26/06/2014
2 recensioniA casa dopo scuola, sto distesa sul mio letto a studiare, come al solito. Ho tolto gl’occhiali, quelli mi servono solo per nascondermi e lì a casa non mi servono.
Sento bussare e do’ immediatamente o quasi il permesso di entrare. Vedo entrare Edward. Gli tirò un cuscino.
«va via!» dissi scandendo parola per parola quella frase.
«no …» dice. Si siede sul bordo del mio letto passandomi il cuscino. «carina ora mi spieghi, cosa ho fatto per farti incazzare?»
«stai parlando con la tua fidanzata? Magari ti servono anche a te gl’occhiali» dico senza alzare lo sguardo.
«no, Bella, sto parlando con te, cosa ho fatto? Vorrei saperlo perché di colpo fai finta che non esista quando fino a qualche giorno fa ero il tuo migliore amico o quasi»
«sei uno stronzo ecco cos’hai fatto, sono incinta cazzo, per di più nelle stesse condizioni della tua ragazza, le moine valle a fare a lei» mi alzo e percepisco una fitta.
«Bella …» dice sorpreso.
«cazzo! Cazzo!» dico. «merda! Porca merda!» mi tengo la pancia con le mani per isolare il dolore, ma è terrificante. Alzo lo sguardo al soffitto. «merda!»
«Bella … Carlisle, Bella sta male» mi tira per un braccio mentre tento di isolare il lancinante dolore, ma non è facile, sento il bambino, sta soffrendo quasi quanto me.
Papà mi raggiunge in tempo e non riesco nemmeno a spiegargli che cos’ho che sento la suoneria del cellulare di Edward. Lui è sorpreso, guarda lo schermo, è un messaggio.
«ma cos’è oggi?» chiede sarcastico. «Carina ha le doglie»
«va’ cazzo! Te non ti voglio qua!» lo caccio mentre che ci raggiunge Jasper. «Jazz vieni con me all’ospedale?» gli chiedo.
«veniamo anche io e Rosalie, invece Esme va con Edward» dice papà.
«pa’ non posso devo studiare, andate voi due io sto qua con Emmet» dice mia sorella.
Usciamo di casa in fretta, salendo sulla macchina di papà. Non so cosa sia ma di certo non sono doglie, ho visto i video su You Tube, non sono così i parti. Allora perché questo dolore non smette?
In mezz’ora siamo all’ospedale.
Il medico dice che sono in travaglio, ma che mio figlio è prematuro, quindi deve controllarmi spesso. Il dolore costante sono le rotture delle acque che fin ora ancora non si fanno vedere. Mi hanno fatto prendere delle medicine per assicurarsi che mio figlio respiri e abbia i polmoni belli formati quando nascerà. Cammino con il camice d’ospedale, comincia anche a girarmi la testa. Voglio mamma. Voglio la mia mamma.
«Jass, chimi mamma?» gli chiesi mentre che pazientemente mi accompagna nell’accorciamento del travaglio e speriamo rottura delle acque.
Lui annuisce e comincia a comporre il numero o comincia a cercarlo in rubrica. «mamma sono Jasper, sì tutto okay, ti chiamo per Bella … è in travaglio mamma e voleva ti chiamassi … te la passo»
Mi passa l’apparecchio telefonico. «mamma fa male» ansimo.
-lo so amore, resisti, se è prematuro farà dolore ma passerà, respira-
«mamma non ce la faccio, vieni qui? Ti prego, o almeno dimmi come faccio che fa troppo male» piango. Contrazione dopo contrazione peggiora. Mamma dice respira ma a me viene solo voglia di spingere o di buttarmi giù dalla finestra.
«mamma ho sbagliato tutto, avevi ragione tu, dovevo stare attenta, dovevo abortire, dovevo rimanere vergine e non farmi … hai capito chi. Mamma perdonami»
-tesoro, sulla ragione o mica ragione non posso dir nulla, ma sì bambina mia dovevi stare attenta. So che se avessi abortito te ne saresti pentita per tutta la tua vita ma per il sesso eri certa, me l’hai detto tu stessa, c’avevi pensato e avevi deciso di provare, al passato non ci pensare, pensa a far nascere il tuo bambino e tu giuro che tra un paio di giorni vengo a vederlo, promesso-
«okay, vieni … ora riattacco credo mi siano rotte le acque» dissi tastando il camicione. Mi si sono rotte le acque. Cazzo.
-okay, chiamami dopo-
«certo …»
Mi si giù e tornai nella stanza. Ed eccolo il dottore, controlla e mi dice di spingere. Jasper mi tiene la mano, ho tanta paura. Spingo e spingo ma non c’è segno di aspettarsi che l’essere nella mia pancia uscirà preso o almeno non nelle prossime venti o trenta spinte.