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Autore: The Galway Girl    27/06/2014    1 recensioni
Mi chiamo Anais, ho 19 anni, ho appena finito il liceo e non ho voglia di fare niente.
Dico sul serio, proprio niente.
La mia idea era quella di starmene tutto il giorno davanti alla tivù, ma ho dovuto fare i conti con mia mamma, una snob che non vuole assolutamente sfigurare di fronte alle sue amiche, così ho messo a punto un piano infallibile, un Piano Geniale. Mi sarei trovata un lavoro così orribile e imbarazzante che mia madre mi avrebbe costretta a licenziarmi....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quattro.


Tu-sai-chi è Nicola, l'ex numero sessantacinque o giù di lì di Valentina.
Lo abbiamo sorpreso a pomiciare con una ragazza alla festa di maturità.
Non mi dilungherò a farvi un ritratto, vi basti sapere che era abbastanza stupido da non essersi reso conto che le feste di entrambi i nostri licei si tenevano nello stesso ristorante e che quindi sarebbe stato beccato di sicuro. Il risultato è stato che Valentina ha passato tutta la sera chiusa in bagno a piangere con me che tentavo invano di consolarla.
Ambra non è stata molto utile dato che si era portata dietro Alberto, anzi lui aveva preteso di venire a controllarla, passando tutta la sera a criticare le "feste cretine del liceo".
Dovendo scegliere tra un'amica depressa e l'altra col fidanzato ventiquattrenne con la calvizie incipiente, ho deciso di optare per nessuna delle due, ritrovandomi a ballare con il professore di fisica.
Il compleanno peggiore della mia vita, perchè si, mi sono dimenticata di dirvi che il giorno della festa di maturità era lo stesso del mio compleanno.
Avevo passato mesi a scegliere un vestito adatto, mia mamma mi aveva fatta diventare matta facendomene provare un migliaio. Era stato stranamente divertente, era da tanto che non passavamo del tempo insieme, ancora ricordo come le si illuminò il viso quando le chiesi di darmi una mano a scegliere un abito. Ai suoi tempi non esistevano feste di maturità, inoltre al liceo lei era già fidanzata con mio padre, ma io ero single e lei si convinse che trovando un vestito mozzafiato e affidandomi alle mani esperte di estetista e parrucchiera, mi sarei trasformata in una bomba degna di qualsiasi ragazzo, senza contare che avrebbe potuto vantarsi con le sue amiche di quanto io fossi stupenda per la mia festa.
Inutile dirvi che ogni suo tentativo fu vano, penso che Gilda quella sera abbia rimorchiato più di me e, per farvi un'idea, era vestita come un albero di Natale.
Valentina passò il resto dell'anno scolastico a maledire Nicola e decise di concentrarsi sugli studi e sul finire la tesina, il che mi fece rendere conto che io dovevo ancora cominciare la mia. Avevo più o meno un'idea sull'argomento, era sullo svolgimento che avevo più di un dubbio. Scelsi una tesina sul cinema, trovai dei collegamenti che più tirati per i capelli non si può e mi ridussi a fare copia-incolla due giorni prima dell'inizio degli esami. Sapevo di essere comunque spacciata, in commissione ci sarebbe stata l'insegnante di italiano, che mi odiava è dire poco, la prof di arte, una svampita che non si decideva ad andare in pensione e che era convinta che io mi chiamassi Anastasia, e quello di biologia, che non era esattamente la materia in cui andavo meglio. A loro si aggiungevano tre tizi di altri licei, la cosiddetta "commissione esterna", e io, diciamo che non sono una che scatena l'amore a prima vista.
In Arte sono stata interrogata sui Macchiaioli, a mio parere il movimento artistico più brutto di sempre e in Biologia mi ha chiesto una formula chimica che io durante l'anno non avevo ritenuto utile studiare, che ha portato ad un'epica scena muta, da qui il mio sensazionale 77.
Ora capite perchè mi rifiuto di andare all'università, la scuola è piena di inside, prof che ti odiano, domande a trabocchetto e compagni fastidiosi.
Ancora non riesco a credere che Ambra passerà i prossimi mesi a studiare. Prima del termine delle lezioni avevamo evocato l'idea di andarcene una settimana al mare per festeggiare il suo compleanno ad agosto, solo lei, Valentina ed io.
Ora invece capisco che questo progetto è andato a farsi benedire dato che il suo mentore di fidanzato le ha organizzato un planning di studio neanche dovesse laurearsi a Cambridge.
Il modo in cui lo difende sempre mi da sui nervi. Com'è possibile che dica sempre "E' fatto così, che ci vuoi fare"?
Prima di uscire con lui era così indipendente e determinata, ora farebbe carte false per piacergli. Quando si confida con me mi dice che è opprimente, che non è divertente e che spesso si annoia con lui, ma poi comunque lo asseconda in tutto.
Che senso ha stare con qualcuno se poi ti lamenti di lui con le tue amiche?
Una volta mi ha detto "Perchè dovrei lasciarlo? Se lo facessi sarei di nuovo single".
E' poi così male? Guardate me. Io non ce l'ho un ragazzo eppure vivo lo stesso. Vado dove voglio, mi vesto come voglio, posso starmene  a casa a guardare la tivù senza che nessuno mi assilli.
Pensate a Valentina invece. Da quando la conosco sarà rimasta single si e no un mese. Appena viene scaricata se ne trova subito un altro che comunque la tratta ancora peggio del precedente. Ne vale veramente la pena? Ho passato ore a consolarla, ho perso il conto di tutte le volte che le ho detto "non è colpa tua, era uno stronzo" ma ogni tanto avrei voluto dirle che se l'era cercata.
So di avere un approccio un pò cinico all'amore, mia nonna me lo dice sempre, ma sono convinta che spesso il motto "meglio soli che mal accompagnati" sia davvero la verità.
Certo alcune persone hanno la fortuna di capitare sull'uomo giusto al primo tentativo, senza dover affrontare una sfilza di fidanzati fastidiosi e traditori. Prendete mia mamma ad esempio. Lei e mio padre si sono conosciuti alle medie, si sono fidanzati alle superiori, hanno condiviso un appartamento all'università e si sono sposati subito dopo la laurea. Da manuale. Se penso a tutto quello che stanno affrontando le mie amiche, invece, bè, non biasimatemi se penso "No grazie".
"E' che sei troppo esigente, guarda che i ragazzi migliori sono quelli su cui non ci scommetteresti una lira!", mi dice sempre mia nonna.
So che ha ragione, e in effetti devo ammettere che se incontrassi qualcuno di interessante potrei anche fare un'eccezione, ma solo se si trattasse del sosia di Dean Winchester o di Doctor Who (si, forse sono un pelo esigente...)
Non che non ci abbia provato, anzi. All'asilo ce l'avevo un fidanzato. Si chiamava Cristian e ogni giorno in pulmino mi chiedeva all'orecchio "Chi sposi tu?" e io gli rispondevo sempre "Tu!".
Poi alle superiori accettai di mettermi insieme ad Enrico, un ragazzo che frequentava un'altra scuola ma che viveva nel mio paese. Mi fece una corte spietata, mi bersagliava di messaggini e chiedeva sempre a mia mamma se potevo uscire con lui.
Lei ogni volta tutta gasata trillava "Oh Siiii, certo che Anais può uscire con te Enrico!" e praticamente mi spingeva fuori dalla porta di casa. Ogni volta che ci vedevamo mi faceva un sacco di complimenti e trenta secondi dopo avermi riaccompagnata  mi tempestava di atri messaggi.
Un vero rompi scatole. Il giorno in cui mi chiese tutto emozionato "Hei Anais, che ne diresti se provassimo a farlo? Tutti i miei amici lo hanno già fatto, dicono che è una figata!" non ebbi altra scelta se non rispondergli "Ehm, si, perchè no". Inutile dirvi che non ero per niente convinta, ma Cristina lo aveva già fatto e io decisi di buttarmi. La "figata" come l'aveva definita lui in realtà furono cinque minuti di atroce dolore con lui tutto soddisfatto che mi guardava come se mi avesse appena fatto scoprire l'America.
Alla fine, dopo aver resistito con lui la bellezza di tre anni, lo lasciai dicendo che mi piaceva un altro. Si mise a piangere e mi disse che ero una stronza. Mia madre non mi parlò per due giorni, mio padre penso che non si fosse neanche accorto che avevo un ragazzo e mia nonna mi disse "Se non eri felice hai fatto la cosa giusta".
Da allora calma piatta. L'idea di rimettermi con qualcuno che mi chiede ogni secondo "dove vai? cosa fai? mi pensi?", o peggio che mi sminuisce come fa Alberto o mi tradisce come ha fatto Nicola, mi fa venire il mal di pancia.
  
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