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Autore: JacobStark    27/06/2014    6 recensioni
Una minaccia.
Un potere così antico che nemmeno gli dei lo ricordano. 
Il creatore di tutto, ritiratosi da tempo immemore, ha lasciato dietro di sé molti mondi a parte quello governato dagli dei. Ora, altri nemici stanno per arrivare sulla terra, per conquistare e depredare il Terzo regno. Nessuno potrà interferire, tranne… loro. Undici prescelti, il cui sangue impuro salverà o distruggerà tutto. La sola speranza è che si schierino dalla parte giusta prima che sia troppo tardi.
(Storia Interattiva, mi servite in dieci, quindi accorrete)
Iscrizioni chiuse.
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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L’Araldo si voltò, osservando le luci che si erano accese in tutto il campo, e che si avvicinavano rapidamente. Una in particolare era a pochi metri da loro, mentre una era lontanissima, addirittura lungo la spiaggia. “Li ho trovati, ha breve saranno qui. Ora la cosa complicata sarà spiegare loro il compito.” “Intanto potresti spiegare a me cosa dovranno fare i miei ragazzi, non credi?” “Mi dispiace, ma la questione è lunga e complicata,e preferisco non interrompermi. A breve i prescelti saranno qui.” Le figure ammantate di luce ora erano tutte visibili, alcune un po’ stanche per la corsa e tutte abbastanza spaventate. Chirone, che conosceva tutti i suoi allievi li riconobbe subito. Un gruppo particolare, con molte ragazze e un solo ragazzo. C’erano anche Rabella e Sara, a suo giudizio troppo piccole e inesperte per affrontare un impresa di quella portata. Poi tutti rivolsero lo sguardo verso l’estraneo, che si presentò ancora come l’Araldo. “Vi ho chiamato per un motivo molto importante. Questo mondo, quello di uomini e dei, è in un pericolo maggiore di quanto si sia mai trovato. Io ho ricevuto il compito di fermarlo, ma mi serve aiuto. E mi hanno mandato a cercare aiuto da voi. Inferno e Paradiso hanno deciso che il tempo di combattere è giunto, nonostante il la terra non sia  affatto pronta per questo. Dovrete aiutarmi, altrimeti ill vostro mondo sarà distrutto. Coloro che mi hanno mandato qui desiderano che questo mondo possa reagire, quindi questa guerra non deve essere permessa. Oppure combattuta in anticipo, come mi hanno detto di fare. Adesso vi prego di aiutarmi, oppure il mondo come lo conoscete verrà distrutto.” Chirone rivolse lo sguardo verso Jennifer, come a chiedere conferma che dicesse il vero. “Mi dispiace chitone, ma la mia telepatia non serve a nulla. La sua mente è come un muro. Non riesco a entrare. Dobbiamo dare per vero quello che ha detto.” “Mi dispiace, ma dovete fidarvi. La mia mente non può essere penetrata in alcun modo. Vorrei davvero permettervelo,ma uno come me non può farlo.” “Dicci almeno chi o cosa sei.” “Una domanda degna di una figlia di Atena, White. Io sono quello che voi definite un mezzosangue, ma non del vostro tipo. Io sono unico, perché sono il figli di un angelo e un demone. Io sono l’aberrazione massima. Io sono un nephilim.” “ Wow, come quello di D.M.C.(devil may cray)?” Saltò su Alec “Non so di cosa parli, ma io sono l’unico al mondo, in tutti i mondi esistenti. La missione che vi offro è di recuperare un esercito per sconfiggere angeli e demoni. Ma sarà duro e difficile. Potreste non tornare.” Le ragazze più giovani fecero una faccia un filo preoccupate, ma già i sedicenni fecero uno sbuffo, preoccupati ma tutto sommato non troppo. Vitani era addirittura emozionata. Un impresa per salvare il mondo forse l’avrebbe riabilitata, almeno in parte, e forse sarebbe diventata amica dei suoi compagni. Certo, lei, a parte quel ragazzo strano che li avrebbe condotti, era decisamente la più grande, ma al campo non si facevano troppe distinzioni.

 

“Adesso decidete, accettate oppure no?” Tutti rivolsero lo sguardo verso Chirone, che annuì, non troppo convinto. “Bene, ma vi avverto che sarà una guerra, quindi prima di partire salutate tutti, e indossate le armature. Temo che non indosserete altro in questa missione. Andate, ci vediamo vicino al drago fra un ora.” Si levarono alcune proteste, ma Chirone le zittì “Avete accettato, ora è lui a comandare. Vi farò trovare le provviste nel punto di incontro tra un ora.”

 

Un ora dopo tutti erano pronti, le armature addosso, gli zaini pieni di tutto in necessario e le armi addosso. L'araldo era apparentemente disarmato, ma forse, vista la forza eccezionale di cui aveva dato prova, non ne aveva bisogno. Rabella era accoccolata a fare le coccole a Peleo che, una volta tanto, si godeva un premio per la guardia. Poi l'Araldo si avvicinò a entrambi, e, mentre Peleo si ritirava su se stesso intimorito Rabella si preparava a dirne di tutti i colori al ragazzo, ma questo si mise a parlare con il drago in una strana lingua "אַנטשולדיקן אָדער דראַקאָן, אָבער איר קעגן מיר און איך האָבן פארטיידיקט. איך האט ניט טראַכטן אַז אייער אַרבעט איז צו האַלטן זיכער דעם טייַער"* Il drago sembrò rispondere, e poi tornò alle carezze di Rabella, che vedendolo tranquillo si era calmata. L'ultima ad arrivare fu Keyana, che aveva avuto bisogno di parlare con Chirone prima di partire. Angel era occupata a giocare con la sua collana argentata, o almeno così sembrò a Sara, finche non la vide muoversi per avvolgersi intorno alla mano e guardare la sua padrona con serpenteschi occhi dorati. Per poco non si prese un colpo, e corse subito da sua sorella Jennifer a chiedere spiegazioni. "Ma tu lo sapevi che la figlia di Thanatos ha un serpente?" "Tranquilla, ha quanto mi hanno raccontato è un dono del padre." Rispose la maggiore, tranquilla. Vitani   era impegnata a controllare Shetani. Se doveva combattere una lunga battaglia era il caso di avere l'arma a posto. Gli altri erano impegnati in cose simili, armi, viveri, e così via. Poco dopo il loro "capo" disse "Andiamo, è ora di partire. Avete salutato le persone importanti?" tutti annuirono. "Bene, perché le possibilità di rivederli sono più che nulle." Tutti deglutirono, spaventate. "Seguitemi, è meglio che altri non vedano." Undici ragazzi, anzi nove ragazze, una ragazzo e un nephilim si mossero verso la foresta che ricopriva una parte della zona, e quando furono al centro della foresta il nephilim si inginocchiò, come in preghiera, poi cominciò a salomondiare "טיף געזונט, פאַרבאָטן תהום, עפענען די טויער צו דער ינפאַנאַט לימבאָו”** Un gigantesco portale circolare si aprì hai suoi piedi, partendo dalle sue mani e completandosi dall'altra parte, dieci metri più in là. Il portale sprigionò un luce verde pallido, intensa e vagamente spettrale. Il ragazzo si espose alla luce, che sembrava provenire dalla fenditura, e una specie di ologramma apparve intorno a lui. Metà si illuminò di azzurro, e si intravide una grande ala d'uccello spuntargli dalla schiena, mentre l'alta parte si illuminò di rosso intenso, con un enorme ala da pipistrello e un corno appuntito sulla testa. "Almeno la sua natura è confermata, direi." borbottò Annalisa, in lieve soggezione come gli altri alla vista del portale. "Il portele rivela la natura delle persone, e ci porterà al Limbo, il luogo in cui Inferno e Paradiso si sono sempre incontrati, la terra di nessuno. Io mi ci sono addestrato, e credetemi, non ci torno volentieri. ma è l'unico modo per usare i portali intramondi. Andiamo. Buttatevi, e non abbiate paura, il viaggio è indolore, e l'atterraggio non brusco quanto sembra." Poi spalanco le braccia e si lasciò cadere nel portale, seguito da un esaltato Alec e una coraggiosa Vitani. Gli altri li seguirono, chi a ruota e chi con meno entusiasmo.

Il viaggio nel portale fu una lunga e continua caduta, ma all'arrivo una strana forza impedì loro di schiantarsi, sostenendoli all'ultimo momento. Si trovarono in un luogo deserto. Un pallido riflesso del sole illuminava senza regalare calore, limitandosi a bruciare le lande brulle e le grandi rocce che regalavano un minimo d'ombra in quel luogo desolato. Quando tutti arrivarono l'Araldo fece un gesto per abbracciare il paesaggio. "Questo attende la terre se non salveremo. Qui Inferno e Paradiso hanno combattuto per molti millenni, ed ecco come lo hanno ridotto. E non avete visto cosa popola questi luoghi maledetti. Sono una minaccia tanto per noi quanto per i nostri avversari. Andiamo. Tra poco si scatenerà una tempesta di sabbia, ed è meglio non farsi trovare allo scoperto quando inizia. Si fa quella fine." disse, indicando uno teschio semi umano e cornuto mezzo affondato nella sabbia. "Qui le tempeste scarnificano, non accecano. I venti soffiano a oltre cinquecento chilometri orari, è come beccarsi un proiettile, solo più piccolo. E molto più numerosi di quanto qualsiasi arma mortale possa sparare." Si misero in cammino, evitando, per qualche motivo, le zone sabbiose, limitandosi a saltare di roccia in roccia. Camminare con l'armatura era faticoso e l'Araldo aveva l'atteggiamento di chi è preoccupato per qualcosa di imminente. La maggior parte di loro conosceva la sensazione, e non era piacevole. Dopo poco più di un ora qualcosa si mosse fra le rocce. Erano in una gola, non troppo profonda ma abbastanza non essere scalabile. procedevano in fila per due, quando qualcosa si mosse fra le rocce sopra di loro. Jennifer, presa dall'istinto, aprì la mente, sondando in cerca di esseri viventi intorno a loro. "Araldo, ci sono cinque creature intorno a noi, ma nella loro mante non vedo altro che furia e rabbia omicida" "Pronti a combattere, ORA!" I ragazzi si schierarono in cerchio, le armi sguainate. Si sentirono dei ringhi, poi una dozzina di creature li accerchiarono. Erano disgustose, con teste piccole e dotate di occhi rossi e cupi. La bocca si apriva su quasi tutto il muso, con denti puntuti e spaccati. La bava colava dalle bocche, e il corpo sproporzionato, con una parte superiore e norme e una inferiore minuscola dotata di coda, rendeva tutto orripilante. "Demoni segugi. Esseri spregevoli che si nutrono di qualunque cosa si muova." Disse, serio. Poi si rivolse verso i mostri. Fece un movimento secco con le mani, come a estrarre qualcosa. Dalle sue mani apparvero delle lunghissime lame. Cinque artigli da quaranta centimetri gli apparvero su ogni mano, lasciando pochi dubbi sul perché girasse disarmato. "Mi volete viscidi bastardi?" Un coro di ringhi poco rassicuranti fu una risposta più che eloquente. "Allora venite a prendermi luridi *****" "Ma che dici? Regola le parole, c'è mia sorella piccola e una ragazza ancora più giovane" disse Jennifer, scandalizzata. La battaglia durò circa cinque minuti. Vero, quei demoni erano incredibilmente forti, ma i ragazzi erano allenati, e sembrava che i bronzo celeste funzionasse meglio del solito. Anche l'Araldo faceva la sua parte, le lame che squartavano senza posa, mentre Angel faceva a pezzi i nemici con la falce, e Alec li infilzava alternandoli con le parate dello scudo. Shetani e Vitani si alternavano nel far volare i nemici e infilzarli. Una volta concluso il combattimento il pallido e malaticcio sole stava tramontando. Alyssa, che normalmente adorava il tramonto, per la prima volta in vita sua lo trovò estremamente deprimente. Anzi, avrebbe preferito che non fosse proprio tramonto. Quel posto era orrendo con il buio.      "Per oggi basta. Ci accampiamo, preparate le   tende e i viveri. Io non ne ho bisogno. Ora vi accendo un fuoco." Gli artigli, spaventosi da morire, vennero ritirati, le armi riposte e un tizzone di fuoco infernale messo al centro del campo montato in due minuti. I ragazzi tiratono fuori le provviste, e si misero in cerchio a mangiare. Alec e Annalisa confabulavano tra loro senza motivo apparente, finche non si girarono verso l'Araldo con un sorriso poco rassicurante, almeno agli occhi di Charlotte. Poi si volsero entrambi verso l'Araldo, che stava parlando con Vitani, e dissero "Piacere Jack!" "Chi?" Fù la risposta corale di tutti gli altri "Lui. Ha squartato una mezza dozzina di nemici, come Jack lo squartatore. Ci è sembrato un bel soprannome." I due si guardarono complici. "Chiamatemi come volete, l'importate è che ci capiamo. Non voglio incomprensioni in battaglia." La risposta lasciò spiazzati entrambi, che si aspettavano una qualche reazione. Un espressione offesa, una protesta, qualunque cosa, tranne l'assoluto disinteresse nei confronti della loro battuta. "Avanti, mettetevi a dormire. Se ho capito bene ci aspetta una lunga camminata domani. " Ordinò Vitani, infilandosi in una delle tende allestite per le ragazze. Ora che la missione aveva preso il via era molto più convinta e autoritaria. "Chi fa il primo turno di guardia?" Chiese Charlotte " Voi dormite, io ho sonnecchiato il mese scorso." "Tu sei matto, non puoi dormire una volta al mese." "Io non sono come voi, sono un essere creato dall'incrocio di due razze che si odiano dall'alba dei tempi. Il prodotto di un amore proibito. Io stesso secondo due mondi non sono altro che un lurido aborto. Vivete vent'anni con questa consapevolezza e poi mi dite come fare a dormire in pace per più di due ore. Sopratutto se non ne avete vero bisogno. E ora dormite. Il Pozzo è lontano, sempre che non si sia mosso dall'ultima tempesta." E su questa nota allegra si chiuse la serata, lasciando i ragazzi a rimuginare su quanto potesse essere difficile comunicare in qualche modo con l'Araldo che, a decisione unanime, ora si chiamava Jack. Il giovane (si fa per dire, in anni terrestri aveva duemila anni) nephilim pensò a quanto fosse stato fortunato. Forse, per la prima volta nella sua vita, poteva stare con qualcuno senza che cercasse di ucciderlo o usarlo come un arma. Forse avrebbe avuto, se non degli amici, almeno delle persone che un minimo tenessero a lui. Era forte, ma nessuno lo è abbastanza da vivere in perenne solitudine. Alzò lo sguardo al cielo. Al contrario del giorno, la notte era bella come poche, pura e semplice, solo le stelle che risplendevano in migliaia di costellazioni senza una logica, cambiando continuamente posizione. Un vento gelido si levò dalle lande, portando i gemiti dei morenti e i ringhi delle belve che li divoravano. Ma il Limbo era quello, miliardi e miliardi di di miglia quadrate di desolazione e solitudine. Come la sua anima.  

La notte passò tranquilla, e le ragazze si svegliarono fresche e riposate. Alcune di quelle che già avevano partecipato a qualche impresa lo ritenevano impossibile, ma nessuno era sparito, e Jack era tranquillo. Si diedero una sistemata, mangiarono un boccone e si misero in cammino. Il sole malato era sorto da un pezzo quando intravidero un bagliore provenire da dietro un ampia formazione rocciosa. "Forse ci siamo, ma preferirei sapere cosa ci aspetta prima di aggirare la parete." "Sara..." "Capito, lo stupirò con i miei fenomenali poteri eccetera eccetera." Le due sorelle di Atena elaborarono al volo un piano. Sara si sarebbe sollevata con i suoi poteri, e avrebbe informato gli altri in tempo reale collegandosi con Jennifer. Intanto Alec cercava di convincere tutti a lasciarlo salire in arrampicata. Angel, calma, gli fece notare di come la parete fosse alta   duecento metri e praticamente verticale, ma lui si ostinò, cercando di salire, salvo per rendersi conto che la roccia si sbriciolava non appena toccata. "Stai bene?" Chiese Annalisa, forse un po' troppo preoccupata. Era caduto da due metri, mica da una montagna. Alec si tiro su al volo e cominciò a pavoneggiarsi, scatenando l'ilarità delle due figlie di Ermes, lo sbuffo seccato di Vitani e altre risate da parte del restante ed eterogeneo gruppo di ragazze. "Andate, e vediamo se il posto è quello." Le due figlie della saggezza si strinsero per un istante, poi Sara cominciò a fluttuare verso l'alto bene attenta a non toccare la parete. Aveva visto molto bene cosa succedeva a quelle pareti appena toccate.  

Arrivò in cima, e sporse lo sguardo oltre la cresta rocciosa. Un pozzo, simile a quello che li aveva portati lì, solo di un rosso intenso, vorticava nella sabbia, con intorno alla quale giravano alcune piccole creature, dall'aspetto innocuo, almeno per lei. Scese velocemente, ma all'ultimo perse la la concentrazione cadendo da quasi cinquanta metri. Neppure lei si sarebbe salvata, ma poi qualcosa la fermò in volo. Vide il volto di Jack, poi notò che stavano scendendo lentamente. Guardò la schiena del ragazzo che l'aveva salvata e le vide. Due ampie ali azzurrine e semitrasparenti che sorreggevano entrambi e li facevano planare dolcemente verso terra. Allora era vero che era mezzo angelo. Il volo fu quasi piacevole fino alla terraferma, dove la sorella la stritolò in un abbraccio, e le altre dimostrarono come fossero felici di rivederla sana e salva. "Allora, cosa hai visto?" " Un pozzo rosso in mezzo alla sabbia, con delle piccole creaturine che si muovevano intorno. Non è troppo lontano, forse un paio di chilometri in linea d'aria. "Questo vuole dire al massimo dieci chilometri a terra, in marcia ragazze" Fece Vitani " Ehm" "E Alec il rompicavoli, adesso andiamo." Si misero in marcia, scivolando sul costolone roccioso, poco più di un metro di roccia fragilissima che scricchiolava a ogni passo. Arrivarono all'altro lato della formazione dopo un secolo, grondanti di sudore e accaldati, un po per la strizza che aveva preso tutti, un po per il sole battente a cui si erano esposti. "Eccolo, la porta per l'inferno è davanti a noi. Purtroppo è nel mezzo della sabbia." "E allora, scusa? Dobbiamo solo camminare su un po di sabbia, dove sarebbe il rischio?" Alec, sbruffone e sfrontato era intervenuto, ancora una volta cercando di fare le cose nel modo più semplice e diretto possibile. "Passa pure, ma i demoni segugi non l'unica minaccia del limbo." Disse l'Araldo, come se fosse pericoloso anche solo il pensiero di camminare sulla sabbia. Alec non gli diede ascolto e si catapultò verso la sabbia a tutta velocità, mentre il braccio sinistro dell'Araldo mutava ancora, dividendosi in segmenti e aperto in punta, come una chela. "Ma che cavolo?" "Tu sei Charlotte, vero? Tira fuori l'arco, e colpisci qualunque cosa sbuchi fuori dalla sabbia. Cerchiamo di evitare che Alec faccia una brutta fine." "Cosa dovrebbe uscire dalla... AAHH!" Un verme enorme era sbucato dalla sabbia, puntando verso Alec, ora immerso fino al ginocchio nella sabbia. "Alec, fatti afferrare dalla frusta, quel verme punta te!" " Quale verm... oh cazzo!" Un enorme verme lungo sei metri, bianco pallido come una larva d'insetto e con quattro appendici marroncine che sbucavano dai lati della bocca, pronte a ghermire il ragazzo davanti a lui, solo che sia Charlotte che Rabella estrassero gli archi e cominciarono a lanciare una fitta pioggia di frecce verso il muso della bestia, mentre l'Araldo lanciava il braccio mutato, che si allungò allungandosi in segmenti e afferrando Alec una attimo prima che questi fosse afferrato dal verme. Lo tirò vero la salvezza, mentre le frecce si conficcavano nel verme, avvelenandolo causandogli un dolore non indifferente, dato il versaccio che emise. " Ecco perché tutto questo è un serio problema, quella era una larva di verme della sabbia, e ce ne dono centinaia in giro. Dobbiamo trovare un modo per passare oltre quella sabbia e finire nel portale." "Non potresti lanciarci? Forte come sei dovresti riuscire a lanciarci proprio nel punto giusto" Disse Vitani "Temo che sia troppo rischioso. Quei bastardi saltano e si fanno due metri con un colpo, e hanno buona mira. No, per passare bisogna fare fuori il genitore." "Il genitore? Vuoi dire che questi non sono adulti?" "Si, come ho detto queste sono solo larve, e il genitore è lungo oltre quaranta metri. Proprio un brutto soggetto, specie affamata, come è sempre. Ci dividiamo. Charlotte, Rabella e Vitani vengono con me. Gli altri allestiscano il campo, e se non torniamo entro due giorni, bhe, tornate al portale e preparate il vostro campo a una battaglia durissima."

Partirono, inoltrandosi nella distesa infuocata davanti a loro, il pallido sole malato che scendeva, 

 

 

 

 

 

*Scusa o drago, ma mi hai attaccato e io mi sono difeso. Non pensavo che il tuo compito fosse tenere al sicuro questo prezioso manufatto

**Pozzo profondo, abisso proibito, apri il portale per il Limbo infinito

 

 
 
 
הימל און גיהנום § ווייטיק און פרייד הימל און גיהנום § ווייטיק און פריידהימל און גיהנום § ווייטיק און פריידהימל און גיהנום § ווייטיק און פרייד

 
Salve a tutti da Poseidonson97. Ragazze, spero che la storia vi piaccia, perché il pazzoide non ha intenzione di fermarsi. Adesso devo dire una cosettta sulle ship. Temo che non ci saranno, perché siete tutte donne etero, e c'è un solo maschio, oppure due, se uno che ha 2000 anni e per il suo fisico sono 20. Ditemi voi, per me va bene tutto. Adesso non mi resta che augurarmi che il capitolo vi sia piaciuto e incitarvi a recensire, recensire e recensire. 
Ciao
Poseidonson97
  
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