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Autore: gigiua    27/06/2014    1 recensioni
dal primo capitolo:
"Affido questa lettera al mare.
Perché il mare è parte di me, mi rende più forte, e quando sono in acqua il tuo volto nei miei ricordi appare più vivo.
Affido questa lettera al mare perché è lì che ti ricordo: vicino al mare, vicino a me."
* * *
è segnata come raccolta di One -Shoot ma le varie lettere compongono un unica storia (spero di averlo detto bene)
la prima lettera è scritta da Percy prima tra l'ere perduto e il figlio di Nettuno
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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cara Annabeth,

mi dispiace. Non ci sono riuscito. Non ho mantenuto la promessa.

Ti avevo promesso che saremo rimasti insieme, e invece siamo stato separati, di nuovo.

Ti scrivo dall'Elisio per chiederti di smetterla di cercarmi.

Smettila di chiedere a Nico di invocarmi, smettila di chiamare il mio nome, smettila di piangere.

Non verrò, non voglio vederti, non ancora.

Perché so che se ti vedessi di nuovo, anche solo per un istante, non riuscirei più a dire queste parole.

Vivi.

Non piangere più davanti alle nostre foto insieme.

Vivi.

Trova qualcuno da amare e sii felice con lui.

Vivi, ma senza dimenticarmi.

Cosicché quando guarderai le nostre foto, sorriderai ai bei ricordi.

Realizza il tuo grande sogno, diventa un architetto, so che puoi farcela, sei pur sempre la mia Sapientona.

So che costruirai opere talmente grandi e magnifiche che resteranno nella storia.

Innamorati, fa un figlio e portalo al mare, dove potrai raccontargli di me, della nostra storia, non con rimpianto ma con gioia.

E quando le Parche lo vorranno, ci ritroveremo qui, nell'Elisio.

Potrai raccontarmi della tua vita, della tua felicità, delle tue passioni e della famiglia che ti sarai costruita. E io sarò felice di ascoltarti.

Affido questa lettera alle ombre stavolta, non al mare, perché il mare non lo vedrò mai più.

L'affido alle tenebre perché ormai faccio parte di esse: sono un ombra fra le ombre.

Ti scrivo per dirti che ti aspetto.

Anche se dovessi aspettare per mille anni.

Non rinascerò, non voglio dimenticarti.

Ti aspetterò qui, alle porte dell'Elisio, dove finalmente potremo stare insieme. Per sempre.

Buon natale sapientona.

Ti amo.

 

Percy

 

* * *

Sigillò la busta e osservò lo spettro di Percy svanire.

Si strinse il più possibile nella sua giacca da aviatore, senza mai staccare gli occhi dalla fossa, che aveva già cominciato a riempirsi di neve.

Era la vigilia di natale, quell'anno avevano deciso in molti di restare al campo, anche se la guerra era finita nessuno si sentiva più davvero al sicuro.

Per cercare di rallegrare gli animi Chirone aveva organizzato un grande falò quella sera, e aveva lasciato che una morbida coltre bianca ricoprisse tutto.

Era rimasto ore sotto la neve a scrivere quello che Percy gli dettava, ma non aveva freddo.

Erano anni che non lo sentiva più, il freddo.

Aveva scritto tutta, restando impassibile ad ogni parola.

Finché, conclusa la lettera, Percy non si era rivolto direttamente a lui.

<< Nico... >>

Il figlio di Ade alzò lo sguardo verso l'immagine dello spettro che si faceva sempre meno nitida

<< prenditi cura di lei >>

erano state le ultime parole di Percy prima che la sua immagine sparisse.

Nico annuì nel buio.

Fermo, davanti alla fossa vuota, ripensando a quegli istanti, sentì gli occhi pizzicare e le lacrime premere per uscire.

Una lacrima per ogni persona che aveva perso.

La prima lacrima cadde sulla busta,rilucendo per un attimo alla luce della luna. “mamma”.

Finalmente si volto, per andare a cercare il destinatario di quella lettera.

Non la cercò a lungo, sapeva già dove trovarla.

Era sempre lì, sulla spiaggia, a guardare il mare.

A volte restava ore davanti alla distesa d'acqua chiamando il nome i Percy, o pregando gli dei affinché la uccidessero per farli essere di nuovo insieme, oppure rimaneva semplicemente a piangere.

Non era più la stessa Annabeth che aveva conosciuto anni prima, qualcosa in lei si era rotto definitivamente, e in questo il Tartaro c'entrava solo in minima parte.

Si avvicinò alla ragazza senza far rumore e le si sedette accanto senza però avere il coraggio di richiamare la sua attenzione.

<< è il primo natale senza di lui >>

Era solo un debole sussurro ma abbastanza perché Nico riuscisse a sentire.

Anche il natale precedente la figlia di Atena aveva detto le stesse identiche parole, ma allora la situazione era diversa: Percy era solo disperso, tutti erano sicuri che presto l'avrebbero rivisto.

Adesso invece era morto, e non sarebbe più tornato.

<< si sono tutti dimenticati di lui, come se non fosse mai esistito >>

La sua voce era dura – come se credesse davvero a quello che aveva appena detto – e formata da singhiozzi impossibili da trattenere.

Annabeth si voltò verso Nico che, per la prima volta, vide quanta fragilità c'era davvero in quegli occhi grigi.

<< allora lo ricorderemo noi >>

ribatté il figlio di Ade porgendo alla ragazza la busta.

Prendendola in mano il corpo di Annabeth iniziò a tremare.

Quando Annabeth lesse sulla busta chi l'aveva mandata per poco non la ruppe, tanto forti erano diventati i tremiti.

Con delicatezza Nico le tolse la busta dalle mani e le posò sulle spalle il suo vecchio giubbotto da aviatore nella speranza che smettesse di tremare.

<< lascia, ci penso io >>

Le lesse la lettera, cercando di imitare lo stesso tono di voce che aveva usato Percy.

La seconda lacrima cadde sul foglio, facendo sbiadire l'inchiostro. “Bianca”.

Quando ebbe finito di leggere si voltò verso Annabeth, che lo fissava come se fosse un estraneo.

La ragazza ricominciò a piangere, ma i tremiti erano cessati.

Si sporse verso Nico in cerca di conforto, che il figlio di Ade non le negò: stringendola in un abbraccio.

Annabeth strinse la maglietta di Nico mentre lui le accarezzava piano la testa.

La terza lacrima gli scivolò lungo il viso, cadendo tre i ricci biondi. “Percy”

Soli, sulla spiaggia, mentre al falò gli altri festeggiavano, loro stavano al buio, con una lettera in mano.

Annabeth piangeva. Nico piangeva.

Piangevano insieme.

 

 

ANGOLINO AUTRICE:

comincio subito con lo scusarmi per il ritardo nel pubblicare questo secondo capitolo ma, ahimè, sono stata rimandata ç_ç

comunque, tralasciando i dettagli che sicuramente non vi interessano vi comunico subito che il terzo capitolo sarà più lungo di questo e che aspetterò un po' a pubblicarlo perché rileggendolo dopo quasi un mese che l'ho scritto non mi convince più molto e prima di decidere se cambiarlo o no vorrei sentire intanto i vostri pareri su questo :3

Gigiua

p.s. Spero che i personaggi non siano troppo OOC.

  
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