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Autore: justapunk_rock    28/06/2014    3 recensioni
Io e Andy avevamo solo qualche mese di differenza, ci conoscevamo da quando suo babbo e mia mamma decisero di frequentarsi per poi decidere di convivere. A quel tempo avevamo soltanto 6 anni ed era come avere sempre il mio migliore amico in casa con cui giocare ed ero davvero felice in sua presenza. Siamo sempre andati d’accordo, abbiamo gli stessi gusti in tutto, abbiamo caratteri tremendamente simili e persino i nostri volti si somigliano, soprattutto per gli occhi chiarissimi. Molti ci scambiavano per veri fratelli ed era divertente vedere la loro reazione quando poi dicevamo loro che non c’era nulla che ci legasse. Io invece lo vedevo sempre più come un migliore amico oltre che come fratellastro: sa tutto di me e io so tutto di lui, so che posso contare su di lui tutte le volte che voglio e viceversa. Non possiamo stare una sola giornata senza l’altro, anche perché sarebbe molto difficile evitarsi sotto lo stesso tetto.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II.
 
Correvo, correvo velocissima. Il fiato iniziava a mancare e le gambe sembravano non riuscire più a tenere il peso del mio corpo. Ma non potevo fermarmi. Quella foresta era immensa e sembrava non voler finire mai. “Alissa, qua!” Sentii qualcuno urlare davanti a me ed intravidi la figura di Andy che mi attendeva alla fine di tutto quell’ammasso di alberi. Mi voltai lentamente dietro dove trovai un incendio che si espandeva molto velocemente fra tutta la vegetazione. Inciampai in una radice ed impiegai una manciata di secondi per liberarmi, il necessario per farmi inghiottire dalle fiamme. Iniziai ad urlare il nome del mio fratellastro, intenta a spegnere il fuoco che aveva avvolto il mio corpo. Sembrava che l’incendio si fosse fermato su di me, come se il suo obbiettivo fossi solo io. Andy corse da me e riuscì a spegnere le fiamme con la sua giacca. Alzò il mio busto dal terreno e piangendo mi strinse a lui. Iniziai a piangere anche io, ma le nostre non sembravano lacrime di felicità. O almeno non tutte.
Ci allontanammo leggermente per poterci fissare negli occhi per secondi che parevano eterni. Quegli occhi color ghiaccio in cui mi sarebbe piaciuto scomparire per sempre. Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò qualcosa trattenendo altre lacrime. “Ti amo.”

Mi svegliai improvvisamente. Avevo gli occhi sbarrati ed avevo il fiato corto. Mi passai una mano sulla fronte sentendo di aver sudato molto. Colpa degli stupidi film horror. Qualcuno si precipitò nella mia camera e quando mi accorsi che fosse Andy il cuore accelerò nuovamente.
“Tutto bene Ali?” chiese sedendosi sul mio letto guardandomi preoccupato. “Sì tranquillo… è stata colpa del film. Sai che faccio gli incubi tutte le volte che guardo un horror!” dissi posando una mano sul cuore e buttandomi di nuovo con la testa sul cuscino facendolo ridere. “Già, ma non avevi mai urlato il mio nome prima d’ora!” arrossì leggermente, cosa che non si notò per via della scarsa illuminazione data dalla fioca luce della luna che filtrava dalla finestra. “Ti ho sognato mentre ti tagliavi i capelli. E’ stato davvero un colpo per il mio cuore.” Scherzai spettinandogli la chioma corvini già scompigliati a causa del cuscino. “Non succederà tranquilla. E se dovrà accadere mi assicurerò che tu non sia presente!” ridemmo insieme e poi si stese vicino a me, così gli feci posto nel letto. “Devo rimanere con te come sempre?” Chiese girandosi verso di me. Iniziai a giocherellare con il mio piercing e poi mi girai anche io verso di lui per rispondergli. “Però non incazzarti se urlo di nuovo e non tapparmi la bocca come l’ultima volta!” feci una smorfia disgustata ricordando la mattina in cui mi svegliai con in bocca i suoi calzini. Lui rise e poi si girò dalla parte opposta alla mia. “Ammetti però che è stata una trovata eccezionale! Non hai fiatato per il resto della notte!” sbuffai e mi girai dandogli le spalle. “Buonanotte Andy.” “Buonanotte Ali.” Sorrisi serenamente e mi addormentai in poco. Mi sentivo protetta vicino a lui e l’incubo aveva perso lentamente significato. Almeno per quella notte.

Quando aprii gli occhi ormai il sole era alto. La stanza era tutta illuminata e Andy dormiva ancora beatamente al mio fianco. Decisi di alzarmi per fare una doccia, così portai l’occorrente in bagno e ci stetti per un bel po’. “Alissa quanto ci metti? E’ un’ora che sei chiusa qui dentro!” Sentì mia mamma richiamarmi da fuori e mi affrettai a vestirmi lasciando i lunghi capelli neri molli ricadere sulla maglia degli Iron Maiden che mi aveva regalato il moro al mio precedente compleanno. “Ho fatto, calma!” Le risposi andando ad aprire con la chiave la porta e lasciandole il bagno libero.
Tornai in camera notando che Andy non si era mosso di un millimetro e mi soffermai ad osservarlo: i lineamenti del suo viso erano semplici, eppure tremendamente belli. Basta Alissa! Mi diedi una sberla mentale e tornai all’armadio per prendere un paio di vans nere. “Signor Batman, mi dispiace disturbarla, ma è iniziata un’altra giornata piena di problemi da risolvere!” Dissi scuotendolo leggermente mentre sul suo volto si faceva largo un sorriso. “Batman è sveglio, ma vuole altri cinque minuti per riposare. La vita da supereroe è davvero pesante, lo sa signorina Biersack?” risi e gli tirai un lieve schiaffetto sulla guancia ricevendo come risposta il mio cuscino dritto in faccia.

Biersack in realtà è il suo cognome, ma mia mamma pensò bene di metterlo anche a me per non lasciarmi nessuna traccia del mio vero padre. O almeno questo è quello che penso io. Lei dice soltanto “Hai 20 anni, fossi in te riterrei molto più mio padre Rob rispetto all’altro!” e infondo aveva ragione, ma mi rattristava non sapere nemmeno il nome dell’uomo che aveva contribuito a mettermi al mondo.

“Oggi non ci sono a pranzo, vedete di non dare fuoco alla casa per preparare da mangiare, ok?” ci disse Amanda mentre io e Andy finivamo di fare colazione ed annuivamo. Finito di mangiare, aiutai mia mamma a ripulire il tavolo, poi raggiunsi il mio fratellastro sul divano intento a guardare qualcosa in televisione.
“E se oggi andassimo a mangiare al fastfood con gli altri?” Mi chiese girandosi verso di me. L’idea mi pareva splendida, era ormai quasi una settimana che non uscivo con gli altri ragazzi. “Sì!” Sorrisi contenta e Andy mi seguì a ruota per poi estrarre il suo cellulare da una tasca dei calzoni della tuta per poi chiamare Jeremy. Ascoltai con impazienza la loro conversazione sperando vivamente che sarebbero potuti venire con noi. Sapevo che avrebbero accettato anche se avessero avuto un milione di impegni, ma quando il moro confermò i miei pensieri mi sentii più sollevata.

Andy posteggiò la macchina nel parcheggio davanti al fastfood dove ci aspettavano già gli altri. Come al solito eravamo in ritardo. Scesi dalla vettura e chiusi lo sportello, aspettando che il mio fratellastro facesse lo stesso, poi ci avviammo insieme verso l’entrata. “Eccoli finalmente!” corsi incontro ad Ashley che mi abbracciò e mi salutò facendomi piroettare in aria.
Avevo legato un casino con Ash, era il mio migliore amico. Quando avevo un problema era il secondo a saperlo, subito dopo di Andy. E poi è sempre stato di grande aiuto durante le mie giornate di shopping che consistevano in:entrare nel nostro negozio preferito dove vendevano un sacco di vestiti punk, provarne quaranta mila, comprarne uno solo uguale a cento altri sepolti nell’armadio. Ma era comunque divertente.
 “Quanto tempo Ali!” disse posandomi poi a terra. “Già, voi e i vostri continui ritrovi fra maschi!” ammiccai stringendo le braccia al petto e facendo apparire un’espressione perplessa sul suo volto. Cos’avevo detto di sbagliato? “Bene, andiamo ad ordinare che muoio di fame!” intervenne Andy che ci spinse tutti a fare la fila per prendere i nostri pranzi, mentre lui ed Ashley andarono a procurarci un tavolo abbastanza spazioso dove poterci entrare tutti comodamente. “Christian, non credi che Andy si stia comportando stranamente?” gli chiesi continuando a fissare il mio fratellastro che spiegava qualcosa ad Ash mentre quest’ultimo ascoltava attentamente. Intanto Christian si guardava intorno, come se stesse cercando aiuto. “Ma che dici… Andy è sempre stato così! Almeno, io non lo trovo differente.” Disse sorridendomi e dandomi un buffetto sulla guancia. Sbuffai. Mi stavano nascondendo qualcosa.

Il pranzo passò velocemente fra battute e risate. Adoravo passare il tempo con loro proprio per questo.  “Bene, adesso che ne dite se alziamo il culo da queste sedie scomode e andiamo un po’ a casa di Ashley?” chiese Jake stiracchiandosi e passandosi le mani sulla pancia. Ashley rise. “Perché proprio a casa mia?” Andy lo fulminò con un’occhiata e Ash ammutolì sorridendo in segno di perdono al moro di fronte a lui. “Va bene, tutti a casa mia!” si misero tutti a ridere. Tutti tranne me. Non capivo il motivo di tutte quelle frecciatine, ma di lì a poco giurai che lo avrei scoperto.
Pulimmo il nostro tavolo posando i vassoi sull’apposito contenitore, ma quando mi girai per seguire gli altri, mi scontrai con qualcuno facendogli rovesciare l’intera coca-cola sulla maglia. “Oh Dio, scusami! Non ti avevo visto!” mi affrettai a dire portandomi le mani alla bocca mentre lui raccoglieva il contenitore ormai vuoto dal pavimento. “Niente tranquilla, non è successo nulla!” Si girò verso di me e i suoi occhi si incontrarono con i miei. Verdi come l’erba in piena estate. Il suo viso era così bello che per qualche secondo ebbi problemi per respirare. “Posso sdebitarmi in qualche modo?” riuscii semplicemente a dire vedendo che se ne stava lì zitto a guardarmi. “Oh non lo so… ti andrebbe di bere un’altra bibita con me uno di questi pomeriggi?” arrossii leggermente alla proposta ed annuii sorridente contagiandolo. “Ah, io mi chiamo Oliver.” “Piacere, Alissa.” Mi sorrise di nuovo e ci stringemmo la mano. Poi ci scambiammo i numeri e posai di nuovo il cellulare in tasca. “Alissa ti vuoi dare una mossa?” mi girai verso la voce trovando il mio fratellastro ad aspettarmi. Mi ero completamente dimenticata di Andy alla porta, così salutai velocemente Oliver e raggiunsi il moro.
Salimmo in macchina e ci allacciammo le cinture, poi mise in moto con destinazione casa Purdy. “La signorina Biersack ha fatto conquiste?” chiese soffocando una risata senza distogliere lo sguardo dalla strada. “No, gli ho fatto rovesciare tutta la coca-cola addosso e così per sdebitarmi un giorno uscirò con lui per bere qualcosa.” Gli dissi sorridente. “Che scusa idiota. L’immaginazione è andata a farsi fottere!” risi a quell’affermazione, poi sembrò più serio e intenzionato a scoprire chi fosse. “Come si chiama?” “Oliver.” Potei notare la sua stretta sul manubrio farsi più forte e il suo colorito diventare ancora più bianco. “Andy tutto ok?” chiesi accorgendomi che c’era qualcosa che non andava. “Credo di sapere chi è, e non ti assicuro nulla di buono.” Inarcai le sopracciglia.
Andy aveva avuto in precedenza “scontri” con alcuni ragazzi di queste parti, sempre per via del suo abbigliamento o della musica che ascolta. Ma la meglio l’aveva sempre lui, anche se gli altri non smettevano di stargli fra i piedi.
“Non puoi essere sicuro che sia uno di loro, non lo hai visto.” Dissi cercando di auto-convincere me più che il moro. Sapevo che quando lui diceva una cosa aveva delle valide ragioni. “L’ultima volta che è venuto a rompermi ero appena uscito da quel locale e lui sembrava fosse arrivato dalla porta del retro.” Calò il silenzio fino a quando finalmente raggiungemmo casa di Ash e la mia voce si espanse per tutta la macchina. “Ah Andy?” “Cosa?” chiese lui ancora un po’ scosso per il fatto di Oliver girandosi verso di me. “So che mi stai nascondendo qualcosa.” Iniziai a guardarlo male ed un ghigno divertito apparve sul suo volto. “Anche Batman nasconde la propria identità.” Mi rivolse l’ultimo sorriso divertito ed uscì dall’abitacolo, seguito a ruota da me.

Gli altri erano arrivati insieme a noi, così Ashley aprì la porta di casa e ci fiondammo tutti dentro. Christian, Jake e Jeremy corsero subito nel garage, mentre noi altri ci sedemmo nel divano del salotto. “Che sono andati a fare in garage? Le birre non le tieni in cucina?” Ash rise e poi si girò verso la porta che portava al piano inferiore. “Non sono andati a cercare la birra infatti.” “Ah strano, e cosa?” “Una benda!” Jake comparve dal nulla e mi fece sobbalzare, mentre passava il filo di tessuto elastico nella mano di Andy che iniziò a fissarmi. “Oh no, cosa vuoi fare? Sono troppo giovane per essere stuprata!” Dissi cercando di allontanarmi mentre il moro si avvicinava ridendo cercando di bendarmi gli occhi. Ashley mi bloccò prontamente da dietro ed imprecai in silenzio mentre il mio fratellastro si assicurava di legare bene la benda. “Tranquilla, niente orge. Ti piacerà!” Sentì qualcuno afferrarmi per il polso ed iniziare a guidarmi per le scale che conducevano al garage. Finiti gli scalini continuarono a trascinarmi, fino a farmi mettere a sedere su uno sgabello. “Quando te lo dico io, togliti la benda, ok?” sentì la voce di Andy davanti a me, a qualche metro di distanza. “Va bene.” Portai le mani sul velo nero che mi impediva la vista ed aspettai il segnale del moro. “Ok, toglila.” Sfilai la benda e non potei non rimanere senza parole alla vista di ciò che avevo davanti a me. “Non ci credo... Siete una band!”

 
Ecco il secondo capitolo, spero sia decente e non pieno di errori :(
Non credo che riuscirò ad aggiornare presto perché mi si è fuso il caricatore del computer e adesso ne sto usando uno di alcuni miei amici perché dovevo stampare le tesine per gli esami che ho fra due giorni (poor me.).
Esatto, Alissa ha sognato Andy, Andy e gli altri hanno una band, Alissa fa di cognome Biersack e ha anche incontrato Oliver, ragazzo che dice il moro non sia bene frequentare *tantantaaan!* 
Adesso vado che dovrei davvero studiare un casino, ma non ho voglia ç.ç 

Cercherò di aggiornare il prima possibile, e nel frattempo mi piacerebbe tanto tanto trovare almeno una recensione, anche costruttiva, una in cui mi insultate, una in cui mi fate i complimenti... per me è indifferente, basta ci sia un valido motivo ahahahah

justapunk_rock

 
   
 
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