Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: jeanny991    28/06/2014    3 recensioni
E se Akane, dopo il matrimonio fallito, in preda allo sconforto finisce per pensare che sarebbe stato meglio non aver mai incontrato Ranma? E se Akane si ritrova improvvisamente in una realtà, nella quale questo suo pensiero si realizza, dove vi sono tutti i personaggi che Ranma ha portato a Nerima ma nessuno di questi ha mai conosciuto il ragazzo col codino e lei è l'unica che ne conserva il ricordo? Come potrebbe reagire la nostra protagonista?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Capito settimo
 

Io non sono il più grande maestro di arti marziali del mondo. Non le pratico. Seppur mi piacciano, non ho mai avuto l’abilità per apprenderle.

Quelle parole continuavano a vorticare nel cervello di Akane, la quale cercava di assimilarle, comprenderle e dargli un senso compiuto. Ranma Saotome non aveva l’abilità di apprendere le arti marziali?! Non riusciva a crederci. Continuava a rimanere inerme, appoggiata al petto del ragazzo, il quale aveva smesso di stringerla, adagiando le braccia lungo il proprio corpo. Sembrava che quell’ammissione fosse stata, per lui, qualcosa di doloroso. Nessuno dei due mostrava la volontà di scansarsi, stesi sul tatami, erano persi nei meandri delle loro menti, non accorgendosi neppure del ritorno di Nodoka Saotome.
- Oh! – fu l’esclamazione della donna che riscosse i due giovani. Subito presero le distanze, rossi come pomodori.
- Scusatemi cari, non volevo interrompervi. – continuò la madre di Ranma, compiaciuta.
- Mamma che dici?! Non c’era niente da interrompere! Non la conosco e mi si è buttata addosso dopo avermi dato un sonoro schiaffo! Sei tu ad aver fatto entrare questa pazza?! –
- Ehi non chiamarmi pazza maleducato! – Akane rispose all’offesa più per riflesso condizionato che per reale irritazione. Ranma, non aveva tutti i torti. In quel mondo non si conoscevano. Era normale che il ragazzo l’avesse presa per una fuori di testa.
- Sarei io il maleducato?! Ti ricordo che la cinquina rifilatami un attimo prima è stata opera tua! Non sei per niente carina!! – quell’ultima esclamazione fece sussultare la Tendo. Un’onda nostalgica la investì. Da quanto non gliela sentiva pronunciare? Troppo tempo. Sebbene non fosse un complimento, quella frase era diventata una delle colonne portanti della relazione dei due fidanzati.
Baka e non sei per niente carina. Akane e Ranma.

- Suvvia Ranma, non essere così adirato. Lei è Akane Tendo. Sarebbe dovuta essere la tua fidanzata. -Nodoka rivolse un ampio sorriso ai ragazzi che la guardarono con non poca sorpresa.

Akane fu gentilmente invitata dalla madre di Ranma a fermarsi per pranzo e mentre veniva consumato il pasto, la signora spiegò come, andando dalla vicina di casa, le fosse venuto in mente che il cognome Tendo era stato pronunciato diverse volte dal marito. Si ricordava che Genma aveva preso accordi matrimoniali con il suo amico, nonché compagno d’allenamento negli anni giovanili. Siccome Soun Tendo non aveva avuto eredi maschi che potessero dirigere la palestra di arti marziali, era stato deciso che una delle sue figlie sarebbe andata in sposa a Ranma, assicurando alla palestra un ottimo futuro. Con tale scopo, il signor Saotome cercò di insegnare le arti marziali al proprio figliolo. Tuttavia Ranma si rivelò immediatamente incapace di praticarle.
Mentre Nodoka raccontava, Akane osservava come lo sguardo di Ranma si rabbuiasse progressivamente.
- C’è qualcosa di strano nell’inabilità di Ranma. In tutti gli altri sport, è sempre stato un fenomeno. Adesso, per esempio, è il capitano della squadra di atletica del suo liceo. Nelle arti marziali, invece, è come se ci fosse un blocco interiore che gli impedisce di coordinarsi… - 
A quel punto Akane capì. Non si trattava di un blocco interiore. Era l’incantesimo che aveva fatto nascere tutto quell’universo alternativo. Se Ranma non era un mastro d’arti marziali, il matrimonio e l’unione tra la scuola Tendo e la scuola Saotome non poteva avvenire. Così i due giovani non si erano mai incontrati e lo stesso discorso era valso anche per tutti gli altri conoscenti di Ranma. Ryoga, Shan-pu, Mouss, Obaba, Ukyo erano connessi al ragazzo col codino dalle arti marziali. Senza di esse, non si era instaurato nessun rapporto. Tuttavia, quelle persone erano presenti a Nerima e la Tendo li conosceva, esattamente come aveva espresso quella sera di due settimane prima. Quella realtà era stata creata appositamente per lei.

Un altro pensiero le sorse spontaneo. Non avendo praticato alcun tipo di allenamento marziale, Ranma non era mai stato in Cina. Ciò significava che non era maledetto, era un uomo completo. Eppure, osservandolo, la ragazza poteva scorgere l’ombra dell’infelicità.
- Mio marito, non ha accettato questa situazione e se ne è andato di casa. Ogni tanto torna, poi riparte per allenarsi. Per me non ci sono problemi, al contrario. Mio figlio è virile, forte e bello. Tanto mi basta! – concluse soddisfatta la signora Saotome.

Akane si sentiva ancora una volta frastornata. Non sapeva se fosse meglio raccontare la verità e le ragioni per le quali era piombata lì oppure lasciare perdere, inventare una scusa e tornarsene a casa.  Sul suo fidanzato non gravava il peso di alcuna maledizione, aveva potuto vivere un’infanzia tranquilla accanto a sua mamma senza rischiare la sua vita in continuazione a causa delle assurde situazioni in cui lo invischiava Genma Saotome e tra queste vi era anche l’accordo matrimoniale. In una parola, Ranma era libero.
Akane, dal canto suo, in quelle due settimane aveva dovuto ammettere quanto sola si fosse sentita. La sua vita era diventata tranquilla e terribilmente vuota. Aveva vissuto nell’apatia, quei giorni. Perciò, egoisticamente sentiva l’esigenza di dovergli parlare onestamente, di chiedergli aiuto per uscire da quella realtà e ritornare in quella originale dove lui era il baka e lei la ragazza per niente carina.
Nella lotta interiore che la Tendo stava sopportando prevalse la parte egoista. Tuttavia, il suo egoismo non era fine a se stesso, era dettato dal sentimento ormai innegabile che Akane provava per Ranma: l’amore.
Alla domanda del giovane circa il suo arrivo a casa Saotome, quel giorno, Akane decise di dire la verità.
 Rivelò la falsità di quel mondo, costruito per soddisfare lo sciocco orgoglio di una ragazzina e per spiegarsi meglio, evitando nuovamente di essere additata come pazza, decise di esporre la loro storia, così com’era iniziata.

Ripercorse tutti i momenti salienti del loro rapporto. Il primo incontro, nel quale Akane aveva dato fiducia ad una Ranma ragazza scoprendo poi nel bagno che si trattava di un uomo con una maledizione fastidiosa e utile, al medesimo tempo, da sopportare. Elencò tutte le persone bizzarre che con Ranma erano giunte a Nerima. Raccontò di Shan-pu, sua pretendente, che aveva cercato di cancellarle la memoria e lui si era prodigato per impedire che lei non lo dimenticasse mai più. Poi fu il momento di parlargli di come ad una sfida di pattinaggio artistico Ranma l’avesse difesa dalle molestie di Sezenin. Riassunse come entrambi si fossero aiutati a vicenda nell’uscire indenni da casa Kuno nonostante le follie di Kodachi e Tatewaki e di come il giovane Saotome avesse assaggiato il suoi venefici biscotti per di farla sorridere. Ricordò che, quando lei aveva ingerito al mare una di quelle perle che facevano innamorare una persona del sesso opposto a prima vista, lui accettò di farsi guardare da Akane pur di evitare che fosse Happosai a farla innamorare. Parlò della recita scolastica, nella quale Akane impersonava Giulietta e Ranma che, inizialmente aveva acconsentito al ruolo di Romeo solo per tornare in Cina, alla fine aveva ammesso di essersi preoccupato tutto il tempo per lei. Raccontò di quella volta in cui il ragazzo aveva perso la forza e Akane si era gettata nel Hiryu Shoten Ha per recuperare il foglio con l’immagine del corpo umano. Fu la volta di ricordare il rapimento di Collantaro e del soccorso immediato di Ranma pronto a rischiò anche la vita. Non poteva non menzionare la vicenda di Ryugenzawa, la grande svolta del loro rapporto. Era stata palese la sofferenza di entrambi nel pensare di essere prossimi alla rottura. Al contrario, si era trattato tutto di un fraintendimento, avevano lottato insieme contro il mostro a otto teste ed insieme erano tornati a casa, tenendosi per mano.

Le parole, per descrivere tutte le avventure che avevano vissuto assieme, uscivano come un fiume in piena. Allo stesso tempo Akane si sentiva “sdoppiata”. Una parte di lei era seduta a pronunciare quel lungo monologo di fronte a madre e figlio, rimasti incantati da tutti quei racconti straordinari; l’altra parte stava osservando dall’esterno la scena e ascoltava attenta. A quest’ultima venne da paragonare tutta quella storia infinita ad una musica classica occidentale che le era capitato di udire, passando di fronte al club di musica, in un pomeriggio scolastico. La melodia aveva subito attirato la sua attenzione quindi aveva chiesto ai compagni il nome della composizione: il Bolero di Ravel. Il presidente le aveva spiegato che si trattava di una successione di ripetizioni di due temi principali A e B, disposta in un graduale e continuo crescendo, dal pianissimo iniziale fino al maestoso finale, per un totale di diciotto sequenze musicali*. Adesso aveva inteso la ragione per la quale quel brano musicale l’aveva tanto affascinata. Ripercorreva il dispiegarsi della loro relazione, la quale era una sequenza di due momenti principali: i litigi, spesso dettati dalla gelosia, e la fiducia incondizionata di essere completi stando insieme. Quest’ultima componente li induceva ad abbandonarsi completamente l’una nelle mani dell’altro in caso di pericolo. Ed era stato un continuo crescendo quel rapporto, dai primi attimi nei quali cominciavano a dimostrare un reciproco interesse, per salire sempre più fino a raggiungere il gran finale: gli avvenimenti sul monte Hooh. Ranma e Akane avevano messo completamente a repentaglio le proprie vite per salvarsi a vicenda.

Mentre la ragazza ripercorreva i fatti quel senso di “sdoppiamento” scomparve. L’Akane che parlava e l’Akane che guardava dall’esterno si erano riunite e nell’attimo in cui nella mente le si componevano le frasi, si riproducevano le sensazioni, le emozioni, le paure e tutti i sentimenti provati. Lei aveva protetto il fidanzato dall’assorbimento di Safulan, disidratandosi, rischiando di non riaprire più gli occhi. Ugualmente, Ranma si era battuto sino alla stregua delle forze per riportarla alla sua forma originale. A scontro concluso, quando il ragazzo non aveva visto la sua fidanzata riprendere coscienza, l’aveva stretta a sé e aveva ammesso di non essere stato capace dirle cosa sentiva per lei. Perché Ranma Saotome poteva essere un grande lottatore però con i discorsi non se la cavava proprio. Infine, aveva urlato il suo nome. Se il corpo di Akane era intorpidito, non consentendole alcun movimento, il cervello era ben vigile, in grado di percepire la sofferenza del giovane insita in quel grido.
Lacrime calde avevano rigato le guance dei due giovani appena i loro occhi si erano rincontrati. Lacrime di felicità. Akane, allora, aveva avuto la consapevolezza di essere amata dal ragazzo con il codino.
Tuttavia il fallimento del matrimonio aveva offuscato la presa di coscienza della Tendo minore. Si era sentita rifiutata e credeva di aver frainteso i sentimenti del fidanzato. Ripensandoci ora, Ranma, il giorno del matrimonio, non scappava da lei, quanto dalla celebrazione delle nozze. Effettivamente per due sedicenni, poco più che adolescenti, era troppo. Non erano abbastanza maturi per affrontare un impegno simile. Dovevano innanzitutto sistemare le proprie vite e dichiararsi esplicitamente.

 Ranma, timido e orgoglioso com’era, non avrebbe compiuto il primo passo. Akane si rendeva conto di dover essere la prima a reagire se non voleva perdere definitivamente l’unica persona che avrebbe potuto amarla per davvero. Perché, a differenza di tutti gli altri spasimanti della ragazza, Ranma la vedeva per quello che era: semplice e onesta, pronta a farsi in quattro per aiutare qualcuno. Non l’aveva idealizzata in base alla forza e alla bellezza. Era vero che spesso la scherniva, facendola andare in bestia, ma quello era un modo tutto suo per attirare l’attenzione della fidanzata. Dopotutto era cresciuto senza una figura materna che gli spiegasse come ci si comporta con il gentil sesso. Certo, non era totalmente giustificabile e Akane non avrebbe smesso di fargli pagare le conseguenze per ogni battuta sciocca. Loro erano Ranma, il mezz’uomo, e Akane, il maschiaccio. Solo così si completavano.

La Tendo sarebbe potuta rimanere in quella realtà dove Saotome era un normalissimo sedicenne, magari gentile e rispettoso. Magari si sarebbero conosciuti per bene e si sarebbero comunque innamorati. Magari avrebbe condotto un’esistenza tranquilla, dove tutti sono amici.
Eppure Akane Tendo preferiva di gran lunga il vero mondo perché era lì che, tra maledizioni, magie, divinità, intrugli cinesi, sfide di arti marziali o di altri sport, aveva potuto conoscere Ranma Saotome, imparare a fidarsi del ragazzo, a trovare in lui un appoggio irrinunciabile e ad innamorarsi concretamente di qualcuno. Non aveva senso essere la più forte del quartiere se non vi era nessuno pronto a stimolarti (anche se in modo stupido) per migliorare.
Era nella realtà in cui erano fidanzati che Akane si sentiva veramente se stessa ed era in quel luogo che voleva assolutamente tornare.



*non essendo un’esperta di musica la descrizione del Bolero l’ho presa da Wikipedia


Angolo autrice:
Questo capito è stato un parto! Tutta l’introspezione e il sentimentalismo che ho indicato nelle note è racchiuso qui. Spero non risulti troppo pesante ma era necessario per esprimere le motivazioni che inducono Akane a tornare a casa. L’interpretazione che Akane da della sua storia con Ranma è il mio punto di vista, costruitosi attraverso la lettura del manga e sulla base di alcune esperienze personali che mi hanno fatto in parte immedesimare in Akane. Siete liberissimi di con condividerlo e anzi mi piacerebbe molto sapere quali sono i vostri pareri. Poiché non è stato semplice mettere per iscritto certi concetti ci potrebbero essere delle ripetizioni o degli errori. In tal caso comunicatemeli così provvedo subito a sistemare. Ringrazio sempre tutti coloro che leggono, mettono la storia tra le seguite, le preferite e che recensiscono!! Grazie mille!!! Sayonara a tutti!
 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: jeanny991