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Autore: Half_Feather    28/06/2014    5 recensioni
Lui non aveva ancora imparato che il ghiaccio, vicino al fuoco, finiva sempre per sciogliersi.
Lei non aveva capito, invece, che anche i suoi occhi glaciali la riscaldavano.
Lei era il suo soffio vitale, un sole, mentre lui era come la neve; era freddo, ma spettacolare.
Insieme formavano la contraddizione più grande del mondo.
Nonostante lui fosse freddo, sapeva sorridere; lei lo aveva visto.
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Secondo capitolo ─ La Sala Comune Serpeverde.


Nei pressi del lago del castello di Magia e Stregoneria di Hogwarts, il Lago Nero, i sotterranei ospitano una sala fredda ed illuminata solo dalle strette vetrate, le cui figure, sopra raffigurate, rappresentano creature marine di vario genere. Trovandosi la sala accanto alle acque, la luce che vi entra ha tonalità verdi, infatti è il buio a regnare.
Freddo ed oscurità, che clima.
La sala è arredata con divani e poltrone in pelle nera, ci sono cinque camini di pietra e sopra di essi sono presenti ritratti e figure, naturalmente in movimento. Nella parte ad est è situata la biblioteca, ove grossi scaffali sono riempiti con manoscritti di Merlino e libri alchemici. Volumi grossi, con fogli di pergamena che profumano di nuovo e, altri ancora, invece, di antico. Alcuni libri hanno l’aspetto di qualcosa che non dovrebbe essere lì, perché oscuro, perché libri di magia nera rubati dal reparto proibito della biblioteca della scuola; questa, tuttavia, è solo apparenza, perché i volumi sono tutti assolutamente innocui.
La sala è abbellita da un lungo tavolo in legno scuro che, oltre ad avere questa funzione decorativa, è utilizzato dagli studenti per studiare le materie magiche obbligatorie e facoltative del corso. Una scala a chiocciola in mogano, le cui rifiniture rappresentano serpenti intarsiati nel legno, porta ai dormitori maschili e femminili; si arriva ad un lungo corridoio, in cima, da cui si accede, per l’appunto, ai propri dormitori annuali. Lì si trovano poltroncine e letti a baldacchino con tende di colori verde e argento. Ancora freddo ed oscurità.
Siamo nella Sala Comune Serpeverde.


****

«Il viaggio non è stato estenuante come credevo».
«È stato davvero rilassante, infatti. Mi dispiace per mia sorella, però. Anche quest’anno rimarrà sola a casa e non vorrei che fosse triste» dice un bambino di dodici anni di nome Albus Severus Potter. «Dove vai?»
«Voi sarete anche riposati, ma io ho intenzione di dormire per le prossime tre ore. Non svegliatemi se non per motivi di grande importanza; che so, ad esempio se la scuola va a fuoco o se veniamo attaccati dai dissennatori».
«Noah, non è che adesso i dissennatori ci attaccano ogni anno, sai? Voldemort è morto da tempo ed ormai non ci sono più i suoi seguaci».
«Credi quello che vuoi, Albus, ma io dico che bisogna stare sempre all’erta, perché potrebbe spuntare fuori da un momento all’altro un nuovo Signore Oscuro; non che io debba avere paura, grazie al cognome che porto. Be’, buonanotte!»
Noah Walden Nott è un bambino di soli dodici anni, eppure ha un cervello niente male, anche se durante le lezioni non ha nessuna intenzione di usarlo. Non è attratto dalla scuola e, data la giovane età, non è attratto nemmeno dalle belle ragazze ─ o almeno non ancora. Noah ha gli occhi marroni ed i capelli scuri, ha la carnagione chiara ed un viso ancora più pallido; le guance, rosee, sono l’unica eccezione. È un bambino mingherlino ed abbastanza alto per la sua età, come i suoi amici Scorpius ed Albus. Arrogante e pieno di sé, vuole avere sempre l’ultima parola.
Sale le scale della Sala Comune fino ad arrivare al dormitorio maschile del secondo anno, lasciando soli i suoi due compagni, seduti su alcune poltrone nere davanti a uno dei cinque camini.
«L’anno prossimo potremo scegliere alcune materie facoltative; chissà se Divinazione è una materia tanto sciocca come dicono» riprende a parlare il dodicenne dagli occhi verdi ed i capelli dello stesso colore della pece, Albus. «Magari potrebbe piacermi. Che ne dici se frequentiamo quel corso?»
«Tu pensi troppo al futuro» si sbriga a dire l’altro.
«Scorpius, tu pensi troppo e basta, invece. In treno non hai detto una parola. Stai bene?»
«Sono solo stanco» conclude con falsa naturalezza.
Scorpius ha la testa fra le nuvole; i motivi non sono ben chiari, ma qualcosa lo turba, in qualche modo.
Voglio ricordarvi, cari Babbani, che io sono la figlia di Lily Luna Potter e vi posso raccontare unicamente ciò che mi è stato detto. Hey, tu, ti ho visto, butta nel cestino quella cartaccia, il pavimento non è mica il secchio della spazzatura! Oh, sì, proseguiamo il nostro racconto. Be’, dicevamo?
Albus vorrebbe scoprire cosa ha l’amico, ma decide di non farlo e di rispettare la sua privacy; sa, comunque, che lui non gli direbbe niente, riservato com’è.
Come se nascondesse chissà quale segreto
, pensa Albus. Riprende, allora, a parlare. «A proposito, cosa ti ha detto Lily alla stazione?»
«Tua sorella?»
«Quante Lily conosci?»
Il giovane Malfoy scrolla le spalle ed Albus decide di accontentarsi di tale risposta; magari avrebbe potuto chiedere ciò che voleva a sua sorella.
«Sarà meglio andare di sopra, mia madre ha detto che devo controllare che tutto sia in ordine, nel dormitorio» avverte Scorpius, troppo impegnato a parlare e fissare le proprie scarpe da non notare l’espressione confusa dell’amico, che ribatte. «Ci pensa già la scuola. I letti sono tutti pronti ed i bauli sono di sopra che ci aspettano; non devi far nulla!»
«Be’, mia madre vuole comunque che io controlli che sia tutto a posto. Sai, qualche settimana fa stavamo girando per Londra e abbiamo sentito alcuni Babbani dire che spesso si trovano le siringhe o qualcosa del genere nei letti degli alberghi. Da quel momento, mia madre ha una fissa non solo per l’ordine, ma anche per il controllo. Dai, Al, accompagnami».
«Aspetta!»
«Chiariremo in futuro la questione su Lily, ora possiamo andare di sopra?»
Il volto di Albus si macchia di rosso ed un grugnito sorpassa le sue labbra, così che lui possa poi dire «Punto primo: parla come mangi. Perché devi usare certe parolone? “Chiariremo in futuro”». Ma l’amico non fa in tempo a dire altro, a parte «Senti chi parla, qui sei tu il filosofo!» poiché il Potter ha già ripreso a parlare. «Punto due: so che sei pazzo di mia sorella (e nel caso non l’avessi capito, il mio è solo sarcasmo), Scorpius, ma avevo in mente un’altra cosa; che ne dici di venire a casa mia al cenone della Vigilia di Natale? Mancano ancora più di tre mesi, hai tempo per decidere e, in caso positivo, convincere anche i tuoi a mandartici e venire con te».
Scorpius arrossisce lievemente quando Albus usa il sarcasmo; è vero, non è innamorato della minore dei Potter, ma sentirsi dire di essere innamorato di qualcuna, che sia giusto o meno, lo mette sempre in imbarazzo; l’argomento “ragazze” non è trai suoi preferiti. Strizza un momento gli occhi e presto guarda l’amico con espressone interrogativa, il volto adesso pallido e freddo, immaginando come sarebbero potute andare le cose se lui avesse accettato: i Weasley ed i Potter, alla Tana, troppo impegnati ad urlare “passate il sale!”, “no, datelo a me!”, “non litigate!” o roba simile (il caos totale, per capirci), alla cena della Vigilia, quando all’improvviso arrivano i Malfoy e la scena diventa fredda e tutt’un tratto calma; tutti tacciono e guardano male i tre che entrano, Scorpius si siede accanto ad Albus e Draco osserva in piedi, accanto alla porta, la moglie che si avvicina a Ginevra Weasley con l’intenzione di ringraziarli dell’invito, ma tutta la famiglia si allontana dagli ospiti per il nome che portano e…─
Scuote la testa per tornare alla realtà, dicendo «E poi sarei io ad usare certe parolone, eh!»
Così Scorpius dà una pacca sulla spalla ad Albus per spingerlo in avanti e condurlo verso le scale che portano ai dormitori; Albus sale per primo le scale, ma, non udendo i passi dell’altro dietro di lui, si volta ed inclina il capo con aria confusa. Non aveva intenzione di salire?
«Va’, ho dimenticato di salutare una persona, ti raggiungo fra un attimo», e così dicendo, attende che l’altro abbia salito un numero esiguo di scalini per sedersi all’enorme tavolo della Sala Comune.

****

“Cara mamma,
ho parlato con Scorpius e, nonostante fosse molto timido nell’accettare la nostra proposta, ha detto che sarebbe venuto volentieri con la sua famiglia alla Tana per il cenone della Vigilia, quest’anno. Mi ha chiesto, inoltre, di ringraziare tutti voi da parte sua e, anche se non mi ha posto questa domanda in maniera diretta, ho intuito che non sapesse con certezza se dovesse portare un regalo ad ogni membro della famiglia. Cara mamma, noi Potter e Weasley, insieme, siamo davvero tanti, quindi ho suggerito a Scorpius di portare il regalo solo a me, che sono suo amico. Non vorrei che spendesse un sacco di soldi per tutti quanti, inoltre non sono sicuro che gli altri abbiano intenzione di regalargli qualcosa.
Comunque sia, sono molto felice che abbia accettato di trascorrere il Natale con noi. Pensavo… che ne dici se lo facciamo restare a dormire a casa nostra anche per qualche giorno? Solo lui, naturalmente; i genitori resteranno alla Tana solo la sera della Vigilia e, a proposito, trattate bene i Malfoy, per favore. Cercate di non litigare, almeno quest’anno.
Adesso devo proprio andare, quindi ti saluto. Mi manchi già da morire, mamma.
Ci vediamo a Natale! Salutami Lily e papà, la prima salutala anche da parte di Scorpius.
Con affetto,
il tuo Albus.

Post Scriptum: fino ad ora, James non ha combinato guai; d’altro canto, siamo qui da pochissimo.
Post Post Scriptum: quasi dimenticavo! Il banchetto di inizio anno è stato delizioso, c’erano un sacco di dolci squisiti, mamma! Deliziosi quasi quanto i tuoi!”


Un sorriso soddisfatto si dipinge subito sulle labbra del giovane Malfoy. Posa la piuma sul tavolo, dà un’occhiata generare alla lettera, chiude la boccetta dell’inchiostro ed arrotola delicatamente il foglio di pergamena, che mette ora nella sua tasca; metà foglio esce dalla tasca della divisa, data la grandezza. Non deve far altro, adesso, che prendere in prestito un gufo dalla guferia della scuola e spedire la lettera a Ginevra Weasley.
Farsi passare per Albus non può essere di certo un crimine, per una volta.
L’unico inceppo nel suo piano, se così può essere definito, è che la risposta l’avrebbe potuta leggere anche Albus, ma in fin dei conti non avrebbe più avuto importanza, perché ormai lui ciò che voleva far sapere alla signora Potter e domandarle l’aveva scritto sul foglio e tutto, poi, sarebbe finito per il meglio.
Per fortuna, inoltre, la calligrafia del giovane Malfoy, leggermente modificata in quel caso, è molto simile a quella del bambino dai capelli corvini, quindi, come si dice in certi casi, “no problem”. Fiero delle sue azioni, adesso, sale le scale che lo conducono al dormitorio, dove Albus lo attende.
“Ci vediamo a Natale, Potter rossa”.

Lily Luna, Scorpius ed il resto del mondo, uno pari.

«Potter, il tuo stupido gattaccio l’ha fatta nel mio letto!» urla intanto Noah al piccolo Albus, mentre Scorpius si sbriga ad alzare gli occhi di ghiaccio al cielo e sospirare, consapevole che dovrà far calmare l’altro compagno di dormitorio, Noah Nott, o comunque difendere Albus.

   
 
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