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Autore: Hidalgo_Aragorn    29/06/2014    2 recensioni
Bella Hale vive con i suoi due gemelli nella casa che suo padre ha comprato con la nuova moglie, che puntualmente ha già 3 figli e sono i più popolari della scuola.
Ma sia Bella in dolce attesa, che Edward suo fratellastro, futuro padre, scopriranno di avere molto in comune ...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Sorpresa | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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pre-capitolo: scusate se rompo, ma volevo spiegare l'esistenza dei prossimi 3 capitoli, sono capitoli ispirati a quello che la mia fervida immaginazione ha creato per i Cullen e gl'Hale, dopo che Bella se n'è andata con Nathan, sono 3 capitoli dove non parla solo Edward (anzi), da quello che inizierà tra poco capirete come ho iniziato a stimare Emmet (non che non lo stimassi anche prima soprattutto in BD con il braccio di ferro, ma non era uno dei miei preferiti, adesso invece non è il mio preferito, preferito, ma ci si avvicina molto, grazie anche ad un' FF che ho letto ieri tutto d'un fiato) ... un bacio e buona lettura

 

Capitolo 5: Rosalie & Emmet.

Pov. Emmet.
Dalla mattina in cui scoprimmo che Bella se n’era andata via, Rosalie per due mesi buoni pianse copiosamente, non lo accettava pur sapendo che la sorella già varie volte le aveva detto che non sarebbe rimasta per molto dopo il parto. Gliel’avevo provato a spiegare varie volte, ma non mi aveva dato retta, per lei, sua sorella doveva restare sempre, sempre senza andarsene mai e provare a dirgli che era impossibile la faceva arrabbiare, quindi era meglio evitare.
Rosalie non aveva voglia di fare nulla, stava sul letto sbavando a guardare il vuoto, spesso avevamo tutti provato a dirle di tirarsi su, ma niente, diceva che se sua sorella le voleva bene doveva tornare e lei sarebbe stata lì ad aspettare quel momento.
Se non era sul letto era sul divano e di certo la nostra relazione non diventava di certo facile, se sei l’unico che reagisce e che compone la coppia.
Ma tra me pensavo di rimandare al giorno in cui si sarebbe ripresa quel discorso, infondo speravo che l’avesse fatto, perché certo era brutto mollarla mentre stava male ma non potevamo andare avanti così.
I giorni a mia sfortuna passavano e mi toccò tonare al lavoro nella piccola agenzia giornalistica della città. Lì i miei colleghi mi salutavano allegramente e io rispondevo loro con altrettanta energia, ma la mia mente tornava a Rosalie, alla mia Rosalie che già quando si era trasferita lì da noi mi piaceva e che poi avevamo iniziato a frequentarci tre mesi dopo il suo arrivo.
Una piccola parte di me voleva sposarla, la bionda era l’essere più meraviglioso che avessi mai incontrato, ella prima mi capiva e io comprendevo lei, ma adesso, era come parlare ad una bara.
I miei articoli nella rubrica di intrattenimento si stavano affievolendo di fantasia ed erano tutti monotoni oppure altalenavano; se li scrivevo a casa facevano cagare, se ero al lavoro tra i miei amici, erano allegri e pimpanti.
Arrivò il giorno in cui il mio datore di lavoro se ne accorse e mi convocò al suoi ufficio.
Il direttore Canningam, con i suoi folti baffi e la cravatta, mi sembravano tanto quei calzolai dei film, ma la sua espressione era seria e inflessibile.
«Cullen, il tuo talento e sorprendente e lo sai, ma allora perché i tuoi articoli sono così altalenanti? Cullen se non sistemi la tua scrittura mi costringerai a toglierti la rubrica, puoi andare»    
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Finì l’articolo infischiandomene completamente della tarda ora e dopo aver finito uscì pure con degl’amici che spesso mi invitavano a prenderci una birra.
Verso le nove mi avviai verso casa e fui lì alle nove e un quarto.
Mamma non fece domande ma gli dissi semplicemente che dovevo finire un lavoro. Edward stava sul divano vicino a Alice a cullare Sophie. La bambina doveva bere il latte con la cannella per berlo, altrimenti non lo beveva e ad Edward questo scocciava perché avrebbe preferito abituarla con il latte di Bella.
«raga se sentite delle urla non allarmatevi, devo chiare una cosa» gli informai.
«porto Sophie al parco così non devi preoccuparti» mi disse mio fratello alzandosi.
«grazie della comprensione»
A grandi passi andai di sopra. Rosalie era lì. Fischiai.
«ehi, Rose dimmi qualcosa se sei viva perché altrimenti qui ti si potrebbe scambiare per un pezzo dell’arredamento!» urlai. Lei reagì guardandomi male. Levai le scarpe. «Rose devi dirmelo, perché mi sento in dovere di chiederti se vuoi davvero continuare con la nostra storia o preferisci lasciarla andare come la tua vita! Non dirmi che hai appena perso una sorella o cose così perché sono passati 4 mesi e tu non puoi continuare così e io non ci sto più! Chiaro? Scegli Rosalie, me o l’attesa, scegli cazzo!»
Lei mi guardò con gl’occhi che si riempirono di lacrime. «bene, credo che questa come risposta basti e avanzi … sono stanco e tu non sei in vena di avere nessuno vicino, quindi, ciao, quando tonerai in te dimmi qualcosa, anzi … non dirmelo, tanto io me ne frego, piangi forza perché non sai fare altro!» urlai fuori di me.
Mi ripresi le mie scarpe e le buttai nella scarpiera a caso, senza pensarci nemmeno e scesi di sotto buttandomi sul divano con una mano sulla faccia. Finalmente, era una liberazione, non perché non l’amassi ma perché almeno così avrebbe capito che non poteva continuare, sperai che la smuovesse, perché altrimenti non sapevo che altro fare.
«Emmet» disse una voce da sopra.
Mi alzai e un po’ più lentamente del solito andai nella sua stanza. Si era spostata, era appoggiata al muro ruvido e piangeva.
«Emmet mi ‘spiace, davvero mi dispiace tanto …» nemmeno fece in tempo a finire che ero già scazzato, la placcai e la presi il braccio.
«ora, tu ti calmi e mi spieghi» dissi mentre la portavo nel bagno. «per prima cosa però, guarda le cose con lucidità …» la infilai nella doccia e aprì l’acqua. Chiusi lo sportello alle mie spalle. «forza, dimmi qui, adesso quello che volevi dirmi»
«Bella mi manca tanto» sbiascicò. «mi manca la nostra infanzia e il trio invincibile costituito da me, lei e Jasper, mi manca la mia mamma e anche Nathan. Mi manca dover prendere le decisioni da sola senza mia sorella che mi da i consigli e che fa battutine su di te. Mi manca il giorno in cui lei ci disse che era incinta, durante il quale, io, lei e mio fratello ci distendemmo sul mio letto e passammo tutta la notte a parlare, mi manca lei!» disse tra le lacrime. L’abbracciai.
«lo so piccola, ma non possiamo farci nulla, lei ha fatto le sue decisioni, l’hai letta tu stessa la sua lettera, quando una persona si sente in difficoltà continuamente non puoi pretendere che si senta bene o che ci resti per molto in quel posto. So che ti manca la tua sorellina, ma anche con Alice puoi parlare, lei è la mia ma se vuoi te la presto e poi hai ancora Jasper. Certo non potrai parlare con loro due insieme ma parlare puoi ancora parlare … anche con me se non ti senti in grado con gl’altri. Io sono qui piccola, non ti preoccupare»
Lei piangeva abbracciata a me mentre che l’acqua fredda ci bagnava entrambi.
«ti amo tesoro … so che non l’ho dimostrato tanto, ma ti amo»
Sorrisi, si era ripresa finalmente, era tornata la Rosalie che amavo, o almeno una parte di lei era tornata, ma il dolore ovviamente non sarebbe mai andato via, ma almeno potevamo affrontarlo e non rinchiuderci in quello.
«ti amo anch’io piccola»
Lasciammo che l’acqua ci bagnasse senza pensarci, avrebbe lavato via il dolore o almeno quello ci si poteva lavare. Forse ero io a non capire cosa provava ma se mi sorella o Edward se ne fossero andati senza dir nulla, probabilmente non avrei pianto ma avrei semplicemente gridato dal male che mi faceva. Ma forse era quello il suo modo di urlare quello che provava, piangere, piangere tanto. 

Pov. Rosalie.
Prima tutto era buio, nella mia mente c’era solo quella brutta lettera, ma poi, acqua. Perché acqua? Ah sì, ero sotto la doccia, vestita con Emmet, vestito. Stavo piangendo. Sfogavo tutta la rabbia e la tristezza per la decisione poco fondata di mia sorella. Lei era sempre stata la mia migliore amica, certo dopo che mi aveva detto che non avrebbe abortito mi ero arrabbiata ma non per questo non le volevo più bene anzi. O forse era arrabbiata perché non c’ero quando era nato Nathan.
Pensai quello per tutta la sera, Alice era felice, la piccola Sophie che negl’ultimi mesi non sopportavo proprio aveva fatto qualche passo. Chissà se anche Nathan stava iniziando a camminare? Chissà se ne era già capace … mia sorella aveva tolto tutto, aveva spolpato noi Hale.
Jasper non mi parlava e non parlava con nessuno. Guardava in piatto in silenzio, pensava, lo vedevo bene, riconoscevo bene la sua espressione quando c’era un pensiero che gli frullava per la mente.
«Jazz, dopo possiamo parlare?» gli chiesi. Lui annuì distratto senza alzare lo sguardo. Era il mio gemello, ma non lo capivo, beh non come faceva Bella. Anche lei è la nostra gemella.
Sparecchiammo in silenzio e constatai ancora che Sophie non la sopportavo proprio. Stava lì col tutù lilla a fare la stupida. Nathan non l’avrebbe fatto. Nathan avrebbe … non so cosa avrebbe fatto, ma di certo non quello.
Verso le otto ero nella stanza di Jazz, distesi sul suo letto. «Jazz, secondo te è colpa mia? Bella se n’è andata perché era arrabbiata con me, siccome non c’ero quando è nato Nathan?» gli chiesi diradando quella nebbia pesante che era il silenzio.
Lui si alzò a sedere.
«no, non è per te …» disse sospirando.
«come lo sai?» gli chiesi.
«perché me l’ha scritto …» lo guardai male. La lettera era una e quella l’avevo letta almeno quattro volte. «mi ha scritto tutto, ma non posso dirti nulla di informazioni che mi ha pregato di non raccontare, ma ti posso dire che non c’è l’ha con te e si scusa …»
«dammela la voglio leggere!» dissi alzandomi.
«solo se giuri di non dire a nessuno dell’esistenza di questa lettera, d’accordo?» annuì distrattamente troppo piena di frenesia per non accettare qualsiasi accordo.
Lui mi passò una busta dalla quale tolse un biglietto verde. La scartai con calma e spiegai i fogli. Erano 3. Perché a lui aveva scritto così tanto? A noi aveva scritto una facciata scarsa.
Iniziai a leggere:
ciao Jasper, ti scrivo perché appena aprirai la porta saprai che me ne sono andata, sono andata via.
Non iniziare a formulare i pro e contro della mia scelta, perché ne ho fatti fin troppi.
Sappi che ti voglio bene e che se vuoi chiedermi spiegazioni su questa lettera leggi il biglietto verde nella busta solo dopo questa, non prima, mi raccomando. Mi raccomando anche che tu non racconti a nessuno quello che c’è scritto in questa lettera, scritta solo per te.
Ti dico solo che ti voglio bene e che non è colpa di nessuno, come sicuramente ti starai chiedendo. È stata una mia scelta, formulata e approvata dal mio cervello. So che magari pensi che io sia un’idiota ma, ti scrivo proprio per spiegarti approfonditamente i miei motivi:
Mi sento una bambina, l’idea di passare l’intera vita in quella grande casa mi spaventa ancora di più di crescere Nathan da sola. Non per te, Rose o papà, ma perché così facendo oltre che avere sulla coscienza tutto il matrimonio di lui ed Esme, saprò che lui non mi avrebbe mai lasciata andare altrimenti. Da quando è nato Nathan che non mi sento più la benvenuta, sono una stupida e tu lo sai, magari inizialmente dirai che era solo una reazione all’essere madre, ma no, non è per quello, è perché sento che se restando lì, tu, Rose e gl’altri non sarete mai veramente una famiglia. Insomma, diciamocelo, sono una frana, mi nascondo da qualsiasi parte io vada anche con te.
So che se restassi lì prima o poi, al sorriso di Edward quando lo sveglio potrei rispondere con un bacio o che potrei davvero accettare l’idea di essere la madre anche di Sophie come lui spera, non sapendo che l’ho pensato. L’ho pensato sul serio. Ma io non sono pronta, non sono il tipo di persona che “oh vieni qua Sophie, vieni dalla mamma”, no, assolutamente e lo sai.
Rose forse penserà che è colpa sua, vorrei che non lo pensasse ma sai che lo farà quindi se proprio devi, dille che le voglio bene e che sono felice che non sia venuta, non perché non la volessi ma perché lei ha una vita stupenda e un ragazzo che da trenta chilometri si vede che l’ama. So che ci penserà lui alla mia piccola, perché Rose è e rimarrà sempre la mia piccola. Sai che lo sarà.
Non è un addio lo sai se dopo leggi il biglietto. Non lo è, con tutto il cuore spero anche di rivedere la mia sorella preferita un giorno. Magari quando starò per morire, chiamerò te e Rose per dirvi tutto ciò che penso di voi; se lo facessi adesso sarebbe solo uno spreco di carta, spazio e inchiostro.
Dille che il giorno in cui si sposerà, le manderò oltre che il bacio più grande del mondo, attraverso te, anche il regalo che io e lei avevamo già deciso di farci, il piccolo unicorno di cristallo. Sai che l’ho anche visto? Beh, dille che sono già pronta.
Wow, scrivendo questa lettera subito dopo dell’altra mi sembra di star scrivendo le ultime volontà testamentarie e fattelo dire, scrivere al futuro come se fossi morta, fa davvero schifo.
Beh, se davvero mi succedesse qualcosa, ti indico come primo affidatario di Nathan, come seconda Rose. Comunque basta pesantezze.
Chiamami presto, se ti passa la rabbia, sappi che aspetto con ansia, ma ti scongiuro di non chiedermi di tornare perché non lo farò.
Un bacio Bella e Nathan.

Sotto alla lettera c’era un disegnino fatto a matita delle nostre mani che si chiudono in una stella a sei punte. All’interno ci sono le nostre iniziali.
«tu sai dov’è vero?» chiesi in lacrime. Lui annuì «e non me lo dirai vero?» scosse il capo con forza.
«non posso, gliel’ho giurato»
Lo abbracciai. «la prossima volta che la chiami mi dici qualcosa così le dico qualcosa?»
Lui annuì e lo tenni stretto. Sapevo che da quel momento potevo davvero ricominciare con la mia vita.

ciauuu! vi piace, a me molto e come ho già detto all'inizio "W Emmet" ma apparte questo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto perchè il prossimo sarà un poco pieno di riflessioni e anche di stranezze il prossimo è "Alice&Jasper" potete già immaginarvi il perchè ... da fan accanita di Jasper, una bella parte piena e sola dovevo dargliela ... ma non via aspettate di certo una Alice tremenda come quella che nel prossimo capitolo e quello dopo vi illustrerò ... un bacio Hidalgo_Aragorn (Manumeia Black)
  
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