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Autore: Camy_99    29/06/2014    1 recensioni
Se ci fosse un modo, uno solo, per cambiare completamente la vostra vita, ma stravolgendola, sapendo che vi lascerete alle spalle tutto, anche la vostra famiglia che vi vuole bene, per scappare da tutto il resto, lo fareste? Ne avreste il coraggio? Ne avreste la forza, di dimenticare tutto?
Perché una cosa è dirlo, pensarlo, sognarlo, ma farlo? Ne avreste il coraggio?
Questo è il mio invito, l'invito di una ragazza cresciuta troppo in fretta che voleva che il mondo fosse migliore…
Spero di avervi incuriosito un pochino…se è così venite a dare un'occhiata! Prometto che non ve ne pentirete! :)
Camy
Genere: Malinconico, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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    Before the Dawn 

"È sempre buio appena prima dell'alba."
Thomas Fuller, Pisgah Sight, 1650

 

Zayn

Stavo guidando, erano le cinque del mattino ed avevo dormito forse un'ora. La pioggia cadeva letalmente sul parabrezza della macchina formando tante gocce che riflettevano la luce dei lampioni al bordo della strada. Londra si stava risvegliando piano, con i primi lavoratori mattinieri, e gli operai stradali che andavano a godersi un meritato riposo.
Anche io me ne sarei volentieri andato a dormire, davvero molto molto volentieri: non avevo dormito per niente e ora guidavo. Stanco, affranto per le notizie che portavo, ma guidavo e anche piuttosto rapidamente. 
Il destino a volte gioca screzi crudeli, prese in giro che ci fanno credere che tutto, ma proprio tutto, sia soltanto un gioco, un gioco che non potrei mai vincere: avevo lascito un'ospedale e mi stavo dirigendo ad un'altro.
"Le cose accadono per un motivo, un disegno più grande, sopra di noi, non dimenticarlo mai Zayn" ricordai le parole del nonno, il mio caro nonnino che era passato a miglior vita. Sospirai: dovevo rimanere concentrato.
La pioggia continuava a cadere e cadere, sempre più fitta e sempre più fredda. A volte mi chiedo se veramente gli angeli piangessero il loro dolore per il modo, se veramente tutto quello sfogo, si scaricava sulla terra e la bagnava, la lambiva, la distruggeva, per poi farla rinascere con nuova vita, nuova bellezza, nuovo amore.

Pensai a Anaïs che ora era in ospedale con Matilde e Perrie e io che dovevo dirlo a Louis.
Era stata proprio Perrie Edwards, la mia ragazza, a chiamarmi nel cuore della notte per dirmi di accorrere: era disperata, stava piangendo e panicando, e io non avevo capito niente di quello che aveva detto, ma ero comunque balzato immediatamente fuori dal letto e mi ero vestito, mentre la mia ragazza mi diceva di raggiungerla al Central London Hospital e mi attaccava il telefono in faccia prima che io potessi dire qualcosa.
Avevo comunque fatto più in fretta possibile ed era proprio mentre stavo varcando la soglia del parteggio dell'ospedale che avevo visto il messaggio di Harry: Niall in ospedale.
"Oh cazzo!" avevo pensato: adesso che facevo? non potevo mica sdoppiarmi…
Alla fine avevo deciso che la mia ragazza era più importante. In più, ero già lì e il St.John era dall'altra parte della città, vicino a casa di Niall, se non ricordavo male: ci avrei messo un sacco ad arrivarci.
"Mi dispiace Niall, ma Perrie è più importante ora".
Ero arrivato in sala d'attesa e avevo visto la mia ragazza che piangeva disperata appoggiata ad un'altra ragazza che conoscevo molto bene: Matilde Everheart, la fotomodella fidanzata con uno dei miei migliori amici: Harry Styles. Ero felice per loro: finalmente Harry aveva trovato una ragazza che gli aveva messo la testa a posto, prima, avevamo l'impressione che l'avremmo perso, ma da quando stavano insieme le cose andavano splendidamente.
Una bellissima cosa è che le ragazze degli 1D legano sempre: si supportano a vicenda quando siamo lontani e diventano sempre ottime amiche: mi era sempre piaciuto questo aspetto e speravo che non sarebbe mai cambiato.
Mi ero precipitato verso di loro e Perrie era subito balzata in piedi ad abbracciarmi. Stava pingendo, piangendo disperatamente:
- Amore…shhhh…non piangere….- le sussurravo all'orecchio mentre gli accarezzavo piano la schiena e i capelli, tenendola stretta, ma sembrava inconsolabile. Intanto Matilde piangeva anche lei, tenendosi le mani sulla faccia e singhiozzando piano. Io che no me la sentivo di lasciarla lì da sola, sembrava così abbandonata, e Harry era dall'altra parte della città, la tirai a me offrendole la spalla destra, dato che la sinistra era occupata da Perrie. Per un attimo, sia la mia ragazza che Matilde restarono interdette, poi chiusero l'abbraccio e si strinsero a me.
Io ero perso: ancora non sapevo la causa di tanto dolore, che faceva stare male anche me, e nessuna delle due proferiva parola al riguardo… Era snervante, ma avevo come l'impressione che non avrei mai voluto sapere di che cosa si trattasse. 
Dopo un tempo che mi parve interminabile arrivò un'infermiera, accompagnata da un medico con il camice operatorio ancora addosso:

- Ci sono per caso i parenti della signorina Anaïs La Bouffe qui? - chiese il dottore con calma marziale. 

Perrie e Matilde si staccarono dal mio abbraccio e si avvicinarono alla coppia ospedaliera, mi avvicinai anche io, incuriosito e spaventato allo stesso tempo: che cosa ci faceva Anaïs in ospedale?
- Salve, siete parenti? - chiese l'infermiera, sollevata di veder arrivare qualcuno.
- No, - rispose immediatamente Matilde - ma la signorina non ha parenti.
- Allora mi dispiace, ma se non siete partenti non posso dirvi niente, purtroppo - disse il dottore.
Perrie stava di nuovo per mettersi a piagare e Matilde tirava su con il naso e si strofinava gli occhi rossi.
- Senta, - dissi prendendo in mano la situazione disastrosa - la signorina La Bouffe, Anaïs, non ha parenti: è figlia unica e i suoi genitori sono morti in un deragliamento ferroviario l'anno scorso negli Stati Uniti d'America, nei pressi di Boston. Controlli se non mi crede - aggiunsi, vedendo la faccia scettica de dottore. 
- La prego, - disse Perrie, prendendo la mano del dottore e guardandolo negli occhi - sono io che ho investito Anaïs e io e lei siamo le sue migliori amiche… Mi dica come sta, per favore.
Rimasi fermo, immobile. Anaïs investita? Dalla mia ragazza? Com'era possibile? Come?
Mi girai e camminai, via, come ad allontanarmi…
Com'era possibile?
Sentii Perrie che scoppiava a piangere. Allora mi girai: nonostante tutto l'amavo profondamente.
La vidi abbracciata al dottore e Matilde che piangeva, ma sorrideva a 42 denti. Perrie mi corse in contro e mi abbracciò forte: 
- È stabile, hanno dovuto operarla alla gamba e ha delle costole rotte, ma se la caverà, se la caverà.
- Amore è una notizia bellissima! - dissi abbracciandola con un po' troppo entusiasmo: ero ancora sotto-sopra.
Vidi con la coda dell'occhio Matilde che abbracciava il dottore e l'infermiera e li ringraziava, poi ci raggiunse. 
- Fra sei ore potremo vederla - disse sorridendo. 
Intanto io mi ero fatto spiegare da Perrie le dinamiche dell'incidente: brutto affare. 
Pensai di dover chiamare Louis: infondo era la sua ragazza. Frugai nelle tasche della giacca e in quelle dei pantaloni, ma non riuscii a trovarlo, poi mi resi conto che nella fretta l'avevo lascito a casa e mi detti dello stupido.
Chiesi a Matilde e a Perrie se avessero un telefono: Perrie mi disse che Olly aveva rovesciato una birra sul suo e che non si era più acceso, poi aggiunse che Olly aveva promesso di compragliene uno nuovo "Arriverà domani mattina con la posta" aveva detto citando le parole del nostro caro amico e collega; Matilde, invece, mi disse che il suo era completamente scarico, ma che il dottore le aveva consegnato gli effetti personali rinvenuti addosso ad Anaïs e fra questi c'era anche il suo cellulare. Lo presi in mano e provai a sbloccarlo: non c'era blocco. "Si fida la ragazza" pensai sorridendo. Poi composi il numero di Louis e attesi. Ci mise una vita a rispondere, ma quando, finalmente, la linea diventò attiva, non fu la voce di Louis, bensì quella di una ragazza a rispondere.
Ricordai anche la conversazione con Elisabetta, che si era interrotta di colpo. Ero un po' preoccupato: che cosa stava succedendo al St. John?

Era lì che mi stavo dirigendo, dopo una mezzora da quell'ultima conversazione. Alla fine ero riuscito a trovare Louis, al cellulare di Liam (che ci fosse stato un interscambio di cellulari?), ma l'avo trovato troppo scosso per dirgli che cosa era successo, allora avevo minimizzato. Gli avevo parlato solo di Elisabetta e lui aveva detto che lui e Liam sarebbero andati a cercarla. 

Arrivai in ospedale 10 minuti dopo e mi diressi subito nella camera che mi avevano indicato Liam e Louis, ma non li trovai: al loro posto c'era un biglietto. Allora mi diressi in camera di Niall e Harry come mi avevano consigliato: per fortuna il primo era sveglio.
- Ciao bro, come va la testa? - gli chiesi sorridendo.
- Adesso bene - mi disse, ma cambiò subito l'affermazione in un "meglio" quando vide la mia faccia scettica: infatti stava trattenendo, non troppo bene, una smorfia di dolore e continuava a stizzire gli occhi: segno che doveva avere un bel mal di testa.
- Quando sei arrivato? - mi chiese sorridendo. "Povero Niall".
- Cinque minuti fa…Mi dispiace di non essere riuscito a venire ieri sera, ma è successo un casino pazzesco, poi ti racconto - dissi sospirando dalla stanchezza di quella situazione così dannatamente complicata.
Dopo un miao di minuti di silenzio nei quali io ripensai ancora ad Anaïs e a tutto quello che era successo, Niall mi chiese dove fossero Liam e Louis e come mai non erano venuti a trovarlo.
- Sono andati a cercare Elisabetta… Si scusano con te e…con Harry - dissi buttando un occhio al letto dove, speravo, che stesse dormendo il mio amico.
 Niall ci mise un attimo ad assimilare e poi esclamò indignato:
- Chi è Elisabetta?!
Anche quella era una domanda a cui non avevo una vera e propria risposta: io sapevo solo quello che mi aveva detto Liam… 
"Poi io e Louis dovremmo fare due chiacchiere…" pensai. mi resi conto che Niall era ancora in attesa di una risposta:
- Ti spiegherò tutto Niall…- sospirai di nuovo e aggiunsi, per rendere l'atmosfera meno pesante: - Ma tu piuttosto, campione, non azzardarti mai più a farmi prendere uno spavento del genere: ti credevamo spacciato, bro. Che cosa è successo?! - chiesi facendoli una specie di predica, ma con Niall non mi veniva mai bene: semplicemente non riuscivo a rimproverarlo.
Mi ripose che era una storia molto lunga, allora io gli dissi che per una volta avevamo tempo.

Per la prima volta, da quando avevamo iniziato a essere quello che siamo, avevamo tempo.

Niall

Zayn aveva ragione: per una volta avevamo tempo. Allora, decisi di raccontargli perché ero in quell'ospedale, dal principio:
- Ieri sera, quando sono tornato a casa, ho trovato una ragazza sul mio divano. Ho immediatamente pensato che fosse la più bella ragazza che avessi mai visto, un angelo caduto: mi ha mandato immediatamente il cervello e il cuore in pappa - dissi sorridendo - Poi però vidi che piangeva,  allora mi si mosse qualcosa in petto, capii che il mio cuore non era andato distrutto perché sentii un dolore, un dolore forte - Zayn ascoltava senza fiatare: questa cosa mi era sempre piaciuta di lui - mi sentii triste e perso e ebbi l'impulso di abbracciarla. Quando lo feci notai che era molto fredda e che respirava appena. Allora mi spaventai e, per fortuna, chiamai immediatamente l'ambulanza, che arrivò e che ci portò immediatamente qui.
Feci una pausa, non sapendo bene come continuare. Zayn mi appoggiò una mano sulla spalla con fare rassicurante.
- Da quel momento non l'h mai lasciata, ma ero talmente in panico: non sapevo proprio cosa fare e i paramedici mi facevano un sacco di domande a cui io non sapevo rispondere. Allora ho chiamato Harry, sperando che fosse ancora sveglio, l'ho trovato e gli ho chiesto di venire subìto qui. Sono rimasto sempre con la ragazza, ma la sua condizione non mutava, anzi, secondo i dottori rigettava qualsiasi cosa provassero a dargli come nutrimento, anche per via venosa: il suo corpo non assimilava niente e continuava a dimagrire molto velocemente, era impressionate.
Feci un altra pausa: ripensarci mi sconvolgeva ancora.
- Alla fine, molto stanco e intorpidito dalle molte ore trascorse in quella stanza nella stessa posizione, decisi di andare a prendere un caffè e allora vidi Lyuum, Lou e Hazz. Hazza era fuori di sé, lo vedevo da lì. Lyuum ha cercato di trattenerlo, ma gli è stato impossibile, allora Lou è scattato verso di me e ha preso Hazz per un braccio, si è sentito un rumore terribile, credo gliel'abbia rotto, dopodiché Hazza è crollato a terra, lasciandoci tutti in stato di shock. 
Dopo mi sono risvegliato qui, ricordando tutto e non potendo fare niente.
Conclusi il mio discorso con un enorme sospiro, poi rialzai gli occhi su Zayn e lo trovai pensoso. 
Non feci neanche a tempo a richiamarlo che la voce di Harry ci giunse alle orecchie come un borbottio tipico di chi si è appena svegliato:
- Dove mi trovo?
- Non fare il finto tonto, Hazz…! - disse Zayn.
- Grazie per l'accoglienza! Credo di essere appena tornato dal mondo dei morti…- continuò a borbottare il primo.
- Sei un coglione e basta. - lo rimproverò il secondo. 
Il mio sguardo schizzava da uno all'altro, manche stessi guardando una partita di tennis…
- Ma perché?! - chiese stizzito il primo.
- Perché hai traumatizzato Nialler. - gli rispose secco Zayn.
- Non mi ha… - provai a ribattere io.
- Zitto tu! - mi tappò la bocca Zayn.
- Si può sapere che ti è preso?! Ti sei di nuovo fatto di crack? 
- No! Non lo so neanche io che mi è preso… - disse grattandosi la testa. Mi sembrava molto contrito e dispiaciuto.
- Harry - iniziai io, richiamandolo - non so che ti sia preso, non mi interessa: io ti perdono. Ti voglio bene, bro, ma dobbiamo cercare di capire che cazzo è successo.
- Grazie Nialler… - disse Harry a mezza voce per l'emozione.
- Giusto, cerchiamo di capirlo. - disse Zayn.
Doveva essere molto stanco, povero Zayn: non credevo di averlo mai visto perdere le staffe così, neanche per me.
Riassumemmo velocemente a Harry come mai l'avevo chiamato e il suo commento fu:
- Ma come… Nialler… Mi avevi detto che mi reputavi la persona più affascinante della terra. - lo disse con un tono talmente cretino che scoppiai a ridere, ma si prese un cuscino in faccia da parte di Zayn (che non so da dove l'abbia tirato fuori).
Zayn ci spiegò velocemente quello che gli aveva detto Liam su Elisabetta e quello che sapeva lui.
Facemmo il punto della situazione:

1) Dovevamo trovare Liam, Louis e quindi Elisabetta.

2) Dovevo andare a trovare la ragazza, il mio angelo e vedere come stava e scoprire chi era.

3) Dovevamo fare chiarezza su come Harry avesse avuto un attacco d'ira simile.

4) Dovevamo chiamare qualcuno della direzione, magari Paul, che facesse chiarezza…"burocratica".

5) Zayn ci doveva ancora raccontare come mai non fosse riuscito a venire prima.

Soddisfatto della lista che avevo fatto la esposi agli altri, che convennero con me che andava bene.
- Allora Zi…? - chiese Harry impaziente.
Zayn ci spiegò velocemente cosa era successo e l'atmosfera nella stanza divenne improvvisamente molto pesante.
- Credo di non aver capito bene… - sussurrai, incapace di assimilare quello che avevo appena sentito - Perrie e Matilde hanno investito Anaïs che si è buttata di proposito sotto la loro macchina?
- Esatto. - rispose Zayn grave.
- Io devo chiamarla… - disse Harry quasi in trance.
- Non ti risponderà… - disse Zayn - ha la batteria completamente andata, Olly ha rotto il telefono di Perrie e quello di Anaïs ce l'ho io.
- Allora devo andare a vedere come sta. - disse lui testardo.
Stava per alzarsi quando gli prese un capogiro e per poco non cadde dal letto.
- Non fare l'idiota: sta giù tranquillo! Non riesci neanche a stare in piedi. - lo rimproverò Zayn, spingendolo gentilmente di nuovo contro i cuscini.
Harry non rispose nemmeno, guardò la porta con aria più che sconsolata: mi faceva davvero una gran tristezza.
La stanza mi sembrava improvvisamente più piccola… Dovevo uscire da lì: avevo bisogno di aria.
Stavo per "saltare" giù dal letto, quando la porta si aprì con uno scatto violento facendo entrare qualcosa, o meglio, qualcuno, che girava furiosamente su sé stesso: una trottola vivente. 
Io che non l'avevo riconosciuto rimasi molto sorpreso a sentire Harry che esclamava:
- Zio Simon! Che ci fai qui?! 
Simon Cowell non mi era mai apparso così "disordinato" in vita mia, anzi, a dir la verità non credo che qualcun altro l'abbia mai visto in uno sta o così confuso e… smarrito?
"Simon Cowell smarrito?! Il modo gira al contrario da un paio di secondi a questa parte!" esclamai nel mio cervello e non potei fare a meno di abbozzare un sorriso: era semplicemente ridicolo. 
Evidentemente l'ultima parte della frase dovevo averla detta ad alta voce perché sentii Zayn borbottare:
- Facciamo da un paio d'ore a questa parte.
- Ragazzi! - esclamò Simon cercando in vano di sistemarsi come poteva, ma quando vide che era inutile lasciò perdere, ma riprese la sua solita aria severa che incuteva terrore al primo sguardo.
Per chi non lo conosceva quella era la "facciata", ma dietro c'era un animo generoso e cordiale , quello che avevo imparato a conoscere subendo una bella dose di lavate di capo e situazioni scomode, un prezzo da pagare.
- Ragazzi… - si guardò in torno con fare sempre più autoritario - Dove sono Liam e Louis? - chiese repentino.
Ecco il Simon Cowell che conoscevo.
Ci guardammo non sapendo bene cosa dire, in fondo non lo sapevemo.
- Nell'ospedale…? - azzardò Harry incerto: a lui in particolare "Zio Simon" metteva sempre una certa soggezione, solo che non l'avrebbe mai confessato.
- Grazie Harry - rispose Cowell sprezzate - Questo lo sapevo già.
- Qualcun altro? - chiese poi rivolto a noi due.
Io guardai Zayn disperato: salvami-tu-ti-prego. Zayn non mi deludeva mai, per fortuna:
- Stavo giusto per andare a chiamarli - disse pacato. 
Harry lo guardò strano, lui, per tutta risposta, alzò le spalle indifferente.
Io mi misi a ridere, ma tacqui immediatamente sotto lo sguardo indagatore di Zio Simon.
- Lascia - disse, rivolto a Zayn con un tono che non interpretai - Vado io.
- Dove sono? - chiese poi. Aveva capito il bluff?
Adesso era Zayn che ci guardava disperato. 
La tensione aumentava:
- Allora? - ci riprese Simon.
- La stanza qui da parte… - disse Zayn a mezza voce.
- Quale "stanza qui da parte" - chiese on tono indagatore Zio Simon.
- Quella sulla sinistra, la 574 insomma! - sbottò Zayn irritato.
Ci furono un paio di minuti di silenzio nei quali riflettei: quello che aveva detto Zayn aveva qualcosa che non funzionava, ma non riuscivo a capire che cosa…
- Zi, la 574 è a destra - arrivò in mio soccorso Harry: avevo ancora il cervello annebbiato dai calmanti, dopotutto.
- Allora destra o sinistra? - anche Zio Simon iniziava a spazientirsi.
- Sinistra! - esclami io.
- Destra! - esclamò Zayn.
- Sinistra… - aggiunse Harry soprappensiero.
- E sinistra sia! - esclamò allora Zio Simon.
Zayn ci guardò malissimo mente la figura del nostro mentore usciva dalla porta.

To bed continued…


Hiiiii!!!!
Eccomi (finalmente) con un nuovo capitolo. 
lo so che ci ho messo una caterba di tempo ad aggiornare ma non potevo ortare il pc con me in vacanza e quindi... Sorry! :(
Poi come sapete è stato un weekend un po' movimenteto: quante di voi sono andate al San Siro a sostenere i nostri quantomai coraggiosi cinque supereroi? 
Io non ho avuto il piacere, purtroppo. :(
Sarà per un altra volta. :)
Torniamo al capitolo (sto un po'divagando): come avete visto si inizia ad avere il "quadro generale" un po' più chiaro. Questo capitolo, in realtà, è nato un po' di fretta mentre mi chiedevo se fosse necessario spiegare alcune cose poco chiare. Alla fine né uscito quel che né uscito e sono abbastaza fiera di questa "cosa"(?)
Vi anticipo già che il capitolo che seguirà sarà un altro su genere "espicativo" per così dire. Ci sono un po' di cose da chiarire ancora:
Come mai Harry ha regito così male, cosa non si ricorda?
Chi è la misteriosa ragazza che Niall vuole tanto vedere? (Noi lo sappiamo già, nevvero?)
E altre cosuccie che avrete di sicuro "percepito"...
A presto cari ammoratori accaniti 8sempre che lo siate), sennò a presto resto del mondo! ;)
Camy xxx

 

  
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