accaduto. Infine il colpo di grazia. La mia malattia si manifestò dopo che Pascal mi prescrisse tutta una serie di esami perché a suo avviso ero “spenta”. Quanto Marcel tornò era un uomo. Laureato ed in cerca di lavoro nella città che ci aveva cresciuti. Riconobbi i suoi occhi al primo istante quando in quel bar affollato del centro ci incontrammo. Da allora siamo stati uno la famiglia dell’altra. E da allora combatto questa lotta continua. Fu in quel periodo che mi aggrappai alla scrittura e a Robert. Avevo letto un libro, una biografia. Iniziai ad interessarmi alla sua vita, alle difficoltà che era riuscito a superare ed alla sua “rinascita”. Da quel momento tutto ciò che era Robert Downey Jr io lo guardavo: interviste, film, gossip. O lo leggevo, finii così per leggere alcuni racconti scritti da fans restandone colpita. Lo ammiravo, divenne da subito un modello da seguire e finì per diventare il protagonista dei miei racconti. Una presenza positiva su cui potevo contare ogni volta che ne avevo bisogno.
Puntuale come un orologio svizzero il malessere devastante che mi sta annientando si presenta e anche questa giornata finisce così come le precedenti, con me che dal bagno mi trascino a fatica verso il letto cercando di arrivarci prima di collassare stremata. Chiudo gli occhi e accendo la musica e Robert è con me.
-Rose svegliati. Non hai mangiato niente…
-Sono stata male...
-Dovevi chiamarmi!
Mi alzo lentamente e a fatica mentre Marcel mi fa un elenco di cose che avrebbe potuto fare per aiutarmi e in tutta sincerità non ne sento nemmeno una. Mi lavo e recupero qualcosa da mettermi, quando lo raggiungo in cucina ha preparato la colazione ma solo l’odore mi dà la nausea così gli chiedo di uscire e ci avviamo verso l’istituto. Per fortuna mi accompagna con la macchina così non devo prendere i mezzi.
Appena arriviamo all’entrata Lorayne prende una sedia a rotelle e ci viene incontro sorridendo ma io vedo i suoi occhi ed anche se non dice nulla so quanto sia dispiaciuta nel vedermi così. Marcel si allontana per registrare la sua entrata in servizio così io e lei restiamo per qualche minuto sole
-Da quando vi ho visti arrivare continuo a pensare una cosa.
-Cosa?
-Che sareste una bellissima coppia voi due insieme… dovresti pensarci!
-Non scherzare, la moribonda e il dottore. Grande coppia! Lorayne penso che tu abbia bisogno di un nuovo paio di occhiali!
-Scherza pure, ma io ti dico che lui ti guarda in un modo speciale…
-Sì l’ho notato anche io… la chiamano… compassione.
-Vedo che la tua lingua non sta tanto male, è sempre quella di sempre!
Sorrido e lei con me, non mi sono nemmeno resa conto che Marcel è dietro di me se non quando prende la parola
-Lorayne rinunciaci, con lei non si vince!
Lorayne sorride e annuisce felice della mia reazione, anche se il corpo non mi “assiste” la mia mente è ancora in perfetta forma, questo commenta mentre torna alla sua postazione e noi imbuchiamo il corridoio che ci porterà nello studio di Pascal.
Sebbene non abbia detto nulla Marcel sa come mi sento e prima di entrare si china all’altezza del mio orecchio così da comunicare con me senza che gli altri che percorrono quel corridoio sentano.
-Andrà bene ma se così non fosse, guarda il lato positivo, ti leverai dalle palle il sottoscritto!
Scoppio a ridere anche se ho le lacrime agli occhi. È riuscito a far allentare un po’ la tensione che mi attanaglia.
Pascal è seduto alla sua scrivania e ci invita ad entrare mentre chiama al telefono un infermiera per sapere se gli esiti degli esami sono arrivati.
Aspetto in silenzio mentre Marcel si confronta con Pascal elencandogli tutto ciò che mi è successo nei giorni di terapia domiciliare. Un po’ mi stupisce, si ricordi tutto. Forse ha preso appunti e io non me ne sono accorta? Poi mi domando “ma che importanza ha questa cosa?” nessuna. L’unica cosa importante è il valore che sarà stato impresso sul quel foglio.
Bussano alla porta e quella ragazza consegna una serie di buste e Pascal le sfoglia cercando quella che contiene i miei esami. Mentre la apre cerca di rassicurarmi in qualche modo, parlando delle altre possibili cure sperimentali che possiamo provare in alternativa a questa. Non riesco nemmeno a sentire le sue parole perché il cuore mi “rimbalza” nelle orecchie e l’unico suono che sento è quello della carta che si strappa al passaggio del taglia carte l’argento.
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Nicole entra nella stanza, ma non si accorge di me finché non si avvicina alla sua scrivania. Stupita ovviamente di vedermi in ufficio prima delle 11. Nicole è semplicemente la migliore, se devi cercare qualcosa, lei la trova. Mi sorride e appoggia la borsa sulla sedia davanti al suo tavolo incuriosita per la mia presenza qui
-Robert… Che sorpresa! Posso esserti d’aiuto? O hai deciso di darmi un giorno di ferie ed occuparti tu del mio lavoro? No perché se è così
Non le lascio terminare la frase e mi alzo di scatto dalla sua sedia, aggiungendo un promemoria mentale per me, voglio anche io una sedia come la sua. Vedendo il gesto repentino ride e si mette a sedere al suo posto, accende il suo pc e mentre mi siedo sulla sua scrivania mi guarda in attesa di sapere cosa voglio.
-Devi trovare chi ha scritto queste storie.
-Nessun problema. Nome e cognome? Ti fisso un appuntamento?
-Ovviamente non lo so. Altrimenti cosa ti pagherei a fare?
-Stai scherzando vero? Come faccio a trovare qualcuno che ha scritto qualcosa senza sapere chi è?
-Questi sono i segreti del tuo mestiere, non ti chiedo di raccontarmi come fai!
Sorrido come niente fosse ma mi rendo conto che senza dati la cosa si complica.
-Dimmi almeno qualcosa che mi possa essere d’aiuto!
Chiede mentre sfoglia le prime pagine sempre più pensierosa.
-Mi è stato regalato alla premiere di Parigi. Da una… donna dagli occhi blu.
Lei ride divertita pensando che la stia prendendo in giro, ma questo è davvero tutto ciò che so. Mi alzo e mi avvio verso la porta
-Dimenticavo si chiama Rose.
-Robert dove vai? Vieni qui! Non scherzare.
Mi fermo sulla porta ad ascoltarla
-Trovala, tu sei bravissima nel tuo lavoro!
La sento rispondermi anche se sono già fuori dalla stanza “Tu vuoi un miracolo non una ricerca! Per quelli non mi sono ancora attrezzata!” Rido e torno al piano superiore.
Anche se continuo a sperare che la trovi inizio a pensare che non sia poi così facile visto che un piccolo genio come Nicole è preoccupata di non riuscirci. Eppure ci deve essere un modo, non è possibile. Ci deve riuscire.
Trascorro la giornata tra allenamenti e lettura di alcuni script di cui dobbiamo discutere a fine settimana, ma la mia testa è altrove. Scendo in ufficio e mi affaccio sulla stanza di Nicole
-Come va? Trovata?
-Accenna ad un piccolo no con le labbra mentre è al telefono con non so chi. Susan appare dietro di me e mi accarezza la schiena mentre aspetta vicina a me che lei finisca quella telefonata. Appena chiude la chiamata conferma a Susan un appuntamento ed io non le lascio aggiungere altro
-Lascia tutto ciò che stai facendo e fallo fare ad altri. La tua priorità è trovare quella persona e se hai bisogno fatti aiutare.
Mi volto e mi incammino verso il mio ufficio mentre sento Nicole chiedere a Susan se faccio sul serio e lei risponde “hai sentito il capo? Al lavoro!”. Per fortuna Susan mi appoggia sempre. È davvero una persona speciale. Devo essere molto grato che sia entrata a far parte della mia vita.
Dopo aver giocherellato per qualche ora con la mia sedia mentre cerco di ricordare qualche particolare che possa essere d’aiuto senza alcun risultato decido di uscire a fare una passeggiata. Forse quello mi aiuterà a non pensare alla mia ossessione come la chiama Susan. Cammino per le strade del quartiere e mi fermo a comprare della cioccolata e un caffè. Quando rientro dopo un paio d’ore Nicole è più attiva che mai. Ha messo sotto un paio di colleghi e stanno controllando se ci sono delle corrispondenze online tra i titoli delle storie e il nome Rose. Dice che potrebbero non essere nemmeno state pubblicate da qualche editore ma che vale la pena tentare visto che le strade percorribili non sono molte.
Sono passati un altro paio di giorni e ogni mattina mi avvicino all’ufficio di Nicole per sapere se le sue ricerche hanno dato qualche risultato ma niente. Vado a rilassarmi nel mio angolo, la sala cinema e appena entro noto subito che manca qualcosa. Il libro di Rose non c’è sulla mensola dove l’avevo lasciato. Lo cerco un po’ ovunque finendo in camera mia anche se non ricordo di averlo portato lì, ma niente. Non posso averlo perso! L’unica salvezza è Consuelo, lei potrebbe sapere dov’è. Mentre passo nelle varie stanze alla ricerca di colei che tutto sa, vedo Mike con in mano un libro. No non è un libro, è quel libro! Lo raggiungo.
-Dove hai preso quel libro?
-Ciao Robert. Me lo ha appena passato Susan, dice di vedere se c’è qualche “indizio” su Rose.
-Ok. Bene, ma per cortesia fa attenzione. Non voglio che vada perso.
-No problem capo.
Esco un po’ preoccupato dalla stanza e mi è passata anche la voglia di guardare un film. Mi chiudo nel mio ufficio e mi perdo a guardare le fotografie della premiere cercando di dare un volto a quel nome. Purtroppo in molte foto ci sono solo io e una marea di mani che cercano di passarmi qualcosa da farsi autografare e pochissime in cui si vedono i volti dei fans.
Quando esco da lì è oramai sera, le porte degli uffici chiuse ma alla scrivania di Nicole la luce è ancora accesa. Salgo in terrazza e solo allora mi rendo conto di che ore siano. Susan si è appisolata sul divano con un libro in mano mentre Consuelo sistema la cucina ed appena mi vede arrivare serve la cena per me. Le faccio cennò di apparecchiare sulla penisola anziché a tavola visto che sarei solo.
-Ha fatto tardi stasera.
-Già. Il tempo è volato.
-Dovrebbe lavorare un po’ meno e godersi la vita.
-Hai ragione ma a volte le cose vanno un po’ così.
-Pensa lei alla signora?
-Sì va pure. La sveglio io.
Consuelo si congeda augurandomi buona notte e io la ringrazio facendo altrettanto.
Finisco in fretta la mia cena complice anche il fatto di aver mangiato solo della cioccolata a pranzo e una volta finito lavo piatto, posate e bicchiere e spengo la tv. Raccolgo Susan dal divano e la porto in camera sua. A malapena si rende conto che l’ho messa a letto ma mi bacia dolcemente augurandomi la buona notte.
Non ho sonno, continuo a pensare e pensare. A volte “penso” appunto, che la testa mi stia per scoppiare. Ma come è possibile mi dico io, che una persona scriva un libro e non metta i suoi dati. Ma come diavolo ti trovo adesso Rose! Mentre mi lavo i denti rifletto sulle mie affermazioni di poco fa e mi rendo conto che non era sua intenzione darmi il libro, lo voleva autografato, quindi, lo voleva tenere per se…
Bussano alla mia porta vado ad aprire e Nicole sorride con il tablet in mano
-Scusa se sono venuta a disturbarti
-Non preoccuparti! Ci sono notizie? Ti prego dimmi di sì…
Lei mi segue e nel momento in cui mi siedo su una poltrona in un angolo della stanza anche lei si accomoda.
-Ci sono notizie ma non so, prendile un po’ con le pinze ok?
Annuisco e aspetto di sapere
-Ho trovato un blog che ha pubblicato queste storie. Non so se sia lei ma immagino di sì, non ci sono però dati o foto quindi non so se sia lei. Le storie però corrispondono (non le trovavamo perché all’inizio le stavamo cercando in inglese, ma appena inserito i titoli in francese è comparsa subito la pagina del blog).
Mentre parla mi mostra ciò di cui sta parlando e prosegue.
-Non c’è nemmeno un email di riferimento, ma c’è un form in cui si possono lasciare i commenti all’autore o comunque a chi gestisce il blog. Ho pensato che potremmo provare a scrivere e vedere se loro conoscono l’autrice.
-Penso che sia una buona idea. Domani mattina come prima cosa scrivi di mandarci i suoi recapiti
-Già fatto. Ho pensato che con il fuso orario recuperavamo un po’ di tempo a scrivere stasera.
-Giusto. Buona idea. Quindi non ci resta che aspettare…
-Sì. Tieni presente che non ci sono aggiornamenti da un po’.
-Sono sicuro che ci risponderà. La sto cercando come potrebbe ignorarmi?
-Potrebbe non collegarsi e non accorgersi che le hai scritto per esempio, ma l’abbiamo trovata. Se non risponde possiamo tentare anche di farci dare il nome/indirizzo dal provider.
-Da chi scusa?
-Quando registri qualcosa online, devi dare i tuoi dati, forse ha pagato un abbonamento per quello spazio, insomma c’è del materiale su cui possiamo lavorare.
-Ok. Grazie. Nicole?
Mi guarda pronta a spiegarmi qualsiasi cosa io non abbia capito
-Vai a casa a dormire. Hai fatto un ottimo lavoro.
Sorride mentre si alza e si avvia verso l’uscita.
La guardo e mi appunto un secondo promemoria. Devo regalarle una vacanza.
 
 

Note: Siamo arrivati a questo terzo capitolo dove Rose ci racconta un po' di se mentre Robert abituato ad avere tutto sotto controllo fatica a gestire la situazione. Sarà la curiosità! ;)
Ringrazio chi sta leggendo questa nuova storia e ricordatevi di farmi sapere che ne pensate! Un abbraccio a tutti e dimenticavo! Questo capitolo lo dedico a VeroDowney con la speranza che trovi il tempo per pubblicare presto il nuovo capitolo della sua fanfiction! (se non la state leggendo ve le consiglio!) 
Alla prossima!
   
 
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