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Autore: __lovelyrita    26/06/2014    5 recensioni
«Mi amerai comunque?»
«Da sempre e per sempre»
«Ma non hai paura?»
«Tremendamente»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 2 gennaio 1968

Quella mattina presi un pullmann e mi diressi a Londra, dove sapevo che Mick e gli altri stavano lì per un po', prima di partire per il tour americano.
Arrivata a Londra, mi incamminai verso casa di Mick. Arrivata lì davanti lessi su un citofono "MJ". Suonai il campanello e mi aprirono. Entrai nel portone e bussai alla porta di ingresso. Mick Jagger spalancò la porta.

-Che piacere rivederti mia cara-

-Caro Mick, ti fai sempre più bello-

-Beh, perchè ancora non hai visto il tuo Keith-

Keith Richards. Mi presi una mega sbandata per lui la prima volta che lo vidi. Era così sexy, il vero e proprio cattivo ragazzo, altro che John Lennon. Non era assolutamente niente in confronto. Era l'incarnazione della trasgressione, esattamente il mio opposto. Era il ragazzo con la motocicletta con cui i tuoi genitori non volevano che ti ci vedessi, il ragazzo che si faceva tutte e poi le cacciava come mosche. E io me ne presi una cotta fin dall'inizio, quando ancora non era così popolare.

-Perchè, c'è anche lui?- chiesi impaziente a Mick, sporgendomi dentro la casa per cercare di vederlo o sentire la sua voce.

-Si piccoletta, c'è pure lui-

Sbuffai in segno di disapprovo -Piccoletta a chi, nanerottolo?- dissi, mettendomi in punta di piedi per arrivare più o meno all'altezza di Mick. Pur'essendo un anno più grande di lui, rimanevo comunque più bassa. Lui sorrise scuotendo un po' la testa. Mi piaceva tantissimo quando Mick sorrideva, amavo le sue labbra, così grandi e carnose, ne ero tremendamente gelosa, ed era una cosa che gli facevo sempre presente, e lui mi prendeva in giro ogni volta, cercando di farmi rosicare.
Entrammo in casa e ci dirigemmo verso il salotto, io qualche metro dietro di lui. Arrivati alla soglia del salone, Mick si fermò e disse

-Hey ragazzi, guardate un po' chi è venuta a bussare alla nostra porta?- e subito spuntai io, un po' a disagio, salutando timidamente con la mano e con un tremendo "ciao". Si alzarono tutti, venendomi a salutare. Tutti tranne Keith, che se ne stava spaparanzato sul divano, con una mano in fronte e un'altra sulla pancia, con un sorrisetto compiaciuto sulla faccia.
Salutai amorevolmente Ronnie, Charlie e Brian. Ero andata lì da loro per svagarmi e non pensare a tutto ciò che mi stava succedendo in quel periodo. Ero andata lì per divertirmi, ed è ciò che avrei fatto. Cambiai il mio atteggiamento da "ragazzina timida ed impacciata" a "ragazza forte e sfacciata". Mi avvicinai leggermente a Keith, che era rimasto lì seduto a guardarmi e a sorridere.

-Hey tu, che è? Non si salutano più le vecchie amiche?- gli chiesi, replicando il suo stesso sorrisetto.

-Ciao vecchia amica- disse lui con fare distratto e con una voce leggermente rauca, facendomi un occhiolino e abbassando poi lo sguardo sulla sua maglietta. Keith sapeva benissimo della cotta che avevo per lui e sfruttava ciò a suo vantaggio, facendomi sciogliere con semplici occhiatine o sorrisi.

-Non sei cambiato affatto-

-Questo significa che ti piaccio ancora-
disse senza alzare lo sguardo. Non capivo se era un'affermazione o una domanda, ma conoscendo la sua sfacciataggine penso proprio che fosse un'affermazione.

-E' un bene o un male?-

-Questo dimmelo tu-
rispose, squadrandomi per poi arrivare ad incrociare il mio sguardo, sempre sorridendo maliziosamente.

Era ormai ora di pranzo e tutti eravamo affamati. Mi portarono a pranzo fuori, in un ristorante italiano che conoscevano bene e nel qualche non avremmo avuto disturbi eccessivi.
Ci sedemmo ad un tavolo, vicino a me c'erano Mick e Ronnie. Keith, guardando in cagnesco Ronnie, lo fece alzare e si sedette al suo posto.

-Scusami, ma io volevo Ronnie vicino a me, non te-

-Ma per favore-
disse, quasi sbuffando, mentre afferrava un menù. Mi sporsi sul tavolo, guardando Ronnie e alzando le spalle in segno di scusa. Lui rispose con un sorriso appena accennato e un segno della mano.
Mentre mangiavamo, Ronnie mi chiese

-Allora Rio, come mai sei venuta da noi?-

-Già, dove hai lasciato il tuo maritino e gli altri tre sgangherati?-
ribattè Keith, senza girarsi a guardarmi.

-Beh, ecco, in realtà in questo periodo abbiamo un po' di problemi e dovevo staccare la spina-

-Che tipo di problemi?-
chiese Mick, leggermente preoccupato.

-E' complicato e non mi va molto di parlarne. Diciamo problemi matrimoniali, si vede che non era destino-. Percepii un leggero sussulto di Keith, che si pulì la bocca e si girò verso di me

-Ma davvero? Che peccato!- mi disse, sbarrando gli occhi, ma senza nascondere una certa felicità. Sentii che Ronnie bisbigliò a Keith "non ci provare neanche" e aggrottai leggermente la fronte. Prima che potessi dire o chiedere qualcosa, Charlie mi interruppe.

-E quindi sei venuta da noi per...?-

-Non ti sembra evidente, Charlie?-
mi precedette Keith. Si voltò poi verso di me -Alla nostra piccoletta serve un po' di divertimento stile Rolling Stones-

*




Sniffai un'altra striscia di cocaina. Gli occhi bruciavano, grossi come due rocce; un fischio rimbombava nella testa, come la sirena di un'ambulanza e i pensieri erano spariti. In casa c'era musica a palla, bottiglie di alcohol vuote ovunque, un'enorme cappa di fumo sopra le nostre feste e droga, tanta droga. La percezione del tempo e dello spazio era completamente andata a farsi benedire. Ballavo senza sosta, ridevo per ogni minima cosa, urlavo, cantavo.
Non capivo assolutamente nulla, tranne il fatto che avrei voluto Keith appiccicato sulle mie labbra. E invece lui se stava sul divano con una sgualdrina che gli si strusciava addosso. Lui aveva la sua solita espressione mista tra il soddisfatto e il disinteressato che mi dava così sui nervi, con quelle labbra che sporgeva leggermente verso l'esterno. Aspirai un altro tiro dalla sigaretta e mi diressi verso di lui. Detti un forte spintone alla tizia che gli stava addosso e la levai da mezzo, poi mi sedetti sopra di lui, buttandogli il fumo in faccia.

-Guarda un po' chi è uscita dalla tana del Bianconiglio- disse lui ridendo, con gli occhi quasi chiusi

-Ma cosa diamine significa?- gli chiesi, scoppiando a ridere. Penso fosse davvero uno spettacolo comico per chiunque ci avesse visto: sembravamo due pazzi che parlavano del più e del meno.

-Cosa vuoi fare piccoletta? Sei sposata e...- non lo feci finire di parlare che fiondai la mia bocca sulla sua. Sentii gli altri ridere ed applaudire alle nostre spalle, ma non ne tenni per niente conto. Ero partita con il cervello e facevo tutto ciò che la mia mente diceva di fare, senza ascoltare la mia coscienza. D'altronde uno dei miei desideri si stava esaudendo. Insomma, Keith Richards a quei tempi era uno degli uomini più richiesti e io ero completamente vittima del suo fascino.
Ci alzammo e andammo verso la camera da letto. Facemmo l'amore per tutta la notte, e fu il sesso più trasgressivo e spinto che avessi mai fatto. Quel ragazzo mi faceva impazzire, e la droga amplificava tutte le emozioni.
Pensare che i Beatles pensavano stessi facendo visita ad alcuni miei lontani cugini...


SPAZIO AUTRICE

Eccomi tornata.
Scusate l'assenza ma tra la fine di scuola e gli esami di mia sorella, il computer è stavo praticamente off limits. Ma sono uscita senza debiti, cosa che mi rincuora tantissimo!
Eh insomma, Rio ha fatto un po' la puttanella, eh? Ehehe.
Erano secoli che volevo fare un capitolo con i miei dolci Rolling e finalmente ce l'ho fatta!
L'altro giorno sono andata al loro concerto e vedendo tutto lo swag di Keith Richards ho detto "perchè non creare l'inciucio con Rio?". Et voilà!
Eeeeh si, sono andata al concerto ed è stata una cosa pazzesca asdfghjkl pensate che la madre e lo zio di una mia amica (ossia Giuseppe Tornatore) sono andati a cena con i Rolling Stones e quando lei me lo ha detto la stavo per uccidere perchè ha subito aggiunto "a me fanno schifo! Non ho pensato a dirtelo a te, così ci andavi al posto mio" MA LI MORTAAAAAAAAAACCI TUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! Ho sbroccato, si.
Vabbè, oggi sto blaterando veramente troppo.
Alla prossima miei belli e dolci lettori.
  
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